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Autore: Ghillyam    28/04/2019    7 recensioni
5 fasi per 5 personaggi ossia come affrontare il dolore della perdita.
[Dal testo]
Non dovrebbe incazzarsi, eppure non può evitare di sentirsi così, soprattutto quando non ci sono missioni da settimane, soprattutto quando è passato quasi un anno da quel giorno di merda. Doveva fare l’eroe, lui, non poteva lasciare quel compito alla donna volante o al dio fuori forma, certo che no.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mourning
 
Negazione
 
No, no. No no no no no no… Non sta accadendo davvero, è solo tutto un enorme – niente affatto divertente – scherzo.
Sono tutti così tristi che anche lui si sente in dovere di tenere gli occhi bassi e di mordersi la lingua per impedire al solito fiume di parole di fuoriuscirne, ma Peter lo sa, sa che il signor Stark – Tony! Lo ha chiamato per nome finalmente – è lì da qualche parte, in attesa della sua epica entrata in scena. Partirà una canzone degli AC/DC e Tony atterrerà nella sua armatura, in viso la tipica espressione beffarda perché «Ehi, sono per me quelle facce lunghe? Che onore.»
Ma Pepper sta piangendo e l’ultima volta che zia May lo ha abbracciato in quel modo è stato quando… No, no, non è la stessa cosa. Però l’odore di carne bruciata e lo sguardo opaco che il suo mentore gli ha rivolto sono indelebili nella sua mente: come è possibile che non siano riusciti a salvarlo? Si sono abbracciati, stava bene, e la loro è una tecnologia troppo avanzata per lasciar morire Tony, giusto?
Peter lo sa, sa che nel momento in cui le cose si sono aggiustate è andato tutto così maledettamente storto da non poterci fare niente, ma è difficile non cercarlo tra tutti quegli smoking eleganti e lo è ancora di più quando perfino un ologramma lo illude che lui sia ancora insieme a loro. No, semplicemente non può essersene andato perché hanno ancora un sacco di cose da dirsi e lui è appena diventato un Avenger e, e… farebbe semplicemente troppo male.
 
Rabbia
 
«Sei un bastardo. Un figlio di puttana, ecco cosa sei. Prendi, sparisci, ti fai una famiglia e mi lasci da solo a occuparmi di tutto il casino. Qualche telefonata, un paio di inviti a pranzo… ma chi pensavi che fossi? Di certo non l’ultimo arrivato. Cazzo, Tones, non ci si comporta così. Ma io già lo sapevo che eri uno stronzo.»
Forse prendersela con la prima fotografia che gli è capitata a tiro non è la miglior valvola di sfogo, ma ridurre in pezzi l’armatura di War Machine lo sarebbe ancor meno. Chi la riparerebbe dopo?
«Fanculo – urla – Fanculo te e tutto il resto.»
La cornice si spezza quando la lancia contro la parete e i vetri si disperdono a terra. Cristo, ora gli toccherà anche pulire.
Non dovrebbe incazzarsi, eppure Rhodey non può evitare di sentirsi così, soprattutto quando non ci sono missioni da settimane, soprattutto quando è passato quasi un anno da quel giorno di merda. Poteva anche rimanerci schiacciato sotto le macerie, a nessuno gliene sarebbe fregato qualcosa; tanto, chi l’ha sempre aiutato a rialzarsi, il disturbo l’ha tolto. Doveva fare l’eroe, lui, non poteva lasciare quel compito alla donna volante o al dio fuori forma, certo che no.
E se potesse farlo, ora glielo spaccherebbe in testa quel fottuto guanto, così impara a voler essere sempre il primo della classe; ogni tanto, gli direbbe, si può anche stare in disparte, non serve buttarsi nella mischia. Ma Tony non lo ascolterebbe comunque, e Rhodey lo sa perfettamente e questo lo fa decisamente incazzare.
 
