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Autore: Flos Ignis    28/04/2019    3 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Prologo



Era una strana sensazione venire svegliati dai raggi del sole, considerando che per tutta la vita era stato abituato a essere buttato giù dal letto da un allarme demoniaco o dalle urla dei suoi fratelli che pretendevano attenzione. Tra le due possibilità, la prima era meno allarmante se si chiedeva ad Alexander Lightwood.

Alec era il maggiore di quattro fratelli ed era fermamente convinto che l'istinto di protezione che provava nei loro confronti prima o poi l'avrebbe portato a una morte prematura - o a una crisi di nervi, non ne era ancora del tutto certo -, ma non li avrebbe scambiati per nessuno al mondo.

Si portò una mano sul viso, scacciando gli ultimi residui di sonno per riattivare correttamente il cervello, registrando con stupore il fatto di essere solo tra quelle lenzuola di seta color borgogna. 

Con gli occhi ancora socchiusi per abituarli nuovamente alla luce del giorno, sormontati però da una piccola ruga di confusione e delusione - non che avrebbe mai ammesso ad alta voce che il suo primo desiderio, appena sveglio, fosse ricevere un bacio dal suo scintillante fidanzato stregone - mosse le mani dall'altro lato del letto, ma come aveva già capito Magnus non c'era. 

Forse, a ben pensarci, più che i raggi del sole era stata l'assenza del calore dell'altro uomo a destarlo. 

Alec sospirò, un po' sconsolato, ma non c'era nulla di cui potesse effettivamente lamentarsi senza diventare ipocrita: era capitato così tante volte che fosse lui a dover scappare di tutta fretta la mattina presto, a volte anche prima del sorgere del sole, lasciando il suo ragazzo ancora addormentato senza avere il tempo neppure di salutarlo come si deve, limitandosi a un semplice biglietto di scuse affrettate... Non era solito trovarsi dall'altra parte, ma era capitato un paio di volte che Magnus venisse contattato per qualche emergenza da Catarina, sua vecchissima amica e strega come lui, per un consulto magico. Non aveva motivo di preoccuparsi, sapeva che se si fosse trattato di qualcosa di pericoloso Magnus avrebbe trovato il modo di avvertirlo.

Una piccola fitta di ansia lo colpì comunque, nonostante tutti i suoi ragionamenti logici, per cui decise di alzarsi in fretta: rimanere in quel letto senza il suo uomo gli metteva sempre una buona dose di ansia spietata che gli mozzava il respiro, ma per qualche ragione quella mattina il senso di abbandono era più pungente e amaro del solito.

Dirigendosi in cucina, per cercare di scacciare il malessere che non voleva saperne di lasciarlo in pace decise di concedersi una colazione come si deve, una volta tanto, dato che aveva la mattinata libera. 

Preparò il caffè e se lo bevve come se fosse la sua prima e fondamentale fonte di vita, scottandosi persino la lingua per la fretta di svegliarsi del tutto. Poi, sentendosi un po' meglio, si dedicò a uova e bacon, decidendo anche di saltare in padella dei pancake che poi cosparse di miele e sciroppo d'acero.

La pace del loft di Brooklyn mise abbastanza buon umore al Cacciatore da farlo persino fischiettare mentre stava ai fornelli, riflettendo sul fatto che non era da lui mangiare di prima mattina, ma per una volta decise di fregarsene. E poi, il suo fidanzato era decisamente un gran goloso, per cui avrebbe apprezzato tutto quel cibo una volta tornato, specialmente se aveva fatto uso abbondante di magia.

Sentendosi soddisfatto per la sua opera, si mise seduto e prese la sua porzione di pancake, gustandosela per qualche minuto.

Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.

Cosa diavolo gli stava succedendo? 

Non era un cuoco ai livelli di sua madre, ma decisamente non era neppure un caso disperato come sua sorella Izzy, famosa per la sua cucina disastrosa che avrebbe ammazzato persino un demone drago.

Decise di buttare via tutto, probabilmente gli ingredienti erano andati a male o qualcosa di simile.

La nausea decise di dargli tregua dopo un po', ma la testa non smise di girare neppure per un momento, aumentando il malessere con il quale si era svegliato.

Alec imprecò mentalmente contro tutti i principi dell'Inferno, quello aveva tutta l'aria di essere un principio di emicrania con i controfiocchi.

Cercò di prendere qualcosa da bere per scacciare il sapore di veleno che si sentiva in bocca, ma un capogiro più forte degli altri lo colse impreparato, facendogli urtare un bicchiere di succo d'arancia che cadde sul tappeto persiano che Magnus tanto adorava, spargendone il contenuto sul morbido pelo colorato che formava complicati mandala indiani.

Alec ci mise un attimo a realizzare di essere caduto sopra quei disegni che aveva osservato così stranito appena pochi giorni prima, quando Magnus aveva riarredato casa per l'ennesima volta, ma quando lo fece era già troppo tardi.

Aveva perso i sensi prima di accorgersi di qualsiasi altra cosa, persino dell'urlo spaventato che aveva lanciato qualcuno a pochi passi da lui, sulla soglia dell'appartamento.




 
  
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