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Autore: lisi_beth99    25/04/2019    0 recensioni
Alex Morel si vede strappare la sua tranquilla vita quando un incendio causa la morte di sua madre. Si vedrà coinvolta nel caso, seguito dalla squadra dell'Intelligence di Chicago. Qui incontrerà il detective Jay Halsted col quale instaurerà un legame.
AVVERTIMENTO! Questa storia farà parte di una sorta di collana che seguirà un po' il corso dei classici episodi della serie tv.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay Halstead, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Camminava a passo sostenuto per le vie di Chicago. Quel giorno a lavoro le avevano permesso di uscire prima, fatto eccezionale reso possibile solo dalla sua collega che era arrivata mezzora in anticipo rispetto al solito. Lavorava in un mini market ad Hyde Park, non molto lontano dal museo di scienze; trenta ore a settimana le passava lì. Non era nulla di che ma l’ambiente non era male e il gestore era un tipo ragionevole. Quel giorno avevano portato un paio di muffin presi dalla pasticceria lì vicino, solo perché era il suo compleanno e le sue colleghe l’avevano quasi obbligata a soffiare su una candelina. – I 24 non si compiono tutti gli anni! – aveva esclamato Brenda. Alex le aveva rifilato uno dei suoi sguardi a metà tra il divertito e lo scocciato – Nessun compleanno si compie più di una volta… E non vedo la necessità di tutto questo! – dopo aver compiuto 15 anni non aveva più trovato gusto nel festeggiare, ormai era un giorno come un altro. Nonostante ciò, non si era fatta certo scappare l’opportunità di uscire in anticipo.

Stava pensando a cosa avrebbe trovato una volta tornata a casa quando, svoltato l’angolo, si ritrovò davanti ad uno spettacolo terrificante. Alte fiamme stavano divorando l’edificio in cui lei e la sua famiglia vivevano. Molti degli inquilini si erano riversati in strada, attendendo l’arrivo dei soccorsi. Subito Alex aguzzò la vista, speranzosa di intravedere sua madre o suo fratello, ma nessuna di quelle persone corrispondeva a loro. Sentì il panico montarle nel petto e stringerle lo stomaco con un pugno d’acciaio. Strinse la borsa che portava su una spalla mentre cominciava a correre verso l’ingresso del palazzo.

-Alex! – la voce graffiata della loro vicina la bloccò dal varcare la soglia, si voltò verso l’anziana che si stringeva il cardigan sul petto – Signora Miller! Dove sono? – Alex faticava a respirare dalla paura. – Non sono riuscita a trovare né Monique né Max. Forse erano usciti per comprare qualcosa…- la speranza della donna fece ancora peggio all’agitazione della giovane. – Sono ancora dentro… - sussurrò mentre lasciava cadere la borsa al suolo. In lontananza si sentivano le sirene dei vigili del fuoco ma le fiamme erano già arrivate a coprire quasi metà dell’edificio.

In un secondo aveva deciso. Scattò verso la doppia porta a vetri che portava all’androne delle scale. Si mise il foulard che aveva attorno al collo a coprirle naso e bocca dal fumo e cominciò a correre su per le scale. Fortunatamente il loro appartamento si trovava solo al secondo piano…

Quando lo raggiunse, si trovò davanti le fiamme. Rimase bloccata per qualche secondo. Forse avrebbe fatto meglio a tornare indietro, i vigili del fuoco erano ormai arrivati e sicuramente avrebbero fatto di tutto per tirare fuori le persone da quell’inferno. Ma lei ormai era lì, che senso aveva tornare sui propri passi?
Poi sentì tossire e fu sicura fosse suo fratello. Corse attraverso il corridoio, circondata dalle fiamme. L’adrenalina le stava permettendo di continuare senza pensarci. –Mini! – urlò appena entrata in quello che restava dell’appartamento – Mini! –

Una figura esile spuntò da dietro una parete mezza distrutta e le andò in contro barcollando – O mio dio! – esclamò la giovane abbracciandolo con fare protettivo. Poi lo scostò leggermente – Dov’è la mamma? – dovette urlare per sovrastare il rumore dell’incendio. Il piccolo si guardò attorno spaesato – non… non lo so… Alex… - ma lei non lo lasciò finire – Dobbiamo uscire da qui! – lo prese per la mano e cominciò a correre a ritroso, trascinandosi il fratello lungo il corridoio. L’aria era irrespirabile.

