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Autore: Red Saintia    03/05/2019    10 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Tempio della dea della Luna era un luogo accessibile a pochi. Non era sua consuetudine ricevere visite, a meno che non fossero state espressamente richieste.
Sua sorella però aveva affrontato un lungo viaggio per giungere in quel luogo, non sarebbe andata via senza vederla e soprattutto senza esporle la sua richiesta. Bardata ancora nella sua armatura divina, Athena spalancò le porte del sacro Tempio. I suoi passi erano accompagnati solo dal monotono e continuo scorrere di cascate d’acqua che avvolgevano l’intero mausoleo al centro del quale vi era il trono di Artemide.

Gli occhi della dea, rimasti chiusi fino a qualche attimo prima, si aprirono lentamente agganciando con il verde smeraldo delle sue iridi quelli cerulei di sua sorella. L’incedere di Athena terminò a pochi passi dal trono. Un breve scambio di sguardi fu il solo saluto che entrambe si concessero.
Poi, in segno di rispetto e trovandosi in un luogo a lei estraneo, Athena si inchinò poggiando sulla nuda pietra lo scudo e lo scettro di Nike.

“La tua visita giunge inaspettata quanto inattesa sorella. L’eco della battaglia che ti ha visto vincitrice risuona ancora tra le mura di questi templi. Parla dunque, cosa ti porta dinanzi alla mia persona?” il fruscìo delle vesti di Artemide seguivano il lento movimento della dea, che adesso più che mai desiderava scrutare il volto della sua giovane interlocutrice.

“Artemide… non sono qui in veste di nemica, ne per muoverti accuse o dissensi. Solo una cosa mi preme, e solo quella ti chiederò.”

Lo sguardo della dea della Luna si assottigliò. Doveva essere qualcosa d’importante ed impellente perché Athena si recasse personalmente a chiedere il suo intervento. La curiosità e l’ormai certezza di essere quanto mai indispensabile per sua sorella, la resero loquace e infingarda.
“Alzati pure Athena, riconosco il tuo valore di dea e protettrice della pace sulla terra. Non c’è bisogno che ti inginocchi dinanzi a me. Parla dunque, ed esponi la tua richiesta.”

“Grazie sorella. Come ben sai la battaglia contro Hades è stata cruenta e difficile, molte vite di valorosi cavalieri si sono spente affinché la giustizia e la pace tornassero sovrane…”

“E dunque?” incalzò Artemide

“Forse una di queste vite può essere ancora salvata, forse siamo ancora in tempo. Il cavaliere di Pegaso giace tra la vita e la morte colpito dalla spada del dio degli Inferi. Ho bisogno del tuo aiuto per cambiare il corso degli eventi.”

Gli occhi di Artemide cambiarono radicalmente espressione. Un senso di rabbia e muta vendetta adesso animavano le sue azioni, agire con prudenza però era fondamentale. La dea conosceva bene la predilezione di suo padre Zeus per quella fanciulla, inimicarsi il re degli Dei sarebbe stata una mossa azzardata, soprattutto in un frangente delicato come quello.

“Athena… la tua presunzione mi sorprende al quanto. Così come la tua richiesta.”

“Non è presunzione la mia, è solo una richiesta per riparare ad un torto ingiusto, compiuto solo per fini di giustizia.”

“Giustizia? Giustizia dici. Tu vieni qui a disturbare la quiete del mio Tempio, recando ancora addosso il divino sangue di Hades a chiedere clemenza per colui che ha contribuito alla sua morte?” Non vi fu risposta udibile, solo lo sguardo fiero ed altero di Athena diedero conferma a quelle parole. “Folle! Sei folle se credi che muoverò un solo dito per salvare la vita di quel cavaliere deicida. Troppo ha osato, ha sfidato forze delle quali non è degno neppure di calpestare la medesima terra. Il suo destino è segnato, dovrà languire fino a che il veleno della sacra spada di Hades non spegnerà l’ultimo battito del suo impuro cuore.”

“No! Non lo permetterò!” l’eco improvviso della foga di quell’affermazione risuonò nell’intero Tempio, facendo tremare anche l’algida Artemide, che in quella voce per un attimo riconobbe il piglio imperioso del divino Zeus.

“Tu Athena… tu vorresti impedire che tutto ciò si compia? A tanto ti spingi per ottenere i tuoi scopi, deve essere una vita più che preziosa quella di questo cavaliere se ti preme tanto?”

“Ogni singola vita per me è preziosa, che sia di un cavaliere o di un semplice essere umano. E se posso porre rimedio ad un fine ingiusta ed immeritata io devo tentare, e fare l’impossibile.”

Una risata beffarda e sarcastica fu la risposta a quelle parole al quanto elusive. Artemide non si sarebbe accontentata, se Athena si era spinta a tanto lei avrebbe fatto lo stesso dimostrando l’inadeguatezza della fanciulla nel ricoprire il proprio ruolo.
“Non si può cambiare il corso degli eventi sorella, tu più di chiunque altro dovresti saperlo. Manipolare il tempo è prerogativa di una sola divinità… e lui non asseconderà mai la tua richiesta.”

