Serie TV > The Vampire Diaries
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Autore: Fanamatore    20/04/2019    0 recensioni
Storia ambientata negli universi di Supernatural 10, The Vampire Diaries 8 e The Originals 4.
Racconto nato per dare spazio al "Crossover" mai realizzato tra queste tre magnifiche serie tv.
Infatti la premessa è questa:
Se i Bros Winchester venisserò a Mystic Falls, che accadrebbe ?
Domanda che in molti ci siamo fatta e bene in questa storia risponderó al quesito. Servendomi del grande aiuto dato dalla fantasia dal mio punto di vista, rappresenterò cosa potrebbe uscirne fuori dall'unione di questi seppur diversi, universi televisivi. Il tutto attraverso l'interazione dei suoi simpatici personaggi. Voglio assicurarvi che descriverò i personaggi più fedelmente possibili per come conosciuti nei rispettivi show. Spero apprezziate questa mia versione. Grazie della vostra attenzione. Vi auguro una bella e serena lettura. 😉
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
Capitoli:
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Cap XXIV 

GUAI IN VISTA






Damon, dopo essersi svegliato dal colpo subito, non riusciva a capire dove fosse finito.
Davanti a sé vedeva il nulla, l'oscurità più nera, non riusciva a capire dove si trovava.


"Ma che scherzo del cavolo è mai questo?! 
Dove diavolo mi trovo?? 
Che posto è questo?!" 
Pronunciò il vampiro, confuso e irritato.

Egli oltre non sapere dove si trovava, era pure incatenato.
Si trovava legati mani e piedi con robuste catene, collegate ad una parete di cemento.

L'unica cosa di cui era sicuro e che si trovava in una stanza, almeno così sembrava.
Troppo buia l'atmosfera per esserne certi, solo una luce era presente, quella puntata su di lui. 

"Eilà!! c'è nessuno? Se è uno scherzo non è divertente." disse Damon un pò intimorito.
 
Una risata perfida non mancò di sentirsi.
"No, nessuno scherzo. Quanto sei spassoso, ti piacerebbe vero?
Stavolta sono io in vantaggio, amico. Non immagini davvero quanto ti odio!"

Le parole dette nella completa oscurità, al vampiro parverò familiari, ma questa non era una buona cosa.
Esse infatti appartenevano all' eretico stregone, Malarkay Parker, o meglio Kay.
Che non tardò a mostrarsi, palesandosi davanti agli occhi di ghiaccio del moro. 

"Cosa, ancora tu? Sbaglio o ti avevo staccato la testa?
Perché non ti togli dai piedi, psicopatico!!" 
Disse il vampiro, parecchio arrabbiato, ma ciononstante con una sottile punta di ironia.

" No, è vero, non ti sbagli. Sono qui per regolare i conti, infatti.
disse l'eretico, prima di far bruciare dall'interno la mente del corvino, semplicemente stringendo le dita di una mano.
Provocando le grida squarciagola del vampiro, sofferente.

Abbiamo appena cominciato, ci divertiremo insieme" 
disse lo stregone, sorridente e spietato.

Da tutt'altra parte a Mystic Falls, in particolare al Mystic grill, Stefan si risveglia e si accorge di essere sopra il tavolo da biliardo. 

"Ma che? Che cosa è successo?"
disse il vampiro confuso, un pò frastornato.

"Ciao tesoro! Ti sei svegliato, finalmente. 
Disse Katherine, sopraggiunta alle sue spalle.

Tieni, ti servirà!" 
Disse la ragazza, passandogli un bicchiere con all'interno del liquido colorato, aveva l'aspetto di un cocktail. 

"Katherine? ma che ci facciamo qui? Non sarà...
È forse un tuo piano? Se è uno dei tuoi scherzi guarda che..." 
espresse il ragazzo parecchio arrabbiato, scendendo dal tavolo e avvicinandosi lentamente alla donna.

"Cosa! Mio? Pensi che se avessi voluto rapirti ti avrei portato qui, in questo squallido posto? 
Certo che no, io avrei optato per qualche isola sperduta, magari ai Caraibi oppure chissà bora bora."
Rispose a tono la doppelganger, stile che la caratterizzava.
 
