A Californian story

Prologo

Quella domenica mattina mi ero svegliata più presto del solito, così ne approfittai del bel tempo di inizio maggio e decisi  di andare ,prima delle prove con la band, a correre nella zona Est Cliff Drive che affacciandosi sull’oceano regala meravigliose vedute. Almeno mi sarei rilassata un po’ prima della giornata impegnativa che mi aspettava. Non fraintendetemi io amavo i miei amici, amavo cantare e amavo passare intere giornate in sala prova con loro tra musica, risate e a volte litigi stupidi ma credetemi  era comunque stancante. La band che si chiamava Rollercoaster, in onore della nostra città nella quale nei pressi di Beach Street, al numero 400,si trovava il Beach Boardwalk  una lunga passerella parallela alla spiaggia, in realtà un parco divertimenti con montagne russe, giostre storiche, minigolf, sala giochi, attrazioni per bambini ma anche punti di ristoro e negozi di souvenir;che rappresenta  un’icona di Santa Cruz.La band era abbastanza conosciuta in città, venivamo chiamati quasi tutti i weekend a suonare nei locali più conosciuti, e anche il nostro canale youtube andava forte. Essa era composta da Max,il quale per me è come un fratello, ci conosciamo da piccoli visto che i nostri genitori erano molto amici e stavamo sempre o a casa di uno o a casa dell’altro e insieme abbiamo scoperto di avere in comune la passione per la musica io per quanto riguarda il canto e lui per quanto riguarda la scrittura e la composizione.  Brandon, il chitarrista, era il vicino di casa di Max , il classico bello e tenebroso a cui tutte le ragazze stanno dietro, infatti poteva sembrare uno di quelli a cui bisogna stare lontano ma poi conoscendolo  capisci che in realtà è molto timido e ha un cuore d’oro. Shain, il batterista,  lo conosco da quando all’età di sei anni nel parchetto della scuola mi disse che si era rubato il mio cuore e quindi ci dovevamo sposare.Diciamo che dall’ora a distanza di 12 anni non è che è cambiato tanto… è rimasto il solito sbruffone a cui piace fare lo scemo con le ragazze,ma è anche tanto simpatico e ci faceva fare tante risate, senza di lui non sarebbe stato lo stesso.Clary la mia spalla, la mia migliore amica,  da quando alla scuola di danza ci fecero cantare per la prima volta insieme la canzoncina del Re leone. Clary a parte la musica e il piano amava Max , ormai erano anni che stavano insieme e io non potevo che essere super felice per questo e sperare di trovare un giorno qualcuno che mi avrebbe guardata come Max guardava Clary . Grazie alla scuola di danza poi conobbi anche  Isa e Mel. Loro non erano proprio portate per il canto ma avevano un talento straordinario per quanto riguarda il ballo e ci seguivano in tutte le nostre esibizioni. Io, Clary Isa e Mel eravamo inseparabili. E poi,per finire,come ultima componente c’ero io, beh,che dire di me  sono sempre stata considerata una ragazza fortunata per vari aspetti: avevo una bella famiglia alla quale sono legatissima,composta da me, Natalie Marton, il mio insopportabile e gelosissimo fratello, Seth, più grande di circa sei anni,mia mamma Mary e mio padre Jack.La mia famiglia era molto  ricca, visto che mio padre era il proprietario di quasi tutti gli alberghi della città, e mia madre un noto chirurgo, che abitando in una cittadina turistica come Santa Cruz in California tutti conoscevano. Abitavamo in una casa enorme con tanto di piscina, ranch (visto che un’altra mia passione erano i cavalli ), e un giardino enorme dove c’era un vecchio rudere che  io e miei amici avevamo trasformato nella nostra tanto amata sala prove. Insomma, non potevo certo lamentarmi per la mia vita, sembrava essere perfetta, ma come si sa essa è imprevedibile e non sai mai quello che ti può offrire.Quella mattina, tornata dalla mia corsetta, feci una doccia veloce e mi misi a leggere il nuovo testo della canzone scritta da Max, quando il telefono squillò. Era Mel, strano pensai. Mel era la classica tipa che va a dormire alle cinque della mattina per svegliarsi poi alle due del pomeriggio ed erano appena le nove. Comunque risposi dopo due o tre squilli :”Ma buongiorno! Mi preoccupi, che è successo?” dissi scherzosamente. Mel però non rise, e con un tono abbastanza serio e preoccupato disse soltanto  “Nat dobbiamo andare subito in ospedale Clary si è sentita male stanotte” e attaccò.

Spazio Autrice:
Buonaseraaa, allora da premettere che questa è la mia prima storia su efp, avevo questa idea già da un paio d'anni e ora finalmente volglio provare a condividerla con voi. Fatemi sapere che ne pensate, e se volete datemi anche qualche consiglio!
-blueyes97