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Autore: diphylleia_    02/05/2019    0 recensioni
"Da che avesse memoria, Scarlett non aveva mai provato vere emozioni, o un solo brivido che le scuotesse il cuore e le portasse gioia [...] Il suo spirito somigliava di più a un giorno d’autunno dal cielo grigio e pesante, in cui la pioggia non si mostra e tutto resta uguale a se stesso, in attesa." Nel tentativo di superare il proprio disagio esistenziale, Scarlett si getta a capofitto in attività edonistiche; proprio quando è a corto di idee per provare emozioni forti, la sua migliore amica Sky la invita in campeggio con dei suoi amici, dove le conoscenze che Scarlett farà la porteranno ad esplorare nuovi lati di se stessa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Max, Scarlett, Sky, Trent, Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Tra Scarlett e Sky era calato un silenzio teso. La rossa si sentiva punta sul vivo dal discorso accorato della sua amica sui propri sentimenti; l’asiatica, d’altro canto, era ancora ferita dalla scortesia della sua compagna. A un certo punto, come per istinto, Scarlett prese tra le mani i folti capelli e sollevò leggermente le braccia, in modo da portare la chioma dietro il proprio collo e legarla nella consueta coda bassa; tuttavia scoprì, nel mezzo dell’azione, di non avere l’elastico con sé. Lasciò scrosciare le ciocche fiammeggianti lungo la propria schiena e si chinò leggermente, per poi mettersi a tastare il materasso attorno a sé.
- Che cerchi? - Chiese timidamente la corvina, chinandosi appena anche lei.
- L’elastico... - Sbuffò la sua interlocutrice, mentre prendeva e indossava i propri occhiali, rimasti accanto al borsone da quando era tornata in tenda. - Non lo trovo... -
All’improvviso, Scarlett si rimise diritta e puntò lo sguardo su un punto indefinito, mentre torturava le punte dei propri capelli per l’irrequietezza: si era ricordata che Max glielo aveva sfilato, la sera prima. La rossa scosse con forza la testa e strabuzzò gli occhi, come per scacciare dalla propria testa l’immagine dei filamenti scuri stretti attorno al polso del ragazzo.
- Non ne hai uno di riserva? - Domandò con cautela Sky.
La ragazza scosse leggermente la testa e scostò le lenzuola che le coprivano le gambe: - M-mi sarà caduto al falò... - Affermò più per convincere se stessa che per dare spiegazioni all’asiatica che, nonostante Scarlett continuasse a dimenticarsene, tendeva a carpire al volo i pensieri della sua amica.  
- Non ne fare un dramma. - Sorrise dolcemente la corvina mentre poggiava una mano sulla spalla della rossa. - Inizia ad andare al falò, così puoi cercarlo. Io ti raggiungo tra qualche minuto. -
 
Naturalmente, Sky aveva mandato Scarlett da sola per un motivo preciso. Aveva intuito che Max avesse il laccio della ragazza con sé ma aveva evitato di cercare di costringere la diretta interessata ad ammetterlo; si era piuttosto affidata alla possibilità che il viola e la rossa s’incontrassero durante il lasso di tempo che Sky avrebbe trascorso senza la sua migliore amica al seguito.
Sembrava più una roulette che un solido piano per assicurarsi che Scarlett facesse chiarezza sulla situazione che si era venuta a creare con il ragazzo: quante probabilità c’erano che s’incrociassero? Quante che succedesse proprio al falò? Quante che tirassero fuori l’argomento?
Essendo un’atleta, Sky era abituata ad affidarsi all’oggettività del talento e non a qualcosa d’impalpabile come la fortuna: questo dimostra quanto dovesse sentirsi disperata quando, esattamente cinque minuti dopo, l’asiatica gattonò fuori dalla tenda e s’incamminò per raggiungere la giovane.
Agitata com’era, la ginnasta cercò di concentrarsi su altro: focalizzandosi su dettagli sparsi dell’ambiente che la circondava, si accorse di come il campeggio fosse quasi deserto, nonostante fosse primo pomeriggio. Immaginò che molti suoi compagni stessero ancora dormendo, sfiniti dalla festa della sera prima.
Tuttavia, un vociare indistinto strappò alle sue congetture Sky, che si rifugiò dietro un albero per ascoltare meglio.
- Fammi capire, non hai davvero niente da dire su quello che è successo ieri? - Mormorò una tremante voce maschile, difficile da riconoscere a causa dell’amarezza di cui era velata.
