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Autore: saramik    20/04/2019    0 recensioni
Una ragazza comune riuscirà a fare breccia nel cuore dello scapolo più ambito di New York? Andy sarà una bella scommessa, una ragazza che dai numeri passa alla moda, dalla calcolatrice alle copertine patinate
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mode magazine, non era mai stata la mia passione la moda, ma mi serviva un lavoro e cercavano un assistente. La ragazza che mi aveva fatto il colloquio era stata molto carina con me, si chiamava Betty, era stata lei ad occupare quel posto per tre anni ma adesso era redattore associato, e poi si stava per sposare con Matt Hartley. Io sarei stata l’assistente di Deniel Meade.
Lei entrò nello studio del mio capo, e mi disse di aspettare. Dopo pochi minuti mi fece segno d’entrare.
Betty – Daniel lei è Andrea Wilson, è molto preparata…secondo me sarà un ottima assistente..- io in realtà avevo studiato economia e marketing ma quello passava il mercato.
Daniel – è un piacere conoscerti…- disse porgendomi la mano.
Andy – il piacere è mio signor Meade, può chiamarmi Andy se lo desidera..- io ero in imbarazzo.
Una stangona entrò come una furia in ufficio.
Alexis – cavolo Daniel è mezz’ora che ti stiamo aspettando….- disse.
Daniel – la riunione giusto arrivo subito, Betty ti ringrazio…Andy adesso ho una riunione con gli inserzionisti, tu sistemati e poi parliamo…-
Io feci come lui mi disse, sistemai la mia postazione, misi una foto dei miei.
Mark – o ma che carini, tu devi essere la nuova Betty…certo potevano avere un po' più di gusto…- disse un tipo strano.
Andy -  e tu saresti? – chiesi curiosa.
Mark – io sono Mark e lei è Amanda…io sono un redattore associato e lei l’addetta alla accoglienza…- disse lui, sorridendo.
Andy – è un piacere conoscervi, io sono Andrea Wilson ma tutti mi chiamano Andy…-
Mark – comunque per me non durerai, non sei il tipo di Daniel…e poi dai tra poco vesti peggio di Betty….- in realtà secondo me ero vestita sobriamente, avevo un maglioncino color carta da zucchero e un pantalone.
Amanda – peggio di Betty è impossibile, mi mancherà visto che adesso si trasferirà a londra…- disse la bionda.
Mark – per Daniel Betty era il top…quanti assistenti ha avuto dopo di lei? Tipo 20? E tu cara mia fammelo dire non hai proprio stile…per lavorare a Mode…-
Amanda – dovresti aprire di nuovo quel blog sulle assistenti di Daniel…forse puoi continuarlo visto che tanto lo stile è quello…- io non sapevo che dire, mi sentii estremamente a disagio e fuori luogo.
Nel pomeriggio svolsi i pochi compiti che mi aveva affidato Daniel, poco prima di andarmene andai nel suo ufficio per fare rapporto.
Daniel – dimmi Amanda…- disse sbagliando il mio nome, non lo corressi.
Andy – allora ho ritirato i suoi vestiti e il suo autista li ha portati nel suo appartamento, tranne il completo blu che le servirà per la cena di stasera…- dissi.
Daniel – la cena di stasera? – chiese sorpreso.
Andy – la cena per il compleanno di suo nipote Dj…La signora Meade mi ha detto di ricordargliela…- dissi rileggendo il promemoria.
Daniel – cavolo, me ne ero dimenticato….non ho neanche un regalo….- disse grattandosi la fronte.
Andy – se vuole posso pensarci io? – mi offri.
Daniel – si forse è meglio….vai avanti…- disse .
Andy – ha chiamato il signor Vincent Bianchi…vorrebbe vederla domani…ho visto che ha un ora prima di pranzo…- dissi io notando la sua agenda.
Daniel – perfetto, e chiama Betty…vorrei che ci fosse anche lei…- disse, lo annotai – e poi chiama l’Enfante e prenota li, non sia mai si prosegua con un pranzo…- disse.
Io tornai al mio lavoro, mi sbrigai a chiamare Betty e le comunicai della riunione, poi uscii di corsa per andare in un negozio di elettronica, presi l’ultimo videogioco e un paio di cuffie di ultima generazione, infondo compiva 14 anni. Tornata in ufficio di corsa, impacchettai il tutto e lo misi nell’ufficio di Daniel mentre non c’era.
Lui rientrò dopo un quarto d’ora, si cambiò e poi riuscii.
Andy – buona serata signor Meade…- dissi mentre lui stava andando via.
Daniel – buona serata anche a te Amanda…- e risbagliò il mio nome.
Io tornai in quel piccolo appartamento che una volta era stato dei miei, io ero nata e cresciuta in Italia, poi a 10 anni i miei si trasferirono qui per lavoro, mio padre era americano mia madre Italiana, e adesso loro erano tornati in Italia per stare accanto ai miei nonni.
La prima settimana passò cosi, con io rilegata a fare i compiti più stupidi di questo mondo, lui non si fidava di me e chiamava Betty mille volte al giorno.
Betty – allora Andy come sta andando? – disse lei mentre stava venendo all’ufficio di Daniel.
Andy – bene, sono appena andata a comprare dei calzini che si intonassero con il completo di questa sera…- dissi sbuffando.
Betty – lo so, all’inizio è dura ma vedrai che poi ti assegnerà compiti più importanti…- disse lei incoraggiandomi.
Andy – si lo so…- disse mentre entravamo nel suo ufficio.
Daniel – oh bene sei qui…- disse rivolto a Betty – Amanda adesso puoi andare…anzi portaci due caffè…- disse lui neanche guardandomi.
Betty – Daniel…- lo rimproverò lei.
Daniel – che c’è? – disse lui.
Betty – mi dispiace..- disse lei scusandosi per lui.
Andy – io vado…i caffè arrivano subito…- dissi uscendo. Presi i due caffè e glieli portai.
Betty era ancora nell’ufficio, parlavano dell’evento di quella sera. Avrei voluto andarci, erano settimane che non uscivo e volevo un po' di divertimento.
Betty – devi venire…è la festa di Wilielmina lo sai…- disse lei.
Daniel – ma starò da solo…- disse lui.
Betty – potresti chiedere ad Andy….Andy tu hai da fare stasera? – chiese lei.
Andy – io…non penso che sia il caso…- lui non mi voleva li.
Betty – su dai, e poi ci sarà molta gente di Mode…vorrei presentarti anche Vincent Bianchi secondo me adoreresti le sue foto…- disse lei.
Andy – non ho un abito o tempo…- dissi io notando il mio abbigliamento.
Betty – a quello ci penso io…tu alle 5 fatti trovare giu nel guardaroba…Daniel ci vediamo li allora..- disse poi uscendo.
Rimanemmo noi due da soli.
Daniel – allora alle 18 giu all’entrata…- disse tornando al suo computer.
Andy – signor Meade…davvero non è costretto…- dissi io.
Daniel – no va bene cosi, e poi non posso andare da solo…adesso torna alla tua scrivania…- poi alzò gli occhi e mi guardò – ma davvero ti chiami Andy? – disse lui, io uscii sorridendo.
  
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