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Autore: May Begood    24/04/2019    1 recensioni
Nel dormitorio della U.A. High School, oltre a nuove mosse speciali nascono anche le prime esperienze d'amore. Le ragazze della sezione A lo sanno bene, ma tutte loro reagiscono in modo diverso agli sguardi curiosi dei compagni di scuola.
Dal capitolo 8:
"Il panico misto ad un'incontenibile curiosità apparve sul viso di tutti i ragazzi, che avevano man mano circondato Kirishima: la novità era stata percepita da chiunque, perfino i professori potevano aver notato la complicità apparentemente innocente che lo univa a Mina, dunque era normale che al centro dell'attenzione ci fosse Eijiro."
Le coppie sono tutte HET:
- Kirishima x Mina
- Tokoyami x Tsuyu
- Kaminari x Jirou (accenno alla Momojirou)
- Ojiro x Hagakure
- Bakugo x Ochaco
- Todoroki x Momo
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mina Ashido, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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14. Le attenzioni di Ojiro #1

 

Gli allenamenti in una comune palestra del posto avrebbero dovuto essere i più semplici da sopportare per un apprendista eroe: lo sforzo fisico non era nulla rispetto alla consapevole concentrazione mentale da esercitare con il proprio Quirk.

Ma allenare il proprio corpo subito dopo gli impegni cui la U.A. sottoponeva i suoi studenti divenne una vera impresa per i ragazzi della A, tuttavia non impossibile.
Tutti avevano accettato l'invito di Kirishima e tutti si erano impegnati senza emettere un lamento.

Essendo il primo giorno, le ragazze si ritirarono negli spogliatoi mezz'ora prima dei ragazzi, che avevano deciso di sfidarsi in una prova di resistenza. Erano presenti tutte e sei. Si erano unite a Kirishima (che si era riappacificato e aveva ufficializzato la sua relazione con Mina con un romantico bacio) e ad un irritato Bakugo, che aveva preferito allenarsi da solo, lasciando che l'amico si dedicasse agli allenamenti delle ragazze.

Kirishima era stato un ottimo personal trainer: aveva consigliato per le curve di Mina e Momo, la forza di Ochaco, l'agilità di Tsuyu e Jirou.

Ad Hagakure era servito un vero allenamento: essendo invisibile, spesso non le serviva chissà quale assurda tecnica di attacco o di difesa, e si adagiava su quel Quirk efficacie.
Per tale motivo, ritiratasi dagli allenamenti, doveva essere quella più stanca e meno soddisfatta.

Si era resa conto di quanto in realtà fosse indietro con il programma rispetto ai suoi amici: anche lei avrebbe voluto fare entrate in scena efficaci, spettacolizzare i suoi attacchi ed essere ammirata dalle telecamere. Ma era proprio il suo Quirk ad impedirlo.

Rimase in silenzio per tutta la durata della doccia, delusa e affranta, e uscì per prima senza aspettare le sue compagne di classe che ammiravano i primi lievi risultati di quell'allenamento così intenso.

Pensò che non se ne sarebbero accorte, così come pensava che nessuno si accorgesse davvero di lei.

Si sedette su una delle panchine all'esterno della palestra e attese mentre dava un'occhiata ai social, una mossa che peggiorò il suo umore. 
Ma nessuno dei suoi compagni di classe che stavano abbandonando la struttura uno dopo l'altro aveva notato che Hagakure stesse piangendo.

«Ah, sono esausto, ma sono contento di aver resistito fino alla fine.»

«Anche io, ma non vedo l'ora di buttarmi sul letto e finire la partita!»

Kaminari e Mashirao Ojiro, il ragazzo dotato di una forte e resistibile coda che riusciva ad usare consapevolmente come fosse un arto, stavano chiacchierando, ma era evidente che il biondo elettrico aveva fretta di tornare al dormitorio, quindi la conversazione durò molto poco.

Ojiro fece per prendere la sua strada e raggiungere gli altri all'interno della palestra, ma notò- per quanto fosse possibile - Hagakure seduta sul muretto.

«Fatto un buon allenamento oggi? Ho visto che sei stata particolarmente attiva, devi essere stanchissima...»

