Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: Khailea    02/05/2019    0 recensioni
Dal testo:
"-E un'altra cosa...mi scusi molto per non averla avvertita subito...c'è qualcun'altro a cui ho chiesto aiuto...-
Questo sicuramente era un tasto molto più dolente. Preoccuparsi solo per sé era molto più facile, non conosceva le capacità del collega in questione e nemmeno la sua affidabilità, quindi la cosa iniziava ad esser più rischiosa del previsto.
-Posso sapere chi sia?-
-In verità non ne sono certo, ma ha la mia parola della sua assoluta forza. Non mi ha dato modo di sapere chi fosse, penso un mercenario.-"
(I personaggi usati appartengono al gruppo di role Werewolf's Shadow, si muovono all'interno del continente di Fiore, ambientazione di Fairy Tail, ma in un ambiente rivisitato ed inventato dal gruppo)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci si può perdere in molte cose.
In una strada, nei propri pensieri, negli occhi di qualcuno, perfino in una tazza di caffé.
Un nuovo giorno a Rookbow doveva ancora iniziare, ma già qualcuno era ben sveglio.
Questo qualcuno per la precisione era una donna dai neri capelli, che le arrivavano a metà della schiena. La pelle era bianca come la neve ed i suoi occhi erano di un vispo color giallo dalle piccole pupille rosse, mentre le sottili labbra al momento non esprimevano alcuna emozione.
Un tratto distintivo subito notabile erano i suoi numerosi piercing, uno al sopracciglio sinistro, uno al labbro e ben quattro all'orecchio sinistro, tutti in ferro nero.
Era vestita in maniera molto semplice, una camicia bianca dalle maniche arrotolate fino al gomito, dei pantaloni marroni e degli stivali neri.
La donna, di circa ventiquattro anni, era seduta sola ad un lungo tavolo di legno, sorseggiando da una tazza bianca un caffé con latte.
Sembrava essere in uno stato di tranquillità assoluta, nonostante il suo viso paresse allo stesso tempo profondamente serio ed immutevole. Non una parola era da lei pronunciata, eppure guardandola si sarebbe potuta dire in grado di parlar di molte cose, forse non tutte così piacevoli.
Si trovava all'interno di una gigantesca stanza la cui porta principale aveva scolpita alle due ante il volto di lato di un lupo dai denti affilati. Il pavimento era formato da delle tavole di legno mentre le pareti erano in pietra grigia, ed appese a quest'ultime si trovavano delle bandiere con lo stesso simbolo della porta. Nel lato sinistro della stanza si poteva tovare un lungo bancone di legno di quercia alle cui spalle, su vari scaffali, si trovavano ogni genere di bevanda. Dietro a questo stava lavorando una giovane donna dai capelli e dagli occhi azzurri, vestita con un abito scollato da cameriera ed avente delle orecchie ed una coda da gatto che muoveva ritmicamente.
La maggior parte dell'illuminazione era data poi da un candelabro al centro del soffitto e da dei fuochi azzurri che svolazzavano nei punti più distanti, ma non c'era alcun tipo di finestra per mostrare l'esterno, solamente il portone e delle scale a chiocciola, non molto distanti da un caminetto in pietra, che portavano sia a dei piani superiori che inferiori.
Seduti ai tavoli nella stanza si trovavano anche altre persone, ad esempio un uomo alto e muscoloso dai corti capelli marroni, dal viso coperto da una maschera di cuoio e che portava un cappello da cowboy. Vestiva con dei pantaloni verde chiaro, alla cui cintura erano appese due fodere per una pistola, una stretta maglia marrone ed alle spalle uno scialle rosso fuoco. Accanto a lui c'era poi una ragazza, anch'essa dai capelli marroni ma gli occhi azzurri, che aveva tra i capelli un fiocco rosa. Vestiva con un top bianco ed una gonna arancione, ma il tratto di maggior distinzione erano delle orecchie ed una coda da gatto, al quale era appeso un fiocco rosso.
C'erano poi anche un'altra donna, questa dai rossi capelli e gli occhi azzurri, che indossava una maglia blu e dei pantaloni neri, ed una invece dai capelli viola chiaro, che le coprivano parte del viso e uno degli occhi azzurri, che però non nascondevano delle corna demoniache. Il suo prosperoso corpo era coperto appena dall'abito scollato che portava, ma la cosa non sembrava dispiacerle, sul fianco teneva poi legata una lunga spada.
Per quanto tuttavia fossero tutti eccentrici ed intriganti, per il momento ci si può concentrare solo sulla donna dai capelli neri, ancora intenta a bere.
Il suo nome era Ailea Moore, la Master della Werewolf's Shadow, una gilda di maghi.
Esatto, maghi. Esseri umani dotati di poteri magici che, per aiutare coloro senza tale dono, avevano deciso di creare dei gruppi per ovviare al problema, ovvero le gilde.
Ciascuna di loro era formata da vari membri e possedeva un nome diverso per distinguerle, erano oltretutto capitanate da dei Master che regolavano le loro azioni e tenevano conto di tutte le missioni portate a termine, infatti con il passare del tempo i loro aiuti erano diventati a pagamento, ma solo per garantirne la sopravvivenza.
Tutte loro dovevano comunque seguire un certo tipo di comportamento stabilito dall'alto consiglio della magia, formato dai maghi più saggi e potenti che avevano stabilito tra le gilde non ci dovessero essere degli scontri aperti che potessero causare danni ai civili, e che non si potesse accettare missioni di assassinio o furto. Chiunque l'avesse fatto sarebbe stata considerata una gilda illegale.
Le gilde erano sparse in gran numero in tutte le città di Fiore, un regno misterioso in cui erano presenti anche strani esseri.
