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Autore: kurinoone    05/05/2019    3 recensioni
[ Harry/Ginny, Dark!Harry, What if...?]
Cosa sarebbe accaduto se Codaliscia non avesse rilevato a Lord Voldemort il nascondiglio dei Potter? E se avesse invece portato Harry da lui?
IN PAUSA
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Disclaimer: I do not own Harry Potter and everything recognisable belongs to J K Rowling. Also this story is inspired by 'A Shattered Prophesy' by Project Dark OverLord
 
Capitolo 18 – Brother and Friends

Harry rimase fermo all’entrata della Sala Grande.
Il cuore gli batteva all’impazzata mentre osservava le migliaia di ragazzi seduti che chiacchieravano, consumando felicemente la loro colazione e salutandosi calorosamente dopo la pausa estiva.
Harry non ne aveva mai visti così tanti in tutta la sua vita.
Si fece improvvisamente più consapevole della sua chioma ribelle e della sua scomoda divisa scolastica.
Era fermo, bloccato sul posto.
 
James entrò e si fermò accanto al figlio, provando a comprendere cosa stesse pensando. Harry neanche si accorse di James.
 
“Andiamo, Harry, il tavolo dei Grifondoro è questo qui.” James indicò il tavolo più distante, a destra.
 
Harry iniziò a camminare, sentendo tutti gli occhi fissi su di lui mentre si dirigeva verso il tavolo di Grifondoro. Lì si sedette velocemente nel posto il più lontano possibile da tutti.
James lasciò Harry al tavolo e si diresse a sua volta verso quello degli insegnanti, raggiungendo Lily che li osservava ansiosa.
 
Harry tenne fermamente gli occhi sul piatto vuoto di fronte a lui. Riusciva a sentire gli studenti intorno a lui che lo osservavano e desiderava soltanto che la smettessero. 
Lo innervosiva a non finire.
Harry sospirò, si sporse, prese alcuni toast e iniziò a mangiarli pigramente.
Per qualche ragione la gola gli si era chiusa.
Harry non l’avrebbe mai ammesso apertamente ma lo rendeva nervoso essere circondato da così tanti ragazzi ed Harry non era uno che si innervosiva facilmente.
Aveva duellato ed anche ucciso molti Mangiamorte, per non menzionare tutti i suoi scontri con il Ministero e gli Auror, e mai una sola volta si era sentito nervoso o era stato incerto delle sue azioni. E adesso  che si trovava in mezzo a dei bambini, Harry si sentiva immensamente sotto pressione.
Sapeva che era dovuto al fatto che si trovava in un territorio sconosciuto.
Quando veniva mandato in missione sapeva cosa ci si aspettava da lui, cosa aveva bisogno di fare, come farlo. Tuttavia, si ritrovava ora in una situazione su cui non aveva alcun controllo.
 
Harry sospirò mentre provava a svuotare la mente. Prima le cose importanti. Doveva trovare Draco. Doveva mandare un messaggio a suo padre.
 
Harry azzardò uno sguardo oltre gli altri tavoli.
 
 Individuò il Serpeverde dai capelli biondi seduto al tavolo più distante da lui. Era ovvio che l’odio tra le due case fosse talmente profondo che i tavoli appartenenti alle due casate erano state dovute essere poste il più lontano possibile l’una dall’altra. Harry osservò Draco mentre parlava a un piccolo gruppo di ragazzi e a una ragazza, ma non stava guardando nella sua direzione.
Il ragazzo biondo era troppo occupato a parlare con i suoi amici.
 
 Harry sorrise suo malgrado.
‘Cosa dirà Draco quando mi vedrà qui?’ pensò tra sé.
 
Harry era appena tornato alla sua colazione quando un improvviso movimento di fronte a lui gli fece alzare lo sguardo. Damien gli si era appena seduto di fronte.
 
“ ‘Giorno Harry!” Disse Damien con voce allegra.
 
Harry grugnì in risposta.
 
“Quindi, cosa ne pensi di Hogwarts? È davvero fantastica, non trovi? Aspetta finché avrai visto tutto, in realtà tecnicamente questo è impossibile, a causa delle sue dimensioni, ma le parti che vedrai ti stupiranno! Poi ci sono i giardini di Hogwarts…” Damien si fermò quando vide Harry portarsi le dita alle tempie e iniziare a massaggiarle.
 
“Non puoi infastidire qualcun altro?” Chiese Harry stancamente al giovane adolescente.
 
“Harry, tu sei nuovo qui. Qualcuno deve raccontarti tutto di Hogwarts. Perché non io?” Chiese Damien mentre gli rivolgeva un altro sorriso smagliante.
 
Harry sospirò e lasciò che Damien continuasse a parlare ancora e ancora su Hogwarts. Harry sapeva che ignorarlo probabilmente non avrebbe funzionato ma non c’era davvero nient’altro che potesse fare al momento.
Harry guardò il suo toast mezzo mangiato. Aveva perso l’appetito.
Indirizzò lo sguardo verso il tavolo degli insegnati e vide James e Lily osservarli attentamente.
Harry sorrise internamente. ‘È tempo di dare un po’ di tormento a Potter’ pensò.
 
Harry si avvicinò a Damien e gli fece segno di farsi più vicino. Damien smise di parlare e si avvicinò, curioso di sentire cosa Harry volesse dirgli.
 