"Allora che ci facciamo qui, se davvero tu non c'entri?." 
Disse il vampiro sovrappensiero, cercando una spiegazione. 

"Non chiederlo a me. So solo una cosa, c'entra quella streghetta di poco fa. Lei ci ha mandato qui." 
Disse Katherine, ragionando. 

"Già, ho notato, grazie. Quello che non capisco, chi sarà? E soprattutto cosa vorrà da noi?." 
Riprese Stefan, preoccupato. 

"Chissà. Non lo trovo poi così male qui, abbiamo il bar tutto per noi." 
Disse Katherine avvicinandosi al bancone, passando dalla parte opposta, preparando vari cocktail, quasi per giocare alla barista. 


Nel frattempo da qualche parte vicino Mystic Falls, Sam assieme a Castiel e Rowena stava evocando il Dio Ares. 

"Liberar o dei invocato, liberar o dei invocato, liberar o dei invocato!!! Liberar dei Ares!! 
Pronunciò il Winchester, seguendo le istruzioni trovate.

Eseguito il rituale una luce apparve pochi istanti dopo e la stanza cominciò a tremare, quasi come scossa da un violento terremoto. 

Sta arrivando!" 
Disse Sam. 

"Rowena, crea la barriera. Forza! Sbrigati!" 
Disse Castiel, notando che ormai mancava pochissimo alla comparsa dell' invocato. 

"E secondo te che sto facendo?!
È molto potente, non so quanto potrà resistere." 
rispose la strega, continuando ad agitare le mani per mantere attiva la magia. 

La luce si fece più intensa e una luce ancora più abbagliante illuminò l'intera stanza.
Apparve a poco a poco una sagoma avvolta dalle fiamme e poi tutto si calmò.
La stanza non tremò più e la luce scomparve. Si palesò davanti i loro occhi, una figura mostruosa. 

Presentava sembianze umane in parte, aveva: la testa infuocata, la pelle biancastra sul grigio, sul torso un imponente armatura che copriva metà busto, in basso all'altezza della vita un gonnellino tipo samurai. Sul braccio sinistro attorcigliata una catena ed escoriazioni profonde sulle spalle. l' aspetto sembrava quello di un uomo adulto, forse di mezza età, ma molto possente.

"Chi sei tu per evocare me, il tuo Dio?" 
Disse Ares, per niente contento dell'evocazione.

"Io, nessuno vostra celestialità." 
Rispose Rowena, un pò impaurita. 

"Meriti di bruciare tra le fiamme solo per avermi disturbato."
 Disse Ares, molto irritato, indispettito. 

"Oh cielo, ma non sono io che l'ho chiamata vostra signoria, ma loro. 
Questi due imbecilli." 
Rispose l'anziana strega, puntando il dito contro Sam e Castiel. 

"E chi sareste voi? Chi vi da il diritto di chiamare me?"
Chiese il potente dio, irritatissimo.
 
"Io sono Sam Winchester e lui è Castiel. Ti abbiamo evocato perché sappiamo la verità.
Siamo a conoscenza che ci sei tu dietro tutto quello che sta succedendo qui sulla terra.
Sappi che non ti permetterò di intrometterti negli affari dei terrestri." 
Espresse il minore dei Winchester, senza alcuna paura.

"Cosa stai dicendo? Questo è un oltraggio!!  
E' un accusa grave la tua, arrogante insetto.
Pagherai questo affronto con la tua vita, insolente!" 

Egli furioso, lanciò una fiamma per bruciare Sam, ma la fiamma si fermò a pochi centimetri dalla sua mano. 

"Come vedi, mi sono preparato. Non puoi toccarmi o farmi del male.
Non te lo ripeterò una seconda volta, vattene via dalla terra! 
Torna sull'Olimpo o qualunque luogo da cui provieni". 
Disse Sam con aria decisa, per nulla intimorito dal dio greco. 

"Come osi rivolgerti a me, un dio, così irrispettoso? 
impartendomi anche un ordine. Credi che la tua patetica, fragile barriera possa fermarmi?" 
Disse Ares, sogghignando. 

