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Autore: Le_FF_di_Max_Casagrande    25/04/2019    0 recensioni
"Tre storie che voglio raccontare.
La storia di James, e di come l'ho conosciuto.
La storia di Richard e di Nicholas, e di come mai ora sono tanto famosi.
Ma, sopratutto, voglio raccontarvi la mia storia: la storia di Nicholas Aurelion William Scotland Nik Newtoon Artemis Peverell (giuro che non userò più il mio nome per intero.) e di come ho combattuto l'ultima grande guerra magica. Di come sono diventato "l'Auror del tempo", "il romanziere" o, come mi conoscono in molti, "il mago dalle molte bacchette". Questa è la storia del mio combattimento con Artemis, è la storia di quando abbiamo quasi distrutto la scuola (due volte...) e sono, sopratutto, le righe dove vengono raccontati due eventi dimenticati che non devono rimanere tali.
Questa è la storia della Giratempo elementare, e di come ha quasi distrutto l'unico futuro in cui i maghi potevano ancora vivere in pace.
Dedicata a Richard Underhill, Petrus de Bello, Nataly e William Wiliams e alle due streghe più pazze che conosca."
Dai diari di Nicholas Peverel, il padrone della morte.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 9: La guerra nascosta

 

I quattro attendevano con parecchia impazienza. Un nuovo anno ad Hogwarts, e già al secondo giorno ci sarebbe stata una luna piena. Ancora prima di cena si erano appostati non molto distanti la foresta, aspettando l'arrivo di John.

-Dove diavolo è? Non è da lui essere in ritardo.- disse impaziente Nathaniel, che misurava la distanza tra Lazarus e James a grandi passi impazienti.

-Credo che lui più di tutti non sia interessato ad attardarsi.- disse il Tassorosso allungando un sorriso. -Al tramonto mancano ancora almeno un paio d'ore, non credo che la cosa sia tanto pericolosa o ingestibile.-

-Lazarus, ci sono due...-

-Nathaniel, calmati.- sorrise James mettendogli una mano sulla spalla. -Guarda là giù.-

John si stava avvicinando avvolto dal suo mantello. Camminava a piccoli passi, lo sguardo puntato verso il basso, come in una marcia funebre.

-Tutto bene?- domandò perplesso Lazarus, osservando il volto dell'amico, ancora più cupo del solito.

-Io... devo dirvi una cosa...- bisbigliò con un filo di voce, lo sguardo puntato a terra. I quattro si guardarono l'un l'altro preoccupati, chiedendosi cosa potesse essere successo. -Voi siete miei amici, i miei unici amici, avete il diritto di saperlo.-

I tre si avvicinarono incuriositi e James lasciò la bacchetta in tasca. Uno sguardo rassicurante li legava all'amico, alterato solo dalla preoccupazione di quelle parole. -Non preoccuparti, sputa fuori.- incoraggiò il Grifondoro.

-Io sono un medium.- disse tutto d'un fiato. Il battito cresceva insieme alla preoccupazione ogni secondo. Non aveva idea di quello che sarebbe successo dopo quelle parole. Sarebbe tornato ad essere solo, anche se forse Elisabeth lo avrebbe sopportato, costretta insieme a lui nelle notti di luna piena.

-E... quindi?- domandò Lazarus alzando un sopracciglio.

-Che non ci capisca Abbott è normale, ma anche Nathaniel sembra confuso...- commentò James accennando all'amico, con la mano in quella di Elisabeth.

-Be'... insomma... nessuno è amico dei medium.-

-Noi siamo amici di John, non di un medium.-

-La magia non è potente quanto la morte.- ribadì lui, tenendo lo sguardo puntato verso il basso.

-E dopo questa massima direi di andare nella foresta e darci una mossa, non abbiamo molto tempo.-

Dopo le parole di Nathaniel, i quattro si avviarono verso il luogo in cui andavano ogni mese ad attendere il crepuscolo. Fu una “normale” serata, preceduta da una “normale” affermazione decisamente sottovalutata, ma che comunque non fu abbastanza per rompere un'amicizia.

 

Il lavoro alle cucine fu semplificato di molto dagli incantesimi Gratta e netta e Politio, che permisero ai due di cavarsela lavando a mano circa una cinquantina di stoviglie, tra pentole e padelle, a testa. Con le mani ancora doloranti, i due si avviarono verso la Sala Grande, sperando di essere ancora in tempo per trovare qualcosa per cena.

