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Autore: Musical    05/05/2019    2 recensioni
"C'è ancora una cosa che non mi è chiara... Dimmi, come facevi, davvero, a sapere il mio nome?"
Un sorriso di consapevolezza gli increspa le labbra, con una carezza le scosta una ciocca, e tutto ritorna come un tempo, una sensazione di familiarità lo avvolge mentre comincia a parlare.
"Molti credono che il tempo sia come un fiume, che scorre lento e in un'unica direzione, ma io che l'ho visto da vicino posso assicurarti che... Si sbagliano, il tempo è un mare in tempesta. Forse ti chiederai chi sono e perché dica così... Siediti, e ti racconterò la storia più incredibile che tu abbia mai sentito."
E dopo?
[il nome del Principe, per comodità, è Dastan, proprio come nel film]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Farah, Principe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ed ecco perché sono andato da lei, per avvertirla del pericolo incombente, per dirle chi era il traditore così da farlo arrestare."
"Ti ha creduto?," domanda la principessa, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi verdi.
"Direi di sì, il traditore è entrato nella camera con l'intento di uccidermi, facendolo passare come un salvataggio, tuttavia in punto di morte ha confessato."
Farah, seduta sul pavimento di fianco al Principe, punta per la prima volta gli occhi a terra, in preda ai pensieri che le attanagliano la mente, riguardanti antichi incubi che la svegliavano di notte, ansimante e con gli occhi colmi di lacrime; la sua espressione si acciglia, mentre il Principe non si permette di parlare, rimane paziente, in attesa di un suo gesto nonostante la stessa frenesia, che da giovane l'aveva spinto a baciarla, torna a farsi prepotente.
"Però, cosa c'entra tutto questo con il mio nome? Non sono più una ragazza ingenua, di diciassette anni, che crede ancora a queste storie."
Dastan non riesce a trattenere una risata: che strano, pensa, anche a diciassette anni aveva detto le stesse cose; ciò dimostra che, anche se lei non ricorda il loro incontro in India, è rimasta la stessa principessa testarda, combattiva, altruista e tutt'altro che ingenua.
Farah alza un sopracciglio, "Cosa c'è di divertente."
"Niente, ricordi quel mio modo di dire di poche ore fa?"
"Quello sui sette anni?," la curiosità è mista ad un velo di irritazione.
"A quello stavo pensando."
La delusione prende il sopravvento nella persona dell'ex principessa indiana, tuttavia prova a non dare troppo peso all'emozione; Dastan si alza, toglie la polvere dai pantaloni e le offre una mano per alzarsi, quando la donna nota una ferita che gli attraversa il palmo.
"Come te la sei fatta questa?"

Aggrappata ad un pugnale, per salvarsi la vita, una voce la sta chiamando

Il principe d'istinto chiude la mano e scosta lo sguardo, riflette qualche secondo per scacciare quel ricordo per tornare a guardarla, "Ho tentato di salvare una persona."

L'arma che la sorregge non riesce a sopportare il suo peso, inizia a cadere, ma una mano afferra la lama e due occhi verdi la guardano

"Ti fa male?"
"Lo rifarei sempre," le risponde con un tono serio, dopo aver negato con la testa.

La mano comincia a sanguinare, vede in quel viso sfocato il dolore di quella nuova ferita, pur di salvarla, ma lei lascia la presa e sente per l'ultima volta il suo nome pronunciato, gridato, e una mano tesa come per raggiungerla

"Vogliamo andare?"
Farah viene ridestata dai suoi pensieri, annuisce e segue in automatico il Principe; non ha idea del motivo per cui uno dei tanti incubi, che la svegliavano nel cuore della notte, sia riemerso, ricordandole l'angoscia, il dolore e la frustrazione che l'accompagnavano durante i suoi pianti silenziosi. Era convinta che quei momenti li avesse sepolti, insieme allo stato d'allerta che non l'abbandonava mai, alla ricerca di quegli occhi verdi sempre presenti, alla ripetizione della parola che sua madre le aveva insegnato da piccola, che durante quelle notti assumeva un significato più profondo e malinconico.
"Kakoolukyam..." sussurra a voce talmente bassa che lei stessa fa fatica a sentire.
"Hai detto qualcosa?"
Presa in contropiede, la principessa non risponde immediatamente, piuttosto ci pensa un po', non notando l'emozione che Dastan cela negli occhi, in trepida attesa.
"Niente di particolare, è solo una cosa che mi diceva mia madre quand'ero bambina."
Il principe sorride consapevole, ha già sentito questa storia, "Magari un giorno me la racconterai?"
Alla donna sfugge una risata di scherno, lo affianca e si prende la libertà di stuzzicarlo, "Non sono una brava cantastorie come qualcuno di mia conoscenza."
"Vorrà dire che mi dovrò accontentare."
Le mani dei due si sfiorano, mentre scendono le scale, e in automatico si stringono, sostenendosi moralmente per tutto quello che hanno trascorso.
"Principe?"
Al richiamo, Dastan si volta e subito nota l'incertezza in Farah, qualcosa che non aveva mostrato negli ultimi anni, "So di chiedere più del necessario, e non voglio approfittare troppo delle norme di ospitalità, però--"
"Farah," la interrompe, prima che possa terminare la richiesta, "Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi, un giorno o per sempre, qualunque cosa tu voglia ti sarà dato."
Le guance arrossiscono contro la sua volontà a quel per sempre, però non la ferma dal ringraziarlo come le conviene.
"Grazie per la tua generosità, Principe."
"Basta che non mi chiami più così."
"Dovrei chiamarti per nome?"
Arrivati davanti al portone che li separa dalla folla in festa, Dastan le lascia la mano per aprirlo, ma ci ripensa e un sorriso furbo gli increspa le labbra.
"Se più ti aggrada, puoi chiamarmi Kakoolukyam."
Il cuore della principessa perde un battito, per poi accelerare immediatamente: come fa a sapere?
Sta per fargli la domanda, ma nel mentre Dastan apre la porta, la luce del sole illumina il corridoio, e alla donna sembra di vedere un ragazzo di vent'anni, con i capelli più corti e un lembo di stoffa azzurra legata al braccio, ma la cosa da cui viene attirata di più sono quegli occhi verdi, che la chiamano a sé, identici a quelli del principe... Potrebbe essere?
"Vogliamo andare, Farah?"

Aspetta, gli dice sperando di poter fermare sia lui che il tempo, non so ancora il tuo nome

La principessa torna a guardare la realtà, si scambiano un'occhiata.
"Non è stata una semplice storia. Era tutto vero," afferma sicura di quello che ha sentito.
Il principe le sorride complice e le offre la mano per uscire al suo fianco; Farah lo guarda, portando una mano al fianco, mentre un angolo del labbro non si trattiene dal sollevarsi, poco dopo accetta la mano e insieme escono, illuminati dalla luce del sole ed acclamati dal popolo persiano.

   
 
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