Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lmpaoli94    01/05/2019    1 recensioni
Nella sua casa in mezzo alla città, Aramis si sentiva molto solo.
Nemmeno la compagnia dei moschettieri riusciva a metterlo su di morale.
Dentro di lui il suo segreto lo stava corrodendo.
Solo il suo capitano conosceva il suo timore, ma in un giorno come tanti non poteva mai credere che la sua vita potesse prendere un pericolo inaspettato.
Aramis doveva guardarsi dietro le sue spalle, soprattutto dai suoi più grandi nemici…
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Charlotte, sveglia immediatamente il moschettiere. >
< Ma è ancora molto presto, Philippe. Lascialo dormire ancora un po’. >
< Non se ne parla nemmeno. È già rimasto qua sotto più tempo del previsto. >
< Ma perché ti comporti in maniera così cinica? >
< Non voglio nemici nel mio territorio. Quando lo capirai? >
< Aramis non è un nostro nemico! >
< Smettila di contraddirmi! O lo sveglierai tu, o lo farò io. >
< Non vi preoccupate, Philippe. Sono pronto per partire > fece Aramis già in piedi e già ben vestito.
< Molto bene. Adesso andatevene e non fatevi più vedere. La gente della Corte dei Miracoli non sopporta vedere gente come voi nel loro territorio. >
< Lo capisco benissimo… D’accordo, me ne andrò. Grazie ancora per tutto quello che avete fatto per me > replicò Aramis con tono serio.
< Aramis… >
La voce di Charlotte lo bloccò in mezzo alla piazza dove i mendicanti erano pronti per una nuova giornata di lavoro.
< Non ascoltate le parole di quell’avido contadino che ho per marito. Rimanete ancora qui con noi. >
< Non posso, Charlotte. Devo compiere la mia missione. Sono già fin troppi anni che porto con me questo fardello. >
< Charlotte, cosa stai facendo? Lascialo immediatamente andare. >
< Andate, Charlotte. Vostro marito vi chiama. >
< Ma se avrete bisogno di aiuto? >
< Saprò cavarmela da sola. >
< Ma le guardie di Richelieu non attenderanno altro che farvi un agguato e rinchiudervi in prigione. >
< Cercherò di dimostrare la mia libertà… Addio, cara Charlotte. Non vi dimenticherò mai. >
Nel mentre Charlotte fissava Aramis lasciare la piazza della Corte dei Miracoli, anche tutti gli altri abitanti si erano fermati per fissarlo nella sua camminata lenta che l’avrebbe portato fuori dal loro nascondiglio.
< Che cosa state facendo? Riprendete subito il lavoro! > tuonò Philippe.
< Sei un uomo senza cuore. Come puoi trattarci così? Aramis non ci avrebbe tradito. >
< Ah sì? È così che la pensi? Allora perché non te ne vai anche tu, Gerard? Ci faresti un grande favore. >
< Non osare parlarmi in questo tono. Qui sotto non sei tu il capo. >
< Ah no? Chi ha costruito tutte le baracche in cui state lavorando? Chi ha costruito le case in cui tutti voi state abitando? Sono stato io. Io solo con le mie forze. >
< E allora?! Nessuno te l’ha chiesto! > replicò una donna in mezzo alla piazza.
< Se vogliamo, possiamo tornare tutti in superficie. Mentre tu rimarrai qui sotto da solo in completa solitudine. >
< Allora cosa aspettate? Andatevene immediatamente e non fatevi mai più il vedere. >
“Adesso voglio vedere se avranno il coraggio di lasciare il loro lavoro e la loro casa.”
Ma dopo essersi guardati a vicenda per alcuni secondi, tutti gli abitanti della Corte dei Miracoli si riversarono in piazza per lasciare il nascondiglio.
< Che cosa diavolo state facendo, stupidi che non siete altro? >
< Ci riprendiamo la nostra libertà offuscata dalla tua dittatura > replicò Gerard che stava guidando la folta popolazione uscire dalla Corte.
< Non osate andarvene, altrimenti… >
< Non sei in vena di minacce, Philippe. Ormai rimarrai solo. Solo come un cane. >
Appena la piazza si svuotò, Philippe rimase incredulo.