Quando sbucarono sulle scale, quasi si scontrarono con due vigili del fuoco. – Herrmann portali via! – esclamò quello più vicino ai due ragazzi. – Venite! – li incitò il secondo. Senza farselo ripetere, corsero fino all’uscita dove una donna bionda con la divisa da paramedico li condusse verso un’ambulanza parcheggiata poco lontano.

Si sedettero sul marciapiede mentre il paramedico controllava che non avessero riportato danni. Max continuava a tossire tra i vari tentativi di parlare – Tesoro non parlare, peggiori la tosse. – aveva detto ad un certo punto la donna; dalla targhetta che portava, Alex vide che si chiamava Brett. – Ma la mamma… è ancora lì dentro! – esclamò il bambino mentre gli veniva messa una mascherina sul viso – Vedrai che i miei amici la trovano. Tu non toglierti questa però. – era molto gentile e continuava a sorridere per rassicurarlo. Alex era rimasta a fissare l’entrata speranzosa di vedere la madre uscire da un momento all’altro. Il tempo sembrava interminabile. – Tu stai bene? Hai qualche ferita? – domandò Brett alla ragazza. Questa scosse il capo – Sono stata pochi attimi dentro. – rispose atona. Suo fratello si levò la mascherina – Mia sorella è stata come un supereroe! È corsa tra le fiamme per venire a prendermi! – aveva un tono così eccitato che sembrava appena tornato da un parco divertimenti. Alex gli rifilò uno sguardo amorevole, cercando di nascondere al meglio le sue paure.

Beata ignoranza! Pensò il paramedico rendendosi conto che il bambino, di forse dieci anni, non si era ancora reso conto di ciò che era successo e di quello che sarebbe potuto accadere se la sorella non l’avesse portato fuori rischiando la vita.

-Aiutateci! – un vigile del fuoco uscì in quel momento con una donna svenuta fra le braccia. La adagiarono su una barella, era ricoperta di ustioni e di cenere. Un brutto presentimento si impossessò nuovamente dello stomaco di Alex. Si alzò lasciando cadere la coperta che le era stata messa sulle spalle poco prima e si avvicinò alla barella. I due vigili del fuoco si erano allontanati, al loro posto c’erano due paramedici che cercavano di capire la situazione, uno la stava intubando mentre l’altro faceva un rapido calcolo dei possibili danni causati dal fuoco. Quando si spostarono quel tanto da permettere ad Alex di vedere il volto le si fermò il cuore – Mamma… - sussurrò. Uno dei due paramedici la notò – La portiamo al Chicago Med. – disse mentre cominciavano a caricarla sull’ambulanza.
Si sentì tirare la mano e si voltò vedendo lo sguardo spaventato di suo fratello – È la mamma? – aveva le lacrime agli occhi – Sì Mini. Noi andremo da lei appena sarà possibile. – lo attirò a sé e lo strinse in un abbraccio. Doveva essere forte per lui, Max doveva avere una persona su cui fare affidamento. Brett li raggiunse – Venite? Vi dobbiamo portare al Med per degli accertamenti. – e fece loro segno di tornare verso l’ambulanza.

-*-

-Attenzione! Incendio con diverse vittime e intossicazioni da fumo, preparatevi! – la caposala del reparto emergenze stava in piedi al centro della sala pronta ad indirizzare i vari pazienti. La prima ambulanza accostò ed entrarono due paramedici – Dottor Halstead, vada nella due! – ordinò la caposala. Un uomo sulla trentina, barba e capelli arancioni, si avvicinò alla prima paziente entrata in Pronto Soccorso. – Cos’abbiamo? – domandò ai paramedici. Uno dei due cominciò a spiegare – Donna, sulla quarantina, ustioni sul 70% del corpo, incosciente, glasgow 4. – nel frattempo erano arrivati nella sala due dove spostarono la tavola spinale su cui era distesa a donna da una all’altra barella.
Un altro paziente entrò poco dopo – Intossicazione da fumo. – esclamò una dei paramedici – Dottor Choi, sala quattro. – indirizzò Maggie, la caposala. In quel momento entrarono Alex e Max, accompagnati da Brett. – Dottoressa Manning ci pensa lei? – una donna bruna lasciò la cartelletta che aveva in mano e si avvicinò al bambino – Cos’abbiamo qui? – Brett spinse la barella, su cui avevano messo Max, verso una sala vuota – Possibile intossicazione da fumo. Vi lascio nelle mani esperte della dottoressa. – salutò con un buffetto il bambino e si allontanò.