Durante il tragitto, Richard aveva raccontato le sue vacanze all'amico: oltre alla permanenza di quasi due mesi nella fattoria di Newt Scamander, aveva trascorso un bel po' di tempo in campeggio con il padre, in Nuova Zelanda, dove aveva studiato una strana specie di Billywig dalle ali bianche.

-Io sono rimasto in camera mia, facendo il minimo rumore, fingendo di non esistere.- disse semplicemente Nick stringendosi nelle spalle non appena giunto, insieme a Richard, di fronte la Sala Grande. Di tutte le candele solo poche erano rimaste accese, e fluttuavano sopra una piccola porzione del tavolo dei Grifondoro, apparecchiato per due. -Be', di certo non mi sarei mai aspettato che il mio primo appuntamento al lume di candela lo avrei avuto con...-

-Il più bello studente che Hogwarts abbia mai visto?- domandò Richard passandosi una mano tra i capelli, facendoli diventare rosa. Il sorriso perse di veridicità dopo un paio di secondi. -Per il corsetto di Morgana, ci sei riuscito...- bofonchiò dandogli una spinta.

-A fare cosa?- domandò Nick incuriosito, avviandosi verso il tavolo, invogliato dal buon profumo.

-La fai sembrare qualcosa di normale, che diamine!- sbottò l'altro seguendolo. -Abbiamo a che fare con spiriti, ci siamo smaterializzati da una parte all'altra d'Inghilterra e abbiamo lezioni private dal preside in persona che, tra l'altro, vuole vederci tra poco.- Entrambi si sedettero, l'uno di fronte l'altro. -Senza contare che non hai ancora detto a nessuno di... be'... il tuo problemino nel gestire la rabbia.-

-Non so davvero cosa fare, riguardo a quello. Gli attacchi sono diventati meno frequenti, ma comunque ci sono. Nik, uno dei miei elfi domestici, mi da una mano, e gli ho ordinato di non dirlo ai miei genitori, ovviamente.-

-Senti, tornando sul pezzo, mi puoi spiegare cosa è successo alla stazione?- chiese Richard cominciando a servirsi.

-John, quello spirito, oggi mi ha trovato.-

-Trovato? Che vuol dire trovato?-

-Le protezioni intorno alla scuola gli impediscono di entrare, a lui come a tutti gli altri. Io non li sento, quando sono qui, e lui non può sentire me.-

-Aspetta... loro ti sentono?- domandò incredulo.

-Sì, ma non ci ho capito molto. James dice che è come quando sei in una stanza buia e sai di non essere solo.-

-Ok...- sussurrò Richard annuendo, non sapendo cosa pensare. -Quindi... cosa succederà quando uscirai dalla scuola?-

-Non ne ho davvero idea. Insomma... mi ha trovato, quindi potrebbe farlo di nuovo. Adesso sa anche dove cercare.- sospirò cominciando a mangiare accompagnato dall'amico.

Quasi senza rendersene conto, mentre continuavano a fare ipotesi e speculazioni, i due finirono la cena. Richard non perse tempo per dire a Nick che avrebbe dovuto evitare qualche porzione extra del polpettone di zia Tina per qualche tempo. Lui, d'altra parte, non rispose. Ma era vero, stava ingrassando.

-Un'altra preoccupazione che si aggiunge ad una lunga lista.- commentò fermandosi di fronte la porta che li divideva dall'ufficio del preside. Quasi fu grato di ricevere una distrazione. Appena portò il pugno in alto, pronto a bussare, la porta si aprì da sola, rivelando ai due il Ministro rivolto verso il preside. Il primo, al contrario del secondo, non sembrava essere molto calmo.

-Oh, ragazzi, che bella sorpresa.- enunciò Caramell con uno dei sorrisi più finti che i due avessero mai visto.

-Ehm... signore, se preferisce noi due ripassiamo domani mattina prima delle lezioni.- propose Richard mettendo una mano sulla maniglia.

-Oh, non preoccuparti ragazzo, io ed il Ministro abbiamo appena concluso.- sorrise il preside alzandosi. Caramell lo squadrò per un istante, poi decise che fosse meglio non ribattere... per quel giorno.

