Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    07/05/2019    1 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Risvegli

 

Il boato era stato fortissimo, così come la luce. Ary, che si stava azzuffando in un gruppetto di demoni relativamente distanti dal punto d’impatto del fulmine con il corpo del re, fu sbalzato all’indietro. Per qualche istante, udì solo un fortissimo fischio alle orecchie e intravide diavoli che correvano a caso.

“Keros!” gridò, preoccupato.

Non aveva capito che cosa fosse successo, cosa stesse succedendo. Gli aggressori si disperdevano, qualcuno gridava. Ricominciò ad udire altri suoni, oltre a quel fischio fastidioso. Udiva le sirene, della polizia o forse dell’ambulanza. O erano i vigili del fuoco? Erano fiamme? Era forse esploso qualcosa?

“Riesci ad alzarti?” si sentì chiedere, probabilmente da qualcuno che aveva ripetuto quella frase un sacco di volte prima che Ary lo sentisse.

“Cosa è successo?” chiese l’anima speciale, scuotendo la testa e rialzandosi lentamente.

“Un fulmine ha colpito Lucifero”.

“Che…?”.

“Devi tornare a casa, di corsa. Presto qui sarà pieno di umani e dovrai giustificare sangue, segni di lotta e le fiamme. Io me la svigno. Vieni con me?”.

Arikien capì solo in quel momento di avere davanti a sé Alukah.

“Non posso andare all’Inferno” rispose “Devo tornare a casa mia. Ci sono i bambini là e non posso lasciarli da soli”.

“Capisco. Vieni con me allora. In fretta!”.

Ancora confuso, Ary seguì Alukah lungo le scale antincendio. I demoni stavano tutti fuggendo, gli angeli si erano già ritirati in Cielo.

“Dov’è Keros?” gridò l’uomo, continuando a correre.

“Non preoccuparti per lui” lo rassicurò Alukah “Lui è il principe. Di sicuro Asmodeo o altri alti ufficiali e generali lo hanno già riportato a casa senza dargli modo di protestare. È la procedura in caso di emergenza”.

“Capisco… Ma sai se sta bene? E Lucifero?”.

“Non so nulla. So solo che devi muoverti. Arrivano gli umani!”.

“Sì, ma…”.

“Cristo, muoviti! Non vorrai mica farti arrestare?!”.

Arikien chiuse la bocca ed accelerò il passo, lungo i vicoli. Albeggiava, e molti mortali stavano accorrendo sul posto. Elicotteri, poliziotti, volanti… E molte luci si stavano accendendo nelle stanze dei grattacieli che circondavano quell’edificio in fiamme.

“Salite!” ordinò qualcuno.

Girandosi, videro Mefistofele a bordo di un’auto sportiva con aerografato sul cofano il logo del locale che gestiva il demone.

“Grazie, fratello” ghignò Alukah “La strada la conosci”.

Insieme, si allontanarono in fretta da quel luogo e raggiunsero la casa di Arikien, dove i vari bambini mezzodemoniaci lo attendevano con apprensione.

“Che casino abbiamo fatto” ridacchiò Mefistofele “Queste sì che sono belle serate!”.

“Ogni tanto ci sta anche bene…” ammise Alukah “Ma non tanto spesso. Sono vecchio per certe cose!”.

“No, non sei vecchio. Abbiamo la stessa età! È che stai diventando ciccione e sedentario, non riesci più a correre come un tempo, ammettilo. Ma non perché sei vecchio, ma perché ti sei pappato troppi umani!”.

“Stronzo” rise il vampiro, salutando Ary e congedandosi.

Rimasto solo, il padrone di casa ci mise un po’ per calmarsi. Non era abituato a simili botte di adrenalina e corse improvvise! Tentò invano di contattare Keros per buona parte della giornata, senza ottenere risposta. Poi, la sera seguente, un giovane messaggero bussò alla sua porta.

“Vostra altezza vi attende” si limitò a dire “Seguitemi, voi ed i piccoli”.

 

L’urlo di Lucifero era stato udito distintamente per tutto l’Inferno. La rabbia, il dolore e lo strazio avevano fatto vibrare le pareti degli Inferi e tremare i suoi occupanti. L’oscuro signore delle tenebre si era ritrovato fra le mura del proprio palazzo, avvolto dalle spine delle rose nere. La luce accecante del fulmine aveva, per pochi secondi illuminato quel mondo solitamente buio. Il sangue colò sui fiori, donando loro un’inquietante sfumatura. Gli altri demoni, dopo i momenti di panico ed immobilità, accorsero appresso al proprio sovrano. Questi lanciò un altro grido, provando un fortissimo dolore, e si agitò per liberarsi dalle spine che lo avvolgevano. Provocandosi ulteriore dolore e ferite, illuminò lo sguardo per la rabbia e nessuno dei presenti riuscì in alcun modo a porre fine a quell’agitazione. Fortunatamente, Leonore corse lungo le scale e raggiunse il giardino. Con i capelli biondi lasciati lunghi sulle spalle, l’abito bianco che terminava con un lunghissimo strascico e gli occhi lucidi per l’apprensione, fu in pochi minuti accanto al suo amato.

“Amor mio!” lo chiamò.

L’udire quella voce, nel buio della cecità momentanea provocata dalla folgore, calmò immediatamente il re. Si trascinò fuori dai rovi e accasciò fra le braccia di lei, inginocchiata e di cui ora la veste si tingeva di rosso sangue.