“Allora ragazzino, che ne dici di farmi fare un tour?”
 
Damien fissò Harry per un secondo.
 
“Davvero?” Chiese Damien con uno sguardo eccitato.
 
“Perché no, qualcuno deve farlo, perché non tu?” Harry replicò, copiando le precedenti parole di Damien.
 
“D’accordo allora! Oh, ma non possiamo andare ora. La McGranitt passerà presto a darci gli orari.” Disse Damien leggermente deluso per il poco tempo che avevano.
 
“Allora perché non mi mostri la strada per il bagno dei ragazzi? Ne avrei comunque avuto bisogno prima delle lezioni.”
 
Damien annuì, entrambi i ragazzi si alzarono e velocemente si avviarono verso l’uscita.
 
James si alzò di scatto dalla sua sedia e provò a precipitarsi verso Harry e Damien.
Lui e Lily li avevano visti parlare e James stava diventando un po’ irrequieto.
Ricordava cosa Harry aveva detto quando James gli aveva parlato per la prima volta di Damien. Harry aveva avuto uno strano sguardo quel giorno che aveva sconvolto James. Dopotutto, James sapeva quanto danni Harry poteva fare, anche senza una bacchetta. Lui non voleva che Damien, o qualche altro ragazzino, rimanesse da solo con Harry. Comunque James stava trovando difficile attraversare la folla di studenti del settimo anno che era appena entrata nella sala. Vide Harry e Damien accanto alla porta, che erano in qualche modo riusciti a superare questi ultimi. James vide Harry girarsi e guardare direttamente verso di lui, mentre lui e Damien raggiungevano la porta.
Sorrise e ammiccò a James prima di sparire fuori dalla sala.
 
James sentì il sangue gelarsi nelle vene. Per cos’era quello? Cosa aveva pianificato Harry di fare a Damien? Sicuramente non avrebbe osato fare del male a Damien sotto il naso di James e Lily, giusto?
 
Quando James si fece strada attraverso la folla ed entrò nel corridorio principale, Harry e Damien non si vedevano da nessuna parte.
James iniziò ad andare nel panico e a rimproverare se stesso.
Perché ci aveva messo così tanto a lasciare il tavolo degli insegnanti? Perché non si era avvicinato al tavolo appena Damien si era seduto di fronte ad Harry?
 
James prese la sua bacchetta e sussurrò “Guidami!”
 
La sua bacchetta roteò ed iniziò a puntare in tutte le diverse direzioni, sinistra, destra, sinistra ancora, davanti, destra.
James imprecò sottovoce.  Sembrava che l’incantesimo di guida non funzionasse a Hogwarts per ovvie ragioni di sicurezza.
Egli guardò disperatamente a sinistra e a destra. Loro dovevano essere da qualche parte lì intorno, dove potevano essere andati? Come poteva Damien essere stato così stupido?
James intendeva fare un bel discorsetto a Damien, appena l’avesse trovato.
Iniziò a correre alla sua destra, con i palmi leggermente sudati, il cuore che batteva e le gambe tremanti che lo portavano avanti. Stava avendo un attacco di panico.
Harry doveva star facendo qualcosa di orribile a Damy, James poteva sentirlo.
 
Appena James girò un angolo sentì una voce familiare dietro di sé.
 
“…e c’è un bagno per i ragazzi in tutti i piani, ma il bagno delle ragazze è solo al quarto, cosa che trovo ingiusta ma è così e non possiamo farci nulla.”
 
James si girò e vide Damien e Harry uscire dal bagno dei ragazzi e dirigersi di nuovo verso la Sala Grande.
 
“Perché diavolo dovrei voler sapere quanto bagni delle ragazze ci sono?” Chiese Harry un po’ rassegnato.
 
James si sentì quasi venir meno per il sollievo. ‘Il bagno! Certo, Damien stava solo mostrando ad Harry il bagno dei ragazzi’ James si sentì un po’ imbarazzato per il suo attacco di panico.
Harry non avrebbe fatto del male a Damien mentre si trovava rinchiuso a Hogwarts, non era irrazionale, o almeno lo sperava.
 
James si avvicinò ai ragazzi e soppresse il desiderio di abbracciare Damien.
 
“Papà? Cosa fai qui?” Chiese Damien notando il padre camminare velocemente verso di lui.
 
James raggiunse i suoi due figli e sentì le parole venir meno; cosa si supponeva dicesse, ‘Pensavo che Harry ti avesse portato via per ucciderti” ?
James sentì l’imbarazzo investirlo di nuovo.
Anche Harry osservò la pallida figura in piedi di fronte a lui e sorrise trionfante mentre si accorgeva della faccia preoccupata di James. Anche Damien si accorse del colorito pallido del padre e delle piccole gocce di sudore sulla sua fronte.
 
“Papà, c’è qualcosa che non va? Non sembri stare tanto bene.” Chiese di nuovo Damien.
 
“Niente Damy, sto bene… um… dove siete scomparsi voi due?” James sperò che la sua voce suonasse casuale.
 
“Stavo solo facendo fare a Harry un giro, sai prima dell’inizio delle lezioni.” Disse Damien, fissando ancora preoccupato suo padre.
 