Vent'anni prima però le cose non erano precisamente così, si possedeva in verità una vasta conoscenza sia del regno che dei suoi abitanti, ma durante quegli anni ci fu una guerra con il temuto mago nero Zeref, un uomo della cui storia si è completamente all'oscuro e perfino delle sue motivazioni, ma che possedeva un potere magico talmente forte da farlo sopravvivere al di là dei secoli.
Zeref giunse da un regno creato da lui stesso ed attaccò Fiore sostenuto da maghi possedenti altrettanta forza, una tra loro in particolare utilizzò una magia che cambiò la conformazione dell'intero continente, ed al termine della guerra in cui fortunatamente si uscì vincitori le persone furono costrette ad adattarsi alla loro nuova casa.
Vennero sia ricostruite numerose città che create di nuove, si scoprirono perfino dei regni sconosciuti vissuti in delle zone inesplorate, che venute però allo scoperto a causa di quella maga divennero parte integrante di Fiore.
Tra le varie città, in ogni caso, c'è anche Rookbow, che certamente costituiva una grande eccezione nell'intera Fiore. Infatti in questo luogo il numero dei criminali è talmente alto da costituire la maggior parte della popolazione, e siccome è stato rilevato sia impossibile scacciarla tutta si è accettato di lasciarli agire in quello spazio.
La loro presenza però ha portato anche le gilde al suo interno ad adeguarsi ai vari tipi di missioni, spesso tutt'altro che lecite, e così nonostante altrove sarebbero considerate illegali loro invece non lo sono, anche se fuori da Rookbow devono attenersi ai normali regolamenti del consiglio.
Rookbow è situata all'interno di una gigantesca foresta ed è costituita da sei piazze principali, cinque agli estremi che le danno quindi la forma di un pentagono ed una al centro, ciascuna con proprie caratteristiche che la rendono unica.
A comandare sono i cosiddetti Boss, maghi con un tale potere da poter soggiogare chiunque, perfino il sindaco nominato dai cittadini, che tuttavia fa solo da specchio per le allodole.
I Boss hanno lo scopo comune di voler far sopravvivere Rookbow ad ogni costo, e per questo evitano vada a deteriorarsi nella propria struttura, anche per tale motivo quindi hanno stretto dei patti tra loro e tra le gilde stesse.
Tale patto consisteva in una pace a determinate condizioni, anche se naturalmente venivano rispettate di rado, ma sempre in segreto per non crear danni.
Si sarebbe potuto vedere la città quindi divisa in vari territori e sotto-territori.
In ogni caso la gente si era ormai abituata, non che avesse scelta in realtà visto che non potevano andarsene.
Rookbow infatti era stata maledetta fin dalla sua nascita, chiunque fosse caduto in un debito non avrebbe potuto scappare da quel luogo per un lungo periodo senza perdere la vita, a meno che non sciogliesse il debito.
Si poteva quindi evitare la città ad ogni costo, tentare di liberarsi dei debiti o rassegnarsi all'eterna dannazione, come avevano fatto in molti a dire il vero.
Il numero delle gilde nella città, come in qualsiasi altra, era notevole, e tra loro certe avevano delle discussioni su quale fosse la più forte, ma tra queste c'era sicuramente, appunto, la Werewolf's Shadow.
Questa è situata nella zona ovest della città, nascosta tra le strade tramite una potentissima magia che impedisce di vedere in realtà il reale edificio, di cui compare solo una piccola porticina di ferro con il suo simbolo, ovvero il profilo di un lupo, e tramite cui si può passare solo avendo il marchio della gilda, che per ogni membro simboleggia l'appartenenza ad essa.
Per questo motivo non ci sono finestre nella grande salone principale, ma non è così male, e sempre grazie alla magia la sede è in realtà così grande che ad un certo punto sono presenti perfino delle finestre.
Tutto era assolutamente tranquillo, almeno fino a quando proprio davanti ad Ailea non iniziarono a comparire dal nulla delle minuscole fiamme viola, che andarono ad unirsi formando poi delle strane parole, o per meglio dire delle rune decifrabili solo da coloro che erano in grado di leggerle.
Naturalmente non fu l'unica a notarle, ma tutti rimasero fermi fino a quando il messaggio non terminò.
Mentre Ailea con calma leggeva, e terminava il proprio caffé, le si avvicinò la sua compagna dai capelli viola.
-Da parte di un ammiratore Master?-
-Lavoro, Yume.-
Rispose l'altra sorridendole calma, il carattere dell'altra era ben noto a tutti. Le piaceva divertirsi in un modo particolare e senza riserve, quindi vedeva spesso situazioni simili anche dove non ve n'erano, e quello era il caso.
-Bene signori, vi auguro una buona giornata.-
Così dicendo la bruna s'alzò dal tavolo dirigendosi verso una zona seminascosta della stanza vicino al bancone, in quel punto infatti si trovava una porticina nascosta dietro ad una tenda di velluto viola.
Tra le varie missioni che arrivavano ad ogni tipo di gilda alcune erano generiche, e quindi chiunque poteva prenderle, altre richiedevano specifici poteri o persone, ed in quest'ultimo caso soprattutto se i committenti lo desideravano potevano chiedere un incontro con i maghi.
Proprio a ciò serviva la stanza in cui la donna stava per entrare, nessuno poteva passare se non per incontrarsi con un committente, ed allo stesso modo questi non potevano entrare se non a missione accettata. Solitamente grazia ad una magia solo i possessori del marchio potevano entrare, ma quel punto faceva eccezione e vi si poteva accedere tramite una magia di teletrasporto attivabile in base al volere del Master.
In ogni caso, chiunque avesse richiesto i servizi della loro gilda, certamente era in buone mani...
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Khailea