Non prendo ordini da un insetto come te. Ti pentirai di aver voluto sfidarmi!
Non hai idea contro chi ti sei messo. 
Molto presto ti prosterai ad adorarmi insignificante mortale!"
Disse Ares, per niente intimorito dalle parole di Sam. 

"Gentiluomini, la chiacchierata è finita? 
La barriera non reggerà ancora molto."
Disse Rowena avvicinandosi ai due, parlando sottovoce. 

"Cosa, di già? Ma come è possibile?"
 Disse Sam sorpreso e preoccupato. 

"È molto potente, Samuel. Troppo, per resistere di più." 
Rispose la strega. 

"Sam, andiamocene! Su sbrigati!" 
Disse Castiel preoccupato, accortosi che la barriera si stava affievolendo sempre più. 

"Cass, non possiamo, dobbiamo fermarlo." 
Disse Sam, guardando negli occhi Castiel che approvò con un cenno della testa. 

"Lo faremo, Sam, ma non adesso. Non possiamo combatterlo."
 Rispose l'angelo, sempre più allarmato. 

"Ma Cass, dobbiamo capire come... 
Disse Sam, interrotto da Castiel. 

"Non è il momento adesso. Reggetevi a me! Forza!"
L'angelo poggiò entrambe le mani sulle rispettive spalle di Sam e Rowena e scomparve. 

La barriera aveva ceduto e così anche l'incantesimo di evocazione, rispedendo Ares esattamente dove era prima.


Nella residenza Salvatore intanto....
Klaus, inginocchiato ai piedi di Hayley distesa a terra ancora indebolita dopo l'attaco di Mikael, si premuró di guarire la ragazza.
Si morse il polso facendo colare il sangue, avvicinandolo alle labbra della donna, che bevve senza alcuna esitazione. 

"Bevi piccola lupa, starai bene." 
Disse l'ibrido, guardando negli occhi della donna con sguardo rassicurante. 

"Ma che scenetta da voltastomaco! 
Il bastardo e la sua cagna ingenua, l'inizio di una bella tragedia."
Disse Mikael, con tono nauseato e provocatorio. 

L'ibrido alla provocazione risentì e si alzò in piedi. 

"La pagherai  per quello che le hai fatto. Ti farò a pezzi piccoli piccoli che darò in pasto agli avvoltoi non prima però, di averti provocato un dolore così grande e vivido che la tua mente malata non potrebbe mai immaginare."
 Disse Klaus atteggiandosi, provocatorio e minaccioso. 

l'avversario scoppiò in una grassa risata che faceva intuire, non fosse affatto toccato o minacciato dalle parole dell'ibrido.

"Che paura! Tu non sai cos'è il dolore, figliolo. Tu non immagini minimamente che significa andare a fuoco.
Senti all'interno un calore così intenso e vivido che ti brucia l'anima. Bruciare davanti gli occhi di mia figlia, questo mi hai fatto!! 
Vedere i suoi occhi in lacrime tristi, che mi fissano. Una figlia che tu mi hai strappato via, come tutti i miei figli! 
Voglio regolare i conti bastardo! 
Farti provare quell'autentica e intensa sensazione. La sensazione che la vita pur immortale, ti abbandona.
Di bruciare come fossi dentro un vulcano, invaso dalla lava fino la testa, di non vedere mai più tua figlia, di lasciarla in un modo tanto crudele. Questo mi hai tolto, figliolo" 
Disse Mikael.


"Si, si, si...hai finito? Mi sono stancato delle tue accuse. In una parola caro paparino: sei noioso.
Adesso capisco da chi ha preso Finn.
Tu mi hai rovinato! È colpa tua se sono diventato ciò che sono!
Non avendomi mai amato, solo per ragioni futili quali di sangue, avermi sempre giudicato per una cosa di cui io non avevo colpa, per il fatto di aver cercato sempre di uccidermi sin da quando ho memoria, cacciandomi per secoli come un segugio, senza darmi mai tregua, impedendomi di costruirmi una vita quantomeno normale, la tua crudeltà feroce. Mi hai sempre trattato come un reietto e ne hai pagato le conseguenze. Io non sarò il padre che sei stato tu. Per mia figlia non sarò l'uomo nero, colui che deve temere." 
Disse Klaus, sincero e emotivo. 