“Già Potter, cosa pensavi stessi facendo?” Chiese Harry in modo casuale, ma James colse il ghigno nascosto nella frase. Harry aveva fatto andare James fuori di testa di proposito. Si era preso gioco di James e lui ci era cascato senza esitazione.
 
James desiderava essere rimasto al tavolo degli insegnanti.
Aveva però solo dato a Harry uno sguardo di avvertimento e iniziato ad accompagnare i ragazzi verso la Sala Grande.
 
Una volta che furono ritornati nella sala e si erano seduti di nuovo, James ritornò al suo posto, e Lily diede un sospiro di sollievo avendo visto i suoi due figli sedere sani e salvi di fronte a lei.
 
Solo allora tutti i capi delle case iniziarono a distribuire gli orari ai propri studenti.
 La Professoressa McGranitt si fermò solo accanto ad Harry per un momento prima di continuare. Harry prese il foglio con l’orario e lo infilò in tasca senza dargli neanche uno sguardo. Qual era il punto? Stava per essere scortato a tutte le sue lezioni da Potter quindi stava a lui ricordarsi l’orario.


Harry notò due ragazze ridacchianti che lo fissavano. Guardò verso di loro e si accorse che ormai l'intero tavolo di Grifondoro lo stava guardando con sospetto. Damien iniziò rapidamente a presentare  tutti i suoi compagni a Harry, che rimase in silenzio e non rispose a nessun saluto.
Fece una smorfia visibile quando Damien lo presentò come ‘Harry Potter’. 
Subito iniziarono ad arrivare domande da tutte le parti. Molti chiesero dove Harry fosse stato in tutti quegli  anni. Perché era stato segretamente trasferito all'estero? 
Harry osservò come Damien rispose a tutte le loro domande, nonostante la maggior parte fossero state rivolte a Harry. Un ragazzo del sesto anno chiese “Ma è muto per caso?”

Harry subito si mosse in avanti, volendo rompere la bocca sfacciata del Grifondoro ma Damien gli scoccò uno sguardo implorante e per qualche ragione Harry ritornò al suo posto. Forse fu perché Damien lo aveva inconsapevolmente aiutato a mandare fuori di testa  James. Harry fissò il ragazzo del sesto anno di Grifondoro mentre Damien velocemente replicava "Zitto David, Harry ha solo mal di gola, questo è tutto."

Le due ragazze ridacchianti si avvicinarono a Harry e una di loro chiese "Harry, come mai non eri alla festa ieri sera?"


‘Merlino, si può essere più rumorosi?' pensò Harry.

"Non ne avevo voglia." Rispose senza guardarle, sperando che se ne sarebbero andate.
 
Tuttavia le due ragazze ripresero a ridacchiare di nuovo mentre parlavano col altre ragazze intorno a loro.
Harry riuscì a cogliere alcuni sussurri, come “Bella voce... splendidi occhi... è così sexy!”

Ritornò a guardare le due ragazze che ora stavano ridendo fragorosamente. Notò che quasi ogni ragazza del tavolo lo stava guardando con lo stesso strano luccichio negli occhi.
Harry sospirò, ‘Stupide ragazze!’
 
Harry si alzò dal tavolo e all’istante  la mano di James fu sulla sua spalla.
Se la scrollò di dosso e cominciò a camminare verso le porte. 
Notò Damien cercare di attirare goffamente l’attenzione del padre mentre provava superare  la folla per unirsi a lui ma James scosse la testa in direzione di Damien e gli disse di andare in classe promettendogli che si sarebbero incontrati a pranzo.
Damien annuì con la testa, anche se sembrava deluso.
Sorrise ad Harry e gridò: “Buona fortuna” mentre frettolosamente si univa ai suoi compagni del terzo anno.
 Harry alzò gli occhi al cielo dopo l’augurio. Come se avesse avuto bisogno di fortuna per seguire una lezione... quale materia aveva? 
Harry prese l’orario stropicciato e vide che aveva due ore di Storia della Magia.


‘Fantastico’ pensò tra sé. ‘Che bel modo di perdere tempo.’
 
James camminava accanto ad Harry mentre uscivano dalla Sala Grande e si dirigevano verso l'aula.


Prima di Harry erano già arrivati i Grifondoro e i Corvonero che sostavano in piedi fuori della classe e James prese Harry da parte e gli consegnò la sua cartella.


"E la mia bacchetta?" chiese Harry.


"L’avrai presto, ma per oggi non ne hai bisogno. Le lezioni di oggi non richiedono l’utilizzo di una bacchetta."


Harry aprì la bocca per ribattere ma poi la richiuse ripensandoci.
Si liberò dalla presa di James.


"Harry, io non voglio che tu faccia alcuna bravata in classe, va bene? Non so cosa stessi cercando di dimostrare questa mattina a colazione, ma io non voglio che tu scompaia di nuovo in quel modo. Intesi?” James non riuscì a trattenere la rabbia che si sentiva nella sua voce.
 
 Il ragazzo guardò James con calma e rispose nel modo più pacato possibile "Andiamo Potter, non nascondere ciò che vorresti dire veramente. Tu non vuoi che scompaia di nuovo o non mi vuoi vedere scomparire di nuovo con Damien ?" Harry ghignò mentre James impallidì alla menzione del figlio più giovane. 
 
