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Autore: Lady Samhain    24/04/2019    1 recensioni
Missing moment molto ampio di "Let me be your wings", ambientato sei mesi dopo l'incontro di Gellert ed Albus a Londra.
-[...]Si dice che, quando due persone che iniziano a sviluppare le ali una per l'altra mantengono il sentimento finché le ali sono completamente cresciute, si può avere un fenomeno raro e di grande bellezza. Si chiama la Danza delle Ali-
[...]
-Pare che la Danza delle Ali avvenga quando le ali completamente cresciute si Riconoscono a vicenda ed il Riconoscimento entra in sintonia con i sentimenti dei proprietari-
-E dunque?-
-Pare che aumenti l'intesa ed il piacere in modo esponenziale, tanto da trasformarlo in esperienza mistica-
[...]
“Dopo che ci siamo separati hai letto anche tu sulle ali. So che lo hai fatto.
Magari di nascosto, vergognandoti di quello piuttosto che degli incantesimi di Arti Oscure che hai praticato.
Hai scoperto cos'è il disagIo che provi, Gellert: quando le ali sono sviluppate, se il sentimento non è svanito da almeno una delle due persone, i proprietari sono costretti a cercarsi.
Hanno bisogno di stare insieme e di essere una cosa sola almeno per una volta.
La Danza delle Ali non è un'invenzione poetica, è una vera necessità[...]"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Let me be your wings'
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La Danza delle Ali

***

You are one I'd give my life for
You are the one who is haunting my dreams
Oh, how I long to be yours forevermore
For all time our love shall be prime

I'll make this vow tonight

(The Chevalier – Serenity)


Albus e Gellert sono giovani e non sanno ancora nulla.

È estate, e loro passano le giornate fuori dal centro abitato, lontano dagli abitanti di Godric's Hollow e lontani da occhi indiscreti.

Sono protetti da incantesimi di disillusione, e passano ore a progettare la loro rivoluzione e cosa faranno dopo.

Tranne quando Albus decide di tirare fuori l'altro argomento.

-Ho letto delle cose sulle ali-

-Lo sai che non mi piace parlare delle ali- sbuffa subito Gellert, nonostante sulla sua schiena sotto la camicia ci sia appena stato un movimento.

-Questo vale la pena di sentirlo. Si dice che, quando due persone che iniziano a sviluppare le ali una per l'altra mantengono il sentimento finché le ali sono completamente cresciute, si può avere un fenomeno raro e di grande bellezza. Si chiama la Danza delle Ali-

-La Danza delle Ali? Mi prendi in giro? Cos'è, il titolo di un romanzetto per ragazzine?-

-Lo sembra, te lo concedo, ma è molto di più. Pare che le ali si riconoscano indipendentemente dalla volontà dei possessori. Dunque se uno dei due non prova più amore non Spiegherà più per l'altro, oppure anche se Spiegherà per un'altra persona non sarà lo stesso perché le ali non si riconoscerano. Non saranno gemelle-

-Ed invece il povero stolto che continua ad essere innamorato continuerà a Spiegare senza ottenere risposta?-

-Probabilmente è così, almeno i primi tempi-

-Lo dicevo io che le ali erano una seccatura!-

-Gellert, quasi nessuno mantiene sentimenti tanto intensi e tanto a lungo. La maggior parte delle persone non Spiega per la persona per cui ha sviluppato le ali in origine-

-E noi? Ci troveremo come due poveri idioti con delle ali che non sapremo più perchè sono spuntate? Bella roba! Grazie tante, Albus!-

-Aspetta, non essere così drammatico. C'è ancora l'altra possibilità, cioè che due persone mantengano il sentimento originario e che spieghino per la stessa persona per cui hanno Sviluppato. C'è la Danza delle Ali-

-Mpf! Solo tu puoi credere a cose del genere-

-Solo tu puoi essere così orgoglioso da non crederci-

-Non sono orgoglioso, sono solo realista-

-Non vuoi nemmeno sapere di cosa si tratta?-

-Conoscendoti mi daresti il tormento di continuo sotto forma di allusioni e frecciatine, quindi dimmelo adesso e facciamola finita-

Il sorriso di Albus è abbagliante nella penombra sotto la quercia dove hanno trovato riparo dal caldo del pomeriggio estivo.