Elaborazione
 
È dura, lo è ogni giorno.
Lo è quando ha una voglia irrefrenabile di sottaceti, ma il barattolo nuovo di cetriolini non ha alcuna intenzione di lasciarsi aprire.
Lo è quando sui disegni di Morgan campeggia la scritta, in una grafia ancora incerta e irregolare, per papà.
Lo è quando la notte è costretta ad andare a dormire sul divano perché il loro letto è troppo grande per ospitare soltanto lei.
Però Pepper sta imparando come vivere di nuovo e ce la sta mettendo davvero tutta per riuscirci nel migliore dei modi: è consapevole del fatto che, all’ora di cena, non dovrà più litigare perché il tavolo è ricoperto da progetti e attrezzi che dovrebbero stare dappertutto tranne che lì, e sa che non ci saranno più lotte per il telecomando – anche se alla fine lasciava sempre vincere lei – e le battute sarcastiche o gli improvvisi pianti notturni non faranno più parte delle sue giornate. Allora prova a vedere il lato positivo: apparecchiare la tavola non sarà più un’impresa, forse Morgan riuscirà finalmente a vedere la fine di un film senza le mezz’ore perse per scegliere quale guardare e magari lei potrebbe dormire per otto ore consecutive, al centro esatto del letto.
Se fosse tutto così facile i gruppi di sostegno per persone in lutto non sarebbero mai stati inventati, pensa Pepper, ma non è nel suo stile permettere alle tragedie di sopraffarla e Tony glielo ha ripetuto così tante volte, ne era così certo, che, anche se fa un male cane, lei ci deve provare. Per lui.
 
Depressione
 
Adesso capisce come deve essersi sentito Thor in quella baracca fatiscente a Nuova Asgard e, pensandoci, qualche videogioco non dispiacerebbe nemmeno a lui. Il fatto che non riuscirebbe comunque ad alzarsi per potervi giocare non lo tocca minimamente.
A volte gli piacerebbe ubriacarsi, lasciare l’alcool in circolo così da impedirsi di pensare, ma è perfettamente a conoscenza del perché ciò non sia possibile. Di tanto in tanto una seconda alternativa lo stuzzica: Banner e l’Altro di nuovo separati per permettere al suo cervello di spegnersi, trasformandosi in una grossa bestia verde fuori controllo. Ma anche questa non è più una strada percorribile e la cosa non fa che andare ad aggiungersi alle altre mille che gli opprimono il petto; è un peso così forte che nemmeno lui può sperare di vincerlo.
Non gli è rimasto nessuno con cui parlare, nessuno che possa aiutarlo: Steve se ne è andato per la sua strada, Thor è partito insieme al resto dei Guardiani, Clint è impegnato a rimettere in piedi la sua famiglia, Tony e Nat… È proprio di loro che avrebbe bisogno, di almeno uno dei due se non altro, ma entrambi hanno messo al primo posto l’intera umanità e come può lui fargliene una colpa? Però l’ha fatto, lo fa tuttora e il senso di colpa è tanto grave che non sa se riuscirà mai più ad alzarsi dal suo letto fuori misura.
Bruce vorrebbe tirare fuori le palle – in coro risuonano le voci di Natasha e Tony – e fuggire da quel buco nero, ma non è sicuro di essere in grado di farlo.
 
Accettazione
 
«Allora, com’è questo cheeseburger?»
«Buofiffimo, grafie.»
«Mi fa piacere, piccola. Pulisciti la faccia però.»
Happy si stupisce tutte le volte dell’entusiasmo che Morgan mette nell’addentare quel concentrato di calorie e grassi come se non ne avesse mai mangiato uno prima, e la trova una cosa davvero adorabile.
L’ha fatta diventare una loro tradizione, gli sarebbe dispiaciuto il contrario, e come ha capito già da un po’ di tempo l’ha fatto per lei tanto quanto per se stesso. È un promemoria, un promemoria del perché la possibilità di avvelenarsi con certe schifezze sia ancora presente: il mondo è un posto più sicuro e Tony ha voluto che fosse così per lei, per sua figlia. E Happy ha bisogno di ricordarlo di tanto in tanto perché il sacrificio di Tony non è stato invano e lui vuole averlo ben chiaro nella mente e vuole che anche Morgan lo sappia. Così la porta a mangiare cheeseburger e a bere Coca-cola e intanto le racconta di suo padre, di quello che ha fatto e di quello che non ha fatto, le parla di Iron Man e, sì, anche di qualche segreto che le ha fatto giurare di non rivelare mai a Pepper –non vorrebbe essere buttato fuori da casa loro a calci, le dice sempre.
Insieme ridono tanto, e a volte piangono ma lo sanno tutti e due che va bene così, che sono lì per una ragione e che quella ragione voleva bene a entrambi. Morgan sta vivendo la vita che Tony desiderava per lei e per Happy è un onore poter osservare mentre ciò accade.
 
 
 
NdA: premettendo che alla fase cinque non ci sono nemmeno lontanamente vicina e che il mio cuore si è polverizzato come Thanos a quello schiocco di dita, vi ringrazio se siete arrivati a leggere fino a questo punto. Spero di aver reso giustizia ai personaggi e di aver trattato nel modo giusto la questione, in caso aveste bisogno di supporto psicologico io sono disponibile anche perché serve molto anche a me. Vi amo 3000, baci.
   
 
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