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Autore: Soul Mancini    24/04/2019    3 recensioni
[Anche se in ritardo di qualche giorno, pubblico questa piccola one shot per celebrare il compleanno di Shavo, il nostro adorato bassista, che il 22 aprile ha compiuto quarantacinque anni! TANTISSIMI AUGURI ♥]
È notte fonda e la piccola Lia, terzogenita di Shavo e Sonia, si sveglia e comincia a piangere nella sua culla. Suo padre, ancora inesperto e insicuro quando si tratta di accudire i suoi figli, decide di mettersi alla prova e prendere la piccola tra le braccia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Shavo Odadjian, Sonia Thorosian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dreams are made winding through her hair

 

 

 

 

È un pianto leggero, quasi impercettibile, ma è comunque capace di strapparmi al sonno. Schiudo appena gli occhi e, attraverso l’oscurità della stanza, riesco a scorgere la figura immobile di Sonia, distesa accanto a me; sta dormendo, non si è accorta di nulla, e questo mi porta a pensare che sia davvero distrutta. In genere è lei a svegliarsi e accorgersi quando qualcuno dei nostri figli piange.

Decido di non disturbarla e sgattaiolo via dalle coperte, cercando di non fare rumore. Quando la mia pelle si scontra con l’aria fresca, rabbrividisco e mi viene spontaneo stringermi le braccia al corpo, ma non ho tempo per cercare una giacca: la piccola Lia sta piangendo, ha bisogno della mia presenza e se continua di questo passo sveglierà anche i suoi fratelli. Questo pensiero mi dà definitivamente la forza per mettermi in piedi e avviarmi verso la culla di Lia: ci è voluto un secolo per mettere a letto quelle due pesti, non ho voglia di combattere di nuovo con loro a notte fonda.

Lia è sveglia, i suoi grandi occhi sono spalancati e la sua copertina verde le è scivolata di lato, lasciandola del tutto scoperta. Non appena scorge la mia figura, cerca di articolare qualche sillaba e allunga le braccia verso di me, come a voler richiamare la mia attenzione.

“Ehi, piccola, shh” sussurro, sollevandola dalla sua culla. La avvolgo nella sua coperta, la stringo tra le braccia e le lascio un bacio sulla testa, tra i capelli morbidi e sottili; Lia si stringe subito a me, ma continua a piangere e io non riesco a capire perché. Ammetto di non essere molto bravo in queste cose, non sono abituato a placare le crisi di pianto dei miei figli, forse non sono neanche tanto bravo a capirli… o forse è perché mi lascio sempre prendere dall’ansia, ho paura di sbagliare qualcosa e non essere abbastanza per loro. Sonia, quando le espongo queste mie perplessità, mi dice di piantarla perché vado bene così, ed è con l’esperienza che imparerò a fare le cose e a essere un buon padre.

Sarà, però in questo momento, alle quattro di notte, con una bambina di un anno tra le braccia che si agita e piange, mi sento un perfetto idiota e non so affatto come comportarmi. La cullo, la carezzo, le sussurro di stare tranquilla, ma nulla di tutto questo funziona: Lia continua a scalciare e muovere freneticamente le manine.

Sto cominciando ad agitarmi anch’io e perdere la pazienza, forse dovrei chiamare Sonia e lasciare che se ne occupi lei…

No, non posso essere così codardo e svignarmela anche stavolta, quella che tengo in braccio è mia figlia e voglio che lei si tranquillizzi e si addormenti con me. Voglio essere un vero padre, su cui lei possa fare affidamento.

Esco dalla stanza e attraverso il corridoio velocemente. Il pianto disperato di Lia si attenua un po’ mentre passeggio, segno che questo le fa piacere. Bene, ho scoperto una cosa nuova: le piace il movimento.

Giungo nel nostro grande soggiorno, lontano dalle stanze da letto e quindi dalle orecchie di Shavo Dylan e Hayk, e continuo a gironzolare per la stanza. Lia sembra essersi calmata, ma non appena si guarda attorno e si accorge che sto facendo sempre lo stesso tragitto, torna subito a innervosirsi.

“No, Lia, ti prego, amore di papà… cos’hai? Perché piangi così?” borbotto, sull’orlo di una crisi di nervi.