Harry continuò.
 
 "Non vedi Potter? Damien è la vostra debolezza, non puoi pretendere che non me ne approfitti, capisci?”


James perse le staffe nel sentire queste parole.


"Harry, tu non farai del male a Damien! Tu non gli farai del male in nessun modo, hai capito?!" Ora James tremava dalla rabbia.
 
"Sia che io gli farò o meno del male, Potter, dipende da me. Come dimostrato in precedenza, posso farti avere un attacco di panico senza torcergli un solo capello. Per ora è sufficiente che tu creda che potrei ferirlo, dopo di che ... Be’, vedremo." Harry sogghignò all’espressione di sgomento apparsa sul volto di James.


La porta della classe si aprì e gli studenti cominciarono ad entrare.  Harry si allontanò da James, lasciando l'uomo sconvolto da solo nel corridoio.


xxx


"No Silente, non funzionerà! Si sta trasformando tutto in un disastro! Lui mi ha minacciato apertamente attraverso Damien. E’ troppo pericoloso! Non avremmo mai dovuto portarlo qui." James camminava avanti e indietro nervosamente nell’ufficio di Silente, incapace di calmarsi dopo il suo scontro verbale con Harry.


Silente sedeva in silenzio, lasciando che James sfogasse tutta la rabbia e la frustrazione. Sapeva che James avrebbe dovuto calmarsi prima che potesse spiegargli qualunque cosa.


Finalmente dopo venticinque minuti di urla da parte di James, l’uomo crollò esausto su una sedia davanti al Preside. Silente lo guardò e vide la tristezza nei suoi occhi.


"James, te l’ho detto prima, non sarà affatto semplice. Harry è un ragazzo molto complicato, è naturale per lui opporre resistenza e sfidarci. Non dobbiamo arrenderci così facilmente."


James guardò Silente con occhi stanchi.


"Silente, io non mi arrendo facilmente, m ti rendi conto di quanto sia difficile per me, per Lily e per Damien? Vogliamo più di chiunque altro riavere il nostro Harry indietro, ma io non sono pronto a ferire alcun innocente nel mentre!"
 
James guardò con espressione confusa Silente mentre quest’ultimo si alzava dalla sua sedia e gli sorrideva serenamente.
 
"Esattamente James, esattamente. Gli innocenti non dovranno essere danneggiati in alcun modo e ciò non avverrà per mano di Harry, questo è certo."


All’espressione sconcertata di James Silente si spiegò.
 
"Vedi, ho mandato il Professor Piton a raccogliere maggiori informazioni sul Principe Oscuro e sarai molto sorpreso da quello che è riuscito a scoprire. Sembra che il Principe Oscuro non sia un combattente spietato come tutti noi avevamo immaginato prima. Lui in realtà si è posto alcune regole e una di queste è che nessun innocente deve essere danneggiato dalle sue mani. Con innocenti, Harry intende qualsiasi bambino.”

James non riusciva a credere a quello che stava sentendo. 
Com’era possibile? Sicuramente Voldemort non sarebbe stato d’accordo che Harry avesse alcuna morale. Cosa stava succedendo?


"Ma Silente, perché Tu-Sai-Chi tollera queste regole che Harry ha?"


"Harry è un gran portento nel portare a termine i suoi cosiddetti incarichi. Immagino che Voldemort permetta a Harry di combattere in qualsiasi modo gli piaccia, a patto che vinca. Voldemort tratta Harry in modo. Severus mi dice che Harry non si piega a Voldemort come il resto dei Mangiamorte. Harry viene trattato come un pari da lui, quindi naturalmente non ha interferito con alcuna regola Harry abbia deciso di seguire.”


A James venne un’illuminazione e si alzò di scatto dalla sedia.


"I bambini di Madama Chips! È per questo che li ha salvati. Pensa a tutti i bambini come a degli innocenti, così ha rischiato la vita per salvarli!".


James sentiva come se un peso enorme gli fosse stato tolto dalle spalle. 
Harry non avrebbe fatto male a nessuno che fosse stato sotto diciassette anni di età, quindi gli studenti di Hogwarts erano al sicuro. 
James si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Harry stava bluffando quando aveva detto che poteva ferire Damien. Stava solo provando di prendersi giorco di lui.
‘Be’, ha funzionato’ pensò James tra sé e sé.


James sentì una nuova sorta di rispetto per Harry. Era cresciuto tra le grinfie del mago più malvagio che il mondo avesse mai visto, ma era lo stesso riuscito a crescere con alcuni valori morali. 
Tuttavia qualcosa proprio non riusciva a capirla. 
Perché Harry aveva questi valori? Aveva solo quindici mesi quando era stato portato via dalla sua casa e per quanto James volesse far finta che Harry avesse della bontà dentro di sé, non c'era modo che Harry sapesse distinguere il bene dal male a quell'età.
In più perché Voldemort era d’accordo?
Di sicuro questo potrebbe comportare dei problemi per il futuro di Voldemort.
 
James guardò il Preside di nuovo prima di esprimere le proprie preoccupazioni.


