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Autore: Shade Owl    05/05/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Rin sospirò, sciogliendo i capelli e scuotendo la testa per dare loro aria. Vide Nightmare passarsi una mano sul mento, e benché non potesse vedere il suo volto comprese che era preoccupato, più di quanto fosse lecito per una quasi estranea come Orlaith. Ormai lo conosceva da quasi quattro anni, sapeva interpretare le sue pose.
- Cosa c’è?- gli chiese.
Lui alzò lo sguardo, falsamente confuso.
- Come?-
- So che hai qualcosa in mente, e non è per lo stregone.- disse Rin - Ti comporti come se fossi in pensiero da quando ha sconfitto quella cosa. Stai pensando ai suoi poteri, vero? Li ho notati anch’io, non sono cieca.-
Lui annuì, poi scosse la testa.
- Non è il momento. Ora devo seguire Orlaith e convincerla a tornare qui. Ci serve il suo aiuto, ora più che mai.-
- No.- disse Rin - Perdonami, ma non è una buona idea. Meglio se vado io a parlare. Senza offesa, ma sono molto più sensibile di te.-
Annie li guardò aggrottando la fronte.
- Non pensate che forse sarebbe meglio se fossimo Dave e io a parlarle?- obbiettò - Siamo suoi amici, dopotutto!-
- Non è una questione di amicizia, questa.- disse Nova - La situazione è… molto complicata.-
- Per usare un eufemismo...- grugnì Keith, dal suo angolo.
- Vado a prenderla, farò in fretta.- disse Rin - So cavarmela con le persone turbate. Voi due potreste spiegare a loro tre cosa la sconvolge così tanto, e loro vi spiegheranno come mai è così importante per noi il suo aiuto.-
- Sicura di farcela?- chiese Nightmare - Convincerla è imperativo, a questo punto.-
- Lasciami fare.- garantì lei - Mi rendo conto della situazione, ho capito. Ci vediamo tra poco.-
Si tolse i guanti e uscì dall’appartamento, ritrovandosi sul pianerottolo. Guardò l’ascensore, in particolare lo schermo sopra di esso, e vide che era spento: non era scesa né salita, almeno non con quello.
Stava ancora cercando di decidere quale scala prendere quando colse un suono, un singhiozzo. Non era lontano, e proveniva dal fondo del corridoio, appena dietro l’angolo. Quando lo ebbe oltrepassato non fu sorpresa di trovare Orlaith.
Era appoggiata alla finestra dall’altro lato del passaggio, la fronte schiacciata contro il vetro e le dita affondate tra i capelli. Stava chiaramente piangendo, ma cercava di trattenersi.
Si schiarì appena la voce, avvicinandosi a passi lenti. Orlaith si raddrizzò, sfregandosi gli occhi con la manica, e si voltò verso di lei.
- Sì, arrivo.- disse - Scusate. Una piccola crisi, io… sto bene. Non è niente.-
- Niente è amico mio, e non è qui.- replicò Rin, raggiungendola - So che non ci conosciamo, e sicuramente Annie o David sarebbero più indicati di me come confidenti… ma se vuoi puoi parlarmi di ciò che ti turba. Io di certo ho bisogno di te.-
Orlaith fece una smorfia.
- Già. I miei poteri.- disse, in tono amaro - È sempre così.-
- A dire il vero, è un po’ diverso.- rispose Rin - Ma non parliamone qui.- le tese una mano e fece contemporaneamente un cenno verso l’ascensore - Vieni, prendiamo un po’ d’aria.-

