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Autore: Lady Samhain    04/05/2019    3 recensioni
Quando Newt rialzò lo sguardo, Silente stava tenendo il gioiello sospeso in aria sopra il palmo della mano, immerso nei suoi pensieri.
Lo riprese in mano con un sospiro pesante.
-So che sei abbastanza intelligente da esseri fatto delle domande a proposito di questo. Chiedi pure: hai il diritto di sapere per cosa hai rischiato e perso tanto-
Era strano. Insolito.
Newt conosceva Silente per essere un uomo onesto, sincero, ma riservatissimo su sé stesso; era abituato all'essere enigmatico, ed aveva capito da tempo che il nascondersi dietro risposte argute e brillanti era un modo per celare qualcosa che Silente voleva proteggere.
Vedere adesso tutte le difese abbassate era sconcertante.
Gli sembrava un modo di chiedere scusa o di fare penitenza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Newt Scamander
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una tazza di thé (ed un patto di sangue)

***


La stanza era grande. Enorme. E le librerie custodivano tesori scintillanti dietro ante di vetro perfettamente lucidate.

Tutto quel luccicare faceva vibrare e pizzicare il suo istinto, e se uno snaso avesse potuto articolare i suoi pensieri in parole ne avrebbe pronunciata una sola: “mio!”.

Ma tutto era sotto chiave nelle vetrine, mentre forse, le cose luccicanti sulla scrivania...

-Benjamin, ricorda cosa ti ho detto-

Si bloccò a metà del movimento, con il musetto teso verso una cosa dorata, bella, scintillante...

-Non puoi prenderlo-

Sbuffò irritato.

Certo che il suo umano era oltremodo sciocco: come poteva resistere a tutto quel luccicare?

E come poteva pretendere che resistesse lui?

Però l'umano era gentile: lo nutriva, lo curava quando si feriva, e teneva al sicuro i cuccioli.

Quelle cose non luccicavano, ma erano ugualmente preziose, e lui ormai lo aveva imparato.


***

Un'altra predica allo snaso.

Newt sapeva perfettamente che Benjamin non comprendeva le parole, ma sperava che comprendesse il tono di biasimo e che non gli facesse fare qualche figuraccia con Silente, magari svaligiando lo studio di Difesa contro le Arti Oscure.

Era perfettamente concentrato nello stabilire il legame con Benjamin quando sentì un pizzicore familiare che gli diceva che qualcuno lo stava osservando.

Alzò la testa di scatto ma incontrò solo lo sguardo azzurro di Silente, che lo scrutava con un sorriso gentile e negli occhi qualcosa di simile alla tenerezza.

-Ho sempre ammirato il tuo modo di rapportarti con le creature, Newt. Suppongo di avertelo detto-

Quelle cose riuscivano sempre a farlo arrossire.

Solo che Silente era l'unico a dirgliele.

In effetti per lungo tempo Newt si era chiesto se la sua non fosse una cotta bella e buona per il proprio insegnante.

-Qualche volta me ne ha accennato, signore-

-E tuttavia non hai lo stesso dono per interagire con gli esseri umani-

-Mi ha fatto notare anche questo. No, direi di no: loro sono molto più complicati-

Silente sorrise. Non lo prendeva in giro, anzi era una comprensione che Newt non era abituato ad avere dimostrata.

-Hai ragione. Thé nero con poco zucchero e senza latte, giusto?-

-Sì, grazie-

Immediatamente davanti a loro comparve un servizio da thé completo, con due teiere, su un vassoio elegante di argento dai bordi lavorati.

Newt sentì Benjamin fremere sotto le sue dita alla vista dei giochi di luce sulle cesellature, ma lo snaso era anche abbastanza furbo da saper calcolare le dimensioni, ed un vassoio sarebbe stato troppo difficile da rubare senza essere notato.

Per i cucchiaini era un'altra storia, e non appena si sollevarono in aria per mescolare il thé fumante Benjamin scattò, irresistibilmente attratto da tutto quel vortice luccicante.

Newt fu rapido ad agguantarlo e trattenere il corpo grassoccio e peloso, mentre Silente fu ancora più rapido a trasformare l'argento in ceramica, vassoio e cucchiaini.

-Grazie, professore-

-Di nulla. Il tuo amico è parecchio svelto-

-Quando gli conviene sì-

Benjamin, scontento, tornò ad appallottolarsi contro il suo fianco.

Le tazze da thé fluttuarono eleganti una verso Newt sulla sedia ed una verso Silente ancora appoggiato con un fianco alla scrivania.