"il piccolo bastardo si lamenta che il paparino non l'ha amato, giudica per giunta?!

Papà Originale scoppiò a ridere, sentendo le parole del figlio bastardo.

Non avrei mai potuto amare un abominio come te!"
Disse Mikael, spocchioso e crudele. 

"Adesso ne ho abbastanza, ti finirò una volta per tutte, Vecchio." 
Disse Klaus scattando verso Mikael, dopo aver esternato un grido furioso. 



dall 'altra parte della residenza intanto... Enzo, Caroline, Bonnie, Matt, Alaric e le piccole, le gemelle Gemini, stavano segregati all'interno della biblioteca.
All'esterno vi erano i viaggiatori, coloro il quale rendevano nulla la magia degli anelli di Enzo e Caroline, col solo pronunciare strane parole. Nascosti dalle finestre i cui raggi di sole erano letali, i due vampiri attendevano impazienti il tramonto, che sembrava lontano e inarrivabile. 

"Non è possibile, io costretto a nascondersi come un topo. Che situazione."
Disse Enzo, con spiccata ironia e frustrazione. 

"Già, ma senza una potente magia non abbiamo come combatterli.
Sono più preoccupata per Stefan e Damon.
Non li ho più sentiti da quando spuntati quei tizi."
 Disse Caroline, angosciata.

"Tranquilla, vedrai che staranno bene. Sono tipi in gamba, se la caveranno". 
Disse Alaric, rassicurante strizzando l'occhio.

"Si esatto, sono d'accordo Caroline...vedrai che stanno entrambi bene." 
Disse Bonnie, con un sorriso, a cui la bionda rispose con un cenno della testa. 

Le piccoline per impedire che i viaggiatori entrassero, stavano usando una gran quantità di magia.
Magia che stava diminuendo sempre più rapidamente. 



Nel frattempo in un' altra stanza dell'abitazione ala owest, Dean Winchester, flirtava per guadagnare tempo con Abbadon, il cavaliere infernale. 

"Adesso che ti ho raccontato di come sono arrivata, mi concedi il privilegio di ucciderti, Dean?
Non hai altro da usare dopotutto."
Disse la donna, con sorrisetto speranzosa. 

"Beh sai, sarebbe un peccato. Uccideresti il più fico e bello dei cacciatori, tral'altro resuscitato un triliardo di volte, solo per cosa... vendetta? Cosí facendo potresti perdere delle occasioni, non pensi?" 
Disse il cacciatore, con tono di sfida. 

"Oh, tu dici eh? di quali occasioni perse parli, sentiamo?" 
Disse Abbadon, con voce calma e suadente, curiosa. 

"Beh sai...quelle. 
Disse Dean abbassando lo sguardo, focalizzandolo sul seno, poi ventre della donna. 

E da quando ti ho conosciuta, pur cosciente che il corpo non è il tuo ma di Josie, tra l'altro unica donna di lettere ora che ci penso, che strano...
Disse il cacciatore riflettendo, in effetti non l'aveva mai notato prima o comunque non si era mai soffermato a pensarci. 

Beh comunque...sento tra noi c'è molta attrazione, per lo meno fisica e voglio fare..." 
Disse Dean, con sguardo pieno di lussuria, quasi dargli a capire la stesse spogliando con gli occhi. 

La donna sorrise, poi esternó una risata lunga divertita.

"Ma dai, pensi sia così stupida, Dean? Davvero?  
Suppongo che se dovessi guardare nei tuoi pensieri...
Disse la donna avvicinandosi con passo lento. 

...vedrei noi avvinghiati in situazioni focose, giusto?" 
Disse la donna, sempre più vicina.

Dean rispose, seducente. 

"Anche di più, non hai idea quanto mi attrai o le cose che sto pensando." 

"Oh, oh, davvero! Ti piace questo mio corpo? 
Certo che sei incredibile, sei un illuso se pensi che potrei mai lasciarmi ingannare da te o dal tuo charme. 
Vorresti farmi credere Dean, che non hai meglio da fare che fare sesso con me? 
E perché mai? per guadagnare tempo, magari? 

Esibì una risata divertita la donna, continuando con i suoi sospetti.