-Pare che la Danza delle Ali avvenga quando le ali completamente cresciute si Riconoscono a vicenda ed il Riconoscimento entra in sintonia con i sentimenti dei proprietari-

-E dunque?-

-Pare che aumenti l'intesa ed il piacere in modo esponenziale, tanto da trasformarlo in esperienza mistica-

Gellet lo guarda con un sopracciglio inarcato.

-Cioè... si scopa meglio?-

Il pugno sul braccio non gli fa davvero male, ma è abbastanza come avvertimento.

-Che c'è? Non è questo il senso?-

-Certo che no! Vuol dire che sarà qualcosa di... di... speciale-

-Sì, credici. Nel frattempo, in attesa che queste cose crescano come si deve, vogliamo fare la prova di quanto potrebbe essere speciale adesso?-

-Potrei dirti di no, lo sai Gellert?-

-Fallo-

-Non voglio-

-Allora vieni qui-

Albus e Gellert non sanno ancora nulla di cosa li attende.

***

Ci sono luoghi per dirsi addio

ed altri per ricordarti di chi sono io

Senza l'amore camminiamo lo stesso

e tu allora riportami adesso

portami adesso dove eravamo

E tu dov'eri quando era tutto nero?

Quando accendevo alla madonna un'altro cero

senza l'amore viviamo lo stesso

e se mi sbaglio tu dimmelo adesso

dimmelo adesso noi dove siamo

sopra una nave che porta lontano

ma senza l'amore noi dove andiamo?

Noi dove andiamo?

Dove?


(Dove siamo – Ilaria Graziano e Francesco Forni;

colonna sonora di “Gatta Cenerentola”)


“Dopo che ci siamo separati hai letto anche tu sulle ali. So che lo hai fatto.

Magari di nascosto, vergognandoti di quello piuttosto che degli incantesimi di Arti Oscure che hai praticato.

Hai scoperto cos'è il disago che provi, Gellert: quando le ali sono sviluppate, se il sentimento non è svanito da almeno una delle due persone, i proprietari sono costretti a cercarsi.

Hanno bisogno di stare insieme e di essere una cosa sola almeno per una volta.

La Danza delle Ali non è un'invenzione poetica, è una vera necessità, in particolare una necessità che ti tiene sveglio la notte con la fronte imperlata di sudore e tutto il corpo che trema per il bisogno di stare vicino a me.


Dobbiamo incontrarci, Gellert. Sai che dobbiamo. Ci siamo visti a giugno ma non è bastato, e sai che non ci basterà stare insieme così poco.


Vieni a cercarmi. Ti sto aspettando.


Albus “


La lettera trema nelle mani di Gellert.

Vorrebbe accartocciarla e gettarla via, ma sarebbe come accartocciare il suo cuore.

È un'idea intollerabile!

E vorrebbe tanto che quella lettera non fosse arrivata a deconcentrarlo proprio mentre sta preparando il piano per un'azione importante, ma Albus è come sempre inopportuno.


La lettera occupa ancora tutta la tua mente quando finalmente, a notte fonda ti stendi per tentare di riposare.

Sai già che è inutile.

Sai già che dormirai poco e male, come dalla notte del solstizio d'estate in poi.

E adesso che hai ricevuto la sua lettera è peggio perché ti ha messo in testa troppe cose che avresti preferito ignorare.

Se tu sei costretto a cercarlo vuol dire che anche lui lo è.

L'idea che Albus stia soffrendo allo stesso modo è troppo: è una soddisfazione perversa a sapere che anche lui, causa di tutti i problemi, sta passando l'inferno; è consolazione, perché non sopporteresti il pensiero che Albus possa smettere di amarti, ed è vergogna perché, se anche Albus è nelle stesse condizioni, vuol dire che sa che il tuo sentimento non si è spento e dunque sa quanto bisogno hai di lui.


***

Hai impiegato tanto tempo prima di deciderti a scrivergli di nuovo.

Hai aspettato, dopo quella prima volta a giugno, hai provato ad ignorare cose che conosci troppo bene, hai sperato che Gellert ti dimenticasse per liberarti dal giogo che avete creato insieme, ed invece nulla.

Sai che le ali non mentono, Albus.

La sofferenza delle ali che si dibattono a vuoto, cercando le loro compagne, è una tortura insostenibile.

Le notti insonni cominciano a pesare sul tuo aspetto, sulle occhiaie che ti segnano il viso, ed il sonno è una tortura perché la mente tenta di ricreare i momenti in cui eravate insieme per trovare l'illusione del sollievo.