Newt sapeva che Silente non amava piazzarsi dall'altro lato della cattedra, e che il fatto che lui lo chiamasse ancora “professore” era solo un'abitudine.

In effetti era la via di mezzo perfetta: era più confidenziale che non chiamarlo “Silente”, e Newt non si sentiva abbastanza sfacciato da chiamalo “Albus”.

Portò la tazza alle labbra e per un po' si godette l'aroma caldo e ricco del thé nero prima di bere.

A tratti gli arrivava il sentore agrumato dell'earl gray di Silente, misto ad una vaga nota di miele.

Silente rimase fermo a far roteare il liquido ambrato nella tazza prima di avviare la conversazione.

-Allora. Newt. Il tuo aiuto è stato prezioso, ma so quanto ti è costato, e dunque dei ringraziamenti o delle scuse mi sembrano fuori luogo-

Newt tentò di nascondersi dietro la tazza. Non gli piacevano quel tipo di conversazioni, nemmeno con Silente.

-Non deve scusarsi. Sapevo che c'erano dei rischi quando sono partito-

-Li hai affrontati al posto mio-

Rimasero entrambi in silenzio, Silente ad occhi bassi, contrito, e Newt ad ascoltare le sue scuse silenziose, lasciandogli tutto il tempo che gli serviva.

Entrambi avevano il loro dolore, ma stare insieme in quel modo era un modo per condividerlo, non per isolarsi e rinfacciarsi cose nel silenzio.

Alla fine fu l'insegnante a scuotersi per primo.

Si passò una mano a strofinare la fronte come a volerne appianare le rughe, poi tornò a guardare lui.

-Adesso sai perché non potevo essere io stesso ad andare a Parigi- estrasse il gioiello d'argento con le due gocce di sangue che danzavano all'interno e lo sollevò controluce -Non potevo rischiare di incontrare Grindelwald-

Alla vista dell'argento Benjamin si mosse di nuovo, ma stavolta cauto e guardingo.

Oltre il metallo luccicante percapiva la magia dell'oggetto, e percepiva che esprimeva “Stai alla larga! Non è roba per te”.

Era lo stesso effetto che faceva a Newt: ne vedeva la bellezza, ma il pericolo che lo avvolgeva come un'aura era abbastanza per desiderare di starne lontano.

-Benjamin, credo che per te sia ora di rientrare-

Se lo snaso era così inquieto, Newt riteneva più sicuro farlo tornare nella sua tana nella valigia.

Aprì appena il necessario per far scivolare il corpo tozzo di Benjamin all'interno e poi chiuse subito.

Quando Newt rialzò lo sguardo, Silente stava tenendo il gioiello sospeso in aria sopra il palmo della mano, immerso nei suoi pensieri.

Lo riprese in mano con un sospiro pesante.

-So che sei abbastanza intelligente da esseri fatto delle domande a proposito di questo. Chiedi pure: hai il diritto di sapere per cosa hai rischiato e perso tanto-

Era strano. Insolito.

Newt conosceva Silente per essere un uomo onesto, sincero, ma riservatissimo su sé stesso; era abituato all'essere enigmatico, ed aveva capito da tempo che il nascondersi dietro risposte argute e brillanti era un modo per celare qualcosa che Silente voleva proteggere.

Vedere adesso tutte le difese abbassate era sconcertante.

Gli sembrava un modo di chiedere scusa o di fare penitenza.

-Lei non mi deve nessuna spiegazione, professore. So che non poteva dirmi del patto di sangue prima, perché meno ne avessi saputo meglio sarebbe stato per me. Non voleva compromettermi con il Ministero, non è vero? Né me né Theseus-

Con sua sorpresa, Silente fece una breve risata, una di quelle che Newt sentiva di rado ma che esprimeva qualcosa che avrebbe voluto sentire più spesso.

-Ah, Newt! Sei straordinario! Sempre a vedere il lato migliore delle persone! E chi ti dice che invece, per esempio, io non te lo abbia nascosto perché temevo che mi avresti rifiutato il tuo aiuto?-

La prospettiva era inquietante, ma lo scintillio malizioso negli occhi di Silente lo rivelavano per quello che era: impossibile.

-Non stavo aiutando lei. Ero andato a Parigi per Credence- Newt si morse le labbra -Ed ho fallito- concluse amareggiato.

-Fallire non è poi così male, ragazzo mio. A volte ci sono cose per cui è meglio fallire. Almeno Credence è ancora vivo, giusto? Grazie a te-

-Ma è con Grindelwald! Io avrei dovuto...-

-Fare del tuo meglio, Newt, ed è quello che hai fatto. Hai arginato i danni-

Newt scosse la testa. Silente cercava di consolarlo, ma lui la pensava diversamente.