Andarono insieme sul tetto, forzando la serratura della porta, e si sedettero vicino ad alcuni tubi del sistema di areazione del palazzo. Rimasero in silenzio per qualche tempo, mentre Orlaith fissava le proprie ginocchia e Rin il cielo: il sole di mezzogiorno splendeva abbastanza intensamente. Doveva essere una delle ultime belle giornate della stagione, probabilmente.
- Un tempo non avrei potuto sopportare tanta luce.- disse Rin all’improvviso.
Orlaith la guardò confusamente, senza capire.
- Come?- chiese.
- Non sono umana.- spiegò Rin - Sono una Kolak. La mia razza è simile ai vampiri, e ci nutriamo di sangue. Siamo originari di un mondo ormai perduto, dove il sole non brillava così forte.- si lasciò sfuggire un sorriso nostalgico, ripensando a quando era più giovane e meno resistente - Alcuni di noi hanno faticato ad adattarsi al sole del nostro nuovo mondo, molto più forte di quanto fosse normale per noi. Io ero tra questi, e… a volte perdevo le forze solo per essere rimasta fuori troppo a lungo. Mi ci sono voluti anni per sopportare la luce intensa.-
Orlaith la guardò ad occhi sgranati.
- Tu… bevi… sangue?- chiese lentamente.
- Io e Keith. Ma tranquilla… di solito preferiamo quello animale. Non siamo mostri, siamo persone come te.- spiegò, sorridendole - Nightmare ci ha studiati, era curioso. Secondo lui, la nostra biologia si è sviluppata in modo tale da poter digerire le sostanze nutritive solo se assunte insieme all’emoglobina. E siccome l’emoglobina contiene molto ferro, questo ci rende molto forti fisicamente, se paragonati agli esseri umani. Da qui è nato il mito secondo il quale siamo degli immortali vampiri capaci di sconfiggere interi eserciti.-
Orlaith non disse niente, ancora sorpresa dalle sue parole.
- Veniamo da una realtà differente dalla tua, Orlaith.- continuò lei - E tu parli di Cerchi Magici e Homunculi come se fossero cose normali. Come puoi stupirti scoprendo che io sono diversa da te?-
- Scusa.- disse quasi subito la violinista - È solo che… insomma...-
- Lo so, ti serve un po’ di tempo.-
Orlaith sospirò, incrociando le braccia mentre tutto il suo corpo veniva scosso da un piccolo brivido: una folata di vento particolarmente intensa aveva spazzato il tetto, e a quell’altezza l’aria era piuttosto fredda.
- Non vi ho detto tutto su quegli stregoni.- ammise.
- Lo immaginavo.- disse Rin - Perché farlo, in fondo? Non ci conosci. Non ancora.-
Lei fece una smorfia.
- Allwood si presentò da me.- le raccontò - Mi spiegò che Vaněk era uno stregone che voleva sfruttare i miei poteri. Fu lui stesso a dirmi che avevo dei poteri, e a insegnarmi a usarli. Mi aiutò a sconfiggere Vaněk, mi protesse e… beh, mi avvicinai a lui.-
- Immagino che sia normale.- disse Rin - Ma poi hai scoperto che ti aveva mentito, vero?-
Orlaith annuì.
- Lui era suo figlio, e non voleva uccidere Vaněk per fare la cosa giusta… per impedirgli di fare del male alle persone, o a me.- sospirò - Lo voleva uccidere per rubargli i poteri, come entrambi avevano fatto con tutti gli stregoni che avevano incontrato precedentemente. Voleva uccidere anche me, dopo aver terminato. Quando l’ho scoperto mi è crollato il mondo addosso.-
- E alla fine hai dovuto uccidere anche lui.-
Orlaith annuì.
- Non mi lasciò altra scelta.-
Rin sorrise, comprensiva.
- Raramente ce n’è una.-
Rimasero nuovamente in silenzio per qualche tempo, finché Rin non riprese nuovamente la parola.
- Non ti mentirò, serviranno i tuoi poteri.- disse Rin - E ora che li abbiamo visti, credo che dovresti scambiare due parole in proposito con Nightmare, quando tutto sarà finito. Ma non è per la magia in sé che abbiamo bisogno del tuo aiuto.-
- E per cosa, allora?-
- Sei una Nativa, così come lo è lo stregone che ha aiutato il Doplanker, che esso sia Vaněk o Allwood. E noi non possiamo toccare un Nativo, se questo non minaccia direttamente la nostra vita nell’immediato.-
Orlaith aggrottò la fronte.
- Come?-