Alla fine tocca a te fare il primo passo. Lo sapevi che sarebbe toccato a te.

Aspetti le vacanze di Natale contando i giorni con più impazienza degli studenti, e poco prima della fine delle lezioni gli invii una lettera ed una passaporta come hai già fatto al solstizio d'estate.


“Abbiamo bisogno di tempo per noi, Gellert. Solo noi. Tu non proverai ad arruolarmi nel tuo esercito ed io non ti rinfaccerò niente. Pensaci. Se accetterai, la passaporta si attiverà alle dieci di stasera. Ti aspetto”


***

La passaporta (una gelatina al lampone stavolta... gusti discutibili dei britannici, o solo di quel britannico in particolare?) lo ha fatto arrivare dentro un salottino dai muri di pietra.

L'intelaiatura della finestra è di legno, e fuori si intravede un paesaggio marino nella luce della luna piena invernale.

Il salotto è arredato in modo semplice, con il minimo indispensabile, come due poltrone accanto al caminetto, un tavolo, una liberia.

Albus è seduto su una poltrona accanto al camino a leggere qualcosa, o più probabilmente a fingere di leggere mentre in realtà è tormentato dal dubbio se lui avrebbe accettato l'invito oppure no.

A giudicare dalle rughe che gli solcavano la fronte fino a poco prima di sentire il “pop” della materializzazione deve essere la seconda ipotesi, e Gellert non sa trattenere un moto di orgoglio e di soddisfazione a sapere di averlo fatto stare in pena.

Sul tavolino basso accanto a lui, un boccale di quella che sembra la brodaglia stucchevole chiamata dai britannici burrobirra.

Il cottage ha l'odore della salsedine, la stessa che ha sbiancato le intelaiature delle finestre, ma sotto il sentore di sale Gellert coglie un profumo diverso, che sa di poter sentire solo lui e che gli fa provare uno spasmo di desiderio.

È limone, lavanda, erba e pergamena. È estate nei campi, terra ed inchiostro sulle dita.

È qualcosa che lo calma, che continua a ripetergli “ora che sei qui va tutto bene”.

È Albus.

Non appena lui si materializza nella stanza Albus mette da parte il libro e si gira di scatto verso di lui.

-Ah, in perfetto orario!-

Non appena si alza dalla poltrona le sue ali offrono lo spettacolo di uno Spiegamento completo, maestoso.

Sono ancora più belle di come Gellert le ricordasse da quando si sono rivisti a Londra in estate, e per lui è ancora più difficile tenere a bada le sue che fremono solo per un attimo.

-Dove siamo?- chiede subito.

-Ti importa davvero?-

-Sì-

-Bene: siamo in un posto che si chiama Lyme Regis. Siamo sul mare, se ti interessa, nella contea del Dorset-

-E come mai qui?-

-Mi piace questo posto. Vorrei avere il tempo di spiegarti perché e vorrei che a te interessasse davvero-

Il sorriso di Albus, contornato di minuscole rughe che lo rendono ancora più gentile, è quello di chi ha già perdonato il suo colpevole disinteresse, e Gellert non riesce a mentire ed a fingere di voler discutere del posto.

Lui vuole sapere solo una cosa.

-Perché mi hai invitato qui?-

-Te l'ho scritto nella lettera: avevo bisogno di stare con te-

-Io no-

-Allora non avresti dovuto accettare il mio invito. Puoi andare via quando vuoi, io non ti tratterrei contro la tua volontà-

Ma non è vero. Gellert non vuole andarsene.

-Chiamala curiosità. Voglio proprio vedere come riusciremo a stare insieme nella stessa stanza senza finire a litigare-

-Per non finire a litigare dobbiamo non iniziare. È facile, Gellert. Basterà che tu non apra bocca-

-Sei tu quello irritante e saccente, non io. Dovresti essere tu a non aprire bocca-

-Touché. Me ne starò zitto allora-

La condiscendenza di Albus è esasperante, ed il fatto che l'attrazione reciproca, il volere stare più vicino possibile sia già percettibile nell'aria dopo solo pochi minuti che sono insieme rende le cose più difficili.

-Sul serio, Albus, che ci facciamo qui?-

-A me pare piuttosto evidente-

Le sue ali spiegate sono bellissime.

