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Autore: AwkwardArtist    05/05/2019    1 recensioni
“Storia partecipante all’Iniziativa “Flower Power Femslash “indetta dal gruppo facebook LongLiveToTheFemslash”
Questa è una Thasmin, una storia tra Thirteen (Doctor Who), ambientata nel Mondo Potteriano. Buona lettura e perdonatemi qualche o più di qualche, errore. Sono anni che non entro nel Mondo di Hogwarts e qualche cosa potrei avere dimenticato ;)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole scaldava i prati attorno al castello mentre Yasmin Khan correva a perdifiato verso le serre per le lezioni della mattina.

“Sono in ritardo!! Sono in ritardo!” borbottava tra sé mentre faceva lo slalom tra gli studenti che percorrevano la sua strada in senso contrario. La cravatta blu e argento svolazzava dietro di lei.

Sulla porta della serra centrale stava la sua amica Clara, a braccia conserte e con un piede che batteva nervosamente per terra.

“Dove eri finita?!” le bisbigliò seccata. “Lo sai che non mi piace perdere punti per motivi futili.”

“Ehm…” rispose con eloquenza Yaz mentre pensava che avrebbe fatto meglio a tacere. Il motivo del suo ritardo era uno di quelli che avrebbe fatto irritare ancora di più Clara. Per la giovane bruna anche le conquiste sentimentali andavano perseguite con metodo. Osservare da lontano il soggetto dei propri desideri, costruendo dialoghi improbabili con la mente e immaginando chissà quale occasione per farsi avanti… beh non era proprio un metodo che Clara Oswald avrebbe trovato efficace.

“Muoviti. Possiamo ancora entrare senza attirare troppo l’attenzione dell’insegnante.” Le disse l’amica e Yasmin le fece il saluto militare, prendendosi uno scappellotto.

Ovviamente i Corvonero riuscirono a guadagnare il primo posto nel test di Erbologia proposto dal professor Strax. Una serie di domande sulle piante meno comuni presenti nel perimetro di Hogwarts. A pensarci bene, il professor Strax stesso aveva l’aspetto di un grosso e basso tubero. Era proprio nato per quel lavoro.

Mentre tornavano verso la Sala Grande per il pranzo, Ryan un giovane Grifondoro che conosceva Yaz da quando erano piccoli, si unì a loro. Era, tutto considerato, un bel periodo per viversi la magia di Hogwarts. Dopo la Guerra contro colui che non doveva essere nominato, i Mangiamorte si erano dispersi e giungevano solo echi distanti di attività sospette. Nessuno si faceva illusioni. Prima o poi sarebbero tornati. Anche nei più giovani studenti, l’idea del percorso futuro, si intrecciava con la consapevolezza che avrebbero dovuto prendere una posizione. Anche per questo motivo erano decisi ad affrontare gli anni di studio e apprendimento al massimo delle loro possibilità, godendosene ogni momento.

Sulla porta, immersi in una discussione che aveva l’aria di essere seria, stavano il Preside John Smith e la professoressa Song di Trasfigurazione.

“Una delle tue inutili cotte.” Osservò Clara mentre superavano i due, facendo infiammare Yaz di imbarazzo e indignazione.

“Ma non è vero!” Esclamò mentre l’altra rideva e scuoteva la testa.

Doveva ammettere che per la professoressa River Song, provava una grande ammirazione. Le sue imprese durante la seconda ondata di attacchi al Ministero della Magia, avevano un’aura di leggenda e Yaz non dubitava nemmeno per un attimo che dietro l’apparenza glaciale e controllata, si celasse un notevole potere. John Smith dal canto suo si era rivelato un Preside molto illuminato. Riusciva a motivare gli studenti con delle riflessioni sulla conoscenza e l’importanza delle esperienze. I suoi occhi penetranti, sormontati da sopracciglia espressive, sembravano sondare l’animo di ognuno degli alunni della scuola di magia.

La sala era carica dell’energia nervosa degli studenti che si scambiavano opinioni e si raccontavano la loro mattinata. Una volta seduta al tavolo tra Ryan e Clara, Yaz iniziò a sondare lo spazio con lo sguardo. Eccola lì, seduta sempre in un posto diverso. Con l’aria di inseguire ogni volta chissà quale idea o chimera. Il bel viso concentrato su qualcosa che nessun altro poteva vedere. La studentessa del sesto anno che l’aveva affascinata dalla prima volta in cui aveva posato i suoi occhi scuri in quelli chiari e luminosi di lei. Una delle figure più misteriose del loro tempo. Colei che tutti chiamavano “Il Dottore” ma di cui nessuno sapeva il vero nome. Sorrideva con cortesia a tutti quelli che le sedevano accanto. Mostrava un interesse quasi scientifico per le persone. Come se le volesse studiare per capirne l’essenza, come se le potesse osservare solo da lontano.