L’attacco che seguì fece gelare il sangue alla corvina: - Quante volte vuoi sentirtelo ripetere? Ti ho detto di no. - Era la prima volta che sentiva Scarlett parlare in tono così crudele. - O almeno, niente di quello che vuoi sentirti dire. -
- Che significa...? -
- Significa che hai dato troppa importanza a... quella cosa. -
- Perché, a te non frega niente?! -
- ... No, non me ne frega niente. -
Diverse cose passarono per la mente di Sky, mentre un silenzio costellato di respiri instabili andava occupando tutto lo spazio circostante. La prima fu che doveva restare nascosta. La seconda era che intervenire non sarebbe servito a nulla. La terza era che sicuramente Scarlett aveva la situazione sotto controllo.
L’atleta elencò velocemente una seconda volta questi tre punti nella sua mente, mentre emergeva dal suo nascondiglio gridando: - Ehi! Che cazzo stai facendo, Scarlett? -
Il suo urlo, come una freccia scoccata dall’arco, trafisse l’atmosfera fino a raggiungere la rossa, che si voltò di scatto. - Sky...? - Articolò a fatica. Sul viso di Scarlett iniziarono ad alternarsi una serie di colori curiosi: prima la sua pelle sbiancò, poi la zona attorno ai suoi occhi si fece più scura, infine una chiazza cremisi iniziò a spandersi sulle sue gote.
Mentre la canadese si disperava per essere stata colta in flagrante, Max prese la parola, incalzando la nuova arrivata in maniera ostile: - I tuoi genitori non ti hanno insegnato che chi si fa i cazzi suoi campa cent’anni? -
Ad ogni modo, Scarlett lo interruppe con un timbro vocale a dir poco terrificante per quanto era lento e basso: - Si può sapere cosa ci facevi nascosta là dietro? -
Sky dovette fare appello a tutta la propria forza per non mostrarsi intimorita: - Ti avevo detto che ti avrei raggiunta. -
- Ah, e per fare cosa? Perché volevi metterti in mezzo a ciò che mi riguarda, come fai sempre? Perché volevi avere il controllo sulla situazione? - La rossa sollevò di nuovo il viso contratto in un’espressione di rabbia, rivelando gli occhi verdi velati di lacrime. Sembrava che volesse aggiungere qualcosa, però dalle sue labbra schiuse non uscì alcun suono se non un vago rantolo.
Sky cercò allora uno sprazzo di complicità nello sguardo di Max, che però era puntato verso terra, incastonato al centro di un’espressione di fastidio e tristezza. Gli occhi del punk si sollevarono solo per osservare in modo imperscrutabile Scarlett, che aveva ripreso a osservare il terreno, incurvata su se stessa. In un istante, Max sembrò superare il rancore che lo stava separando dalla ragazza e cercò di richiamare la sua attenzione accarezzandole il braccio; a dispetto della dolcezza che quel gesto tradiva, la rossa allontanò la mano del giovane con una spallata, mentre dichiarava con lo stesso tono d’astio: - Io me ne vado. -
- Cosa? - Esclamarono gli altri due, sconcertati nell’osservarla mentre si allontanava.
- Lasciatemi in pace. -
- Non se non mi dici dove stai andando! - Ribatté la corvina, afferrandola per un polso. In una frazione di secondo, Scarlett si divincolò e sbraitò: - Oh, si può sapere che cazzo hai che non va?! Ti ho detto di lasciarmi stare! -
Il viola cercò una disperata forma di mediazione mugugnando, fisicamente lontano dalla rossa: - Scarlett, ti prego... -.
La sua preghiera non sortì alcun effetto. La ragazza non degnò di uno sguardo i due e, senza aggiungere altro, si diresse all’uscita sul retro, alzando man mano il passo, fino a correre. Lo sguardo di Sky schizzò dalla figura della sua migliore amica, che si era ridotta a una rapida pennellata in mezzo agli alberi, a quella del giovane, immobile, con lo sguardo perso.
Per la prima volta, dopo molto tempo, Sky poteva definirsi spaventata. - Che fai, non la segui...? - Piagnucolò, afferrando una spalla del punk.
In realtà, il motivo per cui si stava rivolgendo a lui era un altro: in quel frangente, l’asiatica era consapevole di non poter far nulla per la rossa. Si era creato uno strappo tra Scarlett e Max, e solo quest’ultimo avrebbe potuto ricucirlo, o quantomeno tentare.
