Brucia
la notte
Brucia la notte,
di sangue il cielo di aprile.
Silenzio di preghiera
e occhi fissi lassù,
dove arde l’inferno.
Brucia la Nostra Signora,
bruciano le lacrime
sul viso di Parigi.
Arde la cattedrale delle cattedrali
e con lei si fa cenere la Storia.
Note dell’Autrice
Questa
brevissima poesia è nata in seguito al disastroso incendio
di Notre-Dame, lo
scorso 15 aprile. Ho passato ore a guardare trasmissioni di
approfondimento per
seguire in tempo reale ciò che stava succedendo a Parigi e
più sentivo i
cronisti e gli specialisti parlare, meno riuscivo a credere a
ciò che era
successo.
Sono stata
in Francia dieci anni fa in gita scolastica. Ricordo perfettamente le
sensazioni provate di fronte a una delle cattedrali più
famose del mondo, all’emozione
di entrare quasi con timore in un simbolo che avevo sempre e solo visto
nei
film e nei cartoni animati. Perciò vedere il fumo levarsi da
quel tetto è stato
più di un colpo al cuore. È stato, come ho
scritto nell’ultimo verso, quasi
come vedere la Storia bruciare e collassare con esso. Non ho potuto non
pensare
che, in tempi bui come questi, quel fuoco devastatore fosse un presagio
di
sventura.
Notre-Dame
ha visto nascere e morire decine di generazioni che hanno riso e
pianto, amato
e odiato, lottato e fatto la pace ai suoi piedi. Ha assistito a tutto
questo
senza essere mai intaccata. Perciò fa male rendersi conto
che nel 2019 sia
stato un banale cortocircuito a ferirla. Colpita probabilmente dalle
stesse
persone che volevano finalmente procedere a un restauro.
Quindi,
seppur in ritardo, voglio consegnarle un omaggio sentito dal profondo
del
cuore, con la speranza che torni a vegliare su Parigi più
splendida di prima.