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Autore: Vincentpoe    05/05/2019    2 recensioni
Una storia, divisa in più capitoli, che parla di morte, e di una giusta vendetta da parte di un guerriero non morto, nei confronti di un traditore del popolo vichingo
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimanevano solo poche braci a illuminare la spiaggia, quella fredda mattina. Un po’ più a largo, una drakkar stava affondando, incastrata in uno scoglio, vi era una nave vichinga avvolta nelle fiamme e, negli oscuri flutti del mare, vi erano decine di corpi: corpi che andavano a fondo, corpi che venivano divorati dal fuoco, corpi incastrati nelle scogliere.
Un po’ più su della riva, appoggiato sulla scogliera, stava Bjorn, l’unico sopravvissuto di quel massacro, anche se non sarebbe vissuto ancora a lungo.
Era una delle innumerevoli invasioni che i Vichinghi facevano nell’Inghilterra, e tutte finivano con grandi razzie e un ricco bottino da portare a casa. Ma questa volta non andò così.
La flotta, capitanata da Torhmund, lo jarl, aveva cercato approdo lungo la costa inglese, spostandosi per oltre venti chilometri verso nord, su consiglio di Raghnar; fu lì che trovarono una piccola spiaggia, coronata da grossi e impervi scogli, un posto dimenticato, cui nessuno avrebbe fatto caso, i caso di un attacco da parte dei Sassoni, o almeno così credevano i Vichinghi.
Appena le navi si avvicinarono alla spiaggia, un nugolo di frecce infuocate piovve addosso alle drakkar, che si incendiarono. Un’imboscata! Ma come facevano a sapere dove sarebbero approdati?
I vichinghi risposero scagliando anche loro delle frecce, ma gli arcieri nemici si trovavano su un’ alta insenatura, dove le frecce vichinghe non potevano arrivare. Non restava che scendere dalle navi.
I rematori diedero forza ai remi, mentre i guerrieri si buttavano in mare per alleggerire la nave.
-Combattete compagni, il Valhalla è aperto solo a coloro che bagnano la propria spada con il sangue nemico- urlò Bjorn
Intanto dalla scogliera delle catapulte lanciarono pesanti palle di piombo, che si andarono ad abbattere sulle drakkar, spezzando gli alberi, rompendo i remi e uccidendo gli uomini.
Bjorn, siccome la sua nave stava per affondare,  si buttò in mare, sperando di arrivare alla riva: la pesante corazza e l’ascia bipenne,  lo trascinava affondo, e Bjorn se ne dovette liberare, restando solo con la spada, la corazza di cuoio e l’elmo, che era stato di suo padre, e che mai lo avrebbe lasciato. Con delle forti bracciate e con l’aiuto delle onde, riuscì ad arrivare sugli scogli, Le onde lo ricoprivano e le rocce dello scoglio gli graffiavano il viso e le mani,   ma Bjorn non si perse d’animo, e si arrampicò sopra lo scoglio; prese il suo piccolo scudo circolare che, essendo fatto di legno leggero, era riuscito a salvare; estrasse la spada e si unì insieme ai pochi sopravvissuti., formando un muro di scudi impenetrabile che le frecce non riuscivano a trapassare. Sarebbero presto riusciti ad arrivare sull’alta insenatura e ad abbattere gli arcieri, pensava Bjorn, ma le sue speranze crollarono quando, da uno stretto dietro gli scogli, reso nero dalle alghe, una cinquantina di cavalieri sassoni partì al galoppo, formando un cuneo e travolgendo sul fianco il battaglione vichingo. Il muro di scudi si ruppe, einiziò una battaglia per la sopravvivenza da parte dei vichinghi, che cercavano riparo dietro gli scudi dai fendenti dei cavelieri. Bjorn, sapendo che ormai era finita, invocò l’aiuto di Odino, di Thor, e di tutti gli dei, cosicché gli permettessero di andare nel Valhalla, e pensò, un’ultima volta a sua moglie Helga e alla sua piccola bambina, Wuuntral, dopo ciò si lanciò all’attacco della cavalleria.
