Fanfic su artisti musicali > Slash, Myles Kennedy & The Conspirators
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Autore: Soul Mancini    06/05/2019    4 recensioni
[IN REVISIONE dall'11/01/2021!
Accenni ai componenti di Guns N' Roses e Alter Bridge.
Mylash - Slash x Myles]
Nove capitoli, nient'altro che una serie di momenti che si susseguono, piccoli slice of life per raccontare una storia. Un'amicizia nata nel 2009, quasi per caso, da una bizzarra collaborazione.
Un'amicizia che però cela qualcosa di più, qualcosa di difficile da accettare, qualcosa di dolce e al contempo doloroso.
DAL SECONDO CAPITOLO:
«Una voce inaspettatamente dolce e delicata, colma di profonda emozione, si sparse per la stanza, irradiata dalle casse ai lati del computer. Mentre la ascoltavo rapito, non potei fare a meno di chiedermi se seriamente appartenesse al ragazzo con cui avevo parlato al telefono. Pareva così diversa, così passionale, potente e vellutata allo stesso tempo.
Non avevo mai sentito nulla del genere.»
NOTE:
- All'interno dei capitoli si susseguiranno i POV di Slash e Myles. Non preoccupatevi, sarà semplice capire la voce narrante ^^
- Il primo capitolo si è CLASSIFICATO QUATTORDICESIMO al contest "Chi ben comincia è a metà del prologo" indetto da BessieB sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Myles Kennedy, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mylash







I
 
Calling

 
 
 
 
“Fatemi pensare… a chi potremmo chiedere?” rifletteva Duff mentre rollava una canna con fare esperto.
“Che ne dite di proporlo ad Axl?” scherzò Matt, facendoci scoppiare a ridere.
Dal canto mio, me ne stavo stravaccato in una poltroncina rosso fuoco e strimpellavo distrattamente la mia chitarra. Anche se non lo davo a vedere, ero entusiasta di aver rincontrato i miei due ex colleghi e non vedevo l’ora di trovare gli elementi mancanti per fondare una vera band con loro. Nonostante l’esperienza con i Guns N’ Roses, che ci aveva rovinato e diviso, nessuno di noi aveva ancora gettato la spugna.
“Beh, io ho sentito parlar bene di un tale che si chiama Myles Kennedy. Cioè, l’ho visto dal vivo una volta e spacca” se ne uscì il batterista, rompendo il silenzio che si era creato nella stanza.
“Chi?!” lo apostrofai, confuso.
“Myles Kennedy, sì, ce l’ho presente. Insomma, non è tanto famoso, ma aveva una band abbastanza forte con cui ha aperto per vari artisti… e gira voce che sia amico dei Creed” spiegò Duff mentre accendeva la sua stecca d’erba. “Chi vuole favorire?”
Matt si sporse subito verso di lui e, non appena il bassista prese il primo tiro, gli strappò lo spinello dalle mani per prendere una boccata di fumo. “Quindi siamo d’accordo, gli chiediamo se è interessato a un provino.”
“Datemi un paio di giorni e lo chiamo” affermai. “Come hai detto che si chiama? Mike…?”
“Myles Kennedy” ripeté Duff con uno sbuffo. “Molla quella fottuta chitarra e segnalo, no?”
Storsi il naso e, in tutta risposta, improvvisai un assolo sotto gli sguardi esasperati degli altri due.
 