Non hanno smesso un attimo di chiamarlo con piccoli movimeni da quando lui è arrivato, e Gellert si maledice per aver ceduto alla tentazione quell'unica volta sui tetti di Saint Paul, perché adesso che sa cosa si prova vorrebbe solo tuffarcisi dentro e sparire. Potrebbe esserne inghiottito e gli andrebbe benissimo.

Lui si ostina a tenere bloccate le sue, di ali. Se non si avvicina ad Albus può farcela.

Vorrebbe dirgli qualcosa di volgare circa il fatto che se l'ha chiamato solo perché ha voglia di scopare può anche andarsene in fondo all'inferno, ma Gellert lo sa che non è così.

Non è solo quel bisogno, quando ci sono di mezzo le ali.

È il bisogno di stare insieme che tortura entrambi ogni giorno.

Da quando le loro ali sono spuntate loro non hanno mai fatto l'amore.

Non è normale.

Quando due persone sviluppano le ali uno oper l'altro avranno sempre bisogno di stare insieme finché il sentimento non svanirà da almeno uno dei due.

Quello che hanno fatto loro negandosi la presenza uno dell'altro per anni non è naturale: sono andati contro le leggi più primitive e ne stanno pagando entrambi il prezzo con notti insonni e sogni che li lasciano spossati.

Albus gli si avvicina con una mano tesa e lui si ritrae di scatto.

I muscoli delle spalle tirano come se stessero per strapparsi ma lui non spiegherà le sue dannate ali.

-Gellert. So quanto fa male- la gentilezza e la comprensione negli occhi azzurri di Albus sono impossibili da sopportare e Gellert è costretto ad abbassare lo sguardo -Quanto ancora pensi che riusciremo a resistere?-

Di nuovo potrebbe mentire e dire che lui può resistere perché ha cose più importanti a cui pensare, ma quando apre bocca dalla gola non gli esce nessun suono.

È tutta colpa sua. Sua e di quanto è stato stupido a cedere a giugno sui tetti della cattedrale.

-Vieni qui, Gellert. Dai la colpa a me, se vuoi, e raccontati che lo hai fatto per me. Lo sai che non mi importerebbe di prendermi anche la tua responsabilità, se sapessi che questo potrebbe renderti le cose più facili-

-Non osare trattarmi con condiscendenza!-

-Ed allora vieni qui, maledizione!-

-Non voglio!-

-Non è vero-

-E tu che ne sai?-

-Dovresti essere in grado di controllare meglio l'incantesimo che copre il tuo vero colore-

Per un attimo Gellert non capisce di cosa diamine stia parlando, ma poi getta un'occhiata di lato e la punta della sua ala si è scrollata da sola l'incantesimo che mantiene il suo colore grigio acciaio e rivela quello che c'è sotto.

Maledizione!

Non doveva succedere!

Le ali sono una maledetta seccatura!

A quel punto non fa più differenza, e Gellert si scrolla di dosso il resto del colore e le lascia libere di riflettere ogni bagliore di luce che c'è nella stanza.

Come è già successo la prima volta che si sono incontrati Albus lo guarda con un misto di meraviglia e reverenza, facendolo sentire ancora una volta voluto, bello, amato... che seccatura che son le ali!

-Lo sento anche io, Gellert. Ogni notte. Ogni cosa che mi ricorda te, ogni volta che sento un profumo simile al tuo, ogni volta che penso a come sarebbe noi insieme. Lo sai cosa sogno io, perché sono gli stessi sogni che fai tu-

No, quello no. Albus è appena entrato in una zona molto, molto pericolosa: una zona in cui Gellert ha paura persino a lasciare entrare sé stesso.

Stringe i pugni e le spalle sono in fiamme per il bisogno di Spiegare, ma lui fa di tutto per resistere anche se ormai il dolore gli sta facendo stringere il respiro e salire le lacrime agli occhi.

Albus forse non se ne accorge, o forse non gli importa, o forse ancora non distingue più il suo bisogno dal proprio, anche se lui ha almeno il sollievo di aver lasciato libere le sue ali.

In ogni caso continua spietato, senza sapere che gli sta facendo mille volte più male con le parole.

-Sai che quando mi sveglio fa male non averti con me e non poter sapere com'è davvero stringerti tra le braccia, baciarti, toccarti, sentire il tuo cuore come se lo avessi in mano, e poi sentirti dentro di me che...-

Il problema con le ali è quello: il sentimento, la vicinanza, l'essere stati troppo a lungo lontani, tutto diventa troppo da sopportare e Gellert Spiega con un grido.

