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Autore: martos95    07/05/2019    3 recensioni
In attesa del gran finale di stagione, ho provato ad immaginare la sofferenza che Alec sente vedendo partire Magnus per edom senza sapere se potrà rivederlo, e di riflesso, la sofferenza sentita da Jace per il suo parabatai.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Wayland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magnus aveva appena attraversato il portale, lo squarcio nel cielo infiammato e colmo di demoni alati si era richiuso sigillando ogni finestra su Edom. Magnus ora era lì, da solo, e loro potevano solo sperare nel suo ritorno. Il non sapere come stesse, se avesse paura, il non potergli dire " ti copro le spalle", il non potergli vivere accanto, toglieva ad Alec il respiro ad ogni battito di ciglia. Qualcosa stava cambiando. Cambiando per sempre. "Tornerai da me" erano state le ultime parole che era riuscito a dirgli con gli occhi lucidi e la bocca asciutta. Aveva ricacciato indietro tutte le lacrime perchè non voleva che gli trasbordassero dagli occhi; Magnus doveva sentirsi protetto, incoraggiato, non poteva permettersi di aver paura lì all'inferno. Ma se per Magnus l'inferno era da raggiungere, per Alec era l'inferno ad averlo trovato. "Tornerai da me" , solo questo aveva detto, con tono deciso, seppur tradito dalla paura, ed in cuor suo Alec sperava che Magnus sapesse che quella era la loro promessa. La più importante. Si era accasciato sulle ginocchia e aveva permesso a qualche lacrima di rigargli il volto, silenziosa e discreta, appena Magnus non avesse più potuto vederlo. Clary, Izzy e Jace gli si erano avvicinati e gli avevano appoggiato una mano sulla spalla,ma lo avevano fatto in silenzio. Nessuno aveva proferito parola. Izzy stava piangendo e la positività che solitamente lasciava trasparire di colpo si era annullata sotto il peso dei suoi singhiozzi. Alec avrebbe voluto abbracciarla, ma non ebbe la forza nemmeno di girarsi. Nessuno avrebbe potuto promettergli che Magnus sarebbe tornato, ogni parola dunque sarebbe stata solo il vuoto.


Alec aveva bisogno di una boccata d'aria. Da quando lo squarcio si era chiuso non c'era più pericolo a stare all'esterno, ma Jace continuava a non fidarsi, ed il fatto che Alec avesse abbandonato l'arco e le frecce in un angolo accanto al camino non gli permettevano di rilassarsi. Ad Alec non importava più del pericolo, se anche ci fosse stato, non avrebbe potuto causargli più sofferenza di quella che pativa in quel momento. Era lì, ricurvo, seduto sullo spesso davanzale della terrazza con una gamba abbandonata verso il basso e l'altra piegata a sorreggere il gomito dietro il quale nascondeva il viso. Non piangeva, non si sfogava, non si arrabbiava. Era come bloccato in una bolla d'angoscia e paura che non gli permetteva di avere alcuna reazione, e questo preoccupava Jace che, quella sofferenza, l'aveva sempre sentita anche dentro di sè. Doveva parlare con Alec, doveva! lontano dalle ragazze! Loro erano LORO, erano PARABATAI, erano amici, erano fratelli. Erano ciò di cui l'altro non può vivere. Andava fatto, Jace doveva esserci per lui. 

Aspettò che Izzy e Clary andassero a dormire ( e le pregò di farlo insieme, sarebbe stato più tranquillo) e raggiunse Alec sulla terrazza. Lui lo sentì, ma non si voltò, voleva stare solo, nemmeno Jace avrebbe potuto capire. Ma Jace capiva, Jace sentiva. 
" ehy, io....sono qui Alec" gli disse rimanendo un passo più indietro ed appoggiandogli la mano sulla spalla. Alec non si voltò, ma appoggiò la propria mano su quella di suo fratello in segno di gratitudine, ma non voleva sostenere lo sguardo di nessuno. 
"Alec...Alec tu...non puoi tenerti tutto dentro, siamo in due noi. Io lo sento...ti sento.....la - la sento questa sofferenza Alec!!! Condividila con me fratello mio", Jace si spostò e si sedette difronte a lui lì sul davanzale di pietra. Avvicinò il suo viso a quello di Alec e appoggiò la fronte alla sua " tornerà, vedrai che tornerà", poi, ammiccando un sorriso sornione aggiunse " è il sommo stregone di Brooklyn, può tutto ciò che vuole, ti ha avuto ancor prima di volerti Alec, tornerà da te". 