Lasciai che il telefono squillasse per qualche attimo, mentre giocherellavo con il filo arricciato della cornetta. Duff e Matt mi avevano incuriosito, cominciavo a domandarmi cos’avesse questo Myles di così speciale da aver catturato la loro attenzione.
“Pronto?” rispose una voce indefinita dopo il terzo squillo.
“Pronto, parlo con Myles Kennedy?”
“Sì, sono io” confermò lui in tono pacato.
“Probabilmente ti hanno avvisato che in questi giorni avresti ricevuto una mia chiamata: sono Slash.”
Dall’altro capo del telefono ci fu un istante di silenzio, poi Myles si fece nuovamente sentire: “Oh, molto piacere, Slash. Sono onorato di fare la tua conoscenza. A cosa devo questa chiamata?”.
Quel tizio aveva un grande autocontrollo; probabilmente si aspettava di parlare con il mio manager o un qualche altro mio diretto collaboratore anzi che direttamente con me, eppure non si era lasciato destabilizzare.
“Non so se lo sai, in ogni caso te lo spiego: io, Duff McKagan e Matt Sorum ci siamo da poco ritrovati e abbiamo deciso di mettere su una band. Siamo in cerca di un cantante e abbiamo sentito parlare molto bene di te, quindi volevamo proporti un provino, se sei interessato alla cosa.”
“Wow, grazie, siete stati molto gentili a pensare a me! Non è una proposta che si riceve tutti i giorni, insomma, è un incarico importante e così su due piedi mi prendi alla sprovvista.”
Sollevai un sopracciglio. “In ogni caso si tratta solo di una prova, non sarai costretto a prendere parte al progetto se non lo vorrai.”
“Certo, ovvio… o magari non vi piace come canto!” tentò di sdrammatizzare, lasciandosi sfuggire una risatina dal suono inaspettatamente dolce.
Non ribattei, non mi pareva il caso; del resto non conoscevo per niente Myles e non sapevo neanche come cantasse. Magari faceva schifo davvero.
“In ogni caso… sai, io abito a Spokane, è parecchio lontano da Los Angeles, quindi se decidessi di venire sarebbe perché ne sono veramente convinto, non mi sembra il caso di fare un viaggio a vuoto. Se mi concedete qualche giorno per pensarci…”
“Ma certo, non ti preoccupare, prenditi il tempo che ti serve. Io intanto ne parlo con i ragazzi e nei prossimi giorni ti faccio avere maggiori dettagli sul tipo di gruppo che vorremmo mettere su… perché, sai, nemmeno noi abbiamo ancora le idee chiare, ci siamo riuniti con il solo intento di fare musica.”
“Avete fatto benissimo e sono molto contento per voi! Bene, grazie mille per la chiamata e per la proposta, appena avrò deciso ti farò sapere. Davvero, sono onorato di aver ricevuto questa proposta, vi ringrazio di cuore.” La sua voce era colma d’entusiasmo e questo mi fece sorridere; dopotutto questo Myles sembrava simpatico.
Ci salutammo e io avvisai subito Duff e Matt della cosa. Chissà come sarebbe andata a finire.
 
 
♫ ♫ ♫
 
 
Il tour bus sfrecciava per l’ampia autostrada e il leggero rombo del motore faceva da sottofondo alle nostre chiacchiere. Seduto accanto al finestrino, osservavo il passaggio che mi scorreva di fianco e nel frattempo conversavo con Mark, mentre Brian e Flip battibeccavano per chissà quale motivo e discutevano su cosa ascoltare in radio.
Avevo fatto bene ad accettare la loro proposta ed entrare nella band, da quando avevamo fondato gli Alter Bridge la mia vita era totalmente cambiata. Mi ero dovuto abituare in fretta a essere sotto i riflettori e seguire dei ritmi di lavoro molto serrati, ma grazie ai miei amici la cosa non mi era pesata poi tanto.
“Fermo!” strillò a un certo punto Flip, facendo sobbalzare pure me e Mark. Il batterista aveva fatto uno scatto in avanti verso Brian, che si era immobilizzato con la mano sulla rotellina della radio.
“Sono i Guns, solleva il volume!” esclamò Mark con un sorriso.
Non potei fare a meno di sorridere a mia volta nel sentire il ritornello di Welcome To The Jungle. Adoravo quella canzone, l’avevo praticamente imparata a memoria nel primo periodo in cui era uscita e mi ricordava la mia adolescenza.
Mi tornò in mente anche la surreale telefonata con Slash avvenuta solo qualche anno prima: il mio cuore aveva fatto le capriole quando avevo realizzato di essere al telefono con uno dei miei miti. Proprio con lui, non con il suo manager.
“Myles, perché sorridi come un ebete da un minuto buono?” mi domandò Brian, osservandomi con circospezione.
Mi riscossi all’improvviso. “No, niente, stavo pensando… a quando Slash mi ha chiesto di entrare nella sua band” ammisi candidamente.
Il viso di Mark divenne pallido. “Slash ti ha chiesto di entrare nel suo gruppo?”
“E tu non hai accettato?!” sbottò Flip accostandosi a noi.
“Sei serio?” si indignò anche Brian, incrociando le braccia al petto.
Sospirai. “Beh, no, non ho accettato, altrimenti non sarei qui. Un giorno Slash mi ha chiamato e…” presi a raccontare.
“Proprio lui?” mi interruppe Mark sgranando gli occhi.
“Sì, proprio lui. Dicevo: mi ha chiamato e mi ha chiesto se mi andava di fare un provino per la band che lui, Duff e Matt Sorum stavano mettendo su, gli attuali Velvet Revolver. Io gli ho detto che ci dovevo pensare e alla fine sono giunto alla conclusione che non ero la persona più adatta per il loro gruppo, forse…”
“Forse ti sei sottovalutato come fai sempre” commentò Flip in tono di rimprovero.
“No, no, è che… non lo so, secondo me le cose non dovevano andare così. Infatti penso che Scott Weiland per loro sia perfetto; è quello giusto, non lo possiamo negare.”
“E non te ne sei mai pentito? Voglio dire, sono tre ex Guns, non ti sei mai chiesto come sarebbe andata se avessi accettato?” mi chiese Brian.
Scossi la testa. “Sinceramente no. Ora ho la mia band, mi trovo bene e sono a posto così.” Mi lasciai sfuggire un sorriso e osservai i miei tre compagni uno per uno; non potevo che sentirmi fortunato di aver trovato il mio equilibrio con loro.
“Beh, meglio per noi, ci siamo accaparrati un cantante talentuoso!” esclamò Flip, battendo una pacca sulla spalla sia a Brian che a Mark.
“Ci puoi contare” concordò il chitarrista, strizzandomi l’occhio.
Arrossii appena, non ero abituato a tutti quei complimenti e quegli elogi. “Siete troppo buoni, voi tre!”
 