“E’ questa dunque la tua risposta? Devo dedurre di dover far a meno del tuo aiuto… la tua sola parola potrebbe essere un sostegno alla mia richiesta. Sei una dea amata e temuta sull’intero Olimpo, se solo tu…”

“Io cosa? Pretendi forse che interceda in tua vece affinché venga ridata la vita a colui che potrebbe decretare la fine di tutti noi? Questa è follia!”

“Le intenzioni di Seiya non sono mai state di arrecare offesa agli dei. Il suo compito è quello di difendere il genere umano e la giustizia. E’ solo per questo che si è sempre battuto, e di certo non è un motivo valido per perdere la vita.”

“Lui si è battuto per la giustizia dici? Bene… per cosa ti batti invece tu, Athena? Chi è colei che si è presentata oggi dinanzi a me, la dea della giustizia o la donna? Quale ardore muove la tua richiesta…”

Parole dirette e feroci come lame che trapassano la corazza divina della fanciulla e giungono al cuore. Gli occhi tremanti e lucidi di lacrime a stento trattenute non passarono inosservate ad Artemide che finalmente intuì di aver colto nel segno. Dal canto suo Saori sapeva bene che dalla sua risposta sarebbe dipesa la sua stessa vita, e se le fosse capitato qualcosa il destino di Seiya sarebbe stato segnato irrimediabilmente.
La fanciulla impugnò di nuovo lo scettro e il suo scudo. Non aveva tempo da perdere, se Artemide non voleva comprendere sarebbe andata di persona a cercare chi poteva aiutarla.

“Sorella, ti rammento che io sono Athena, ed amministro la giustizia sulla terra per volere di nostro padre Zeus. Io sono dea tra gli uomini e la mia natura è divina quanto umana, perché la forza che è dentro di me è intrisa dell’amore degli uomini. Per quell’amore io mi batto, lo stesso amore che ha mosso le azioni del cavaliere di Pegaso. E che tu voglia o meno io lo salverò, con o senza il tuo aiuto.”

“Sfuggente ed evasiva come sempre, la tua permanenza tra gli uomini ha fatto sì che ne acquisissi i medesimi difetti. Sei testarda… degna figlia di nostro padre. Ma il tuo sentimento così miseramente terreno ti perderà Athena, tu sei una dea… l’effimera vita terrena non dovrebbe neanche turbare i tuoi pensieri. E invece tu ti disperi, e ti umili per salvare un volgare e stolto umano. Ti compiango sorella…”

“Tieni per te la tua compassione Artemide, non so che farmene. Parlerò con Chronos in persona, finanche con Zeus se occorre, ma non mi arrenderò. Se c’è qualcosa che ho imparato da Seiya, è che finché nel nostro cuore arde anche solo una scintilla di vita c’è sempre speranza, c’è sempre modo di compiere un miracolo. Addio Artemide, non sprecherò ulteriormente il mio prezioso tempo spiegandoti ciò che non puoi comprendere.”

Le ultime parole di Athena furono pronunciate quando ormai la fanciulla dava già le spalle alla sua divina sorella, che furiosa di rabbia per quella insolenza stringeva con rabbia il suo scettro.
“Osi darmi le spalle Athena?! Pensi di trovare altrove l’aiuto che cerchi? Nessuno ti aiuterà, nessuno salverà il tuo prezioso cavaliere. Il suo destino è scritto ormai, le tue sono patetiche illusioni.”

Le parole urlate in un impeto di superbia da Artemide non smossero minimamente Saori, che ormai era quasi fuori dal Tempio della Luna. Prima di abbandonare quel luogo però, decise di chiarire il suo pensiero una volta per tutte.

“Non c’è nemmeno bisogno che mi volti per osservarti Artemide. La paura governa il tuo volto, lo so. Tu sai bene che l’era delle divinità sta per giungere al termine. Forse non è il destino di Pegaso ad essere segnato, ma il nostro. La differenza sostanziale tra noi è che io non temo di scomparire, se è questo il prezzo da pagare perché lui viva sono disposta a dare la mia vita con gioia. Ma tu questo non puoi capirlo… a divinità come te certi sentimenti sono preclusi. Penso quindi, che tra le due quella che merita compassione sia tu Artemide…”

Mettere a tacere la dea della Luna era impresa assai ardua. Eppure l’incontro che inizialmente per Artemide aveva il tacito sentore di una sottomissione da parte di Athena, si era rivelato invece un’amara sconfitta per lei su tutti i fronti.
Forse la dea cominciava a comprendere il perché quella fanciulla fosse la prediletta di Zeus e per la prima volta provò un sentimento molto umano e poco divino… l’invidia.





Eccomi tornata con questa raccolta. Due sorelle... e non solo, calcano la scena in questo capitolo. Due dee dal animo così diverso, Athena chiede clemenza per il suo primo cavaliere. Artemide punta nell'orgoglio e fiera della posizione che occupa glielo nega. Uno scambio di battute che spero apprezziate, così come spero di aver differenziato al meglio le due personalità di queste fanciulle. 
Ci tengo a specificare che non ho attualmente letto il manga in cordo, Next Dimension, conosco solo alcune notizie riferite da terze persone. Se vi sono similitudini o attinenze con la storia originale sono del tutto involontarie. Grazie come sempre a chiunque avesse il piacere di leggere. A presto

 
 
 
 
 
 
   
 
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