Il suo bel visino è distorto da una smorfia, mi rivolge un’occhiata supplichevole e stringe i pugni attorno ai bordi della sua copertina.

Prendo un respiro profondo, poi un altro. Non devo perdere la calma, i bambini si accorgono quando chi gli sta attorno non è a suo agio e ne subiscono le conseguenze. Dopo aver rilassato nuovamente i muscoli, decido di accomodarmi sul divano e faccio in modo che Lia stia comoda sulle mie gambe. Senza smettere di cullarla e accarezzarla, quasi sovrappensiero, inizio a canticchiare la prima canzone che mi viene in mente.

 

The piercing radiant moon
The storming of poor June
All the life running through her hair

Non sono mai stato un grande cantante, mi reputo abbastanza stonato e quando intervengo nei brani dei System utilizzo soltanto la tecnica in growl. Eppure, mentre intono Spiders, Lia punta i suoi occhioni scuri su di me e si acquieta, curiosa e in ascolto. Non posso fare a meno di osservare intenerito le sue labbra delicate che si distendono, le sue guance rosee e tonde… è meravigliosa. Lia Rose Odadjian è una delle creature più belle che io abbia mai visto.

 

Approaching guiding light
Our shallow years in fright
Dreams are made, winding
Through my head
Through my head

E non lo dico soltanto perché è mia figlia, ma perché è davvero una bimba meravigliosa. Scruta tutto con occhi attenti, quegli occhi grandi e scuri che somigliano tanto ai miei, mentre una ciocca di capelli castani le accarezza la pelle morbida e chiara.

Emana luce propria, Lia. Proprio come sua madre.

Giocherello con una ciocca dei suoi capelli e a lei fa piacere, glielo leggo nello sguardo. Inoltre sembra quasi ipnotizzata dalla mia voce, quindi decido di proseguire, mantenendo sempre un tono dolce e basso.

 

Before you know, awake

Your lives are open wide
The V-chip gives them sight
Of all the life running through her hair

The spiders all in tune
The evening of the moon
Dreams are made, winding
Through my head
Through my head

Lia ha chiuso gli occhi e si è rilassata, abbandonandosi serenamente contro il mio corpo. Lascio scorrere le dita su una sua manina – ora non più chiusa a pugno – per poi portarla sul suo viso, lungo la guancia e sulla fronte. Mia figlia è uno spettacolo talmente bello e straordinario che mi viene quasi da piangere, sono costretto a prendere un profondo respiro per impedire alle lacrime di sgorgare dai miei occhi. Non posso credere che una creatura così bella possa essere sangue del mio sangue.

 

Before you know, awake

Through my head
Through my head
Before you know

Before you know I will be waiting, all awake

Prima che tu lo sappia, aspetterò completamente sveglio. Già, è quello che ho fatto prima che Lia nascesse, mentre Sonia veniva ricoverata e si preparava al parto. Prima ancora che Lia sapesse di avere un padre che l’avrebbe amata.

E resterò sveglio finché lei non si sarà addormentata, veglierò su di lei.

So che il senso della canzone non è proprio questo, ma non importa: da oggi Spiders sarà la ninna nanna di Lia, il nostro brano.

 

Dreams are made winding through her hair

Dreams are made winding through her hair

 

Ricomincio a cantarla da capo, dal momento che la bimba ancora non si è addormentata del tutto.

Mentre la cullo e la osservo con ammirazione e commozione, mi domando cosa ne sarà degli anni a venire. Come diventerà Lia da grande? Quali saranno i suoi interessi? Chissà se si appassionerà alla musica e a qualche strumento in particolare, o vorrà diventare una pittrice, una ballerina, una veterinaria. Chissà quale sarà il suo cibo preferito, se preferirà il mare o la montagna, se preferirà il cinema o i concerti. Lo voglio scoprire insieme a lei, voglio esserci durante le tappe più importanti della sua vita. La proteggerò quando ne avrà bisogno e le darò dei consigli.

Forse non sono un padre perfetto, forse vado in panico quando i bambini piangono, forse non potrò mai cucinare una buonissima cena per loro e non saprò mai cambiare un pannolino senza combinare qualche casino, ma spero che il mio amore basti per essere a mia volta amato dai miei figli. In ogni caso, io ce la metterò tutta.