-Faremo alcune analisi. Lei è la madre? – domandò ad Alex. – La sorella. Nostra madre dovrebbe essere stata portata qui da poco… - la donna si ricordò immediatamente della paziente di poco prima, ustioni su gran parte del corpo.

Quando iniziarono a visitare Max, Alex pensò fosse meglio cercare di rintracciare sua madre. – vado a vedere dov’è la mamma. Tu fai il bravo e ascolta quello che ti dice la dottoressa. Io cerco di tornare il prima possibile. – usò un tono dolce, rincuorante, con la speranza di non agitarlo. Scostò la tendina e si ritrovò in una confusione di infermiere e medici. Intravide la caposala e la bloccò – Mi scusi, saprebbe dirmi dove si trova mia madre? Era incosciente e ha ustioni su gran parte del corpo. – la donna le rivolse uno sguardo dispiaciuto – Vieni, ti accompagno. - . E così percorsero parte del reparto fino ad una stanza con la tenda tirata, per impedire la visuale. – Dottor Halstead. – chiamò il medico che stava controllando una cartella – È la figlia della sua paziente. –

L’uomo si avvicinò ma non la fece subito entrare – Deve sapere che ha riportato gravi ustioni su quasi tutto il corpo, le abbiamo dovuto praticare delle incisioni per permetterle di respirare perché il tessuto ustionato non permetteva più ai polmoni di espandersi. Ora è stabile, ma dobbiamo aspettare prima di poter dire se è fuori pericolo. Tra poco la spostiamo nel reparto ustionati, potrà andare con lei. – Alex ascoltò con molta attenzione le parole del medico, metabolizzando ciò che le stava dicendo. – La ringrazio dottore. – disse prima di scostare la tenda ed entrare nella camera.

Monique giaceva immobile, delle bende le rivestivano tutto il busto e le braccia. Era attaccata ad un respiratore, probabilmente perché da sola non riusciva ad assumere abbastanza ossigeno. Rimase ai suoi piedi, ad osservarla. – Mamma… com’è stato possibile? Avrei dovuto restare per cercare di salvarti… - sussurrò accarezzandole una caviglia attraverso le lenzuola.

-C’è bisogno di un medico! – urlò un’infermiera dalla parte opposta del reparto. Alex si voltò per vedere cosa stesse succedendo. La dottoressa Manning corse verso la stanza in cui era stato portato Max. Le si gelò il sangue nelle vene: non poteva succedergli qualcosa! Uscì in velocità e si fermò sulla porta: stavano intubando suo fratello proprio in quel momento. Dovette appoggiarsi alla parete e si costrinse a mantenere il respiro regolare, andare in crisi non sarebbe servito a niente e nessuno.

Nel frattempo in ospedale erano arrivate le altre vittime, nulla di grave: qualche ustione superficiale e diverse intossicazioni di fumo. La signora Miller era seduta su una sedia ed aveva una mascherina per l’ossigeno. Quando vide la giovane sana e salva, le si illuminò lo sguardo –Alex cara. Come stai? Sei stata un’incosciente a lanciarti in quell’inferno! – le prese una mano e la strinse forte – Signora Miller, non occorre farmi una ramanzina. Sto bene… Lei come sta? – non aveva di certo voglia di parlare di come si sentisse in quel momento e di farle sapere di sua madre. Quella donna sapeva essere tanto gentile quanto impicciona e in quel momento non le serviva proprio qualcuno che cercasse di farla parlare.

In quel momento la dottoressa Manning uscì dalla stanza e trovò la giovane – Abbiamo dovuto intubarlo. Il troppo fumo deve aver danneggiato le vie respiratorie. Lo trasferiamo in pediatria così è più tranquillo. Però ci sono ottime probabilità che si riprenda senza conseguenze. – Alex tirò un sospiro di sollievo.



ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti,
questo è un nuovo esperimento. L'idea è quella di seguire un po' l'andamento della serie tv, nel senso che ogni storia avrà al centro Alex Morel ma anche un caso seguito dall'Intelligence.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e, soprattutto, se riesco in questo intento.

Grazie a chi recensirà.
Buona serata
Lisi

 
   
 
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