Si avvicinò a grandi passi alla porta, facendo saltellare la bombetta con le dita. Raggiunti i due ragazzi, però, si fermò di colpo, spostando freneticamente lo sguardo da un paio di occhi all'altro. -Voi due... se lo desiderate, potreste seguire uno dei corsi al Ministero della magia. Li facciamo sia di estate che durante le vacanze invernali. Mandatemi un gufo, senza preoccuparvi.-

-Oh... be'... avremo molto da studiare immagino... ma grazie mille per l'offerta, Ministro, la terremo senza dubbio in considerazione.- mentì Nicholas con il miglior sorriso che riuscì ad usare. Bastò, dato che l'uomo riprese a camminare a grandi passi verso l'uscita, chiudendosi la porta alle spalle.

-Ah, le menzogne. Invisibili e al contempo facili da vedere.- ridacchiò il preside avvicinandosi a piccoli passi. -Ebbene, ragazzi, sono qui per darvi alcuni brevi annunci di inizio anno. Le nostre lezioni continueranno, ma avranno una durata maggiore. Si svolgeranno in cinque ore pomeridiane, il martedì ed il giovedì, senza pause.- guardò i due direttamente negli occhi. -Cominceremo a studiare la magia sotto ogni punto di vista. Ve n'è entrata un bel po' nel corpo dopo il vostro ultimo trucchetto, e non intendo quello di sparire portandovi una banchina della stazione dietro.- ammiccò. -Cercate di non farne altre di bravate come questa. Il motivo me lo spiegherete al nostro prossimo incontro, temo di avere fin troppi pensieri per la testa.- ammise il preside. Nicholas e Richard annuirono. -Il corridoio di destra al terzo piano è zona preclusa quest'anno, soprattutto a voi due. Infine, un avvertimento: quest'anno Harry Potter è arrivato a Hogwarts e, come potevamo intuire, è stato smistato in Grifondoro.-

-I miei genitori lo sapevano.- disse Nick incrociando le braccia. -Tra le fila di Voldemort ci devono essere degli informatori, e molto abili.-

-Non è questo che vi deve interessare. Harry non deve avere il benché minimo sospetto che voi due esistiate.-

-Cosa?!- sbottarono i due all'unisono. -E perché mai?-

-Non vedi l'ora di chiedergli l'autografo?- gongolò Nicholas.

-Oh, sta un po' zitto!-

-Non deve sapere di voi due...- interruppe il preside riattirando l'attenzione di entrambi. -Perché non deve sapere di uno spettro interessato a prendere il possesso di un medium al cui interno scorre più energia magica di Durmstrang. Tutti sanno di Voldemort, e Harry è a dir poco famoso, ma noi, finché possiamo, dobbiamo rimanere nell'ombra. So che vi sto chiedendo molto, e che siete ancora straordinariamente giovani, ma dobbiamo tentare. Forse, con l'Oscuro Signore, possiamo farcela, ma non se si allea con... Salomon, dico bene?-

-Sì, lui.- annuì Nick a capo chino. -Farò del mio meglio, professore.-

-E io gli darò una mano.- sorrise Rick, colpendolo con una spalla. -Non sarà complicato nasconderlo, a patto che si metta seriamente a dieta, altrimenti non basterà l'intero castello!-

-Richard, attento a quello che dici...- avvertì Nick a denti stretti.

-Bene, potete andare.- concluse il preside, tornando verso la sua scrivania. -Ah, Nicholas, un'ultima cosa. Dovresti inviare un gufo a tuo zio, dicendogli dove e verso che ora siete stati attaccati e dove siete apparsi dopo.-

-Perché?-

-Non posso dirvelo. Non perché non voglia, ma non lo so neppure io. Mi ha detto che è di importanza vitale, e se lo dice qualcuno come William Peverell un motivo deve esserci.-

-Scusi, preside.- interruppe Richard. -Ma voi come sapevate dove eravamo? E che non fossimo sull'espresso?-

-Mi ha avvertito proprio lui.- rispose il professore, alzando le spalle di pochi millimetri. -Buona notte.-

-'Notte 'notte...- salutò Nicholas uscendo dall'ufficio.

 

Era sera tarda ormai a Central Park, e Nick e Will camminavano lentamente. Il primo teneva la bacchetta alzata, con la punta ben illuminata, il secondo fissava la luce meravigliato, per poi rendersi conto di dover cercare un grosso e mostruoso ragno, distrarsi con la luce e ripetere il procedimento più volte.

