Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: zefirotorna    23/04/2019    2 recensioni
Solo gli dèi sapevano quanto [Iullo] veramente la desiderasse, eppure non poteva averla. Suo padre Augusto, che già disapprovava la loro relazione, non avrebbe mai acconsentito al matrimonio di sua figlia con un nemico sospetto dello Stato. Lui, che aveva l'unica colpa di essere il figlio di Marco Antonio.
{Giulia Maggiore/Iullo Antonio}
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Nil Difficile Amanti Puto.
- Cicerone -
 

Era sera, e il buio stava calando sulla Città Eterna. L'oscurità aveva avvolto completamente il Foro e con esso tutte le abitazioni, i templi e gli edifici pubblici circostanti.
Giulia [Maggiore] alzò lo sguardo alla volta celeste osservando come la dea Nox avesse rivestito nelle tenebre tutto quello che era intorno a lei, ricoprendo Roma di una contemplativa aria di mistero. Sembrava che ogni forma di vita lasciasse che l'oscurità impremesse nel proprio lato più vulnerabile le tracce delle sua presenza. Si potevano scorgere barlumi di luce nelle tabernae e in qualche lupanare, ma pochissime persone percorrevano le strade della città.
La giovane principessa sapeva che le vie di notte non erano sicure poiché ladri e criminali erano in continua circolazione; ma l'arrivo della sera rappresentava per lei l'unico pretesto per vedere il suo amato Iullo lontana da sguardi indiscreti. 

Era pronta. Si incamminò silenziosamente verso l'uscita posteriore della domus, coprendosi con un ampio lembo della palla(1) il capo, e lasciando scivolare lungo le spalle ciocche di riccioli biondo cenere, guardandosi intorno impaurita e voltando più volte il suo viso arrossato. Sperava che nessuno potesse accorgersi della sua assenza: nemmeno Gaio e Lucio, i suoi adorati figli maschi che aveva messo a dormire e riposavano beatamente lontani dalla perfida Livia Drusilla. 

Chiusasi la porta alle spalle, Giulia attraversò i vicoli dominati dagli altissimi caseggiati, le insulae, con il cuore in gola. Durante le settimane precedenti lei e Iullo avevano evitato il più possibile di vedersi, perchè i mormorii della città non si erano spenti, e come una fiamma che covava sotto la cenere erano pronti ad accendersi di nuovo. Marco Vipasnio Agrippa era morto da non molto tempo, e le malelingue sulle relazioni scandalose di Giulia circolavano ogni giorno sempre di più.

Una volta arrivata presso il luogo stabilito, un uomo coperto da un ampio mantello le andò incontro nell'oscurità. Era Iullo, il quale, non potendo più trattenersi, prese tra le braccia Giulia e la baciò a lungo. Ma solo quando furono al riparo dal mondo, dietro alla porta decorata che delimitava i confini del regno privato dell'uomo, i due amanti si guardarono intensamente. I loro profili, lambiti appena dal bagliore della luna, erano rivolti l'uno all'altro.
Dopo averle sfiorato con soavità una guancia, Iullo fece il primo passo e baciò nuovamente le labbra di Giulia con dolcezza. Fu lei, rispondendo al bisogno che il suo defunto marito, il vecchio Agrippa, non era riuscito a soddisfare da quando si erano sposati, a dar calore a quel gesto, afferrando il senatore poeta per i fianchi e avvicinandolo a sé con fare deciso. 
- "Ti amo." - le disse Iullo colmo di passione, mentre le sue labbra cercavano con avidità quelle di Giulia, ancora e ancora.
- "Anche io ti amo, Iullo. Ma mio padre..."
- "Tuo padre... tuo padre..." - la interruppe Iullo per un momento in preda al rancore - "Perché non dovrebbe approvare? Che cosa vuole ancora da te? Non gli è bastato a costringerti a sposare il vecchio Agrippa per garantirsi un successore?" - 
Cadde il silenzio, e Giulia quasi si ritrasse. Mentre lui, guardando il viso sconsolato dell'amata, riuscì a scorgere una serie di emozioni in conflitto tra loro nei suoi occhi. C'era amore, un amore profondo e duraturo. Ma Iullo era consapevole che Giulia era l'unica figlia dell'imperatore di Roma, una pedina di giochi e alleanze politiche nelle mani del padre: solo da lei sarebbero dipese le sorti dell'Impero. Eppure, il giovane non poteva permettere che Augusto la gettasse nelle braccia di un altro anziano sconosciuto privo di sentimenti. No, non lo avrebbe sopportato. Non di nuovo.

- "Sono stata fedele a mio marito fino alla sua morte, questo lo sai bene." - gli rispose Giulia sospirando - "Ma adesso ho conosciuto te, e tu solo mi hai insegnato cosa sia l'Amore!"
Le mani intrecciate, i respiri vicini, le carezze lievi erano il loro modo di parlarsi in quella quiete notturna. Un'intensa e devastante sensazione spaventò Iullo: era come se sentisse la voce dei pensieri di Giulia, come se potesse entrare senza resistenza nella sua mente e nelle sue paure.
- "Giulia, hai pianto la morte di Agrippa per mesi. Credo che tu abbia già fatto abbastanza per Roma."
Esalatato da quella dimostrazione di affetto, Iullo non si diede più freni e lasciò che fosse l'amore, divampato rapido come una saetta di Giove, a guidarlo. Strinse a sè il corpo di Giulia respirando il profumo di rose che ella aveva tra i capelli. Baciò dolcemente il suo viso, il collo e poi le sue spalle bianche. L'amò con un'intensità simile ad una vertigine, e quasi si stordì per tutta la passione che gli muoveva i sensi affondando in quella terra calda e umida profumata di fiori.
Solo gli dèi sapevano quanto veramente la desiderasse, eppure non poteva averla. Suo padre Augusto, che già disapprovava la loro relazione, non avrebbe mai acconsentito al matrimonio di sua figlia con un nemico sospetto dello Stato. Lui, che aveva l'unica colpa di essere il figlio di Marco Antonio. Di quell'uomo, un tempo tanto stimato, che aveva tradito Roma per una regina straniera pagando la sua vita a caro prezzo.

Giulia si lasciò trasportare per tutta la notte tra le mani dell'uomo che amava, percependo ogni suo bacio come un piccolo calore che le si accendeva nel petto.
Finalmente soli e felici per essere riusciti ancora una volta ad appagare il proprio desiderio a quello dell'altro, Iullo e Giulia continuarono a stringersi forte ponendo i loro cuori l'uno contro l'altro a riecheggiare il battito dell'amato. Fino a quando entrambi, una volta sdraiati, non caddero in un sonno irrequieto cullati dalla loro reciproca vicinanza.

_________________________

(1) palla: tipico mantello femminile dell'abbigliamento romano.
Nil Difficile Amanti Puto (Cicerone): "Nulla è difficile a chi ama"

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: zefirotorna