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Autore: apeirmon    21/04/2019    3 recensioni
"Rimase immobile in quella posizione ripetendo mentalmente che tutte quelle bestie indifese sarebbero resuscitate.
Quei ricordi sarebbero dovuti scomparire nel fuoco! Le sinapsi che li richiamavano sarebbero esplose con i neuroni che avrebbe fracassato."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Nickname efp/forum: apeirmon
Titolo: Supplicando un’idea
Frase scelta: Bisogna scrivere sotto la pelle.
Bisogna che parole d'amore si fondano con i nervi, che frasi luminose ci illuminino l'encefalo come fuochi d'artificio.
- Ammaniti
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo
Note: Storia partecipante al contest - Gioventù Cannibale - indetto da Il Maiale/WodkaEiffel sul forum di EFP, il quale richiede uno stile dissacrante e impressionante, che ho cercato di rendere con esagerazioni. Rating e Contenuti forti ne sono conseguenza. Premetto che cerco di evitare la carne e sono per la libertà di ogni specie animale.
 
Nella catapecchia che le bisbetiche arcigne di SedeReaPosto usavano per dare, e specialmente ricevere, l’allucinazione di essere superiori agli altri, Pausania Rivergoli godeva della compagnia inalienabile dei ceri.
Si trattava di pilastri da venerare e a cui dedicare la propria ebbrezza, falli e fari dal glande illuminante e dalla muratura flebile a cui rivolgere la propria verginità e il proprio desiderio!
Si portò una mano sotto i capelli castani e grattò il cuoio capelluto fino a ritrovarsi i solchi dei polpastrelli pieni di grasso secco, una farina bianca venefica che emancipò nel fuoco agonizzante di uno di questi maestri come offerta. Poi si inginocchiò davanti al mentore.
Fissò fermamente le pupille sulla fiamma accecante. Nonostante la luce così straziante, lo spazio per le iridi marroni era minimo, tanta era la bramosia di Pausania nel ricevere gli insegnamenti che agognava.
Era risolutamente convinta che il fuoco, l’elemento mistico che metteva caos tra le molecole e le faceva sbattere tra loro, le avrebbe purificato ogni cellula imprimendosi nelle sue retine e diffondendo impulsi a tutto il sistema nervoso.
Non aveva dubbi sul fatto che i suoi neuroni sarebbero stati mondati dalle immagini che le si ripresentavano non solo in sogno, ma in ogni momento delle sue giornate in cui non era impegnata in fatiche fisiche estenuanti.
Teste mozzate di pecore che prendevano a muoversi, maiali inscatolati peggio di sardine che dovevano respirare il loro stesso sterco, oche a cui veniva ficcato violentemente un tubo in gola per riempirle di cibi sintetici, vitelli che gemevano fatti a pezzi da un’ascia…
Sua sorella le aveva tolto a vita ogni voglia di mangiare carne.
Rimase immobile in quella posizione ripetendo mentalmente che tutte quelle bestie indifese sarebbero resuscitate.
Quei ricordi sarebbero dovuti scomparire nel fuoco! Le sinapsi che li richiamavano sarebbero esplose con i neuroni che avrebbe fracassato.
E finalmente lo sentì: era come se fiumi di magma fossero zampillati dal cero per pervaderle i nervi e friggerle la carne dall’interno.
- Lava! Lava! Lava! - esclamò mentre tutto il suo sistema nervoso veniva talmente violentato da scrivere sopra alle atrocità precedenti.
Poi il buio.
Pausania era stizzita: dov’era finita la luce? Ne aveva ancora bisogno!
Cercò a tentoni il cero, ma la sua mano finì sulla fiamma e lei la ritrasse per l’ustione che le aveva solcato la mano.
Sentì una delle altre sue guide osannate rovesciarsi e cadere sul pavimento in legno.
Pausania si alzò, improvvisamente tornata al raziocinio più istintivo: avvertiva le fiamme diffondersi attorno a lei! Cominciò a correre fuori dal condannato edificio, ma una panca le scrisse sui nervi della gamba un dolore acuto.
Quando la sua tempia si schiantò contro uno spigolo, tutti i neuroni rimasti le si spensero. Non ci volle molto perché le fiamme raggiungessero il suo cadavere e portassero caos tra le sue molecole, la cucinassero viva e le cancellassero ciò che aveva appena registrato sui propri nervi.
Una volta che il fumo e lo stravolgimento dei SedeReaPostani si furono dissipati, le bisbetiche non avevano più un luogo di ritrovo.
   
 
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