Prima che il viola avesse il tempo di rispondere, un’altra voce interruppe la concitata conversazione: - Invece mi sa che non farà proprio niente. -
Si girarono contemporaneamente, sincronizzati, verso la fonte del rumore, situata alle loro spalle: Heather si osservava le unghie, appoggiata a un pino poco più dietro, come se fosse stata lì per tutto il tempo, nonostante nessuno dei tre avesse idea che si fosse avvicinata così tanto. I due amici non riuscirono a pensare né a sentirsi stupiti, tanto il discorso della ragazza riempiva il momento e le loro menti: - Avete dei modi di fare veramente idioti. Lasciatela stare e basta, no? Soprattutto tu, Sky. - La provocazione di Heather si fece più affilata, quando questa inquadrò la migliore amica della rossa. - Stai sempre dietro a Scarlett come se fosse una bambina dell’asilo. “Dove vai” di qua, “cosa fai” di là, “sono preoccupata”, cose del genere. Quando ti accorgerai di quanto tu ti metta in mezzo alle sue decisioni e sia assillante sarà troppo tardi, perché l’avrai già persa. In fondo sei stata tu a trascinarla qui. - In un primo momento, l’atleta spalancò gli occhi per la sorpresa, come se si fosse appena resa conto di tutto ciò, quindi li abbassò, mordendosi leggermente il labbro per impedirsi di piangere.
- E tu, invece... - L’invettiva di Heather si spostò su Max, che sosteneva il suo sguardo con aria tenace, e si sciolse in una risata di commiserazione. - ... tu invece sei un inetto, cazzo! Non riesci a farti una ragazza senza combinare tutto questo casino con lei e con noi. Dì un po’, quanto puoi essere disperato per affezionarti alla prima ragazza che si dimostra minimamente interessata a te? Le persone come te rimangono sole. E comunque non hai neanche le palle di andare a cercarla. -
Sulle prime, Max continuò a fissarla, quasi senza respirare, per come la tensione schiacciava il suo diaframma; dopo qualche secondo, il punk sorrise, divertito come se si trovasse di fronte a un ventriloquo. Lentamente mosse qualche passo in direzione di Heather, si fermò di fronte a lei, quindi diede un pugno al tronco dell’albero su cui lei stava appoggiata, rimanendo con il braccio teso, come a volerla circondare.
- Mettiamo in chiaro un paio di cose, stronzetta viziata. - La risatina del viola vibrò d’inquietudine. - Innanzitutto, non mi conosci, quindi evita analisi palesemente sbagliate e psicanalizza te stessa, se proprio ti diverti così tanto in questo modo. -
Heather se ne stava lì, rattrappita contro la corteccia, nella quale affondava le unghie affilate, con la pelle d’oca e un mezzo sorriso soddisfatto tracciato in volto, come se stesse ottenendo da Max proprio ciò che voleva. Quest’ultimo alla fine si allontanò dall’albero e indietreggiò di qualche metro, voltandosi verso Sky e guardando alle sue spalle, per ricostruire il percorso compiuto dalla rossa pochi minuti prima.
- E poi... Sono io a dover sistemare le cose con Scarlett. Quindi sono io a decidere come farlo. - Affermò a voce piena, dando definitivamente le spalle alle due giovani. - Permettiti di nuovo di mettere bocca sulla situazione tra me e lei e ti stacco quella lingua da serpe che ti ritrovi. - Concluse, cominciando a correre verso l’uscita posteriore del campeggio. Mentre schizzava via, strizzò fiduciosamente l’occhiolino a Sky, senza aggiungere l’altro. Era come se il discorso di Heather lo avesse motivato a prendersi le sue responsabilità e comportarsi come avrebbe dovuto, costringendolo a guardare dentro se stesso.
 
(( Minchia sto capitolo era più atteso della nuova stagione di Game of Thrones. O almeno credo. Era da novembre che alcuni miei amici mi chiedevano sempre "eh ma bakchai 16?" e io "eh bakchai 16"
Il succo è che ci ho messo mesi a scrivere sto capitolo e l'ho finito solo stasera. Così. A caso. Perché mi sentivo attiva.
Per i motivi di cui sopra non è molto lungo come capitolo né particolarmente curato, ma alla fine era un po' un capitolo di transizione, quindi sticazzi.
E come canzone ho messo "Do I wanna know?" degli Arctic Monkeys, che anche se è sputtanata è una bella canzone e ci stava per fare un po' di pathos. 
Ascoltate la canzone, leggete il capitolo e vabbé dai avete capito ))
   
 
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