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Autore: King_Of_My_Heart    05/05/2019    1 recensioni
“Noct, hai dello sporco in faccia. Dovresti lavarti, lo dico per l’igiene.”
“Anche a te non farebbe male una lavata, sai?”
“Come mai solo voi due vi riducete sempre così?”
“Forse siamo gli unici che si danno da fare a combattere, o Scudo del Re.”

Dopo una lunga giornata di combattimenti, un’ultima battaglia aspetta Noctis e Ignis al fiume.
[Noctis & Ignis]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   «Noct, hai dello sporco in faccia. Dovresti lavarti, lo dico per l’igiene.»
  «Anche a te non farebbe male una lavata, sai?» replicò il principe, offeso.
  Ignis guardò i propri vestiti. Sulla camicia bianca le macchie spiccavano fastidiosamente, e non osava immaginare in che condizioni fosse il suo viso. Trattenne un sospiro, mentre Gladio si univa alla conversazione.
  «Come mai solo voi due vi riducete sempre così?»
  Il principe e il suo consigliere lanciarono un’occhiata prima a lui poi a Prompto. Erano un po’ sporchi e impolverati, certo, ma non quanto loro.
  «Forse siamo gli unici che si danno da fare a combattere, o Scudo del Re.»
  A nessuno sfuggì la sfumatura acida del commento, accompagnata dal mezzo sorriso arrogante che ormai era il marchio di fabbrica del loro principe.
  «Che cosa vorresti dire??»
  «Ehi non è vero!» si intromise, letteralmente, Prompto tra i due. «Non hai visto come sono scivolato sotto a quel mostro? Ho tutti i pantaloni pieni di terra!» si lamentò imbronciandosi.
  Una poderosa manata sul sedere lo fece saltare per lo spavento e lanciare un gridolino.
  «Ecco, come nuovo» sghignazzò Gladio. 
  Ignis, in disparte, li guardò incamminarsi battibeccando. Era certo che non sarebbero riusciti a raggiungere la Regalia prima che facesse buio, e quindi la roulotte del vicino Souvenir Burbost, men che meno un motel con una doccia comoda. Tolse gli occhiali e asciugò il sudore che gli scendeva sugli occhi. Lo sguardo gli cadde sulla manica della camicia, il polsino ora nero e bagnato. Sì, aveva decisamente bisogno di lavarsi. Per fortuna l’acqua, lì attorno, non mancava. Con il lieve sospiro che aveva trattenuto prima si avviò dietro ai compagni.