Le sue ali scattano con tanta forza da scagliare un paio di penne traslucide, e lui si trova improvvisamente stordito e senza forze sia per l'energia che gli è costata quello scatto sia per il sollievo di non dover più massacrarsi la schiena per tenere ferme le ali.

Si accorge delle sue gambe deboli e di stare per cadere solo quando sente Albus afferrarlo per le spalle e... e di nuovo!

Un verso di agonia gli sfugge dalla gola quando si trova immerso nello Spiegamento di Albus, nel suo profumo, nel sollievo di entrambi per essere finalmente dove devono stare: uno tra le braccia dell'altro.

Sente le ali di Albus chiudersi su di lui e le sue rispondono con un battito potente che le porta a sfregare contro le compagne.

È così bello! Così bello! Sono carezze di velluto su un'anima tormentata e Gellert non riesce a saziarsene.

Albus lo sta intossicando, lo sta avvelenando con la sua dolcezza, lui che vorrebbe essere solo orgoglio e dedizione alla battaglia.

È come l'ultima volta: in quel modo tutto è ovattato, e Gellert può dimenticare sé stesso.

Respira grosse boccate d'aria come se fossero i suoi primi respiri, e tutto intorno a lui, il calore, il profumo, le carezze sul suo corpo, il cuore che sente battere vicino al suo gridano solo Albus Albus Albus!

Potrebbe restarci per sempre.

Ama quella sensazione. Sa di essere nel posto giusto, al sicuro, sa di essere completo perché la sua anima si è sdoppiata tanto tempo prima quando le loro ali hanno iniziato a crescere e finalmente l'ha ritrovata.

La verità è che Albus si è preso un pezzo della sua anima quando hanno creato il loro assurdo, insano legame, e Gellert detesta essere vulnerabile anche se agli occhi di una sola persona al mondo.

Spinge via il suo amante all'improvviso anche se questo gli costa sentire le sue ali che sbattono disperate per il contatto perso con le compagne.

-Non avresti dovuto chiamarmi- sibila velenoso in risposta allo sguardo sorpreso di Albus.

Quanto fa male averlo ferito! -Avresti dovuto lasciarmi in pace, maledetto idiota!-

Per un attimo Albus si morde le labbra e serra i pugni tanto da fare sbiancare le nocche, ed i suoi occhi azzurri sembrano arrossati e lucidi.

-Smettila di insultarmi. Se tu non fossi stato nelle stesse condizioni disperate non saresti venuto, e per favore non offendere la mia intelligenza raccontandomi la storia della curiosità-

-Ed a te piace, non è vero? Ci godi a vedermi ridotto in queste condizioni, a sapere quanto ho bisogno di te- lo accusa lui.

-Oh, Gellert, sei sempre così teatrale! È vero che fare quest'effetto ad un uomo del tuo calibro lusinga la mia vanità, ma no, non provo alcun piacere all'idea che tu soffra

-Davvero?-

-Posso giurartelo. Ti ho chiamato perché certe volte ho l'impressione di impazzire, e l'idea che anche tu soffra allo stesso modo mi tormenta più di quanto non faccia la mia stessa sofferenza. Ora, per favore, te lo chiedo in nome di quanto hai di più caro al mondo, smettila di farti male e torna qui-

Lo sa. In fondo lo ha sempre saputo di non avere scampo.

Arriva ad un punto in cui nemmeno Gellert Grindelwald riesce più a resistere ed a continuare a torturarsi.

Stavolta è una resa consapevole, sebbene altezzosa e sdegnata.

È lui a tendere le braccia ad Albus e a provare un battito colpevole nel vedere il suo viso illuminarsi di gioia.

-Grazie, Gellert... grazie...- continua a mormorare Albus una volta che sono di nuovo insieme, un addosso all'altro, a sgualcire i vestiti con le loro mani impazienti.

Albus lo stringe possessivo, pretendendo ogni cosa, non permettendogli di tenere segreto più nulla, e Gellert ne sarebbe disgustato se solo Albus, in cambio, non gli stesse dando a sua volta tutto sé stesso.

Non gli nasconde nemmeno il più piccolo gemito, non un brivido, nulla del turbamento che la sua presenza gli sta causando.

È bello fare quell'effetto ad Albus.

È bello che sembri affamato di lui mentre gli bacia il collo lottando contro la camicia per conquistarsi più spazio.