Spiacente tesoro, non farò il tuo gioco." 
Rispose la donna, con sorrisetto divertito. 

"Ah no? E vabbè c'ho provato." 
Disse Dean sorridendo come uno stupido.

"Già, c'hai prova..." 
Disse Abbadon, prima di essere zittita, colpita in fronte da un proiettile speciale del cacciatore. 
Ossia, il proiettile trappola per demone, che la fece crollare su una poltrona. 

(*Esso intrappola un demone dentro il corpo ospite, rendendolo inerme per un po' di tempo. Almeno fino a quando non riesce ad estrarlo.*) 

"Si tesoro, avevi ragione guadagnavo tempo. Mi ci è voluto un po' per crearlo, sai com'è ho dovuto improvvisare...
Sai anche se le nostre chiacchierate mi divertono sempre, ho un po' da fare, rimani qui ok?.
Tranquilla non farti problemi, fa come fossi a casa tua beh o quasi." 
Disse Dean con sorrisetto, avviandosi verso la porta della stanza, con Abbadon che lo fissava con gli occhi pieni di rabbia.

"Ti ucciderò Dean, te lo giuro. Il tempo di liberarmi dal tuo patetico tranello e vedrai" 
Disse la rossa parecchio irritata, furiosa. 

"Si tesoro, anch'io ti amo" 
rispose il cacciatore, sorridente.

Voltandosi per salutarla, notó lo sguardo rivoltogli colmo d'odio, così decise di tornare tre passi indietro e stampargli un bacio sulle labbra.
Cosa che sorprese la rossa non poco, sorridendo poco dopo dolcemente. 
Lei lo guardava con interrogazione, sul volto. Non capiva perchè agisse a quel modo. 

"Questo non cambierà le cose, Dean! Sei morto, Winchester!" Disse il demone furioso.

"Lo so, mi andava di farlo. Tutto quà"  
Rispose il belloccio. 

"Eh??" 
Espresse la rossa, confusa. 

"Alla prossima, tesoro" 
Disse Dean, chiudendosi la porta dietro. 

"Se mi lasci qui, sei morto! Mi hai sentito Dean, sei morto!!" 
Si udì attraverso la porta, a gran voce.

Appena fatto qualche passo, si trovò davanti Crowley. 

"Ciao pasticcino, abbiamo un problema." 
Disse il compagno di bevute con nonchalance. 

"Eh?? E tu che ci fai qui? Mi segui?" 
Disse Dean sorpreso. 

"E poi di che problema parli?" 
Continuò il Winchester. 

"Di mia madre, è scappata! 
Da quanto ho scoperto sta dando la caccia a te e al tuo fratellino.
Ha a che fare con la vostra qualifica come uomini di lettere. 
Dov'è il testone?" 
Disse il Re dell'inferno, sarcastico.

"Abbiamo guai peggiori. Morti resuscitati, ne sai niente?". 
Disse Dean, curioso. 

"Che vuoi dire? So che i mietitori svolgono le loro mansioni splendidamente, nessuno mi ha informato di strane resurrezioni all'inferno." 
Disse il demone, molto sicuro di sé. 

"Davvero, seguimi. Allora lei chi è?" 
Disse Dean facendo strada a Cowley, tornando indietro di qualche passo aprendo la porta di una stanza, la stessa di prima, che rivelò Abbadon.


Nel frattempo a Mystic Falls Marcel arrivato in città, si informava con gli abitanti della cittadina su dove vivesse un certo Stefan Salvatore. 

"Hey, ciao bello. Sai dove posso trovare Stefan Salvatore?

L'uomo non rispose, sembrava come soggiogato da qualcosa. 

Hey, parlo con te. Mi senti?" 

Ma l'uomo non si accingeva a rispondere.

Poi fece la medesima domanda a tutti i presenti che passavano da lì, ma nemmeno uno gli rispose. Capì che qualcosa non andava e dopo aver provato a risvegliarli da quella sorta di trance, provando a soggiogarli e a schiaffeggiarli per farli tornare in sè in qualche modo, risalì sull'auto e si diresse verso il bagliore di luce notato da subito, che illuminava una villetta in lontananza.