 "Qualcosa proprio non torna, Silente, Harry non sarebbe potuto crescere con questi valori morali, semplicemente non è realistico. Perché Harry non vuole ferire i bambini? Per quanto triste possa sembrare, penso che Tu-Sai-Chi avrebbe modellato Harry per non fargli dare alcun valore alla vita appena questo avesse stretto una bacchetta. Per quanto dia a Harry i propri stessi  diritti, io ancora non credo che gli avrebbe concesso di avere alcun tipo di compassione per gli altri. E per quanto riguarda gli innocenti, non sono solitamente il bersaglio fisso dei Mangiamorte? Questo non ha alcun senso. " Terminò James nervosamente.


"Io parto dal presupposto che Harry non veda noi come innocenti. Pensa solo ai bambini come innocenti, ma hai ragione James, non ha alcun senso, ed è per questo ho chiesto a Severus di scoprire quanto più può, ma fino ad allora possiamo star tranquilli che Harry non farà del male a nessun bambino qui a Hogwarts.”

James annuì distrattamente. 
Lui personalmente non si fidava di Piton per scoprire qualcosa di più poiché quello non sarebbe stato interessato a venire a conoscenza di alcuna informazione su Harry. 
James decise di andare in fondo alla questione da solo.
Avrebbe scoperto quante più informazioni poteva sul passato di suo figlio e la sua educazione. Perché Harry non voleva danneggiare i bambini? Dopotutto,  non sono i bambini indifesi i bersagli preferiti dei Mangiamorte? 
Se James avesse potuto dimostrare che Harry aveva salvato delle persone come Principe Oscuro, allora sarebbe stato facile aiutarlo a ricevere un perdono completo da parte del Ministero.


James si diresse verso la porta perso nei suoi pensieri quando improvvisamente si rese conto di una cosa.


"Silente, quando sei venuto a conoscenza di questo?" chiese al Preside.


"L’ho scoperto poco dopo che Harry è stato catturato, perché?"


James sorrise al Preside. Silente era veramente un uomo anziano molto astuto.


"Quindi è questo il motivo per cui non eri preoccupato che Harry venisse ad Hogwarts, sapevi che non avrebbe fatto del male agli studenti. Anche la decisione riguardo il dormitorio è stata presa di conseguenza presumo.”


Silente semplicemente sorrise e  inclinò la testa leggermente.

"James, prendo la sicurezza dei miei studenti molto sul serio. Non li avrei mai esposti a pericoli che non erano controllabili."


James si limitò a sorridere e lasciò l’ufficio, pronto a tornare ad accompagnarlo alla sua prossima lezione. Non riusciva a smettere di sorridere. Forse c'era ancora speranza per  Harry, dopotutto.


xxx


Il resto della giornata passò senza complicazioni. 
 
Harry entrò nella Sala Grande, accompagnato da James, e si sedette al tavolo di Grifondoro per la cena. 
Aveva appena avuto le sue prime lezioni.
 Tornato a casa, aveva l'abitudine di avere lezioni con Bella, Lucius o suo padre, Lord Voldemort. 
Harry sentì una fitta di nostalgia. Desiderava davvero poter parlare con Draco, ma Potter non smetteva di tenerlo d’occhio. 
Tutte le lezioni della giornata erano con i Corvonero o con i Tassorosso, così Harry non aveva ancora visto Draco. 
Guardò il tavolo dei Serpeverde per vedere se riusciva a individuare il ragazzo dai capelli biondi, ma Draco era introvabile. 
Harry guardò il cibo che era di fronte a lui. Aveva fame ma non riusciva a costringersi a mangiare nulla al momento. 
Sospirò e cercò di mangiare il cibo che aveva nel piatto.


Vide Damien entrare nella sala con i ragazzi Weasley, una ragazza dai capelli castani e la ragazza con cui si era scontrato quella mattina. Ora che Harry la vedeva con i tre ragazzi Weasley era abbastanza ovvio che la ragazza fosse loro sorella. Ron e la ragazza dai capelli castani, che Harry aveva intuito essere la 'mezzosangue Granger' , di cui Draco aveva sempre parlato, erano stati in tutte le classi con Harry, che si era isolato durante tutte le lezioni.
Era ovvio che la maggior parte del personale di Hogwarts non fossero d'accordo con la decisione di Silente di portare Harry nella scuola. 
La maggior parte degli insegnanti lo aveva ignorato e aveva cercato di non parlare con lui. Questo era andato a vantaggio di Harry, che era stato fin troppo perso dal pensiero su come uscire da lì per prestare attenzione alle lezioni in qualsiasi modo.
Harry distolse lo sguardo e sperò che Damien e il suo gruppo di amici non si sarebbero diretti verso di lui e che non avrebbero preso posto lì vicino.
Tuttavia, la fortuna di Harry non era presente in quei giorni, e Damien si affrettò a sedersi accanto a Harry e ai era anche trascinato gli altri cinque adolescenti con sé. 
Harry vide gli sguardi di disagio sui volti dei ragazzi mentre si sedevano intorno a lui.
Fece del suo meglio per ignorarli e si concentrò a mettere il cibo nel suo piatto. 
 
Damien però scelse di ignorare il comportamento di Harry e iniziò a chiacchierare con lui.


"Ehi Harry, com’erano le lezioni? Probabilmente abbastanza noiose, come sempre, uh?"