    Erano usciti dalla vegetazione per seguire le pietre scoscese della riva del Wennath verso valle, dove avevano incontrato diversi gruppi di Sahagin che li avevano rallentati. Così, come temeva, avevano raggiunto il rifugio di Mynbrum quando il sole era già sparito, e anche il rosso del tramonto nel cielo stava scurendo.
  Noctis si accasciò su un sasso alla base del rifugio per riprendere fiato prima di affrontare la breve salita.
  «Che schifo, sono tutto appiccicoso.»
  Con una smorfia infilò un dito nel colletto della maglietta e tirò, staccandola a fatica dalla pelle bagnata. 
  «Per fortuna il rifugio è proprio sopra al fiume, eh? Puoi farti un bagno mentre Ignis prepara la cena!» propose Prompto, improvvisamente pieno di energie al pensiero della delizia culinaria che presto gli avrebbe riempito la pancia.
  Ignis diede un altro sguardo sconsolato ai propri vestiti sporchi.
  «A dir la verità temo di non poter cucinare. Non in queste condizioni per lo meno…»
  «E’ buio e non possiamo comunque lasciare che la Principessa vada a fare il bagno da sola—» cominciò Gladio, interrotto dalle lamentele di Noctis.
  «Posso cavarmela a due passi dal rifugio!»
  «Voi due datevi una ripulita mentre noi» e avvolse un braccio attorno al collo di Prompto «andiamo a prendere l’attrezzatura dalla macchina.»
  «Cosa? Eddai, non mi sento più le gambe! Non possiamo riposarci un minuto?»
Gladio ignorò le sue proteste, trascinandolo con sé.
  «Per noi non è pericoloso andare in giro al buio?? E se esce uno di quei daemon con la spada incandescente?!»
  «Daemon? Con tutte quelle luci nel parcheggio? Sbrigati, prima che faccia notte!»
  «Ma è giàààà notte!»
  Le due voci si fecero più deboli, mentre i proprietari si avvicinavano alla scala che li avrebbe riportarti sulla strada e alla Regalia. Ignis si voltò verso il principe, che sembrava sul punto di addormentarsi lì dov’era.
  «Andiamo, Noct. Prima finiamo, prima posso preparati qualcosa da mangiare.»
  «Voglio solo dormire…» brontolò l’altro.
  Si alzò come se fosse lo sforzo più grande che avesse mai fatto e con cautela si avventurò sulle rocce. Ignis, dietro di lui, accese la luce che portava addosso e cominciò a sbottonare la camicia. Con sua sorpresa vide Noctis togliere la luce dalla cintura e posarla a terra, incastrata tra due sassi per illuminare il fiume, per poi scivolare nelle acque basse completamente vestito.
  «Noct, aspetta, i vestiti—»
  «Sono da lavare, no?»
  Il principe stava già strofinando i jeans in modo per niente regale, nuvole di sporcizia si espandevano nell’acqua attorno a lui. 
  «Non credo che questo sia—»
  Noctis lo interruppe di nuovo con un sospiro lamentoso, addentrandosi al centro del fiume.
  «Tanto domani si sporcheranno di nuovo.»
  «Non è questo il punto. Se non hai cura dei tuoi vestiti, presto saranno da buttare. Vuoi forse presentarti nudo di fronte alla tua futura sposa?»
  Era una battuta, ma Noctis lo guardò con un misto di imbarazzo e orrore.
  «N-Non lo permetteresti mai» replicò, più sicuro di quanto non si sentisse.
  Ignis accennò un sorriso divertito. 
  «No, certo che no. Ma questo non significa che—»
  Noctis prese un bel respiro e si immerse per affogare la ramanzina che era troppo stanco per sentire. Si passò le mani sulla faccia lasciando che l’acqua sciogliesse il fango e la fatica, valutando i pro e i contro dell’addormentarsi in mezzo al fiume. Quasi subito sentì qualcosa afferrarlo per trascinarlo in superficie, e fortunatamente si ritrovò faccia a faccia con Ignis prima di riuscire a materializzare una delle sue spade.
  «Mi hai fatto prendere un colpo, accidenti!»
  «Anche tu. Ti prego di non allontanarti troppo. Il potere del rifugio potrà difenderci dai daemon, ma ci sono ancora Sahagin nei paraggi e gradirei non dover combattere più, per oggi.»
  «Ok, ok…»
  Si riavvicinarono alla riva. Su una delle pietre c’erano gli occhiali, le scarpe, la cintura e la luce di Ignis, ma tutto il resto era ancora addosso al proprietario, e Noctis ghignò.
  «Ammettilo, avevo ragione, così è molto più rapido.»
  «Ammetto» cominciò con un tono che l’altro già sapeva non portava niente di buono, «che la pulizia dei miei indumenti non era la mia prima priorità, nel vedere il principe che devo proteggere sparire tra le scure acque di un fiume popolato da mostri in piena notte, Vostra Altezza
  Noctis ignorò il commento pungente e l’espressione di rimprovero dell’amico con una scrollata di spalle. A fatica sfilò la maglietta bagnata e la abbandonò sulla riva, seguita da scarpe e calzini. Per togliere i jeans dovette sedersi e staccarseli di dosso come se fossero una seconda pelle, da tanto erano diventati aderenti. Tornò in acqua mentre Ignis sistemava i propri abiti bagnati in modo ordinato accanto al mucchio scomposto che invece aveva fatto lui.
  «Ehi, Iggy.»
  «Sì?» rispose lui senza voltarsi.
  «Sei ancora sporco.»
  «Dove?»
  Stavolta si girò, quasi di scatto, quasi che il pensiero di avere ancora della terra addosso dopo essersi buttato nel fiume per “salvarlo” lo allarmasse.
  Noctis piegò le ginocchia e tuffò entrambe le mani nell’acqua per rialzarle bruscamente. Una cascata d’acqua investì Ignis in piena faccia, appiattendo il ciuffo di capelli sulla testa.
  «Lì» ghignò il principe.
  Per un attimo gli tornò alla mente un Noctis molto più giovane, un bambino felice e vivace che riusciva a cavarsela da ogni marachella con un enorme sorriso fintamente angelico. Non aveva avuto modo di passare molto tempo con quel bambino, prima che l’incidente lo rendesse più taciturno e distaccato, ma il solo ricordo bastava a farlo sorridere.
  Si passò le mani tra i capelli, come a volerli sistemare inutilmente. Una scusa per ragionare in fretta sul da farsi. Gladio e Prompto avevano già montanto la tenda, immaginava, e un lieve bagliore rosso indicava che il fuoco era accesso. Doveva cucinare la cena ma, ripensando velocemente al contenuto del frigo portatile e alle loro scorte, era sicuro di poter mettere insieme qualcosa di rapido, se necessario. Potevano permettersi di indugiare ancora qualche momento? 
  Il principe lo guardava con un sorrisetto soddisfatto sotto a ciuffi arruffati di capelli scuri, che scostò con un gesto impaziente della mano. Era sicuro di aver vinto.
  «Nemmeno tu sei sufficientemente pulito, Noct» mentì, trattenendo una risata mentre decideva che, sì, la cena poteva aspettare.
  Il principe spalancò gli occhi e si tuffò di lato per evitare l’acqua che l’altro, sorprendentemente, gli aveva lanciato.
  «Non sei autorizzato a rispondere al fuoco!»
  Era stanco e voleva solo stendersi e dormire, ma era pronto a combattere quella guerra fino allo stremo delle forze.
  «E’ legittima difesa.»

