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Autore: Lila May    25/04/2019    2 recensioni
Fideo♥Rushe / ispirata al gioco IE3 - Lightning bolt
{ Dal testo: }
-No, Lucia. Non dirlo mai più. Sono io che ti chiedo scusa.- lo osservi stringere la fascia con rabbia, il suo polso scatta. -io... io ti avevo fatto una promessa, e... e non l'ho saputa mantenere.
Te la ricordi, quella promessa, riverbera in te come riverbera un sasso sopra lo specchio cristallino di un lago sotterraneo. Onde d'urto te la riportano alla mente, ma non puoi avercela con lui. Sorridi, anzi, perchè è l'unica cosa che riesci a fare in un momento del genere. -Lucia... tu... perché? Perché sei qui? Non dovresti.
-Paolo, me la ricordo come se fosse ieri. Ti avevo promesso che mi sarei operata, se tu avessi vinto tutto il torneo. Che nel mentre ci saremmo fatti vicendevolmente forza. Saremmo stati l'uno la spinta dell'altro, anche da lontano. Ma come vedi, le cose sono andate in modo diverso.
Paolo china la testa. Non ha più il coraggio per guardarti, lo ha finito. E' pentito fino al midollo, amareggiato. Si odia, forse. Anzi. Probabilmente è così e basta.
Genere: Introspettivo, Sportivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Paolo Bianchi/Fideo Ardena, Rushe/Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio blu
FideoRushe

Tags: Fanart, Pixiv, Inazuma Eleven, Fidio Aldena, Rushe, Reka-chan

Mio blu – dicevi –
mio blu.
Lo sono.
E anche più del cielo.
Ovunque tu sia
io ti circondo.

-Ghiannis Ritsos-

 

 

Così, è tutto finito.
L'Italia si ferma qui. E' arrivata al capolinea.

Non è un sogno. No, questo è un incubo al quale tu non puoi assolutamente credere.
Per questo adesso sei scioccata, sconvolta dall'elevato numero di reti che brilla di bianco sul tabellone luminoso di uno stadio che sembri all'improvviso non riconoscere più. Intorno a te, nessuno fiata. Lo stadio si è ammutolito, barricato dietro un malinconico silenzio di tomba che rende aridi gli animi e amare le lingue dei tifosi. Anche la tua adesso sa di limone acerbo, fai fatica a muoverla. La ragazza al tuo fianco ha smesso di sventolare gli striscioni, di gridare il nome di Paolo. Sta zitta, ora, scruta il campo con indecisione, confusa, e forse si chiede la tua stessa cosa.

E' un sogno? Un incubo?

Anche a lei quel gigantesco infinito verticale fa paura.

Porti gli occhi verdi sul campo, e vederlo sgombero dei suoi giocatori ti provoca una devastante fitta al cuore. La Orfeo è sparita. Si è dileguata nel silenzio calato come una cappa di maltempo sullo stadio del Condor, a testa china, con la vergogna a gravare sulle spalle e il cuore ridotto a miseri cocci polverosi. Li compatisci. Ti dispiace, e l'aria che inali dalle narici è l'aria di un'Italia sconfitta, bruciata nell'orgoglio, che puzza di gomma consumata e fa male ai polmoni, fa tossire e lacrimare.
Ma adesso vuoi sapere come sta. Vuoi aiutarlo.
Questo è il tuo desiderio, il più forte di tutti. Quello che ti fa sollevare sulle gambe all'improvviso, ti trascina verso gli spogliatoi seguita da mille sguardi sconfitti, mille occhiatine perse nel vuoto.

La porta è aperta, uno spicchio di luce taglia l'oscurità asfissiante del Condor. Non sai se entrare, e nel dubbio ti avvicini, posando l'orecchio contro la soglia. Non vola una mosca, lì dentro. Zero. Non si sente il respiro di uno solo di loro.

Entri, allora, in punta di piedi.

Ma presto t'accorgi che forse non c'è pericolo, che anche facendo casino non si sarebbero accorti di nulla. Nessuno, tanto, ti sta guardando. Sono tutti a testa china, rotti e zozzi di fango anche sul viso. C'è chi piange in un angolo, tirando su dal naso chili di muco e dolore, chi teme il ritorno in patria, chi non smette di mordicchiarsi il labbro, turgido di rimorsi persino nelle sue più fini screpolature color latte. Chi invece più razionalmente prova a pensare ai suoi errori in campo, gli occhi chiusi, le mani aperte a ventosa su ginocchia che ancora tremano di fatica.