Il combattimento durò a malapena cinque minuti, e alla fine Bjorn si ritrovo con una spada nella schiena e una decina di frecce nel torace. Cadde dalla scogliera , e si trascinò fino alla baia.
Tutto l'esercito era stato massacrato; le navi, loro unica speranza di salvezza, stavano prendendo fuoco, e si inabissavano lentamente tra i flutti del mare; i pochi sopravissuti venivano passati a fil di spada dai Britanni, e i cadaveri venivano lasciati in balia dei gabbiani.
Dopo mezz’ora dalla battaglia, quando la Morte e il silenzio piombarono sulla spiaggia, comparvero diverse figure sulla : Era il re del Wessex insieme al suo esercito e, accanto a lui, stava Raghnar, con un sorriso malizioso sul volto, e con una grossa croce d’oro intorno al collo.
Non era difficile intuire che cosa era successo, chi fosse in realtà il vero nemico, chi avesse mandato loro in una trappola; e Bjorn, furioso e morente, con il poco fiato che aveva in gola, disse:
-Traditore, schifoso bastardo traditore. Hai voltato le spalle agli dei, ai tuoi compagni, alla tua gente. Odino non perdonerà questo tradimento. Viòarr in persona scenderà da Asgard a reclamare la tua testa-.
Raghnar si avvicinò al corpo di Bjorn e li premette uno stivale sul petto; sputò e disse:
-i nostri Dei non hanno potere su questa terra, Bjorn, e io non ho certo intenzione di tornare dalla nostra gente; meglio vivere qui, come conte di un castello, con montagne d’ oro , di servitori, di donne pronte a scaldarmi il letto. Il Dio cristiano saprà ricompensarmi bene. Io vivrò bene su questa terra, mentre a te non resta che morire- detto questo, sputò sul corpo martoriato di Bjorn.
- Com'è possibile?-pensò Bjorn- i nostri padri ci avevano insegnato il valore in battaglia, il coraggio, e i nostri dei non ci avrebbero mai abbandonati. Il Dio dei cristiani non insegnava altro che la paura e la viltà nei confronti dei propri compagni; ma proprio quel Dio aveva corrotto Raghnar, con promesse di ricchezza che gli avevano annebbiato la mente. Perché gli Dei non avevano protetto loro? Perché non avevano impedito che il suo compagno fosse accecato dall’avidità? Perché non avevano impedito questo massacro?
Bjorn sapeva qual era la risposta: Era la stessa risposta che gli aveva dato Raghnar non si trovavano più nei freddi fiordi della loro terra, protetta da Thor e Odino, si trovavano in Inghilterra, la terra dei cristiani, e i loro Dei erano troppo lontani per proteggerli; e loro erano troppo lontano per ascendere nel Valhalla.
Gli Dei erano morti, e cosi gli uomini del nord, e questo ferì Bjorn ancor più delle frecce che gli si erano conficcate nel petto; la mano andò istintivamente sull’elmo, che era stato di suo padre, quasi per ricevere una qualche protezione, ma tutto ciò che toccò fu uno squarcio all’altezza della visiera, che si diramava su per tutto l’elmo, e Bjorn sentiva la vita scivolargli via, dopo quest’ultima beffa.
Dopo tanti anni, Bjorn pianse, emise un lamento disperato. Ricordava l’ultima volta che aveva pianto, era stato anni fa, quando lui era a malapena un bambino, quella volta che si ustionò la mano, toccando per sbaglio un calderone rovente, e suo padre lo sbeffeggiò, dicendo che il Valhalla non attendeva i bambini che strillavano per una scottatura, mentre sua madre gli medicò la mano, che era diventata rossa vermiglio, scherzando e consolandolo sul fatto che l’avrebbe reso più forte.
Pianse a non finire, per tutta la notte, e le sue lacrime si fusero con la pioggia e divennero rosse per il sangue quando dai flutti del mare per tutta la notte, comparve una figura luminosa, aggraziata; la figura di una giovane guerriera; una Valchiria.
