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Autore: steffirah    23/04/2019    0 recensioni
"La Tristezza era la loro padrona. Essa dominava quell’amore, portandoli l’uno verso l’altra. L’uno nelle braccia dell’altra.
[...]
C’era amore, eppure sapevano che c’era anche disperazione.
C’era sostegno e un bisogno di sopravvivere. Sopravvivere ad una dura battaglia, una battaglia che avrebbe costato loro tutto ciò che possedevano, e un bisogno di vivere, entrambi, insieme."
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One shot riguardante la scena del lago di Macalania, incentrata su Yuna e Tidus e i loro sentimenti.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tidus, Yuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suteki da ne





 
La Tristezza era la loro padrona. Essa dominava quell’amore, portandoli l’uno verso l’altra. L’uno nelle braccia dell’altra.
 
Da sempre Yuna si sentiva rassegnata: subito s’era arresa al destino, a quel destino che le spettava. Quel destino portato sulle sue spalle dalla morte del padre.
Sapeva che non ci fossero molte alternative: non poteva tirarsi indietro, non poteva non sconfiggere Sin; doveva farlo sparire e con esso sparire. Non poteva fuggire insieme a Tidus, non poteva visitare insieme a lui Zanarkand, la sua Zanarkand, come si erano appena promessi, come stavano sognando.
Era bello immaginarlo, era semplice fuggire, anche se per poco, da quella triste, inevitabile, crudele realtà. E forse proprio per questo, quando tornò in sé, quando posò i piedi per terra, si sentì più dilaniata che mai.
Nessuno aveva mai visto le sue lacrime. A nessuno aveva mai permesso di conoscere la sua afflizione, la sua pena. Però, a lui non riusciva a nasconderle. Con lui non riusciva a trattenersi. Forse perché lui era sempre così solare, energico, allegro, ottimista, spontaneo, vivace, onesto; totalmente l’opposto di lei. Forse lui era veramente il sole, e lei la luna. Se così fosse stato, avrebbe potuto prendere in prestito la sua luce, anche se soltanto per pochi minuti?
Al di là di questi dubbi che la assillavano, delle nubi che offuscavano il suo giudizio, portandola a chiedersi cosa fosse più giusto e cosa sbagliato fare, lui aveva già preso la sua decisione. La decisione di seguirla, incoraggiarla, e proteggerla, qualunque strada avesse deciso di intraprendere.
Non fino alla fine, ma per sempre.
Ecco perché fu lui a compiere il primo passo, verso di lei. La guardò in quegli occhi stillanti di lacrime, promettendoglielo tacitamente: non la avrebbe lasciata mai. Lei non sarebbe stata più sola in tutto quello. Lui avrebbe condiviso con lei qualunque cosa, che fosse la sua sofferenza, che fosse la sua sorte. Ma ciononostante non si sarebbe arreso: ad ogni costo, avrebbe trovato un modo per salvarla, affinché non rinunciasse alla sua vita.
Le si avvicinò, pensando a come poterla rassicurare, a cosa potesse fare per cancellare tutto quel dolore, per farlo sparire o, perlomeno, farglielo dimenticare, anche se solo per qualche istante. Per farla sentire un po’ più leggera, più serena….
Nella sua incertezza, una parte di sé già aveva capito; e quella parte, in fondo al suo cuore, lo guidò ancora più verso di lei, asciugando le sue lacrime con le sue labbra.
La baciò. La baciò non una, ma tante volte, per prendere ogni sua emozione negativa, che fosse rabbia, che fosse tormento, che fosse mestizia. La baciò con delicatezza, per farle capire che non voleva costringerla, come aveva già fatto in precedenza Seymour; voleva semplicemente confortarla, farla stare meglio, farla sentire a suo agio. Nient’altro.
Voleva regalarle una boccata d’aria.
E Yuna, superando la sorpresa, lo comprese. Così, riuscì a lasciarsi andare.
Ricambiò i suoi baci, e con essi lasciò tutto andare.
Si sentì più calma, si rilassò tra le sue braccia, e per un po’ permise che fosse lui a guidarla, ovunque volesse. Gli permise di stringerla, e lo avvolse tra le sue braccia, quasi temesse che quella dolcezza, quel conforto, quel sollievo, quel magico sogno, potessero sparire da un momento all’altro.
C’era amore, eppure sapevano che c’era anche disperazione.
C’era sostegno e un bisogno di sopravvivere. Sopravvivere ad una dura battaglia, una battaglia che avrebbe costato loro tutto ciò che possedevano, e un bisogno di vivere, entrambi, insieme.
Desiderarono che quel momento durasse per sempre. Che non fosse soltanto un miraggio, una breve illusione, ma una realtà che potesse divenire infinita.
E tutto ciò lo espressero coi loro sguardi, con le loro carezze, con i loro abbracci, con i loro sorrisi. Un sorriso che lei non era mai riuscita a mostrare, perché mai s’era sentita tanto felice, dopo tanta paura, dopo tanta angoscia; mai s’era sentita compresa, dopo tanta solitudine. Mai s’era sentita tanto in pace e al sicuro, protetta da quelle forti braccia, dal calore del suo petto che anche sott’acqua la avvolgeva, la raggiungeva, la riscaldava, e rischiarava un passaggio verso quel futuro meraviglioso, che adesso non sembrava più così inafferrabile.
E gli era grata, gli era infinitamente grata, per averle finalmente concesso un momento per essere se stessa: dopo tanti doveri, dopo tanti compiti da portare a termine, poteva finalmente vivere la sua vita.
Ripensò, inevitabilmente, a tutte le volte in cui lui era riuscito a distrarla dai suoi pensieri, dalle sue preoccupazioni; a tutte le volte in cui la faceva ridere, tutte le volte in cui, parlandosi, riusciva a tirare fuori il meglio di lei, a tutte le volte in cui scherzavano insieme, con una facilità che lei non avrebbe mai potuto prevedere. Ripensò a tutti quei momenti in cui lui la incoraggiava, in cui appoggiava ogni sua decisione, buona o cattiva che fosse, e la seguiva, pure se fosse stato in capo al mondo.
In quell’istante cominciò a capire: Tidus sarebbe stato sempre al suo fianco. Non come “guardiano”, bensì come una persona che teneva a lei più di chiunque altro e viceversa. Come una persona che si amava.
Lo comprese appieno solo in quel momento: lei lo amava e sapeva, per certo, che lui provava quello stesso sentimento.
Tidus non ne aveva dubitato neppure per un istante, in realtà; sin dalla prima volta in cui la aveva vista aveva provato una strana, inspiegabile attrazione nei suoi confronti. Inizialmente era convinto che fosse fascinazione, malia, soprattutto dopo averla vista danzare per i defunti durante il Rito del Trapasso. Ma poi aveva capito che lei gli piaceva. E la realizzazione che fosse più di un semplice “piacere” lo aveva colpito appieno solo in seguito alla proposta di matrimonio di Seymour. Dapprincipio provava un mero fastidio, cercava di negare la realtà dei fatti, soprattutto dopo che lei aveva accettato… e da quel momento in poi aveva ricevuto uno shock dopo l’altro. La sua mente, il suo cuore, non ce la facevano più a sopportare tutto quello. Era tutto ingiusto, era sbagliato, era insensato, e si sentiva frustrato perché nessuno sembrava vedere le cose dal suo punto di vista. E la donna che amava stava per essergli portata via.
Per poco, era realmente scivolata via da lui, al di fuori della sua portata, la sua mano, per quanto la tendesse, non poteva raggiungerla. Il suo cuore si infranse quando lei, consapevolmente, lasciò lo scettro, per portare avanti le nozze, per senso di responsabilità. Sapeva che era unicamente per quello, sapeva che a lei non piacesse, glielo leggeva in quelle straordinarie iridi rassegnate e impaurite. E il suo cuore era affondato del tutto dopo il loro bacio; come se, con quel gesto, fosse realmente finito tutto: per lui non ci sarebbe stato alcun posto, ma no, non poteva accettarlo. E così il dolore si trasformò in rabbia, una rabbia tanto cieca da desiderare di ammazzarlo, anche a costo di farsi ammazzare.
Per fortuna, Yuna, era sempre un passo più avanti di lui; e anche senza che lui dovesse fischiare, era stata lei a tornare volando da lui.
Wakka lo aveva avvisato all’inizio del viaggio di non innamorarsi di lei, e ora aveva capito il perché, a cosa avrebbero dovuto andare incontro, entrambi. Ma non tutto era perduto. Non ancora, almeno, e lui non si sarebbe arreso, per nessuna ragione al mondo.
Guardò Yuna, notando che anche lei sembrava del tutto persa in lui. Si scambiarono sorrisi sgargianti, lui le spostò alcuni capelli dal viso, rimanendo sempre più affascinato, quasi stregato, dalla sua bellezza eterea. Lei si appoggiò contro le sue dita, quasi stesse sprofondando nel suo affetto, e poi fece altrettanto con lui, carezzandogli timidamente una guancia, sfiorandogli le labbra.
Tidus si rilassò contro il suo palmo, chiudendo gli occhi, e sorrise. Non si era mai sentito tanto amato, tanto importante per qualcuno, in tutta la sua vita. E stavolta fu lei la prima ad avvicinarsi, a cercare un nuovo contatto, rubando quel sorriso per condividerlo col proprio.
E continuarono a baciarsi, a baciarsi, a baciarsi, stringendosi più forte di prima, cinti da luci e bollicine, decisi che anche alla fine di quella loro danza non si sarebbero lasciati mai più.
 