Yaz sospirò. In realtà era lei che la osservava da lontano. Non che in quegli anni non si fossero mai parlate o non avessero condiviso qualche attività. Solo che la timidezza della giovane Khan non le aveva permesso di vedere un milione di piccole cose che le avrebbero potuto fornire quel coraggio che sembrava assente quando doveva affrontare questioni affettive.

Col sottofondo delle voci di Ryan e Clara impegnati in una discussione su un modello di automobile babbana e sulle prestazioni dei motori in generale, Yasmin sfilò l’avambraccio dalla manica e si permise di ripensare al momento in cui aveva capito il vero valore dell’oggetto che portava al polso.

Doveva ammetterlo, andare a chiedere al Dottore se l’orologio che le aveva dato sua nonna potesse essere riparato era stata poco più che una scusa. Il vetro del quadrante era cosparso da grappoli di filamenti che ne incrinavano la superficie. Al centro stava l’ammaccatura più grande. Non si riusciva a leggere che ora fosse quando l’oggetto aveva incontrato la sua fine funzionale. L’istinto le aveva permesso di capire che non dovesse essere toccato dalla magia, non quella che scorreva nelle loro vene che stavano imparando a padroneggiare. Il cuore meccanico dell’orologio era qualcosa che forse andava osservato, ascoltato e capito con l’abilità di un artigiano. Non aveva dubbi. Il Dottore era la persona giusta a cui chiederlo. Lei che era nota per le sue passioni, tra cui la creazione di strani apparecchi, pieni di fili e componenti che davano spesso l’aria di essere estremamente precari ma che sortivano sempre il risultato desiderato.

Così Yaz era salita in cima alla Torre di Astronomia. Aveva trovato la giovane donna impegnata a sistemare la sua ultima invenzione. Uno strano oggetto che avrebbe esaltato la potenza dei telescopi e permesso di incanalare l’energia magica proveniente dall’Universo nel loro piccolo osservatorio terrestre. Per un po’ era rimasta sulla porta a guardare il Dottore al lavoro. Adorava quel modo buffo che aveva di arricciare il naso quando era concentrata su qualcosa o le fossette che le comparivano ai lati della bocca quando sorrideva. Anche in quel momento, vedendola, il Dottore le rivolse uno dei suoi sorrisi luminosi. Se fosse stata almeno un pochino più consapevole, Yaz avrebbe riconosciuto che quando erano rivolti a lei, avrebbero potuto illuminare una galassia.

Yasmin Khan.” Disse allegra la giovane bionda “Cosa posso fare per te, piccola Yaz?” Aveva detto, posando dei grossi occhiali da saldatore che stava usando fino a poco prima.

La gola della bruna si era fatta asciutta e aveva dovuto schiarirsi la voce prima di poter parlare. Intanto la sua mano era scattata in avanti e si era aperta sotto lo sguardo curioso della studentessa più grande. L’orologio di fattura piuttosto datata, era tenuto con cura nel palmo della giovane Corvonero.

Secondo te, si può riparare?” aveva chiesto in fretta, prima di perdere quel minimo di intraprendenza che l’aveva spinta su, per le quasi infinite rampe di scale.

Il Dottore, con le sue dita eleganti aveva preso con delicatezza l’orologio e aveva iniziato ad osservarne la fattura e saggiarne la solidità.

Parlami di questo oggetto.” Aveva chiesto a Yaz che si era ritrovata a raccontarle tutto. Di nonna Umbreen che era stata la prima a sposarsi in Pakistan. Del misterioso uomo che aveva amato prima del nonno di Yasmin. Interrogandosi a sua volta, sul perché la donna non avesse voluto rivelarle le circostanze in cui l’orologio si era rotto. Nel frattempo la studentessa dei Grifondoro la seguiva con attenzione mentre si avvicinava l’oggetto all’orecchio come se volesse svelarne un battito segreto e ne analizzava ogni crepa con uno strano visore. Alla fine del racconto, il Dottore aveva rivolto a Yaz un cenno di assenso con il capo.

Credo che tu non debba ripararlo mai.” Il commento era intriso di tenerezza.

La giovane bruna ne fu piuttosto colpita.

Perché dici questo?” chiese, affascinata dall’aura di mistero che sempre circondava la ragazza più grande.

Pensaci. Questo orologio segna un tempo che non si può vedere. Ma è un istante racchiuso tra infiniti istanti, dentro il quadrante di questo meccanismo. È il Tuo Tempo, Yaz. È un qualcosa che esiste, al di là di tutto e dentro tutto. Pensa a che regalo immenso è stata capace di farti tua nonna. Anche se tutto il resto dovesse scomparire, tu avrai sempre questo. Un istante racchiuso tra istanti infiniti. E nessuno potrà mai togliertelo.”