- Esistono delle leggi, scritte dalle massime autorità magiche di tutte le Realtà Alleate.- spiegò Rin - Le Realtà Alleate sono… un gruppo di realtà che collaborano tra loro. Rowel, l’uomo per cui lavoriamo noi quattro, è il membro del consiglio con l’incarico di esplorare le altre realtà tramite noi Xenonauti. Altri si occupano invece di creare rapporti diplomatici con le realtà che vogliono entrare nell’alleanza… e altri ancora, in particolare uno, vigila sul rispetto di quelle leggi che lui stesso e alcuni altri, tra cui Rowel, hanno scritto per evitare che accadano fatti gravi come quello di oggi.-
- Io… non credo di capire.- disse Orlaith, scuotendo lentamente la testa.
- In passato le realtà potevano comunicare liberamente tra loro, ma poi qualcuno violò le regole e si immischiò negli affari dei Nativi di una realtà ospitante.- spiegò Rin - Non so cosa accadde di preciso, nessuno lo sa. Comunque, fu abbastanza grave da proibire ogni nuovo viaggio tra le realtà per moltissimo tempo. Solo da poco questo divieto è stato ritirato, ma ora siamo tutti tenuti a seguire regole rigidissime. La più importante è quella di non nuocere in alcun modo ai Nativi di una realtà ospite, a prescindere dalle loro intenzioni, fintantoché non ci puntano una lama alla gola con l’intento di ucciderci.-
- In parole povere, non potrete uccidere lo stregone a meno che questo non cerchi di uccidervi personalmente?- chiese Orlaith, tanto per chiarire.
- Già.- confermò Rin - Sarebbe una violazione, a prescindere dalle circostanze. Tecnicamente parlando, ci immischieremmo nelle faccende di una realtà ospite, come sta facendo il Doplanker, cosa assolutamente vietata. E l’uomo che ha scritto questa regola è… alquanto inflessibile, a riguardo, ed è poco saggio farlo arrabbiare. Lui non… non reagisce bene quando perde la pazienza.-
Orlaith sbuffò, distogliendo lo sguardo con aria seccata.
- Bello schifo.- commentò.
- Come ho detto, è poco tempo che le realtà si sono riunite.- spiegò Rin - Ci stiamo ancora adattando. Lo ammetto, è la prima volta che ci troviamo in questa situazione, e il protocollo prevede di chiedere aiuto a persone come te.-
La violinista si portò le mani sulla fronte, premendo forte i palmi e gemendo con rabbia.
- CAZZO!- gridò, furente - Speravo che fosse finita, dannazione! Che tutta questa storia facesse… parte del passato! E ora devo ricominciare daccapo! CAZZO!-
Colpì col pugno il tubo a cui era appoggiata, lanciando subito dopo un gemito di dolore e afferrandosi le dita contuse.
- Piano!- esclamò Rin, prendendole la mano con delicatezza - Se ti rompi le dita...-
- … non potrò più usare i miei poteri, sì, lo so!- sbottò furente lei.
- Non è quello che stavo per dire.- rispose Rin, tastandole delicatamente le dita ed esaminando il danno - Non ruota tutto intorno alla tua magia: al di là degli effetti, la tua musica è splendida. E di sicuro ti diverti a suonare, me l’ha detto Annie.-
Orlaith non rispose, masticandosi la lingua e lasciandola fare. Alla fine Rin sorrise e le restituì la mano.
- Niente di grave. Solo una botta di poco conto, ti passerà presto. Magari mettici una pomata o del ghiaccio.-
- Grazie.- grugnì lei - Sei un dottore?-
- Ho studiato la scienza medica.- rispose Rin, alzandosi e tendendole la mano - Nightmare ha insistito perché mi specializzassi in virologia. Potremmo imbatterci in chissà quali malattie viaggiando in realtà differenti, serve una preparazione adeguata. Il termine che usa Nightmare per riferirsi a me è Xenovirologa.-
Orlaith si lasciò tirare in piedi e la seguì verso la porta, rimpiangendo di aver lasciato le scarpe in camera di David.
- Posso farti un’altra domanda?- chiese, appena prima che varcassero la soglia.
- Dimmi.-
- Perché ti capisco?- chiese - Cioè… perché parli la mia lingua? O io parlo la tua? È magia?-
Rin la guardò e sorrise di nuovo.
- Sai… me lo sono chiesta anch’io.- ammise.
Detto ciò, la precedette giù per le scale.

Da ora in poi per Orlaith ricomincia tutto, ma almeno stavolta non è sola. Ha altri su cui contare, di cui può fidarsi, e questo è decisamente un passo avanti.
Ringrazio John Spangler, Easter_huit, Old Fashioned, Roiben e Arianna96r, che mi seguono come sempre. A presto!

 

   
 
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