La Speranza era la loro padrona. Essa dominava quell’amore, portandoli l’uno verso l’altra. L’uno nelle braccia dell’altra.















 
Angolino autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima shot che scrivo in questo fandom, e probabilmente anche l'ultima, ma era importante che lo facessi perché ha un doppio significato. 
Il momento descritto, che immagino abbiate riconosciuto, ebbe un particolare impatto sulla me dodici/tredicenne e ha lasciato un certo segno nella mia vita. Ecco perché lo considero particolarmente speciale.
L'ho scritto ascoltando in loop la canzone, suteki da ne, e da qui il titolo, che significa "è meraviglioso, vero?". Molti dettagli sono presi dalla versione giapponese del gioco, che ho riguardato di recente, come ad esempio il fatto di "volare al suono del fischio"; chiedo quindi scusa se molte cose possono sembrare strane, ma sarò onesta: in italiano non ho idea di come siano state rese (anche perché, pure ai tempi delle medie, era in inglese).
L'altra ragione per cui è importante, è che ho buttato fuori quest'idea con un proposito ben preciso: ossia, come regalo di compleanno per la mia dolcissima amica (sorellina cui sono stata separata alla nascita), _fioredineve_. Tantissimi auguri!
Ringrazio, in ogni caso, chiunque sia passato a leggerla, nella speranza che vi sia piaciuta.
Baci e saluti,
Steffirah
  
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