“Pronto?” risposi con voce titubante, in equilibrio precario su una sedia. Con la mano destra stringevo il telefono, mentre sotto il braccio sinistro reggevo un pesante e impolverato scatolone. Per non rischiare di perdere l’equilibrio o mollare la presa, lo poggiai allo schienale della sedia, sperando che il legno non si spaccasse.
Non ero decisamente nella posizione adatta per rispondere a una chiamata dal mittente sconosciuto, ma ormai avevo imparato che non dovevo perdermi niente, poteva trattarsi di una telefonata di lavoro. A volte era così, altre volte si trattava solo di qualche inopportuno call center.
“Pronto, Myles?”
“Sì, sono io” confermai. Dovevo cercare di stare immobile per non perdere l’equilibrio appena ritrovato.
“Sono Slash.”
Ero indeciso se scoppiare a ridere o lanciare un grido: era la terza volta che il chitarrista dei Guns N’ Roses mi chiamava nel giro di otto anni, e quel giorno mi aveva sorpreso mentre facevo le pulizie profonde in casa. Stavo per cadere da una sedia, avevo tra le braccia uno scatolone ricoperto di polvere ed ero al telefono con Slash.
“Oh, ciao! Ormai le nostre chiamate sono diventate un’abitudine… come stai?” risposi con entusiasmo, dopo un primo attimo di spaesamento.
Lui dall’altro capo del telefono ridacchiò. “Ma no, dai, ti ho chiamato solo un’altra volta” ribatté col suo solito tono pacato. Potevo quasi affermare di averci fatto l’abitudine.
“Mmh… no, questa è la terza volta che ti sento. La prima è stata nel 2002, quando mi hai contattato per chiedermi di entrare nei Velvet Revolver. La seconda è stata due anni fa, quando me lo avete chiesto nuovamente perché Scott Weiland era andato via” gli ricordai, mentre mi prodigavo in maldestri giochi di prestigio per sostenere il peso dello scatolone. Non avrei resistito ancora a lungo in quella posizione, come potevo fare?
“Davvero ti ho chiamato nel 2002?” si sorprese lui. “Non me lo ricordo.”

