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Autore: DustRuna    04/05/2019    0 recensioni
Non sapevo come fossimo arrivati qui,non sapevo perchè ci rimanessi, l'unica cosa che sentivo era quella straziante morsa allo stomaco che mi dava l'istinto di correre così forte da non riuscire a guardare le pareti, ma non ci riuscivo, sono rimasta lì, immobile..
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Un freddo gelido attraversò la schiena di Juno, eppure non c’erano finestre nella camera.

“Troppo tardi” gridò Adric che iniziò a correre come un pazzo senza mollare Juno.

Le mura sembravano sparire nel buio. Eccola, la signora, non era più nel suo vestito veneziano, non aveva più i suoi lunghi capelli neri, non aveva più un'aria gentile. Era questo il suo vero aspetto? 

Scomparve nell'oscurità. Il buio ora avvolgeva ogni cosa. Come si poteva scappare da qualcosa che non si riesce a vedere?

Ma lui sembrava sapesse dove stavano andando. Entrarono in una stanza, l’unica con della luce. Tremavano, respiravano a fatica. Come ci era finita in questa situazione? L’unico desiderio era uscire da quella stramaledetta casa.

Erano come topi in trappola. “ Stai tranquilla,ti farò uscire da qui” le disse Adric. Non capiva perchè ma sapeva di potersi fidare. “Lei nella forma attuale non ha punti deboli” queste parole non rassicurano Juno, “ ma devi sapere che è come la bestia, il suo punto debole non si trova su di lei, ma nella sala da pranzo. Uno di quei dannati orologi penso”

Perfetto, ora sapevano come fermarla, ma non sapevano come raggiungere la sala. Fuori da quella porta era tutto avvolto nell’oscurità.

“Ricordi la poesia?” disse Adric. Juno si voltò a guardarlo con uno sguardo di domanda. “ Quella  poesia dice più di quel che sembra” disse Adric poggiando la schiena contro a un muro e lasciandosi scivolare fino a sedersi. I Dolori vibranti si pianteranno nel tuo cuore pieno di sgomento come in un bersaglio “ prese fiatoTremilaseicento volte l'ora, il Secondo mormora:Ricordati!” riprendel'Adesso dice: Sono l'Allora e ho succhiato la tua vita con l'immondo succhiatoio!” finisce infine. “ Ho studiato molto questi versi e ho capito cosa dobbiamo fare. Il cuore di cui parla e quello della signora, tremilaseicento volte con la lancetta del secondo gli porteranno via la vita” poi si strinse la testa con le mani “ tremilaseicento..impossibile diamine!”.

Juno rimase immobile qualche minuto poi le parole uscirono da sole  “tremilaseicento secondi fanno un’ora..non devi colpirla così tante volte! devi solo usare la lancetta dell’ora e non quella dei secondi” .

Adric si diede uno schiaffo in fronte come a dire “che stupido a non esserci arrivato”.

L’unico problema ora rimaneva capire quale fosse l’orologio e soprattutto come arrivarci.

“Probabilmente sarà l’unico in movimento” disse Juno

A quel punto e come se il viso di Adric si fosse illuminato di speranza “I minuti, mortale pazzerello, sono ganghe da non farsi sfuggire senza estrarne oro! non quello in movimento ma quello con la lancetta dell'ora in oro, ci siamo Juno”

Tutta quella felicità e quel parlare però li aveva distratti troppo, nella camera era sceso il buio. Un’ urlo, fu tutto troppo veloce. Delle mani afferrarono Adric, una il braccio destro, l’altra il sinistro. Erano mani non umane, erano grandi, quasi quanto lui, color marmo, quasi tendenti al violaceo. “Corri diamine!” gridò Adric. Ma invece di scappare Juno iniziò a girare per tutta la camera in cerca di qualcosa per salvarlo. L’unica cosa che gli venne in mente fu prendere una vecchia ascia appesa. Nel prenderla urtò una vecchia clessidra rompendola, fu come se il tempo si fosse riavvolto. Le mani scomparse, solo la faccia sbigottita di Adric. Non ci ragionano più di tanto ma iniziarono a correre verso la sala, era la loro unica possibilità. Questa volta il corridoio non sembrò così infinito. La sala si aprì subito davanti i loro occhi. Era diversa, vecchia, trasandata, come se fossero passati almeno 100 anni dall’ultima volta che ci erano entrati. Ma non erano soli, era seduta, nell’ombra come durante la cena. Fu più veloce di loro. Adric venne preso alla sprovvista e scaraventato dall’altro lato della stanza. Juno prese uno slancio e provò a correre verso gli orologi ma era troppo veloce. Con un colpo alla schiena la signora l’aveva stesa sul pavimento.Era come se avesse aspettato quel momento, come se già sapesse le loro mosse. E poi la vide, una clessidra. Juno si alzò provando a correre verso il tavolo ma la signora era troppo veloce, a ogni passo lei la atterrava. Adric vedendo la scena capì cosa voleva fare Juno, così inizio pure lui a correre verso il tavolo. La signora allora andò verso Adric ma Juno la teneva ferma da una caviglia. Era sottile, scheletrica, bianca, sembrava si sarebbe spezzata da un momento all’altro. Il tempo di notare questi dettagli ed eccola che diventa fumo tra le sue mani. Adric si sente afferrare la caviglia ma ormai è tardi perchè è abbastanza vicino al tavolo da poterlo ribaltare da un lato. La clessidra si ruppe e la signora uscì dal pavimento emettendo un urlo straziante, quasi le avessero staccato un braccio. A quel punto Juno si diresse verso gli orologi e finalmente trovo quello con la lancetta d’oro. Lo lanciò sul pavimento, tolse i resti di vetro e ne staccò la lancetta delle ore in oro. Nel voltarsi però vide quello che nel frattempo stava accadendo alle sue spalle. Era come se la scena l’avesse vista a rallentatore. La signora infuriata si accascia sul corpo di Adric. Faccia contro faccia. Apre le fauci e del volto di Adric rimane un cumulo di carne zampillante sangue.  Non sapeva come fosse arrivata a questo ,non sapeva perchè ci rimanesse, l'unica cosa che sentiva era quella straziante morsa allo stomaco che gli dava l'istinto di correre così forte da non riuscire a guardare le pareti, ma non ci riusciva,rimaneva lì, immobile. Ormai Adric non c’era più. La rabbia che arrivò dopo la fece muovere senza rendersene conto, in un attimo era dietro la signora e le aveva conficcato la lancetta d'oro nella schiena, in corrispondenza del cuore, più in profondità che poteva.

L’oscurità l’avvolse. Era come avere gli occhi chiusi.

Quando questa scomparve era davanti al cancello di una casa sgangherata. Delle lacrime le rigavano gli occhi. Sul cancello c’era un vecchio articolo. Era datato il giorno in cui erano entrati nella casa. Quanto tempo era passato? sentiva i segni del tempo sul suo volto. L’articolo diceva “ Quattro ragazzi si avventurano nel vecchio edificio e trovano la morte”

Era stato davvero solo un incidente come l’articolo diceva? era come se il tempo si fosse fermato solo per loro, le foto che li ritraevano ancora felici. “Erano miei amici, non erano persone qualunque. Come ho potuto scordarmene” pensò Juno.
L'edifico sarebbe stato demolito a breve.
Juno rimase lì, a guardare quell’incubo che veniva demolito sotto i suoi occhi.

 
   
 
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