-Dovresti farmi il favore di odiarmi- sospira Gellert -Lo sai che siamo ridotti così solo perché tu ti ostini ad amarmi ancora-

-E tu no? Non è il tuo amore folle e ostinato quanto il mio, sebbene meglio nascosto?-

-Non me ne parlare. È tutta colpa tua-

-Una colpa che confesso volentieri e di cui mi prendo tutta la responsabilità. Confesso di essere irresistibile e di costringerti a considerarmi l'unico uomo degno di te da quando avevamo diciotto anni-

-Sei un presuntuoso, arrogante egomaniaco-

-Confesso anche questo-

Gellert non ha tempo di replicare perché Albus lo attira vicino afferrandolo per i fianchi per baciarlo dovunque riesca ad arrivare.

-Sai di neve- ansima contro la sua pelle -Di neve, di freddo che brucia. E di resina e delle ceneri di un camino-

Deve essere un altro effetto collaterale delle ali, perché non è possibile che una persona abbia un odore tanto intenso da stordire un'altra.

Gellert ripensa a quella cosa assurda, la Danza delle Ali, e si chiede se non possa esistere davvero, in fondo.

Quello che stanno vivendo loro, l'intensità con cui si sono cercati... non è normale.

Anche Gellert si avventa su di lui e gli tira giù il colletto della camicia per impossessarsi di lui, di tutto ciò che può avere.

-Tu sai di lavanda e limone. Sai di erba d'estate, e di quelle dannate pergamene e libri che ti piacciono tanto-

La risata di Albus vibra nella gola e sotto le sue labbra.

Gli lascerà più che un succhiotto con quello che gli sta facendo, ne è certo.

-Ci stiamo facendo del male, lo sai, non è vero?- riesce a dire Gellert in un momento di lucidità.

-Certo che lo so. Ma non sarà peggio di quello che ci siamo fatti fino ad ora, giusto?-

-Eravamo d'accordo di non discutere-

-Non voglio discutere. Non stavolta, Gellert-

Albus lo azzittisce davvero incollandosi alla sua bocca.

Gli ruba tutto: parole, anima e respiro, e Gellert può solo rispondergli allo stesso modo.

Quanto hanno aspettato! E quanto sono stati folli, sconsiderati a tormentarsi per nessun'altra ragione che l'orgoglio.

-Non sarebbe una buona idea toglierci di dosso qualcosa?- Gli chiede Albus.

La magia agisce da sola: Gellert sta detestando la camicia ed il gilet di Albus, e pertanto sono la prima cosa che pensa di far sparire. Con nessuna delicatezza, perché finiscono appallottolati da qualche parte dietro di loro e dal rumore che si è sentito Gellert potrebbe giurare di aver strappato qualcosa.

-Non mi aspettavo niente di... ah!-

Ora che ha un accesso al suo corpo molto più libero Gellert si piega su di lui a divoralo.

Albus non sa ancora cos'ha liberato, eppure non è spaventato quanto Gellert dall'intensità con cui gli sta marchiando il petto per fargli capire che lui è suo, suo, solo suo!

Invece Albus ride, buttando la testa indietro e tra gemiti indecenti.

-Non credevo che avresti accettato... non credevo che saresti venuto...- Gli prende il viso tra le mani per guardarlo negli occhi e bruciarlo con l'intensità delle sue iridi azzurre -E sono così contento che tu lo abbia fatto!-

Lo bacia tenendolo a sé con tutto il corpo, dalla mano dietro la nuca a quella che ha tra le scapole a premerlo di più contro il suo petto nudo.

-Adesso ho diritto anche io a qualcosa, non credi?-

Con un gesto elegante Albus si inarca all'indietro ed appella la bacchetta nella sua mano, poi lo sfiora appena, dalle spalle fino alla cintura.

I suoi vestiti cadono a terra con più grazia di quanto abbia fatto lui con quelli di Albus, e Gellert si trova con la pelle nuda esposta alle carezze delle ali ramate che si chiudono ancora una volta su di lui.

È troppo bello per essere vero!

Albus lo sta stringendo come se volesse nasconderlo al mondo intero per lasciarlo libero di essere sé stesso come possono essere solo uno tra le braccia dell'altro.

Il profumo di Albus è tanto intenso da stordirlo, il battito del cuore è impazzito sotto le costole.