Tutti l’avevano abbandonato.
< Charlotte, tu sei… >
< No, Philippe. Mi rifiuto di abitare con un senza cuore come te. Addio. >
Preso dallo sconforto, Philippe iniziò a gridare contro la sua gente.
< Va bene, andatevene pure! Ve ne pentirete amaramente! Parola mia. >
 
 
Una volta uscito allo scoperto, Aramis si sentì più sollevato di prima.
La luce del sole aveva fatto largo ad una bellissima giornata.
Mentre si guardava intorno con circospezione, vide che non c’era l’ombra delle guardie di Richelieu.
Camminando verso il palazzo del suo capitano, vide con grande sorpresa che la giovane moschettiera era seguita da un’immensa folla.
< Ma cosa… >
< Credevi davvero che ti avremmo lasciata da sola? >
< Charlotte! Ma voi… >
< Non potevamo rimanere sotto lo stesso nascondiglio di quel maledetto di Philippe. Nel suo cuore scorre l’odio verso i più ricchi di lui. Ed esso non vuole capire che tutti i ricchi non sono crudeli come sembra, anzi… >
< Sono contento che voi pensiate questo > replicò Aramis abbracciando la donna.
< Dimmi Aramis, dove te ne stai andando? >
< Vado verso il palazzo del mio Capitano. Devo dire ai miei amici chi sono realmente. >
< Bene. Se per voi non è un problema, potremmo accompagnarvi. >
< Ne sarei lieto. >
< Allora andiamo! >
Ma nel mentre continuarono il loro percorso assieme, un folto esercito del Cardinale Richelieu li stava sbarrando la strada.
< Finalmente sei uscito da quel buco di fogna, Aramis > fece Milady con disprezzo.
< Sì, Aramis. Vi stavamo aspettando. Sguainate le spade, soldati! >
Un migliaio di soldati erano pronti per combattere.
< La vostra accusa di alto tradimento non vi lascia nessuna speranza. O venite con noi, o combattete contro di noi. A voi la scelta. >
< Sapete che vi dico? Non posso arrendermi proprio ora dopo che ho deciso di non nascondermi più da voi. >
< Allora preparatevi. Non avete nessuna speranza contro di noi. >
< Questo è tutto da vedere > s’intromise Charlotte < Aramis non è da sola. >
< Sì. Può contare con la popolazione della Corte dei Miracoli > ribatté Gerard.
< Un gruppo di mendicanti e di storpi? Povero Aramis. Vedo che siete caduto molto in basso. >
Aramis si era molto innervosito a causa delle parole di Milady e del Conte, ma non per questo riuscì a perdere la sua calma.
< Sì, davvero una persona di puro squallore. > replicò Philippe che si era alleato con gli uomini di Richelieu.
< Philippe… Che cosa significa? >
< Non potevo rimanere in disparte dopo che tutti voi mi avete abbandonato. Ed è grazie a me se gli uomini di Richelieu sono venuti a conoscenza delle vostre intenzioni. >
< Maledetto. Ci hai tradito. >
< No! Siete voi i primi ad avermi tradito! Ed io questo non lo posso tollerare. >
In mezzo alle vie di Parigi, si stava preparando una guerra contro la popolazione della Corte dei Miracoli.
Una guerra che avrebbe portato a centinaia di morti se non fosse stata per la saggezza di Aramis.
< Fermatevi! Non vi permetterò di combattere a causa di mia! >
< Ma Aramis, cosa… >
< Charlotte, non posso sopportare che voi tutti moriate per me. Questa cosa riguarda solo me. Me e nessun altro. >
< Ma voi non ce la farete mai da sola contro quell’esercito. È da pazzi! >
< Sono convinto che anche le guardi di Richelieu capiranno il mio stato d’animo. >
Mentre Aramis stava cerando di placare una guerra inutile, D’Artagnan, Porthos e Athos accorsero in aiuto del suo compagno.
< Aramis! Finalmente ti abbiamo ritrovato! > replicò Porthos abbracciando il suo compagno.
< Ma dov’eri finito? Quando non ti ho trovato nella tua abitazione, mi sono subito preoccupato > mormorò D’Artagnan.