“Ne sono sicurissimo. Ehm… Slash?”
“Sì?”
“Puoi aspettare un attimo in linea? Sono in piedi su una sedia con uno scatolone che pesa più di me… e non mi vorrei rompere l’osso del collo” gli spiegai con una risata nervosa. Non stavo facendo una gran bella figura, me ne rendevo conto, ma avevo rischiato di scivolare già diverse volte e non ne potevo più.
“Certo” affermò Slash in tono gentile, per nulla perplesso.
Poggiai il telefono sulla scatola e scesi con cautela a terra, poi posai quel fardello sul pavimento accanto agli altri oggetti che avevo portato giù dall’armadio. Ripresi in mano l’apparecchio e lo accostai all’orecchio ma, giusto per aggravare la mia situazione già critica, venni colto da un violento starnuto.
“Tutto bene?” mi domandò il chitarrista in tono vagamente preoccupato.
“Sì, è che sto selezionando un po’ di roba vecchia che ho in casa ed è da stamattina che porto giù cartoni pieni di polvere. Ecco, è per questo che ho starnutito… ma ovviamente a te non importa, scusa.” Ero davvero mortificato, gli stavo facendo perdere tempo e sicuramente, se mi aveva contattato con l’intento di propormi qualcosa, ora ci aveva già ripensato.
Invece lui rise appena. “Ma figurati, non è un problema. Comunque ti ho chiamato per parlarti di una cosa, ma se disturbo posso farmi sentire in un altro momento.”
“Macché, ora ti posso ascoltare” lo rassicurai. Decisi di uscire in giardino e godermi un po’ d’aria pulita, prima che la polvere mi facesse di nuovo starnutire.
“Come forse sai, sto lavorando a un disco solista e per questo ho collaborato con molti cantanti. A dire il vero l’album è quasi pronto, ma ci sono due tracce per cui non ho trovato nessuno e mi sei venuto in mente tu. Non ti ho mai sentito cantare, ma ormai sei diventato popolare per via delle voci che girano sulla collaborazione con i Led Zeppelin.”
Mentre uscivo dalla porta d’ingresso e venivo investito dai ristoratori raggi del sole, non potei fare a meno di sorridere. “Oddio, grazie, sei stato gentile a pensare a me. E, sì, i membri dei Led Zeppelin mi hanno chiesto già tempo fa di partire in tour con loro, ma non c’è mai stato nulla di concreto e definito. Tornando a noi: prenderei volentieri parte al tuo progetto, certo! Se mi fai avere le tracce, provo a combinarci qualcosa e registrarci sopra una demo.” Accettai senza esitazioni e con calma, ma il cuore mi batteva a mille: sarei potuto entrare a far parte dell’album solista di Slash, un mostro sacro della chitarra!
“Bene, allora ti mando tutto. Grazie mille e… sono molto fiducioso.”
A quelle parole mi si formò un groppo in gola e dovetti deglutire prima di rispondere. “Spero di non deluderti.”
Gli dettai un indirizzo e-mail a cui avrebbe potuto inviare il materiale su cui mi sarei dovuto basare, poi ci salutammo e io lo ringraziai almeno un’altra decina di volte.
“Ti lascio alle tue pulizie domestiche” mi disse prima di chiudere la chiamata, e io scoppiai a ridere.
Ero al settimo cielo. La prima cosa a cui pensai fu chiamare i ragazzi degli Alter Bridge per comunicare loro la bella notizia; in quei giorni erano parecchio impegnati con la reunion dei Creed, ma mi avevano dato il permesso di disturbarli ogni volta che ne avessi avuto bisogno.
Cercai il numero di Mark in rubrica e feci partire la chiamata.
“Myles?” mi rispose lui al secondo squillo. Ecco, sapevo di poter sempre contare su di lui.
“Oh cazzo, Mark! Ho appena accettato di collaborare con Slash al suo album solista!” esclamai, lasciandomi finalmente andare alla gioia.
“Stai scherzando?!” sbottò lui sorpreso.
“Tutto vero, ho appena finito di parlare al telefono con lui!”
“Okay, ora lo dico agli altri. Ragazzi, indovinate cos’ha combinato Myles!”
Percepii le voci di Flip e Brian in lontananza, ma non capii le loro parole.
“Ha accettato di collaborare con Slash al suo album solista!”
Al mio orecchio giunse un tonfo secco, poi un grido di esultanza. “Porca puttana, Myles, bel colpo!” strillò Flip.
“Grazie, ma ancora non c’è nulla di certo” gli spiegai con una risata.
“Ah, ma non rompere le palle, Slash rimarrà ipnotizzato da te! E non iniziare a farti prendere dalla paranoia, mi raccomando!” mi ammonì il batterista.
“Va bene, però vorrei chiedervi una cosa: posso mandare le demo a voi prima di spedirle a lui? Le ascolterete? Così avrò un altro parere e mi sentirò più sicuro, ci tengo molto.”
“Ma certo, che domande fai?”
“Passami il telefono, lo voglio sentire anch’io!” Sentii Brian protestare finché non riuscì a strappare l’apparecchio dalle mani di Flip. “Congratulazioni, Myles!” esclamò poi.
“Grazie, grazie! Ma scusate, vi veniva così difficile mettere il vivavoce? Almeno potreste parlare tutti con me senza lotte all’ultimo sangue!” gli feci notare tra le risate.
Quanto mi mancavano, tutti e tre.
“Vabbè, ci hai colto alla sprovvista.”
Risi di gusto e festeggiai al telefono con loro ancora per un po’. La mia giornata di pulizie aveva assunto tutto un altro significato.
 