Harry non aveva nemmeno aperto bocca per rispondere quando Damien iniziò a presentargli i suoi amici.


"Oh, questi sono i miei amici, a proposito, Ron e Hermione li conosci già ..." Harry sorrise allo sguardo pieno di disagio di Ron, "... questo è Fred e lui il suo gemello George e questa è Ginny." Damien finì con uno sguardo fiero sul suo giovane volto.


Harry rimase in silenzio mentre i cinque ragazzi guardarono goffamente prima Harry e poi Damien.
 Harry soffermò il suo sguardo su Ginny. La rossa lanciò ad Harry un altro sguardo freddo e poi iniziò a riempire il suo piatto di cibo. 
Il corvino spostò la sua attenzione su Damien.
 
"Quando hai intenzione di completare il tuo tour, allora?" chiese a Damien.


"Uhm, quando vuoi.”

"Ora" disse Harry.


"Adesso? Non vuoi cenare prima?" domandò Damien occhieggiando con desiderio il suo piatto pieno di cibo.


"No, non ho fame. Dimentica ciò che ho detto, andrò da solo”  Harry stava iniziando ad alzarsi quando Damien balzò in piedi.
 
"No, Harry, vengo con te.”


"Damien, non vuoi finire di cenare prima?" chiese Ron piano. 
 
Harry vide lo sguardo di rabbia di Ron mentre guardava Harry.


"No, grazie, Ron, in realtà non sono molto affamato.”


Damien si diresse rapidamente verso la porta con Harry.
Entrambi i ragazzi guardarono il tavolo dei professori prima di uscire. 
Damien agitò la mano alla sua mamma e papà, segnalando che stava andando fuori con Harry. Per grande sorpresa di Harry, James rispose al saluto con un sorriso sul suo volto, gesticolando che andava bene.
Harry si chiese perché l’uomo non avesse cercato di fermarli. Strinse le spalle pensando che fosse una buona cosa il fatto che da quel momento non avrebbe dovuto preoccuparsi di essere rapido nelle proprie azioni. Aveva tempo.
 
Harry disse a Damien che voleva vedere l'esterno di Hogwarts prima, quindi Damien lo portò fuori.
Non appena uscì Harry vide la persona che voleva incontrare, Draco Malfoy, che stava correndo verso la porta con il resto dei Serpeverde, che stavano evidentemente tornando da Erbologia e  da quanto Harry poteva vedere la maggior parte dei ragazzi e le ragazze si guardavano disgustati le mani. Il suo migliore amico era il peggiore, aveva il viso pallido distorto in uno sguardo di assoluto disgusto e si lamentava ad alta voce di 'sporche piccole creature' e 'il motivo per cui hanno bisogno di mangiare in qualunque modo'.


Harry si sentiva eccitato di poter finalmente parlare con Draco.
Si voltò verso Damien.


"Aspetta qui, ragazzino" disse ed iniziò a camminare verso i Serpeverde.


"Cosa? Perché?" chiese Damien guardandolo un po’ perplesso.


"Fai solo come ti ho detto!"  sbottò Harry contro Damien, che sembrò preso alla sprovvista dal tono tagliente di Harry.


Harry lasciò su due piedi un Damien sottotono che lo osservava e si affrettò in basso per incontrare i Serpeverde.
Draco era così preso a lamentarsi che non vide il ragazzo dai capelli corvini venire verso di lui. Harry riuscì a scivolare dietro Draco mentre il ragazzo biondo continuava a lamentarsi.


"Giuro che questo è solo uno spreco di tempo! Mio padre dice sempre che le materie insegnate a Hogwarts sono inutili! Voglio dire, a chi importa di alcune piante inutili e quali siano le loro proprietà! Quando mai avremo bisogno di informazioni superflue come queste?” Draco stava cercando di pulirsi le mani con vigore lanciando un “Gratta e Netta”.


“Non lo so proprio, Malfoy, ma alcune piante possono essere usate per salvarti la vita.” Disse Harry, portando il biondo Serpeverde a girare su se stesso per poi fissarlo.
 
Harry sorrise al suo migliore amico, godendosi lo sguardo di shock sul suo volto pallido. Draco rimase immobile sul posto, non riusciva a credere ai suoi occhi.


"H-Harry? Come hai fatto ... Che ci fai qui?"


Draco lanciò uno sguardo nervoso intorno a lui, come se cercasse qualcuno.


“Hogwarts è sotto attacco?" sussurrò il biondo nervosamente.


"No idiota! Se Hogwarts fosse sotto attacco pensi che sarei qui a parlare con te con tanta calma?" Harry scosse la testa. 'Onestamente, perché era amico di un idiota come lui?'


Draco sembrò arrossire e gridò in segno di sfida.


"Ehi! Chi stai chiamando idiota?! Ho solo chiesto, dato che sarebbe stata l'unica ragione per cui tu avresti mai messo piede a Hogwarts!"


L’espressione di Harry si rabbuiò mentre guardava verso le porte principali di Hogwarts.


“Già, era quello che pensavo anch’io.” Disse Harry con un miscuglio di emozioni nella sua voce.
Draco poteva vedere il dolore e la rabbia presenti sul suo viso e ordinò con vemenza ai suoi due scagnozzi, Tiger e Goyle, di andarsene e quelli si affrettarono ad obbedire al biondo Serpeverde, lasciando lui ed Harry soli.