Paolo è al centro, ma è come se non ci fosse. I troppi capelli scivolano lungo la fronte come cioccolata sciolta, e gli inondano un volto che non vuole essere riconosciuto da nessuno. Forse, nemmeno da lei. La fascia dorata sussulta tra le sue mani aperte e piene di tagli rosei. E' da lui che vai.
Ti chini in ginocchio, e posargli le dita sulla spalla lo fa schizzare sull'attenti. Vi guardate, per mezzo secondo il blu dei suoi occhi entra nel verde dei tuoi, per un attimo è luce tra voi, che arde, s'accende. Ma il buio torna dopo poco ad adombrare il viso di Paolo, e tu sai che questa volta la tua presenza non basterà affatto a rallegrarlo come avevi sperato. -Lucia...! Non dovresti essere qui- lo senti dire, e annuisci, conscia di aver infranto una regola abbastanza fiscale. -io... mi-- mi dispiace, Paolo.- sussurri piano, e lui ti guarda stralunato. Di nuovo i suoi occhi blu t'inghiottono e ti schiaffeggiano col loro vasto dolore, e questa volta ti parlano in un linguaggio tutto loro, frenetici, distrutti. C'è delusione, sconfitta. Ma anche rimorso, ed è di tutti quei brutti pensieri che vorresti liberarli adesso. Sono sempre gli stessi occhi, in fondo. Lo stesso blu che t'ha salvata da un mondo nero, t'ha carpita con la sua voce calda, t'ha protetta finché non è tornata la luce.
Adesso devi essere tu a restituire il favore. Sei tu che vuoi farlo.
-No, Lucia. Non dirlo mai più. Sono io che ti chiedo scusa.- lo osservi stringere la fascia con rabbia, il suo polso scatta. -io... io ti avevo fatto una promessa, e... e non l'ho saputa mantenere.
Te la ricordi, quella promessa, riverbera in te come riverbera un sasso sopra lo specchio cristallino di un lago sotterraneo. Onde d'urto te la riportano alla mente, ma non puoi avercela con lui. Sorridi, anzi, perchè è l'unica cosa che riesci a fare in un momento del genere. -Lucia... tu... perché? Perché sei qui? Non dovresti.
-Paolo, me la ricordo come se fosse ieri. Ti avevo promesso che mi sarei operata, se tu avessi vinto tutto il torneo. Che nel mentre ci saremmo fatti vicendevolmente forza. Saremmo stati l'uno la spinta dell'altro, anche da lontano. Ma come vedi, le cose sono andate in modo diverso.
Paolo china la testa. Non ha più il coraggio per guardarti, lo ha finito. E' pentito fino al midollo, amareggiato. Si odia, forse. Anzi. Probabilmente è così e basta.
-Io mi sono operata prima del tempo, e tu hai perso.
-Non sono stato un... un buon esempio... io... avrei solo voluto...
-Paolo, fino alla fine tu mi hai insegnato come si lotta per ambire a ciò che si desidera davvero!
Questa volta alzi la voce, e la meteora bianca d'Italia ti guarda incredulo, ritrovando un barlume di forza nelle ossa esili e sconquassate di fatica immane. E' quella che gli stai dando tu, con i tuoi modi, la tua fiducia ritrovata, la tua mano che cinge la sua spalla e non sa più lasciarla andare. E' la stessa fiducia per cui tanto hai sofferto, brancolato, in passato, e che adesso ti senti pronta a condividere insieme a lui e basta. Lui. Che per te ha sacrificato tutto, ha consacrato un ideale, che in campo oggi si è quasi ucciso. Glielo devi. Gli devi tutto, perché lo ami, e lo sai che senza i suoi sorrisi non puoi stare. Preferiresti tornare cieca. Morire. -Sei tu che mi hai spinta ad operarmi, e sai che avevo paura...
-L'allenatore ti ha fornito i soldi perché tu potessi farlo. Io non ho protagonismo in questa vicenda, e lo sai bene.
-No, Paolo, tu mi hai donato la vista ancora prima che l'avessi...!
Lui ti guarda ancora, scioccato dalla potenza di queste parole forti che ora ti escono dalle labbra timide come un fiume in piena, che spazzano via i timori, le paure sue e tue.
-E non posso accettare di dover vedere i tuoi occhi in questo stato, per cui torna a sorridere!
-Ma io...
-Tu mi hai fatto una promessa e l'hai mantenuta fino alla fine. Lo so che ci hai tenuto troppo, che ancora ci tieni. So quanto ci hai creduto. Ci hai creduto così tanto in me che... che alla fine anche io ho voluto darmi una possibilità. Adesso non essere così rigido con te stesso. Adesso è il momento che anche tu credi in te, perché io di Paolo Bianchi mi fido, nonostante tutto, nonostante tutti, e so che è un ragazzo forte. Dimostramelo.