Con gli occhi lucidi, mi alzo lentamente dal divano con Lia dormiente tra le braccia e mi dirigo verso la camera da letto. La poso nella sua culla, attento a non svegliarla, e la avvolgo nelle coperte in modo che non prenda freddo. Lei mugola appena, ma non si sveglia e si addossa a un cuscino per colmare l’assenza che ho lasciato. Attendo qualche secondo prima di allontanarmi, assicurandomi che la bimba sia comoda e al caldo.

Quando mi infilo nuovamente sotto le coperte, Sonia si muove verso di me e si accoccola contro il mio petto; io la stringo subito tra le braccia, inspirando il profumo dei suoi capelli.

“Sei sveglia?” domando sottovoce.

“Sì. Grazie.”

Sorrido appena. “Di che cosa?”

“Ti sei alzato e hai fatto riaddormentare Lia al posto mio.”

“È il minimo che potessi fare per te, piccola.” Le lascio un leggero bacio e la sento rabbrividire.

“Comunque… non è vero quello che mi dici sempre, che non sei un buon padre e che non sai come cavartela in queste situazioni” soffia lei col viso quasi completamente affondato nella mia maglietta.

“Tu dici?”

“Hai visto cosa sei riuscito a fare oggi?”

Mi lascio sfuggire un sorriso e stringo Sonia ancora più forte. Ho un nodo in gola, segno che, andando avanti di questo passo, tra poco scoppierò a piangere.

“Spero solo di essere un buon padre e un buon marito, anche se nessuno è perfetto” mormoro, la voce incrinata dall’emozione.

“Nessuno è perfetto, Shavo. Ma ciò che conta per me, oltre all’amore che provi per me, è sapere che al mio fianco ci sia un uomo che ama e rispetta i miei figli.”

Commosso più che mai, le accarezzo i capelli con dolcezza e la bacio sulla fronte, piano, come fosse qualcosa di preziosissimo e delicato.

Sonia posa la mano sul mio braccio e si sporge per potermi dare un bacio a fior di labbra. “Buon compleanno, Shavo.”

Ed è allora, in quella stanza, insieme a due delle donne più importanti della mia vita, che una lacrima scorre sul mio viso e brilla appena alla timida luce della luna.

È il 22 aprile 2019, ho appena compiuto quarantacinque anni e so di non essere perfetto, ma so di essere felice.

 

 

 

 

 

 

Una bazzecola che avevo in mente da un sacco di tempo, ma che ho scritto in cinque minuti, tra ottantamila impegni e altri ottantamila impegni. Non l’ho potuta studiare a lungo, ho scritto tutto di getto e forse il risultato non è dei migliori, ma spero che dal risultato finale emerga l’affetto e la profonda ammirazione che provo per il nostro Shavo. Molte volte lo prendo scherzosamente in giro, mi diverto “alle sue spalle”, ma in realtà gli voglio un mondo di bene e lo considero una persona dolcissima, come poche ne esistono al mondo. Ho deciso di scrivere questa storia perché so che Shavo stravede per i suoi figli e perché quest’argomento – l’amore paterno – mi sta molto a cuore, mi fa personalmente commuovere.

Inoltre mi pare di aver capito che la piccola Lia Rose sia nata proprio un anno fa, per la precisione il 23 aprile (il giorno dopo Shavo *-*) e mi sembrava carino inserire in una sola shot entrambi i festeggiati ^^

L’idea di uno Shavo cantante mi piace un casino, forse perché sono convintissima che abbia una bella voce (rimango incantata pure a sentirlo parlare, pensate come sono messa XD) ed è un peccato che durante i concerti dei System non si esponga troppo! Per quanto riguarda la scelta della canzone, non mi sono basata sul testo e sul suo significato, ma Spiders ha una melodia molto dolce e mi sembrava carino inserire questa ^^ che ne pensate?

In conclusione voglio ringraziare voi per essere giunti fin qui e fare tantissimi auguri (anche se in ritardo) a Shavo, meraviglioso bassista e splendida persona, raggio di luce per tutti coloro che lo vedono sorridere! BUON COMPLEANNO!!!

 

 

   
 
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