"Harry, cosa è successo?" Chiese Draco, ormai completamente disorientato per la presenza di Harry a Hogwarts e per la sua strana risposta.


Harry portò il suo sguardo penetrante verso Draco. Aveva studiato il viso del suo amico prima di rispondere.

"Tu non sai cosa è successo?"


"Di che cosa stai parlando? Che cosa è successo?" Draco stava ormai diventando molto confuso.


"Sono stato catturato dall'Ordine poco più di due settimane fa."


Harry guardò gli occhi grigi di Draco che si spalancarono per la sorpresa e sembrò impallidire ancora di più rispetto al normale.


"C-cosa?" Farfugliò.


"Come fai a non sapere niente? Tuo padre non ti ha mai menzionato nulla?" chiese cercando di immaginare un motivo per cui Lucius non avesse detto niente a Draco.
 
Questi socchiuse gli occhi e sembrò un po’ a disagio.


"Ehm ... no… ma probabilmente è perché non ero esattamente in giro. Sono stato in Spagna nelle ultime due settimane con mamma. Ci sono stati… problemi che dovevano essere risolti” terminò Draco un po 'esitante.


Harry capì in un baleno. Lucius e Narcissa stavano avendo problemi con il loro matrimonio ormai da oltre due anni. Spesso Draco accompagnava sua mamma in Spagna, dove viveva la famiglia di Narcissa, ogni volta che vi era un litigio particolarmente duro tra i Malfoy. 
Harry si rese conto che Draco doveva essere venuto a Hogwarts direttamente dalla Spagna. 'Probabilmente non ha nemmeno parlato con Lucius nelle ultime due settimane’ pensò Harry tra sé e sé.


"Ti ho mandato un paio di gufi in cui ti raccontavo cosa fosse successo, ma ovviamente tu eri..." Draco si bloccò, non sapendo come chiedere ad Harry cosa aveva passato nelle mani dell'Ordine.


Harry sorrise di nuovo a Draco, ma non disse nulla. 
Vide un paio di figure accostarsi a Damien e si ricordò del motivo principale per cui voleva parlare con Draco.


"Draco, ascolta, ho bisogno che tu consegni un messaggio per me. Dì a mio padre che sono al sicuro e qualunque cosa accada non deve assolutamente tentare una missione di salvataggio. Questo è esattamente quello che Silente vuole. Digli che l’unico modo che ho per fuggire è quello di abbassare le protezioni di Hogwarts, anche se solo per pochi minuti.”


Draco guardò Harry smarrito.


"Harry, sei impazzito? Non c'è modo di abbassare le difese di Hogwarts! E’ uno dei luoghi più fortemente protetti. Ci vorranno mesi per farlo."


"Draco, si può fare, gli incantesimi di protezione non sono sempre affidabili come tutti pensano, possono essere indeboliti. Le difese di Hogwarts sono già sul punto di esserlo, questo era l’ultimo progetto che mio padre aveva iniziato. Sarà impossibile distruggere le protezioni sulla scuola di per sé ma alcune parti sul terreno di Hogwarts possono essere indebolite. Tutto quello di cui ho bisogno sono pochi minuti per oltrepassare i passaggi, poi i Mangiamorte mi possono aiutare a tornare a casa. Se ci vorranno mesi, così sia, preferisco restare qui ancora un paio di mesi piuttosto che rischiare di far catturare mio padre."


Draco sembrava ancora scettico ma disse ad Harry che avrebbe consegnato il messaggio comunque.


Harry cominciò ad allontanarsi ma Draco lo bloccò facendogli domande sul perché l'Ordine non lo avesse mandato ad Azkaban. 
Harry spinse via Draco e gli sussurrò che gli avrebbe spiegato tutto dopo, quando avrebbe avuto più tempo.
Rapidamente tornò da Damien e dai suoi amici.


Damien guardò Harry con curiosità. 
Il fratello aveva trascorso cinque minuti buoni a parlare con Malfoy.  
Harry e Draco Marlfoy si conoscevano, questo era ovvio. 
Ma di cosa stavano parlando? Damien aveva dovuto trattenersi dal seguirli  per scoprirlo. Era rimasto sorpreso di vedere Ron, Hermione e Ginny arrivare e fermarsi al suo fianco.

"Cosa ci fate qui, ragazzi?" aveva chiesto, sorpreso che i suoi amici avessero finito la loro cena così in fretta.


"Non eravamo così affamati” disse Ron guardandosi intorno in cerca di Harry.


Damien sbuffò.


"Questa deve essere stata la prima volta in assoluto per te.” aveva scherzato.


Il sorriso di Ron svanì appena vide Harry parlare con Draco.


"Perché diavolo parla con Malfoy?" aveva chiesto Ron con un cipiglio arrabbiato sul volto.


"Non lo so.” aveva risposto Damier, esaminando piuttosto a disagio l’intera situazione.
 
Vide Harry allontanarsi da Draco e dirigersi verso di lui. Damien guardò come il Serpeverde velocemente prese a dirigersi verso l'ingresso laterale di Hogwarts e poi correre dentro.


"Di cosa stavi parlando con Malfoy? Non sei suo amico, vero?” disse Damien ad Harry appena si avvicinò.