-Esattamente, come facciamo a capire che il... l'animale è il suo?- domandò Will. -Potrebbe essere ovunque.-

-Non ci sono molti alberi a New York, lui ne cercherà qualcuno per la tela. E poi non credo ci siano molti altri che lasciano le proprie acromantule scorrazzare per la città. Ora che ci penso, credo di essere l'unico ad averne addomesticata una...-

-E come diamine hai fatto?-

-Con carne, tantissima...- sospirò rabbrividendo. -Questo freddo non va bene. Tengo due dissennatori solo per esperimento... dannazione, deve star scappando.-

Will si era fermato alcuni metri indietro, con gli occhi spalancati alla destra di Nicholas. -Ehm... Peverell...-

-Non adesso... non ci voleva. Non ho la minima idea di cosa possa fare un dissennatore a piede libero...-

-Nicholas, io...-

-All'appello non dovrebbe mancare molto: il lethifold, l'occamy, Bolla...-

-NICK!- sbottò sottovoce.

-Cosa c'è?- chiese il mago sottovoce, sgranando gli occhi non appena vide il punto indicato da Will. Una grossa ragnatela univa i tronchi di due tronfi e alti alberi. Era abbastanza fitta da non permettere di vedere cosa si nascondesse dall'altro lato, ma entrambi riuscirono facilmente a sentire le otto zampe calpestare l'erba umida. -Oh... be', sì, quella è opera di Sully. Resta dietro di me.-

-Tranquillo, non avevo la minima intenzione di andare avanti.- disse con fare rassicurante posizionandosi alle sue spalle.

Nick si avvicinò a piccoli passi, attento a fare il minimo rumore. Camminava pericolosamente vicino la ragnatela. -Non toccarla.- sussurrò. -È in grado di immobilizzare un elefante, figurarci una persona.- spiegò fermandosi di fronte l'albero di destra. Si sporse di qualche millimetro oltre, tenendo la bacchetta indietro, quando la vide. Si riparò immediatamente, cominciando a prendere respiri profondi e lenti. Nonostante tutto, non sembrava molto turbato. -Bene, è lei. Devi rimanere fermo, ho un paio di tecniche per riportarla dentro la valigia.- e la posò a terra.

-Quindi, quanti ne mancano?- sussurrò Will, senza la minima intenzione di sporgersi per vedere.

-Intanto pensiamo a prendere lei, poi faremo il conto.- sorrise con fare rassicurante. Si sporse di nuovo, ma questa volta, quando ritornò indietro, aveva gli occhi sgranati e non sembrava voler rimanere calmo.

-Cosa è successo?-

-Hai presente quando vedi un ragno in soggiorno, vai a prendere una ciabatta per farlo fuori e quando torni non c'è più?-

-Certo.-

-Be', adesso il ragno è grande cinque metri per quattro.- aggiunse voltandosi verso Will, con il sorriso di chi vuol cercare di fare buon viso a cattivo gioco. Ci volle però poco più di un secondo perché gli occhi si aprissero ancora di più.

-Non dirmelo, è dietro di me, vero?- chiese William afflitto.

-Oh sì.-

 

-Nick, so che hai un orgoglio, ma non verrà intaccato se torniamo indietro a chiedere al professor Silente la parola d'ordine.- sospirò Richard esasperato, guardando la signora grassa dal basso verso l'alto. -La prego, non può lasciarci passare?-

-Mi dispiace ragazzo, ma se non avete la parola d'ordine...-

-Sì, sì, è la quarta volta che lo dici, ho capito.- brontolò. -Non puoi usare i tuoi poteri da medium e farci aprire da qualche fantasma?-

-Richard, non credo tu abbia capito come funzioni...- commentò in un sussurro.

-DOVE SIETE STATI?!- A parlare era stata Nataly, sgusciata fuori dal ritratto proprio in quel momento. -Vi ho aspettati, entrambi, sul treno e a cena, fino a quando non ho visto l'edizione serale della Gazzetta del profeta.-

-Come sapevi eravamo noi?- domandò Nicholas.

-Vediamo... hanno quasi fatto sparire una stazione ferroviaria... mi ricordano due miei conoscenti che per poco non si smaterializzano portandosi dietro Hogwarts!- rispose lei facendo finta di pensarci sopra.

-Possiamo entrare e basta? Siamo entrambi molto stanchi.-

-Vorrei ben vedere.- borbottò la ragazza entrando, seguita dai due. Il caldo accogliente della sala comune li investì entrambi, e Nick, per la prima volta dopo un bel po', si sentì contento nel pensare di essere tornato a casa. -State bene?-

-Sì, solo stanchezza. Non è l'incantesimo più semplice del mondo.- disse Richard voltandosi verso l'amico, che era però scattato verso il tavolo di fianco la finestra.