-Le tue risposte, Newt. Sto aspettando le domande, e sono sicuro che tu farai quelle giuste-

Ancora un volta Silente si offriva senza segreti. Era un'occasione più unica che rara, spiare nella vita dell'uomo più brillante e più riservato del mondo magico, e per questo Newt si sentiva a disagio.

La sensazione che aveva era quella di avere a che fare con una creatura spaventata, e di dover proteggere Silente in quel momento come avrebbe fatto con uno dei suoi animali che rischiava di farsi del male.

-Non voglio farle domande, professore-

-Perché? Paura di ferirmi? O paura di cosa potresti vedere?-

Newt aprì bocca, poi però dovette ripensarci.

Fissò di nuovo lo sguardo nel fondo della sua tazza ormai vuota per sottrarsi a quello inquisitorio di Silente.

-Entrambe le cose, credo-

-Newt, la fiducia è una bella cosa- gli spiegò Silente con pazienza -Ma devi imparare a gestirla meglio. Riusciresti a fidarti di me sapendo che sono legato ad un uomo come Grindelwald?-

-Sì-

-Interessante. Perché?-

Newt gettò un'occhiata di sfuggita a quegli occhi azzurri che a sua volta studiavano i suoi.

La verità era che non sapeva spiegarlo.

Semplicemente non percepiva alcuna minaccia provenire da Silente. Potere sì, tanto da metterlo in soggezione, ma minaccia... no, quello mai.

Silente era tante cose, poche delle quali Newt riusciva a comprendere appieno, ma di certo non era pericoloso.

-Professore, la conosco da tanti anni e non l'ho mai vista fare qualcosa che danneggiasse qualcun altro. Quello che c'è stato in passato tra lei e Grindelald non è importante adesso-

Solo quando il silenzio si allargò di nuovo tra loro per lunghi minuti Newt si decise ad alzare la testa.

Silente guardava lontano, fuori dalla finestra che dava sui prati del castello.

Si volò appena in tempo per incrociare il suo sguardo e stavolta Newt lo sostenne senza esitazioni.

-Dunque non mi chiederai nulla? Hai a portata di mano la chiave del segreto che tutti vorrebbero conoscere, se sapessero che esistesse, e non la toccherai nemmeno? Eppure non ti ho mai visto tirarti indietro quando c'era da studiare qualche creatura particolare-

-Gli esseri umani sono più complicati degli animali magici-

-Ed alcuni esseri umani sono più complicati di altri, non è vero?-

Newt arrossì per l'imbarazzo. Come sempre Silente riusciva a capire tutto, specie le cose non dette.

-Non volevo offenderla-

-Non mi offendo per così poco-

No, certo che no. E tutto sommato c'era, tra le tante domande che Newt non voleva fare, una che forse poteva osare di portare alla luce.

-Vorrei chiederle solo una cosa-

Silente gli fece cenno di continuare.

-Professore, vorrei sapere com'è-

-Com'è cosa, Newt?-

-Essere legati da un patto di sangue-

-Ah. Intendi il patto in sé oppure sapere di essere legati al più pericoloso mago oscuro che si sia mai sollevato negli ultimi due o trecento anni?-

Era un'altra occasione. Sapeva che se lui avesse chiesto Silente gli avrebbe risposto sinceramente, ma lui non voleva quello. Non aveva nessun interesse a strappare a Silente i suoi segreti quando lui glieli stava offrendo in un momento di vulnerabilità.

-Solo il patto in sé- chiarì.

Silente sorrise, qualcosa di simile a sollievo che si allargava nell'azzurro dei suoi occhi ed in tutto il viso.

-Sei una brava persona, Newt, e credo che ti meriti la risposta. Nessuno saprebbe custodirla meglio di te-

-Professore, se non vuole...-

-Va tutto bene, Newt-

Silente posò la sua tazza ormai vuota ed a Newt venne spontaneo fare altrettanto.

Lo vide infilarsi le mani nelle tasche dei pantaloni e corrugare la fronte alla ricerca delle parole giuste.

-Sai che è un incantesimo potente e complicato, e che probabilmente ogni caso è diverso dall'altro. Posso dirti cosa è per me. È come avere un secondo cuore, un secondo cuore che batte proprio accanto al mio. Ma è un cuore di cui non posso confortare il dolore o calmare la rabbia. È un secondo cuore sempre con me, ma fuori dalla mia portata-

Non si era aspettato una cosa del genere. Un'ammissione simile era sconcertante.