 
 
 
♠ ♠ ♠
 
 
Ed eccomi qui, con il primo capitolo di questa folle idea! So che probabilmente in questo sito e nel mondo in generale A NESSUNO piace la coppia SlashxMyles, ma vabbè, so di essere strana :D in effetti è una cosa un po’ bizzarra!
Ho cominciato ad appassionarmi al personaggio di Myles già diversi mesi fa, poi il mio mondo si è completamente stravolto quando ho seguito il concerto di Slash, Myles Kennedy & The Conspirators in diretta su Virgin Radio, l’8 marzo di quest’anno (e che sofferenza non esserci stata di persona, tra il pubblico, al Fabrique T.T). E, come sempre quando entro in fissa con qualcosa, mi sono informata.
Ora sto leggendo pure il libro autobiografico di Slash – confesso di non essere una fan dei Guns N’ Roses, ma il suo progetto solista mi piace ALLA FOLLIA, come si è intuito *-*
Bene, ora la smetto di parlare di me e passo alle doverose spiegazioni:
-      Slash ha lasciato i Guns a metà anni Novanta. Nei primi Duemila, ha deciso con Matt e Duff (rispettivamente ex batterista e bassista dei Guns N’ Roses) di formare una nuova band, chiamata Velvet Revolver. Nel 2002 Slash ha davvero chiamato Myles (allora non ancora molto famoso) per chiedergli di entrare nella band, ma lui rifiutò.
-      Quando, inizialmente, i tre membri dei Velvet Revolver ironizzano sul fatto che potrebbero chiedere ad Axl di essere il loro cantante, si riferiscono ad Axl Rose, cantante dei Guns N’ Roses, mal sopportato da tutti gli altri membri. Infatti è proprio a causa sua e del suo atteggiamento capriccioso e dispotico che Duff, Slash e Matt (e tanti altri prima e dopo di loro) hanno lasciato la band.
-      Myles nel 2004 ha fondato gli Alter Bridge insieme agli ex componenti dei Creed: Mark Tremonti (chitarra), Brian Marshall (basso) e Scott “Flip” Philips (batteria).
-      Nel 2009 gli Alter Bridge sono entrati in una sorta di pausa perché Mark, Brian e Flip si stavano dedicando a una sorta di reunion dei Creed; Myles, approfittando del momento, decise di accettare la proposta di Slash a collaborare per il suo primo album solista. Ma di questo parleremo meglio nel prossimo capitolo ^^
-      In quegli anni è vero che Myles stava collaborando con alcuni membri dei Led Zeppelin per un (forse) tour o per scrivere del materiale insieme, ma non se n’è mai saputo granché, evidentemente il progetto non è andato in porto.
Tutte queste informazioni – che forse alcuni di voi conoscevano già – le ho date perché mi sembrava giusto distinguere realtà da quello che mi sono inventata XD e per rendere la storia accessibile anche a chi non ha molta dimestichezza con questi personaggi! Spero che le prossime NdA possano essere più brevi, ahahahah!
Ultima cosa: la storia si intitola come l’ultimo album di Slash, Myles Kennedy & The Conspirators del 2018 ^^
Grazie a chiunque sia giunto fin qui e a chi deciderà di seguirmi in questa folle avventura! Spero che la storia sia di vostro gradimento :3
Alla prossima settimana!!! ♥
 
 
 
EDIT 11/01/2021:
Già da un po’ di tempo avevo in mente di revisionare questa piccola long, a cui tengo davvero tantissimo. Ringrazio Bessie e il suo contest per avermene dato la possibilità, o meglio, per vermi dato la spinta e il pretesto di cui avevo bisogno per mettermici seriamente.
Credo che arriverò in fondo alla classifica anche stavolta XD so che non è un granché, forse lo stile è un po’ più acerbo rispetto a ora, ma per me presentare a qualcuno la mia prima Mylash è sempre un immenso piacere *-*
 
 
   
 
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