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Autore: James Harry    27/04/2019    1 recensioni
Suor Angela ha fatto una follia: preso con sé il piccolo Mattia, si è andata a nascondere da Pietro, il medico. Ora lei è alla macchia, in preda ad una crisi di vocazione e di fede, e come se non bastasse anche Pietro rischia di essere incriminato, per complicità nel sequestro di minore! Lorenza (nome di suor Angela prima dei voti) sarà capace di accettare il fatto che a volte la vita ci porta a prendere strade che non avevamo previsto? In fondo, forse c'è ancora un modo per tornare all'Amore... abbandonarsi all'amore!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Suor Angela
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTORE: ed eccoci alla fine di questa breve fanfiction, spero sia piaciuta. Da parte mia, è stato divertente scriverla per farmi due risate con un'amica... e però anche un bel modo per riflettere sul fatto che a volte l'amore può trasformarsi e ciononostante (o forse proprio per questo) sopravvivere: le cose non sono sempre bianche o nere. 



Era stato un pranzo piuttosto sobrio (una pasta) e silenzioso, almeno all’inizio. Poi, forse per riempirlo, Lorenza aveva acceso la TV sul telegiornale e quindi avevano passato alcuni momenti gradevoli a sparlare della Brexit prima e di Salvini dopo. Pietro stava lavando i piatti, quando lei ruppe il silenzio: 
  • “Dicevo sul serio, prima… mi dispiace di essermene andata via senza darti grandi spiegazioni”.
Pietro alzò le spalle, e lei continuò: 
“Il fatto è che la nostra conversazione di ieri mi ha aiutato molto a schiarirmi le idee e così volevo fare ciò che andava fatto e parlare con suor Costanza, prima di… prima di affrontarti, diciamo”. 

Lui la ascoltava, sempre chino sulle stoviglie, e rispose con un grugnito. Così lei riprese.

“Ho riportato Mattia a suo padre, chiedendo perdono e ringraziando per il fatto che non mi avesse denunciata alla polizia. Nico è un bravo ragazzo, benché un padre codardo, e mi ha perdonata. Porterà comunque il bambino in comunità d’accoglienza e a quel punto io…”

Esitò, poi aggiunse, con decisione:

“…Io sarò pronta, per domandarne l’affido”.

Per poco a Pietro non cadde un bicchiere per la sorpresa: 
  • “Tu cosa?!”
  • “Chiederò l’affido del minore, vorrei poter diventare sua mamma. Lo so, non sono più giovanissima e non sono sposata… ma lui già mi riconosce, e Nico ha assicurato di mettere una buona parola e…”
  • “Ma potrai farlo? Cioè, come suore ovviamente potreste forse adottarlo come comunità, benché non penso sia il massimo, ma non credo tu possa diventarne propriamente la ‘madre’, cioè…”
Lei lo guardò in silenzio per un attimo, poi spiegò: 
  • “Per allora, non sarò più suora. Potrò essere solo… sua madre, Lorenza”.
I piatti giacevano nel lavabo ancora mezzi da lavare, ormai abbandonati: Pietro era andato nuovamente verso la credenza degli alcolici. Stavolta ci voleva un Whisky. Sedette nella poltrona di fronte al divano dove si era seduta lei e versò un bicchierino ad entrambi. Solo dopo il primo sorso, abbondante, si azzardò a tornare a guardarla e a risponderle. 
  • “Naturalmente, se pensi che sia la cosa giusta, non posso che appoggiarti. Penso che potresti essere un’ottima madre… d’altronde, lo sei stata in questi giorni, con Mattia! Lui è un bambino speciale, spero davvero che tutto vada come vorresti…”
Lei gli rivolse un sorriso timido e accennò ad un grazie, borbottando un “anche tu te la sei cavata bene, con lui”. Pietro ne fu lusingato, ormai si era piuttosto affezionato al bimbo, ma preferì domandare altro:

“C’è solo una cosa che ancora non capisco… non hai detto di essere tornata a pregare, ieri? Perché dunque abbandonare la tua vocazione?”
  • “Ma è proprio qui che entri in gioco tu, Pietro!”
Il suo cuore perse un colpo. Guardò la donna, che gli sorrideva divertita, consapevole di averlo spiazzato.
  • “In… in che senso, c’entro io?” Chiese.
  • “Ho ragionato molto su quel libro che mi hai citato l’altra sera, i Fratelli Karamazov. Lo so che non è la stessa cosa che leggerselo, ma su Wikipedia ne ho trovato il riassunto. Mi ha molto colpito il finale. Vedi… il minore dei fratelli, quello seminarista, alla fine non diventa monaco”.
Pietro, che si ricordava bene la fine e non capiva cosa c’entrasse col discorso di prima, la interruppe:
  • “No, trova l’amore, lascia la sua chiesa e Dio…”
Lei lo interruppe a sua volta:
  • “Ti sbagli! Lui non lascia la sua chiesa, né lascia Dio. Continua ad essere credente, ad amare Dio, e tuttavia si innamora anche di una donna”.
Fece una pausa, quasi ad invocare la forza per andare fino in fondo. Poi riprese: 

“Io sono stata una suora felice. Davvero. Tuttavia, in mezzo a tante peripezie, in un momento in cui non sentivo più la presenza di Dio, ho finito per innamorarmi di un amore terreno. All’inizio lo credevo alternativo a quello per il Signore, pensavo fosse l’ennesima cosa che mi allontanava da Lui. Ora non la penso più così… Ora penso che l’amore, se è amore, ci riconduce all’Amore: amo ancora il Signore, Pietro, ma adesso anche attraverso il volto speciale di un bambino, di Mattia, e… forse non solo il suo”.

Pietro alzò lo sguardo: Lorenza lo guardava.
 
          THE END




NB alcune letture che spiegano il titolo della storia e ne sostengono l'impianto filosofico/teologico: 
https://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_576_testo.htm
https://www.augustinus.it/italiano/commento_lsg/omelia_07.htm
http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaD/Dostoevskij_02.htm
   
 
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