    «Mmmnnghhhh.»
  «Cosa?» chiese Gladio distrattamente, attizzando il fuoco.
  «Sto morendo di faaaaame» esclamò Prompto, aprendo il coperchio del frigo portatile. «Ci sarà qualcosa qui dentro che possiamo mangiare senza cucinare, giusto?»
  «I pomodori. E forse quell'arancia che ci portiamo dietro da una settimana? Ma credo che Ignis stia aspettando il momento giusto per rifilarla a Noct senza che se ne accorga.»
  Risero entrambi. Noctis poteva riconoscere un cibo sano infiltrato nel proprio pasto a occhi chiusi. Probabilmente la sua era una dote mistica, più che un palato sensibile.
  «Sono via da una vita. Non ci stanno mettendo troppo?» domandò, ora un po’ agitato, il biondino.
  «Saranno qui tra un attimo. Facciamoci una partita a King’s Knight nel frattempo…»
  Si erano appena appoggiati alle sedie quando un grido squarciò la notte.
  «No. NO, NOCTIS!»
  Nonostante la stazza, Gladio fu il primo a scattare in piedi. Prompto aveva a malapena materializzato la pistola e raggiunto il bordo del rifugio, per sporgersi a guardare il fiume poco più sotto, che Gladio era già sulla riva con lo spadone a due mani a mezz’aria. Entrambi si fermarono, confusi.
  Le due luci incastrate tra le rocce illuminavano la fonte delle urla, ovvero Ignis, in ginocchio in mezzo alle acque basse del fiume. Alle sue spalle, o meglio sulle sue spalle, il principe ereditario di Lucis nonchè prescelto salvatore del mondo intero, con le mani affondate nell’ammasso confuso di capelli che, fino a poco tempo prima, era la pettinatura ben curata del suo consigliere. 
  «Che… cosa state facendo voi due?» domandò Gladio perplesso, per poi ripensarci scuotendo la testa. «Sai che c’è, non voglio saperlo. Non ditemelo» lo spadone sparì e si passò una mano sulla faccia.
  Entrambi si alzarono, Noctis con aria vagamente colpevole, Ignis con un finto colpo di tosse e cercando di domare l’intricato capolavoro del principe.
  «Noi…» altro finto colpo di tosse, «…noi stavamo giusto per raggiungervi, non è vero?»
  «Mh-mh» annuì Noctis, arrampicandosi sulle rocce.
  Gladio gli afferrò un braccio per assicurarsi che raggiungesse la terra ferma senza scivolare, e un attimo dopo un grande asciugamano gli cadde sulla testa. Alzò lo sguardo verso Prompto che agitava trionfante la macchina fotografica.
  «Ora possiamo mangiare?»
  «Prompto…» cominciò Noctis, minaccioso. «Non hai fatto una foto, vero?»
  «Una? Per chi mi hai preso, per un dilettante?!» strillò lui, ben più del necessario per farsi sentire da sotto, portando la macchina fotografica vicino al naso per rivedere le foto. «Sono questi momenti di vita quotidiana autentici che—»
  «Stasera minestrone di verdure per tutti» annunciò con calma la voce di Ignis, che avvolto nell’asciugamano e con i propri vestiti bagnati ma diligentemente piegati tra le mani aveva cominciato a salire le rocce del rifugio.
  Il verso disgustato di Noctis venne spezzato dalla manata che Gladio gli stampò in mezzo alla schiena per spingerlo a seguire il loro amico, con il fagotto dei vestiti sotto braccio.
  «Vuoi solo vendicarti perchè stavo vincendo…» borbottò a bassa voce, riuscendo comunque a farsi sentire.
  Dato che il principe non poteva vederlo, Ignis si concesse un sorriso soddisfatto.
  «E niente dolce per entrambi per una settimana» aggiunse.
  Gladio scoppiò a ridere, mentre i due più giovani si lamentavano a gran voce, all’unisono.
  «Non è giusto, sei un tiranno!»
  «Ma io che ho fatto?! Le foto sono anche venute bene!»
 
   
 
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