 

Paolo è senza parole. Non sa trovarle, ci prova ma non ci riesce, imbarazzato, poi arrossisce, le pupille dilatate, il blu lucido degli occhi che trema fragile come trema una foglia quando il freddo arriva a sospirarle di morte nelle vene. Una lacrima gli riga il volto, lo costringe a stringere violento il tessuto ancora sudato dei pantaloncini neri. Tu lo abbracci e lui si lascia coccolare, posando il capo sulla tua spalla gracile. -Ti ringrazio..
-Sono orgogliosa di te, tutta l'Italia lo è.
Lo senti ridere ironico, la tua spalla vibra delle sue emozioni nuove, il suo animo derelitto e stanco, e non puoi far altro che stringerlo più forte. Lui non può far altro che crollare, cedere sotto la potenza del tuo amore.
-Non hai bisogno di sentirtelo dire, sai che è così. Tu sei il mio salvatore, Paolo, ti sono debitrice. E non sarà un maledetto risultato a cambiare quello che io ho conosciuto.        Quello che sei davvero.


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Ciao a tutti, e auguri, Italia !  
Ritorno dopo secoli di assenza causa impegni scolastici - siamo alla fine ormai, questa è la mia unica gioia - con una ship molto particolare, la.....
FideoRushe! E santo cielo, chi se lo sarebbe mai aspettato da me? Odio lui, ma insieme a lei stranamente lo adoro; ho ricominciato di recente il gioco di IE3 incentrato su Bianchi, e devo ammettere che le loro scene sono bellissime, deliziose, piene di feeeels. Questa shot è dedicata a loro, una pair decisamente sottovalutata da tutti- eppure stupenda. E' liberamente ispirata alla versione del gioco, chiaro, non dell'anime, e per questo penso di dover dare delle spiegazioni in quanto mi rendo conto che non tutti ci hanno giocato o sono interessati a farlo: Paolo conosce Lucia su un ponte di Venezia, cieca dalla nascita e con una grande paura di operarsi per tornare a recuperare la vista. Per questo motivo decidono di farsi insieme una promessa: se lui avesse vinto il FFI, lei si sarebbe messa sotto i ferri, niente mezzi termini. Però non sarà così, o meglio, il tutto andrà molto diversamente dall'immaginario di Bianchi. Lei riuscirà sì ad operarsi, anche grazie ai soldi di Ray Dark che, avendole rotto una gamba in un incidente, prontamente le metterà sul conto, ma Paolo perderà contro Hector, perciò la promessa si mantiene a metà. Ora, nel gioco Lucia veramente dimostra di essersi già operata durante la partita Giappone/Italia, per cui Paolo era ancora dentro il torneo, ma io ho voluto cambiare un po' di cosette alla mia maniera :3 ho preferito focalizzarmi sulla squalificazione della Orfeo e giocare sulla promessa spezzata, perché Paolo dimostra di tenerci davvero, davvero tanto, ed è una cosa molto nobile da parte sua desiderare tanto il bene di un'altra persona.
Peccato che il loro legame nell'anime non è stato minimamente inserito. Forse Bianchi mi sarebbe piaciuto di più.

Perché credo nella FideoRushe? Perché Paolo a mio parere da chiari segni di interesse, dal primo momento del gioco all'ultimo. Si preoccupa costantemente per lei, ci tiene al punto tale da voler dedicare un intero torneo alla loro promessa, vorrebbe che Lucia si operasse, insiste per il suo benessere, sacrifica il tempo degli allenamenti per vederla. Insomma, è molto preso nella questione, ne fa un caso personale e ci mette il cuore. Soprattutto, quando muore Ray Dark la stritola di abbracci senza darle spiegazioni di niente, così, di getto. Ecco perché credo in questa pair !

Ultime note: Lucia è più matura nel gioco, naturalmente non stiamo parlando di una bambina, ma di una ragazza. Porterà a Paolo due anni, toh. So che nel doppiaggio italiano Rushe = Lacey, ma Lacey non è un nome italiano, e lei è italiana. Non si può sentire. Per questo ho voluto utilizzare la sua traduzione in inglese, cioè Lucia. Che tra le tante cose è anche il mio vero nome.

 

Detto questo, passate una buona giornata !
Spero di poter tornare presto a pubblicare !

Lila ♥

   
 
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