Newt aveva incontrato Grindelwald, aveva percepito il brivido gelido che aleggiava sempre attorno alla sua persona come attorno ad un serpente pronto ad attaccare, e sentire parlare di un cuore era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.

-Dunque lei lo sente-

-Ogni istante della mia vita, da quando avevamo diciotto anni-

-E lui... lui può sentirla?-

-Non so dirlo. Vorrei che fosse così-

L'ammissione suonava così dolorosa che Newt non se la sentì di chiedere altro sul legame che li aveva uniti un tempo; si sarebbe sentito meschino ad infierire.

-Fa male?- chiese invece.

-Spero che tu non debba mai provarlo-

Silente aveva davvero l'aria di chi si sarebbe messo a fargli da scudo per prendere su di sé il dolore, se ce ne fosse stato bisogno.

L'idea di avere un uomo simile dalla sua parte fece sentire Newt completamente al sicuro, ed ancora una volta, dentro di sé, si sentì leale verso chi era stato suo professore e poi suoamico.

E non avrebbe voluto vedere il viso di Silente tirato dal dolore.

-Mi dispiace-

Silente scosse la testa e tentò di sorridergli, ma sembrava che avesse sulle spalle un peso insopportabile.

-Non crucciarti, ragazzo mio. Non devi portare il fardello di un mio problema. La responsabilità di quello che ho scelto di fare è mia e mia soltanto-

-Mi dispiace lo stesso. Lei non se lo merita-

Stavolta il sorriso di Silente fu più vivace.

-Ciò che non merito è che tu pensi questo di me, ma ti sono molto grato per la comprensione che sai dimostrare-

Arrossire era una pessima abitudine, ma almeno davanti a Silente non doveva preoccuparsi di essere considerato ridicolo.

Qualsiasi cosa fosse successa in passato, qualsiasi motivo avesse portato Silente a stringere legami con Grindelwald, non cambiava l'opinione che Newt avva del suo insegnante.

Avrebbe fatto qualsiasi altra cosa Silente gli avesse chiesto, se avesse significato togliergli di dosso un po' del peso che portava.

-Vuole distruggere il patto, non è vero professore?-

Silente fissò la mano chiusa a pugno all'interno della quale stringeva il gioiello d'argento.

-Voglio provarci, sì-

-Mi scusi. Avevo detto che avrei fatto una sola domanda-

-Non importa, Newt. Te l'ho detto, chiedimi qualsiasi cosa che possa servirti-

Non ebbe bisogno di aggiungere “per fidarti di me” perché Newt lo sentisse.

-Vuole distruggerlo per poter combattere contro Grindelwald?-

-Questo è più complicato. Voglio distruggerlo perché voglio poter fare la cosa giusta quando ce ne sarà bisogno, ma no, io non voglio combattere contro di lui-

Per un attimo Silente si portò il pugno alle labbra e per un attimo sembrò fragile, così fragile che Newt avrebbe solo voluto poterlo confortare.

Fu solo un attimo: un battito di ciglia e Silente era tornato l'uomo d'ingegno vivace che Newt aveva sempre conosciuto, quando si rivolse di nuovo verso di lui.

-Sai come funziona un patto di sangue, immagino: attaccare l'altra o le altre persone vuol dire subire le conseguenze dello stesso incantesimo. È come attaccare sé stessi. Ma vedi, Newt, sarebbe come attaccare me stesso anche se tra noi non ci fosse il patto, perché per quanto io detesti tutto ciò che Grindelwald fa, non riuscirei a sopportare di essere io a fargli del male-

-Lo so-

-Davvero? Come?-

-Se avete un patto di sangue dovete essere stati molto vicini, eppure lei non ha mai rivelato a nessuno qualche punto debole di Grindelwald in particolare. Non credo che non ne conosca, credo piuttosto che... mi scusi. Sto osando troppo-

-No, no, continua. Mi interessa-

-Ecco, io credo... credo che lei non voglia nemmeno che altri gli facciano del male attraverso qualcosa detto da lei. È qualcosa di molto personale tra voi due, dico bene?-

Per un attimo Silente distolse lo sguardo e Newt temette di averlo messo seriamente in imbarazzo, poi però lui lo guardò con il solito sguardo sincero.

-Sei straordinariamente perspicace Newt. Non è vero che le persone sono troppo complicate per te, anzi credo che tu le capisca molto bene. Come in questo caso. Hai ragione su tutto: è una questione tra me e lui, e se non sarò io a fare leva su certi punti non sarà nessun altro-

Era strano con quanta determinazione lo avesse detto. Sembrava che Silente stesse mettendo un marchio di possesso su un territorio da difendere ad ogni costo.