Alec si sentì rincuorato nel profondo e rispose lasciandosi sfuggire un sorriso nostalgico ma compiaciuto, sapeva che era vero, Magnus lo aveva avuto incollato ai suoi occhi dal primo istante in cui aveva incrociato il suo sguardo. Per la prima volta da quando Jace era lì aveva staccato gli occhi dall'indefinito e sembrò essere presente a se stesso. "Jace, Magnun non è un soldato come te, come me.... Magnus..." ma non riuscì a finire la frase, la voce si incrinò, si morse il labbro e scosse la testa per cercare di arrestare il pianto. 
" Magnus è coraggioso, è buono, è leale....ed è innamorato di te Alec. Noi abbiamo le rune a difenderci, Magnus ha il tuo amore, lo stesso che lo riporterà indietro" concluse Jace finendo la frase del fratello ed afferrandolo per le spalle con ambedue le mani. "Devi avere fiducia Alec". 

Alec pianse. Pianse a dirotto. "non ce la faccio Jace, non...." e si lasciò cadere sulla spalla di suo fratello. Jace lo strinse forte a sè e gli portò una mano tra i capelli per tenergli la fronte nell'incavo del suo collo. Tra le sue braccia era al sicuro. Suo fratello, il suo parabatai, la seconda metà di se stesso. Nascose le sue labbra nella folta chioma scura di Alec e gli sussurrò di stare tranquillo.

"e se non dovesse più tornare, jace.... se lui....non tornasse ma più? Io - Io come potrei..." ed il suo pianto si intensificò. Sentì una stretta allo stomaco, ed il panico gli salì fin nelle ossa. Fu così forte che lo sentì anche Jace dentro di sè, ma cercò di ignorare l'ansia che lo stava corrodendo e delicatamente gli alzò il viso asciugandogli le lacrime con i pollici.e gli disse " Insieme. Noi affronteremo tutto insieme, qualunque sia la fine ci attende."

"Jace, Jace tu hai Clary...ricordi come ti sei sentito quando la credevi morta? Tu non puoi pensare anche a me" Disse Alec acquistando un po' più di lucidità....
"Sì Alec, lo so come sono stato.... ma non c'è solo Clary, ci se anche tu! So come sono stato quando pensavo di averla persa, ma so anche che tu sei stato lì per me, come ci sei stato quando ho saputo di mia madre, di Valentine.... quando mille e mille volte sono tornato indietro ferito a morte. TU C'ERI,e ci sarò anche io". 
" Sai Jace" disse Alec asciugandosi le ultime lacrime e rabbuiandosi un po' "Prima che Clary ti resuscitasse...io....ti ho sentito morire. E la nostra runa...era andata via. Non ho mai sentito tanto dolore nella mia vita....non posso sentirlo un'altra volta" e nuove lacrime solcarono il suo bel viso giovane dai lineamenti delicati. 
" Nessuno di noi ti lascerà Alec, nè io, nè Magnus, ma tu devi avere fiducia...".

"Non lo so Jace, non riesco a spieg..."
"Non mi devi spiegare Alec" lo incalzò Jace "...io lo sento, sento che soffri, che....stai male, che non ti interessa vivere.....e se potessi, dividerei con te questo dolore, ma ho bisogno che tu me ne parli....che tu mi lasci entrare...."
Alec annuì silenziosamente, tirò su col naso e appoggiò la fronte a quella di Jace, poi chiuse gli occhi esausto e si lasciò accarezzare per un po'. 
Restarono in silenzio, complici di quell'amore fraterno che non necessitava di ulteriori spiegazioni e parole. Erano lì, loro due soli. Nudi nell'anima e trasparenti a loro stessi. Il dolore di Alec era quello di Jace, ed insieme erano uno, come era sempre stato.  

" dove adrai tu andrò anch'io Alec". Disse Jace guardandolo dritto negli occhi.
" e dove ti fermerai, mi fermerò". Rispose Alec, più forte che mai. 

 
   
 
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