Non ricevendo nessuna risposta, cosa molto insolita, con tono leggermente più preoccupato il ragazzo aggiunse:

«Ehi, Hagakure? Tutto bene?»

L'altra si fece sfuggire un singhiozzo che non lasciava alcun dubbio. Ojiro capì che qualcosa non andava e si sedette accanto alla sua compagna di classe:

  «È successo qualcosa? Spero che tu non ti sia fatta male...»

  «Sono invisibile, Ojiro!» esclamò la ragazza con tutta la rabbia e la frustrazione di cui era capace in quel momento, lasciandolo abbastanza incredulo.

  «Ma Ha-Hagakure...»

  «È lunica cosa che posso fare: essere invisibile! Le altre hanno fatto un allenamento eccezionale oggi! Il professor Aizawa, invece, non sa cosa farmi fare mentre voi date il massimo per diventare eroi! Sai cosa ho fatto al raduno e al festival? Niente, perché nessuno se ne sarebbe accorto!»

  «Hagakure, mi spiace che tu veda il tuo Quirk come un impedimento. Credimi, non lo è, se non esistesse l'Accademia saresti già un'eroina. Non è paradossale? Ciò che puoi fare è impegnarti nello studio e pensare ai modi migliori per sfruttare il tuo potere.»

Ojiro lasciò andare una risata nervosa, sussurrata, mentre aggiungeva:

  «Come fai a disperarti così? Io ho una coda, capisci cosa vuol dire assomigliare ad una scimmietta che combatte? Quello che posso fare è migliorare i miei attacchi. Penso sempre di fare qualche miglioramento, poi Aizawa mi smonta di nuovo. È così che deve andare. Non prendertela con te stessa, né con altri. Purtroppo anche questo fa parte del percorso.»

Attese una risposta che non arrivò, ma era evidente che si fosse calmata:

  «Non stai piangendo più, vero? Vieni, andiamo a prenderci una bibita gassata fresca, a quanto pare ne abbiamo proprio bisogno...»


 

Dopo l'effetto della lattina fredda contro le guance arrossate e salate, e le prime bollicine che le invasero il naso portando entrambi alle risate, Hagakure ebbe la certezza di essersi ripresa da quei pensieri negativi e del tutto sciocchi. Ojiro aveva ragione ed era stato gentile a farglielo notare con il giusto garbo.

Dopodiché entrambi si diressero verso i dormitori.

Per pura galanteria, Ojiro aveva preso anche il borsone della ragazza, così pesante per i numerosi accessori che la ragazza aveva inserito; ma non era certo un problema, la sua coda la sosteneva senza fatica alcuna.

Le chiacchiere non mancarono.
Mashirao era stato il primo compagno di classe con cui aveva legato subito, fin dalle prime prove, dai primi esami che ogni volta li avevano uniti sempre di più. Avevano sempre tanto da dirsi.

  «Allora, cosa farai questo fine settimana? Torni dai tuoi?»

  «Già. Soffrono tanto la mia lontananza, non hanno ancora accettato l'idea di vedermi in un dormitorio. Penso mi abbiano lasciata in pace solo per darmi una possibilità di fiducia» commentò Hagakure, frustrata.

  «È normale. Anzi, se lo vuoi sapere, neanche i miei sono stati subito comprensivi. Ci tenevano ad avermi in casa.»

La ragazza non dubitò affatto delle sue parole, anche se era abbastanza evidente che l'avesse detto per farla sentire meglio, ancora una volta.
Arrossì allo stupido pensiero che aveva iniziato a solleticarle la mente: avrebbe voluto chiedergli di andare a mangiare qualcosa fuori, approfittando del fine settimana in arrivo, dunque ritrovarsi subito dopo da qualche parte, ma non sapeva se lui avrebbe accettato.

  «Questa cosa ti fa ridere?» le chiese il ragazzo, non appena aveva avvertito la leggera risatina della compagna di classe.

  «Ma come fai ad accorgertene ogni volta?»

  «Con un po' di pratica, se vuoi saperlo su serio. Grazie a te ho imparato ad ascoltare tutto ciò che mi circonda. Ti sento, Hagakure.»

 

"Ti sento".
Quelle parole accompagnarono Hagakure per tutta la notte, permettendole un sonno sereno.


 

   
 
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