Harry guardò acutamente il piccolo grifone mentre camminava più vicino all’adolescente.


"E se lo fossi? Se tu puoi essere amico di persone come lei, allora non vedo perché non posso essere amico di Malfoy." Harry fece un cenno con la testa verso Hermione mentre parlava con Damien.


I quattro ragazzi si guardarono come se fossero stati bruciati dalle parole di Harry. 
Ron sembrò perdere qualsiasi brandello di pazienza avesse avuto e urlò furiosamente contro il Harry.

"Che cosa vuoi dire con questo? Hermione vale dieci volte più di te e Malfoy messi insieme! Sei così maledettamente ridicolo, non hai il diritto di parlare con noi come se fossimo inferiori a voi!" Ron era rosso in faccia e aveva istintivamente fatto un passo avanti verso Harry.


Harry guardò Ron e rispose,
"Ma tu sei inferiore, soprattutto a me."


I quattro ragazzi stavano guardando Harry con espressioni incredule sui loro volti. 
Harry si stava godendo immensamente il mondo in cui i due Weasley si erano ammutoliti e il fatto che ovviamente stessero trovando difficile replicare. 
Hermione stava fissando Harry, controllando appena la sua furia.
Damien sembrava di gran lunga il peggiore.
Era prigioniero tra due fuochi, suo fratello e i suoi migliori amici. Guardò impotente prima Harry e poi Ron pregandoli di fermarsi. 
Ron stava per rispondere alle parole di Harry quando improvvisamente Hermione mise una mano sul suo braccio, bloccandolo.


"Ronald, non farlo. Non ne vale la pena. Non ne vale la pena!" disse guardando Harry con rabbia.


Harry aveva improvvisamente perso il suo aspetto vittorioso appena Hermione era intervenuta.


"Non ne valgo la pena! Quindi adesso devo imparare il valore da una piccola sporca sanguesporco come te!” sibilò Harry verso di lei.


L'effetto fu istantaneo. Ron afferrò la sua bacchetta e la puntò contro Harry, mentre le due ragazze erano rimaste senza fiato alle parole di Harry. 


"RON NO! Lui non ha la bacchetta! Ron non farlo! ..." urlò Damien, ma Ron era troppo arrabbiato per ascoltarlo mentre scagliava un incantensimo contro Harry.


"INCARTO!" urlò Ron mentre una luce gialla uscì dalla sua bacchetta.


Harry si mosse in un modo così veloce che sembrava si fosse smaterializzato per poi comparire di fronte a Ron. Con una mano Harry afferrò la bacchetta del rosso e con l'altra gli diede un forte pugno al viso. Ron ululò per il dolore della rottura del suo naso.
Lottò per liberare la mano con cui teneva la bacchetta mentre l'altra mano cercava di fermare il flusso di sangue che gli usciva dal naso.
 In un unico movimento fluido Harry spezzò il polso a Ron. 
Il rumore forte spinse Damien, Ginny e Hermione a gridare per l’orrore.
Ron emise un grido angosciato. Harry lo afferrò per il colletto della divisa e lo tirò in modo che il volto insanguinato del grifone fosse a poca distanza dal suo.


"Non pensare mai più di attaccarmi, Weasley! Posso spezzarti il collo con la stessa facilità” sibilò pericolosamente contro di lui prima di lasciarlo andare.


Ginny e Hermione furono immediatamente al fianco di Ron, aiutando il ragazzo ferito a salire le scale e ad attraversare le porte principali. 
Entrambe le ragazze avevano guardato con timore Harry mentre se ne andavano, e ciò lo rese soddisfatto.
 
‘Questo insegnerà loro a non starmi tra i piedi.’ pensò mentre i tre ragazzi scomparivano dalla sua vista. 
 
Damien era ancora in piedi al suo fianco e lo stava guardando con un'espressione sofferente.
Senza dire una sola parola ad Harry, seguì i suoi amici e lasciò il fratello in piedi davanti al portone principale, da solo.


Angolo Traduttrice

Scusate l'interminabile ritardo ma è la mia prima traduzione e ancora devo capire come muovermi con questa storia!
A questo proposito spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi siano stati errori o refusi, ma in tal caso sentitevi liberi di commentare qui sotto.
Ora passiamo ai dettagli tecnici: per ora ci sarà un capitolo al mese, sempre il sabato sera ( o forse è meglio dire notte? Sono un animale notturno, mea culpa), e andrà avanti così penso anche durante le vacanze estive. Questo perché voglio dedicarmi anche e soprattutto ai capitoli precedenti, che sto già correggendo, perché sin dalla prima volta che li ho letti e ancora di più ora che ho letto l'originale ci sono alcune parti che mi fanno storcere il naso e anche alcuni errori, e ora che posso farlo vorrei correggerli.
Appena finirò con questo vi prometto che i capitoli arriveranno con maggiore frequenza, è una cavolo di trilogia e noi dobbiamo arrivare fino alla fine dopotutto!
Ah, e sappiate che i commenti che avete lasciato l'ultima volta mi hanno riscaldato il cuore, mi hanno dato quella spinta in più che mi serviva, quindi grazie ancora!
Al prossimo capitolo,

Anna, detta anche Wolf




 
   
 
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