-Permettimelo solo una volta, Gellert. Fidati di me e permettimi di prendermi cura delle tue debolezze, delle tue fragilità. Lo sai che non ti amerei di meno se trovassi in te qualcosa di imperfetto. Ne trovo già così tante, eppure sono qui a baciarti. Ti prego. Ho bisogno della tua completa fiducia solo per questa notte-

Quello basta a farlo rabbrividire nell'abbraccio di Albus.

Si ricorda cosa gli ha chiesto quando erano sui tetti della cattedrale di Saint Paul, e per un attimo Gellert riesce a comprendere.

“Non voglio da te imprese mirabolanti. Voglio solo che tu ritrovi la tua umanità. Puoi farlo, Gellert?”.

E cosa c'è di più umano, fragile, vulnerabile, che confessare di sentirsi vuoti, persi, di avere bisogno di un'altra persona?

-Solo per stanotte- cede infine -Non farci l'abitudine e non ti azzardare a raccontarlo in giro-

Maledizione! Se ne è già pentito! Si detesta perché ama vedere Albus così felice, e si detesta perché sa che farebbe qualsiasi cosa per renderlo felice di nuovo.

-Grazie, Gellert! Grazie, amore mio!-

Lo stringe tanto forte da fargli male, ma che importa! Importa solo che Albus sia felice per qualcosa che ha fatto lui.

-Solo per stanotte, ricordalo- ribadisce Gellert stancamente.

-Solo per stanotte, sì-

-E dopo questa notte ci lasceremo di nuovo?-

-Shh... non pensarci-

Gellert non riesce a smettere di tremare ora che la sua pelle è a contatto con quella di Albus.

Se solo le cose potessero restare sempre così!

Se solo il mondo là fuori non pretendesse troppo da entrambi loro.

-Non posso non pensarci, Albus! Dopo questa notte niente sarà più come prima. Saremo ancora più legati, lo capisci? E non potremo stare insieme perché tu hai le tue idee ed io le mie-

-Lo so, Gellert. Cosa vuoi che ti dica? Alla fine combatteremo perché ci amiamo e non perché ci odiamo, perché ognuno di noi vuole trascinare l'altro dalla sua parte-

-Non possiamo combattere. Abbiamo giurato-

-Lo so. Ma tutto può accadere, e forse un giorno ignoreremo deliberatamente il patto di sangue, combatteremo e ci annienteremo a vicenda-

-E dopo? Che succederà dopo? Che ne sarà di noi quando ci saremo annientati a vicenda?-

-Rinasceremo-

-Tu rinascerai. Sei tu la fenice- Gli dice. È amarezza, e rabbia ed invidia.

-Le lacrime della fenice sanano anche le ferite mortali-

-Dunque vuoi curarmi?-

-Dopo. Prima voglio farti a pezzi. Voglio ridurti a brandelli e poi rimetterti insieme e riportarti in vita-

E la cosa peggiore è che Gellert sa che lo farebbe, ed ancora peggio che lui glielo lascerebbe fare.

Lo afferra dai fianchi e lo bacia ancora, stavolta mordendo più forte le sue labbra.

-E allora che cosa stai aspettando?-

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Nel cerchio della Strega


Bentornati!

L'idea di Albus e Gellert con le ali mi è rimasta in testa più del dovuto, e dunque ecco a voi un'altra wing!fiction.

Si colloca nello stesso headcanon di “let me be your wings” per la precisione lo stesso anno di quando Albus e Gellert si sono incontrati a Londra alla cattedrale di Saint Paul; quel primo incontro è avvenuto a giugno, questo a dicembre.

Avrebbe dovuto essere una one shot a rating rosso, ma poi i tira e molla da divaH di Gellert hanno preteso troppa attenzione.

Per quanto riguarda le ali, il tipo di legame che creano tra le persone e come funziona, sto andando per gradi, costruendo le cose poco per volta e tentando di non creare incoerenze.

Spero che le cose funzionino.


Il fatto che Albus cerchi Gellert è l'equivalente epico e magico del “dobbiamo parlare” tanto temuto nelle coppie (Di maghi e non maghi. Certe cose sono uguali per tutti).


Per la canzone “Dove siamo” vi lascio il link https://www.youtube.com/watch?v=ig5zbuvMzh8

Anche per “The Chevalier” https://www.youtube.com/watch?v=NsROk7oUkGs

Grazie di cuore per aver letto.


Lady Samhain

  
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