< Eravamo tutti preoccupati per te > ribatté invece Athos.
< Mi sono nascosto nella Corte dei Miracoli insieme a tutte queste persone. È grazie a loro se questa notte ho avuto un riparo. >
< Vi ringraziamo anche da parte nostra per aver aiutato il nostro amico. >
< Figuratevi. L’abbiamo fatto con piacere > rispose Charlotte.
< Adesso basta parlare! > tuono il Conte Rochefort < Abbiamo una guerra da combattere. Abbiamo parlato fin troppo. >
< Non ci sarà nessuna guerra nella mia città. >
La voce perentoria del Re Luigi XIII scosse l’aria e tutti i presenti che si preparavano a combattere.
Una volta sceso dal suo cavallo accompagnato dal Cardinale Richelieu e dal Capitano De Tréville, tutti i sudditi si inchinarono dinanzi al sovrano.
< Che significa questa storia? Qualcuno di voi mi vuole spiegare? >
< E’ a causa mia se si stava preparando questa guerra > fece Aramis inchinandosi di fronte al Re.
< Aramis? Ma cosa centrate voi? >
< Volevo difendere il mio onore e il mio segreto, maestà. >
< Quale segreto? Non capisco. >
< Sono una donna, maestà. >
La confessione di Aramis turbò incredibilmente tutti coloro che erano all’oscuro del suo segreto.
< Ho ingannato tutti, vostra maestà… A cominciare dalla maestà vostra e dai miei amici. Dovevo vendicare l’assassinio di mio padre… Ma dopo che anche lui ha ricevuto la stessa sorte di mio padre, non ho avuto il coraggio di confessare a nessuno di questo mio gesto. >
< E’ vero che nessuno sapeva di questo segreto? >
< No, maestà > replicò il Capitano < Io ho sempre saputo tutto… Perdonatemi. Se vorrete punirmi in qualsiasi modo, accetterò la vostra punizione come meglio credete, maestà. >
Dopo la confessione di Aramis e del Capitano De Tréville seguirono alcuni secondi di silenzio e di riflessione dal parte del Re.
< Non ci sarà nessuna battaglia e nessuna punizione, Capitano. >
< Che cosa? >
< Alzatevi immediatamente > ordinò il Re < Sono molto fiero di voi, Aramis. Per tutto quello che avete dovuto sopportare e quello che avete dovuto fare per arrivare ad essere quella che siete oggi. Il vostro gesto vi fa onore. >
< Vi ringrazio, maestà. È bello sentirvelo dire. >
< Soldati, ritornate tutti al mio palazzo > ordinò il Cardinale.
Dopo che ebbero ubbidito, Milady e il Conte Rochefort rimasero destabilizzati dal momento che si era venuto a creare.
< Più tardi faremo i conti > fece il Cardinale fissando con sguardo carico d’odio Milady e il Conte.
< Richelieu, spero che non siate state voi ad organizzare una simile follia. >
< Assolutamente no. Ma gli artefici verranno puniti, ve l’assicuro. >
< Molto bene. Questa situazione non deve mai più succedere. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Chiarissimo, maestà. >
< Oltre ai vostri soldati, scortate quel traditore di un contadino. Non voglio mai più vederlo. >
< Maestà, ma io non ho fatto niente! >
Ma il sovrano non sentì ragione, Arrestando il traditore della Corte dei Miracoli tra gli assensi della loro gente.
 
 
Dopo che la folla di parigini erano tornati nel loro nascondiglio, Athos, Porthos e D’Artagnan si riunirono accanto ad Aramis.
< Ragazzi, perdonatemi se non vi ho detto il mio segreto prima. Avevo troppa paura… >
< Non ti devi giustificare > replicò Athos < Ti capiamo benissimo. >
< Anch’io avrei fatto la stessa cosa, Aramis > ribatté Porthos.
< Ragazzi, sguainate le spade. >
< Uno per tutti, tutti per uno  > dissero in coro in quattro moschettieri pronunciando il loro detto e rinforzando un’amicizia che non si sarebbe mai sciolta fino alla loro morte
   
 
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