-Chi l'ha portata qui?- domandò indicando una piccola e sottile valigetta adagiata sulla sedia.

-Credo gli elfi domestici, come sempre. Lo fanno con tutte le valige.- rispose Nataly confusa da tanto stupore.

-Quest'anno hai deciso di viaggiare leggero?- ridacchiò Richard.

-L'aveva presa Piton quando ci ha trovati, ma non è mia. Me l'ha data un tipo strano a Diagon Alley, neanche lo conoscevo.- spiegò analizzandola da fuori. Sembrava una normalissima valigetta ventiquattro ore in pelle nera, con nulla di strano o appariscente.

-Be', aprila, tenerla chiusa mi sembra uno spreco.- disse Richard avvicinandosi.

Nick fece quanto detto, facendola scattare, e l'aprì lentamente. Non c'era molto, causa anche del problema di spazio. Per prima tirò fuori una vecchia pergamena rovinata, piena di pieghe e piccoli strappi ai margini, senza neanche un punto d'inchiostro sopra. -Strano...- commentò.

-Eri per caso a corto? O vuoi affrontare il professor Piton con abbastanza materiale per prendere appunti, quest'anno?- domandò ironica Nataly.

-Te l'ho già detto, non è mia.- ripeté lui infilandola nella tasca del cappotto blu scuro. -Non ci scrivo di certo sopra, secondo me c'è qualcosa che nasconde. Servirebbe... un incantesimo. Troverò qualcosa in biblioteca.- Poi tirò fuori il secondo oggetto. Era un mantello grigio argento, che cadendo a terra formava un mucchio di pieghe lucenti. -Lo indossava il tizio che mi ha dato la valigetta.- affermò Nick mostrandolo agli altri due.

-Vediamo come ti sta, almeno buttiamo via quell'orribile cappotto.- ridacchiò Richard mentre Nicholas se lo gettava alle spalle. Non appena però il tessuto grigiastro lo ricoprì completamente, pochi attimi prima di mettersi il cappuccio, Nick si fermò, incuriosito dagli occhi sgranati dei due.

-Che c'è?- domandò.

-Per la barba di Merlino...- sussurrò Nataly, senza parole.

-Nicholas, potresti guardarti allo specchio?- chiese lentamente Richard, indicandone uno alle sue spalle.

Il ragazzo si voltò, non capendo nulla di quella situazione. Era una specie di scherzo? Guardando verso il basso non gli sembrava che quel mantello gli stesse bene. Anzi, lo ingrassava ancora più di quanto il cappotto già non facesse. Ma appena incontrato il proprio sguardo nello specchio, anche lui si ritrovò le palpebre completamente contratte e gli occhi il più aperti possibili: il suo riflesso non c'era, ma solo una testa che fluttuava a mezz'aria. -Oh.- borbottò Nick, comprendendo pienamente lo stupore degli altri due.

-Questa è ufficialmente la cosa più figa che io abbia mai visto. Finalmente un Peverell con un mantello dell'invisibilità, non mi sembra vero.-

-Ma che fai? Lo tieni? Dovresti consegnarlo alla professoressa McGranitt.-

-Scordatelo!- esclamarono i due all'unisono. -È senza dubbio più utile nelle sue mani.- continuò Richard.

-Potremmo entrare tutti e tre qui dentro.-

-Non se continui a mangiare come hai fatto oggi al...-

Nick tirò il mantello in faccia all'amico, più che seccato di sentir parlare di quell'argomento. Si voltò un'ultima volta verso la valigetta, estraendone uno strano oggetto: un piccolo pezzo di legno intagliato e dipinto raffigurante una coccinella, non più grande di un paio di centimetri. La osservò per alcuni secondi sotto la luce fioca delle candele e del fuoco del camino, senza però trovare nulla di strano nella piccola statuetta. -Voi sapete cos'è?- domandò agli altri due, che si limitarono a scuotere la testa.

Da quel punto in poi, ci fu silenzio per lo più: Richard e Nicholas avevano passato molto tempo nelle cucine e il secondo doveva ancora scrivere allo zio. Erano stanchi, e a Nataly non servivano i suoi poteri empatici per capirlo. Si limitò a tenergli compagnia e, dopo aver dato la lettera al gufo reale e aver rimesso tutto all'interno della valigetta, Nick andò a dormire insieme agli altri due. Un nuovo anno a Hogwarts li stava aspettando, ma le domande non si erano fatte scrupoli ad arrivare subito.

   
 
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