Si avvicino a Bjorn e gli prese la mano con delicatezza. Bjorn pensava di non aver mai visto volto più grazioso; era più bella perfino di sua moglie, Helga. Bjorn non emise alcun suono, ma la Valchiria sembrò comprenderlo e lo consolò, con voce soave:
-non temere, coraggioso guerriero, raggiungerai il Valhalla insieme ai tuoi compagni, e festeggerete in eterno con gli Eroi e i guerrieri di tutti i tempi-.
Mentre diceva questo, tante luci comparvero in cielo, erano altre Valchirie, bellissime donne guerriere dai lunghi capelli rosso fuoco,  in groppa a splendide cavalcature: Grifoni, draghi, aquile e corvi. Si avvicinarono  ai cadaveri dei vichinghi, li presero fra le loro braccia, e li trasportarono verso a una luce, che era comparsa sul mare. In mezzo a quell’accecante bagliore, centinaia di volte più luminoso del sole, si stagliava Yggdrasil il grande albero Del Mondo, attraversato dal Ponte Arcobaleno. Alle sue radici si poteva scorgere il mondo infernale di Hel, salendo per il mondo dei giganti del gelo. Vicino ai suoi rami, si estendeva un lungo muraglione, sorvegliato da giganteschi uomini armati di argentee lance: I cancelli del Valhalla.
La Valchiria accolse tra le braccia Bjorn, il suo tocco era caldo e gentile, e sollevo anche lui, ma questi la fermò.
-No- rispose Bjorn.
La Valchiria, sorpresa, lo fissò per alcuni secondi; gli occhi color ambra incrociarono quegli azzurri, inferociti dal rancore, bagnati dalle lacrime e prossimi alla morte.
-ti supplico, mia signora, non bramo più il Valhalla, non mi interessa più essere un eroe, l’unica cosa che voglio adesso è la vendetta.
La Valchiria lo guardò, i suoi occhi parvero capire.
-nel tuo cuore non c’è più amore.- Rispose.- non c’è più  felicità o fama di gloria. In te arde solamente la sete di vendetta. Sei il primo guerriero che abbia mai incontrato a rinnegare il Valhalla, a desiderare il dolore e la morte al posto della gloria…. Così sia allora.
Dal corpo luminoso della valchiria, uscirono lunghe lingue d’ombra, che entrarono nelle ferite Bjorn, e percorsero tutto il suo corpo. Scavarono nei polmoni, nelle vene, nelle viscere, e nel suo cuore.
Bjorn sentì freddo, un freddo mortale, al cui confronto i gelidi laghi congelati, o le nevi perenni sulle montagne, sembravano un caldo tepore. Il sangue si gelò nelle vene, e il suo cuore smise di battere,,,, ma allora come faceva a essere vivo?
Si rialzò, e guardo le ferite provocateli dalle frecce: laddove avevano penetrato la carne, restavano delle cavita nere, buie come la notte. Bjorn si specchio nell’acqua del mare, e vide la sua pelle di un colore grigiastro, e livida, come quella di un cadavere  abbandonato alle selvagge onde del mare, i suoi capelli, un tempo biondi, bianchi come la neve, e i suoi occhi, un tempo azzurri, ora opachi, ma con una fiamma rossa che ardeva al centro dell’ iride: La fiamma della vendetta.
Guardò per l’ultima volta la Valchiria, ma quella era sparita, rimaneva solo un tenue calore, e un profumo di tempesta nell’aria. Tra le onde del mare, Bjorn pote udire la sua voce dire:
- Compi la tua vendetta, sii un emissario di Viòarr, sii la sua spada vendicatrice, risorta dalla Morte, per punire gli empi!-.
La voce si dissipò tra il rumore delle onde, e Bjorn rimase solo. Raccolse da terra l’elmo del padre, con una fenditura nella visiera, e se lo calcò in testa. Si incammino in silenzio, nell’entroterra, con la tempesta che ruggiva alle sue spalle.
   
 
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