Gli occhi di Yaz si erano fatti lucidi e persa ogni inibizione, era volata tra le braccia aperte del Dottore e l’aveva stretta forte. Sopraffatta da un’emozione a cui non sapeva dare un nome. La malinconia che aveva percepito nelle parole dell’altra, come se non fosse una normale studentessa di magia ma avesse vissuto milioni di vite in milioni e milioni di anni. Erano rimaste per qualche minuto così, con Yaz che bagnava la maglia del Dottore di lacrime mentre l'altra le accarezzava con dolcezza i capelli.

Vieni, voglio farti vedere una cosa.” Aveva detto infine la Grifondoro, staccandosi e prendendo Yasmin per mano.

L’aveva portata sotto uno dei telescopi più grandi e l’aveva sollevata per farla salire sulla piattaforma. Aveva aggiustato le lenti e fatto accomodare la giovane bruna, rimanendo dietro di lei mentre prendeva posto davanti al grande macchinario.

Guarda. Non è bellissimo? Immaginare, sapere che tutto questo non ha fine? Che esistono infiniti Mondi e che noi in qualche modo facciamo parte del Tutto. Che le nostre molecole compongono un disegno molto più grande di quello che riusciamo a vedere. Un disegno infinito…”

E mentre il Dottore le parlava e le teneva le mani sui fianchi per non farla cadere, Yaz aveva percepito davvero lo Spazio e il Tempo in ogni cellula del corpo. Lo aveva sentito vibrare assieme alla musica silenziosa delle stelle. Era stata parte del Tutto senza disintegrarsi. E aveva capito di essersi irrimediabilmente innamorata.

Yasmin tornò bruscamente al presente, con la faccia di Ryan vicinissima alla sua. Il giovane schioccò le dita per richiamare la sua attenzione.

“Terra chiama Yaz. Rispondi Yaz.”

“Cretino!” disse lei divertita. “Cosa vuoi?”

“Vogliamo che tu finisca di mangiare che ci aspetta la lezione di Pozioni ed è sempre meglio accaparrarsi i posti migliori.” Ryan aveva alzato le spalle, supportato dai cenni di assenso di Clara che stava scribacchiando furiosamente su un taccuino.

I posti migliori per il giovane erano sempre lontani dall’insegnante di Pozioni, Madame Vastra. Complice la poca luce delle aule nel sotterraneo e lo sguardo affilato, a volte sembrava quasi che sotto la sua pelle potessero celarsi delle squame di serpente. Il carattere anche non aiutava. E ne erano tutti piuttosto intimoriti. Anche i gemelli diversi Saxon, Missy e Harold, due Serpeverde molto sicuri di se stessi. L’atmosfera era più rilassata quando alle lezioni era presente Jenny, l’assistente personale di Madame Vastra. L’unica nel Mondo Magico che non trovasse la professoressa inquietante o la temesse. Jenny era per gli studenti, l'assicurazione che sarebbero usciti illesi dall’ora di Pozioni.

“Va bene. Va bene!” Disse Yaz tornando con l’attenzione alla roba che aveva ancora nel piatto.

“Vi aspetto giù.” Clara si era alzata e stava raccogliendo le sue cose. “Vedo che è il momento giusto per uscire.”

Yaz aveva seguito il suo sguardo e aveva individuato la capigliatura rossa fiammante di Amy Pond alzarsi dal tavolo dei Grifondoro seguita immediatamente dall’immancabile Rory, un coetaneo dei Tassorosso che praticamente le viveva incollato al fianco.

Amelia, Amy, era la ragazza per cui il cuore diligente di Clara perdeva più di qualche colpo. L’amica di Yaz non temeva la competizione con Rory Williams ed era certa che alla fine sarebbe stata lei a spuntarla.

“Vado ad esercitare il mio fascino.” Affermò infatti un minuto dopo. “E non parlo di arti magiche ma di farina del mio sacco.” Aggiunse, alludendo al suo cervello.

Yasmin sorrise e prese la sua sacca di libri. “Andiamo!” Disse rivolta a Ryan, non vorrei vederti sudare sette camicie sotto lo sguardo gelido di Madame Vastra.”

Il ragazzo mandò giù tutto di un colpo l’ultimo boccone e si alzò, affrettandosi dietro le amiche.

 


Eccoci alla fine del primo capitolo. Ho scritto davvero troppo! Non sono abituata. Il fantastico prompt lo pubblicherò alla fine della seconda e ultima parte altrimenti svelerei troppo della storia. Intendo ringraziare le moderatrici della pagina LongLiveToTheFemslash per la loro capacità di creare prompt veramente interessanti. E la mia Beta Petricor75 che prima o poi leggerà questa roba e individuerà tutte le boiate che ho scritto ;)
 

 

 

   
 
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