Fandom:
One
Piece
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Mugiwara no Ichimi
Tipologia: Flash-fic
Genere: Fluff, Slice of Life, Sentimentale
Avvertimenti: Lievemente polyship
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò
che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note: Scritta per il compleanno di Monkey D. Rufy (5/5)
UN
CUORE DIVISO IN NOVE FRAMMENTI
Sdraiato
sull'erba del ponte
principale, sotto le stelle del cielo del Nuovo Mondo e con la testa
poggiata
in grembo a Nami, Rufy faticava enormemente a tenere gli occhi aperti.
Attorno
a lui, le voci allegre del
suo equipaggio, dei suoi nakama, che scherzavano e ridevano lo
cullavano come
la più dolce delle ninne-nanne e sembrava come se tutta la
fatica della
giornata lo assalisse in quel momento: la battaglia contro l'ennesima
nave
Marine che aveva cercato di prenderli in castagna non era stata
semplice, ne
erano usciti vittoriosi, questo sì, ma ne avevano comunque
risentito
Non
sentì Sanji battibeccare con Brook
riguardo alle mutandine di Robin o, se lo aveva sentito, era troppo
stanco per
riconoscere le voci dei ragazzi.
Socchiuse
gli occhi mentre una
sensazione di torpore gli attanagliava le membra; a poco a poco,
complici anche
le distratte carezze della navigatrice sui suoi capelli, Rufy
sprofondò nel
sonno.
§§§
“Alla
fine è crollato.” notò Zoro,
facendo cenno a Usopp di abbassare la voce; il loro Capitano respirava
tranquillo, rannicchiato contro Nami che lo osservava con tenerezza
alla luce
delle lanterne: "Ha tentato di resistere per tutta la sera, ma si
vedeva
che era proprio esausto.” disse Robin con un sorriso,
allungandosi a
scompigliargli i capelli neri prima di alzarsi per coprirlo con un
plaid che lo
stesso Sanji le aveva passato.
"
È stata una giornata lunga, dovremmo andare a letto
anche noi, e portarlo nella camerata." notò Nami senza
però affrettarsi
per alzarsi e restando lì seduta, con la testa del Capitano
in grembo e la sua
guancia tra le mani.
Sanji,
poggiato contro l'albero maestro, spense la sigaretta
sotto la propria scarpa e buttò il mozzicone nel posacenere
lucido che era
posato sulla panchina circolare, da sotto la quale tirò
fuori una cesta di
coperte; queste vennero distribuite tra tutti i presenti, che si
aiutarono per
drappeggiarle sopra Rufy e sopra loro stessi.
In
pochi minuti, mentre Chopper e Franky spegnevano le
lanterne e Brook prendeva in mano il violino per suonare una
ninna-nanna che li
cullasse nel sonno, tutti si erano sistemati, accoccolati gli uni sugli
altri.
L'unica
luce era quella delle stelle e della Luna, l'unico
rumore quello delle onde che si infrangevano sullo scafo della Sunny e
la
melodia del violino di Brook che a poco a poco si affievoliva mentre
tutti
sprofondavano nel sonno, e andava bene così.
Non
importava nulla se fossero
disordinati o scomodi.
Era
piacevole, era bello essere
lì.
Insieme,
con le mani strette sotto le coperte.