Il professore si rese conto del suo sguardo, perché gli domandò -Credi che io stia sbagliando? Credi che dovrei rivelare tutto quello che so su di lui pur di sconfiggerlo?-

Quello era proprio il genere di dilemma che Newt evitava accuratamente in quanto questione prettamente umana e di difficile interpretazione.

-Forse dovrebbe farlo, ma so che se ne farebbe un rimprovero per sempre, ed io non voglio questo. Cerchi di sciogliere il patto, e poi decida. Io... io la aiuterò qualsiasi cosa sceglierà di fare-

Il leggero sorriso di Silente bastò a rassicurarlo.

-Ti ringrazio. Sei un bravo ragazzo, Newt, ma ho paura che di questi tempi sia più un problema che una qualità-

Newt sapeva cosa intendeva Silente. Erano più o meno le stesse cose che tentava di fargli notare Theseus, ma, mentre dette da suo fratello gli provocavano fastidio, dette da Silente gli sembravano davvero consigli volti solo a proteggerlo.

In quel momento il suo orologio emise un breve ronzio nella tasca del gilet. Era il segnale che presto sarebbe dovuta iniziare la routine serale per gli animali del suo rifugio.

-Si è fatto tardi, devo tornare a Londra-

-Capisco. Bene, lascia che ti accompagni allora-

Camminarono insieme attraverso i corridoi della scuola e poi fuori, nei campi, fino al punto in cui cessava di esistere la barriera che impediva di smaterializzarsi.

Per Newt era sempre bello rivedere Hogwarst, ed il fatto che sembrasse sempre la stessa gli dava un bel senso di sicurezza.

Silente uscì dai confini insieme a lui.

-Allora arrivederci, professore. Se avesse ancora bisogno di me può contare sul mio aiuto-

Silente però lo stava fissando con quello sguardo penetrante che riservava a poche persone e poche occasioni, uno sguardo che faceva sentire a disagio per la sua intensità, e sebbene Newt sapesse di non aver fatto nulla di male, lo stesso si trovò a farsi un certo esame in cerca di qualcosa che potesse essergli sfuggito.

-Newt, tu conosci la crudeltà del mondo, ma non riesci a prevederla perché essere crudele non fa parte della tua natura. È un modo nobile di vivere, ma io temo che si ritorcerà contro di te-

Lui non replicò perché sapeva che Silente non aveva ancora finito.

-Newt, voglio che tu stia molto attento nei tempi che verranno, perché il mondo fuori dalla tua valigia può essere un posto molto brutto-

Glielo disse con un tono di voce così teso che Newt pensò che, se un mago come Silente era così preoccupato, allora la fine per il mondo magico era vicina.

Fu questione di poco però: Silente sospirò e quando lo guardò di nuovo in viso le ombre che si erano addensate erano completamente sparite.

-Grazie di tutto, Newt-

Il professore gli batté un colpetto affettuoso sulla spalla e poi, con un ultimo sorriso, si girò per tornare alla scuola.

Newt rimase per un po' ad osservarlo.

Sembrava sicuro di sé come sempre, ma adesso Newt aveva visto qualcosa di molto umano e molto fragile dietro l'aria di chi è sempre un passo avanti agli altri, e sapere che Silente poteva essere anche quello gli faceva un'impressione strana.

Era come aver conquistato la fiducia di una creatura nuova.


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Nel Cerchio della Strega


Dunque, non so bene a che sia servito scrivere questa cosa.

Volevo approfondire il rapporto tra Silente e Newt, suppongo, ma poi la musa dell'IC mi ha suggerito altro.

Inoltre vorrei capire come, in nome di Merlino, lo snaso avrebbe dovuto rubare proprio il patto di sangue e consegnarlo a Newt. Quella parte nel film non ha avuto molto senso secondo me.

Ci sarebbe dovuta essere una scena in cui Newt addestrava lo snaso a rubarlo, ma come avrebbe potuto addestrare una creatura a rubare qualcosa che Newt non sapeva esistesse?

Più verosimilmente, Newt avrebbe dovuto trovare il patto di sangue per caso, e poi fare un incantesimo per capire a chi apparteneva e solo allora darlo a Silente.

Troppe cose che non combaciano in quella scena, temo, ma ormai ce la prendiamo così per buona.


L'idea che il patto di sangue generi una connessione molto intima tra Albus e Gellert viene dalle storie di Padme83, e gliene rendo merito con tanta gratitudine <3


Spero che questo dialogo sui massimi (?) sistemi vi sia piaciuto.


Lady Samhain

  
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