La luce, proveniente dalla residenza dei fratelli Salvatore, diveniva sempre più intensa e bianca man mano che l'incantesimo proseguiva. Originata da un incantesimo speciale dei viaggiatori, consisteva nel far esplodere la casa dall'interno, creando una luce talmente potente da eliminare un intera cittadina. Essa stava a poco a poco mettendo in difficoltà le povere bambine Saltzman, che stremate oramai resistevano come potevano. 


Intanto parecchio lontano, sia da Mystic Falls che da New Orleans, Aurora si ritrovò svenuta su una spiaggia.
Fu svegliata dall'acqua dell'oceano che le bagnò gli stivali. 

"Ma che? Dove mi trovo?" 
Disse la rossa, parecchio confusa. 

Nessuno si vedeva, solo il rumore del mare semi agitato si udiva. Poi, dopo qualche minuto una voce riempii il silenzio, una luce abbagliante si palesò e una figura incappucciata vestita di rosso apparve. 

"Piacere di conoscerti, donna vampiro. Ti ho  osservata, mi sono convinto tu possa tornarmi molto utile." 
Disse l'ignoto, apparso dal nulla. 

"Che cosa? E tu chi saresti? Perché mi hai mandato qui?" 
Disse Aurora un po' scorbutica. 

"Ogni tua domanda avrà una risposta, ma prima devi sapere una cosa.
Se mi aiuterai, la tua ricompensa sarà inestimabile."
Concluse l'incappucciato. 

La rossa esibì una grassa risata, poi rispose.

"Molto divertente, non credo ai geni della lampada. Sono troppo vecchia per queste sciocchezze" 
disse la vampira, sorridente.

"Non sono un genio della lampada, sono colui ti ha prelevato ove ti trovavi. 
Io sono...

Si premuró di abbassare il capo e scoprire il volto l' uomo. 

Alettrione! fedele servitore del grande Dio Ares, piacere di conoscerti." 
Disse l'uomo presentandosi. 

Aveva un aspetto molto bello, da adone. Affascinante dagli occhi azzurri dai capelli neri, con un età che poteva collocarsi sulla trentina.
Al che Aurora restó di stucco, ammaliata quasi. Poi ritornò in sè e continuò con le domande. 

"Cosa vorresti da me? E che potresti offrirmi?" 
Disse la donna curiosa. 

"Voglio che mi aiuti a creare una faida a Mystic Falls, una grande faida!
Quasi come una guerra. Che coinvolga e faccia scontrare i vampiri Mikaelson contro tutti, in particolar modo contro i fratelli Winchester. 
Voglio massacri, voglio sangue, voglio caos. Non importa come farai, usa qualunque metodo desideri." 
Disse chiaro Alettrione, senza indugio. 

"Posso chiederti perché? A che scopo?" 
Disse la rossa curiosa. 

"Certamente che puoi. Semplice, il volere del mio Signore. 
Il motivo? 
è molto annoiato dalla terra, vuole movimento, vuole sangue."
Rispose l'uomo con nonchalance, alcuna. 

"Capisco. Quale sarà la mia ricompensa? Che puoi offrirmi?" 
Disse la donna, per niente sconvolta dalla cosa non indagando oltre. 

"Tu cosa desideri?" 
Disse l' adone, non distogliendo nemmeno per un secondo lo sguardo dalla rossa.

"Qualcosa che non credo tu possa offrirmi." 
Disse la rossa girando la testa, girandosi di spalle. 

"Hai ragione, io no. Il mio Signore d'altro canto non ha limiti. 
Fai la tua richiesta." 
Disse il giovane, aspettando risposta. 

"Vorrei cambiare un triste destino. Trovare una persona in fondo all'oceano, mio fratello Tristan." 
Disse Aurora con titubanza, sapendo non fosse cosa facile. 

"Bene, secondo te perché ti ho portata qui? 
Sapevo già il tuo desiderio più grande. Tuo fratello si trova a meno di 750 km di distanza da dove siamo adesso.
Se abbiamo un accordo, lo recupero anche adesso. Sta a te, decidi." 
Concluse Alettrione. 

"Si, c'è l'abbiamo. fallo!" 
Disse Aurora, sospirando.

 
   
 
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