 

Keros si risvegliò piuttosto stordito. Le orecchie gli dolevano e fischiavano, per via del forte rumore provocato dal tuono. Inoltre, la testa gli pulsava e faticava a capire quanto successo. Steso, iniziò a comprendere dove si trovasse: era nella propria camera all'Inferno. Ed era da solo. Allungò la mano per azionare il dispositivo che richiamava i servi. Dovette attendere solo qualche minuto prima che comparisse Simadè sulla porta.

“Siete sveglio. Buongiorno!” salutò il servitore, con sollievo.

“Sai fornirmi una spiegazione riguardo alla mia condizione attuale?” biascicò Keros, rimanendo disteso.

“Avete perso i sensi e siete stato riportato qui".

“Perso i sensi? Perché?”.

“Suppongo per il forte rumore provocato dalla saetta".

Il principe alzò un sopracciglio.

“Non ricordate?” suppose Simadè.

“Non proprio. Che ho fatto ieri sera?”.

“Da quel che mi hanno detto, avete sparato ad un demone, vi siete ubriacato e poi siete svenuto dopo che un fulmine ha colpito Lucifero".

“È tutto molto vago…”.

“Probabilmente perché eravate sbronzo, altezza".

“Già…”.

Il mezzodemone si alzò a sedere, passandosi una mano sul viso.

“Vi porto qualcosa per farvi stare meglio?” propose il servo.

“Ma… che è successo dopo? Come sta il re? Ed Ary dov'è?”.

“L'arconte Arikien è stato riportato a casa propria, come da sua richiesta. Doveva occuparsi dei bambini, a quanto pare. Riguardo al sovrano, non so dirvi molto. Il guaritore Furcas voleva parlare con Voi, una volta sveglio”.

Keros mugugnò qualcosa. La testa gli doleva e si sentiva ancora intontito. Si fece aiutare per vestirsi e fece cercare Furcas. Il dottore era lieto di vedere il principe in piedi, anche se con una faccia non molto sveglia.

“Ho un ottimo antidoto per il doposbornia, altezza” propose il guaritore e Keros mugugnò qualcosa di incomprensibile.

“Dimmi come sta il re. E non alzare troppo la voce, ho mal di testa”.

“Vostra maestà Lucifero è momentaneamente a riposo forzato. Anche se brama uccidere, sbudellare e via discorrendo, è meglio che eviti lo stress. Gli ho somministrato una pozione per farlo dormire, dormire parecchio. Per dare modo al cuore di riprendersi dalla scossa, comprendete?”.

“Comprendo. Ma non è grave, quindi?”.

“Non può alzarsi ed andare a ballare una giga, se è questo che volete sapere. Anche se lui vorrebbe. L’ho sedato, e per un po’ dovrà stare tranquillo. Mi pare quindi d’obbligo suggerire un momentaneo cambio di sovrano, onde evitare lo stress ed il nervosismo eccessivi”.

“In poche parole, passi a me la palla. L’avevo intuito. L’anello con il sigillo lo ha Azazel?”.

“Sì, altezza. Permettetemi però di offrirvi qualcosa per rendervi più…”.

“Presentabile? Fa niente. Un po’ di trucco e sembrerò una superstar. Mi rassicura sapere che il re sta bene”.

“E voi? Ci sentite bene? La vista? Il fulmine non ha provocato danni?”.

“Mi fischiano un po’ le orecchie. Ma passerà, suppongo. La vista mi sembra normale. In caso, ti farò sapere. Grazie…”.

Dopo aver recuperato il sigillo regale da Azazel, Keros chiamò a sé Simadè e Lilith. Grazie alle loro mani, ne era certo, il proprio aspetto principesco e scomposto diventasse degno del sovrano degli Inferi.

“Mandate a chiamare Arikien” ordinò poi “Con tutti i bambini”.

 

Non sapeva dire per quanto tempo era rimasto privo di sensi. Quando aprì gli occhi, Lucifero fu davvero felice di udire la voce di Leonore che cantava. La vista offuscata, la mente confusa, sovrapposero la figura di lei e quella di Sophia.

“Sophia…” mormorò e lei sorrise.

“Che bello vederti di nuovo sveglio” rispose la donna.

Toccandosi il petto, il sovrano percepì bende e dolore. In un momento, alla mente gli balenò quanto successo e scattò, ritrovandosi seduto e con il respiro affannato. In un ringhio sommesso, si sentì di nuovo bruciare di rabbia e sofferenza.

“Calmati. Sei tornato a casa. Sei tornato da me” mormorò Leonore, avvicinandosi e sfiorandone la mano.

“Cos’è questo rumore?” domandò lui, con voce roca “Sento delle voci. Molte voci”.

“È il tuo popolo che ti acclama” sorrise ancora lei “La voce della folgore divina si è sparsa per l’intero regno. E tutti sono pronti ad adorarti, unico e degno sovrano in grado di sfidare e provocare Dio, senza temere la sua punizione. L’unico in grado di strappare il figlio di Mihael e l’angelo prediletto dal Paradiso”.

“Angelo prediletto… un tempo ero io, dicevano…”.

“Chissà. Magari lo sei ancora. Io credo che Dio ti ami tantissimo”.

Lucifero alzò un sopracciglio, perplesso e lievemente irritato.

“Bevi” offrì lei, porgendo una ciotola “Furcas ha detto che dovevo fartelo mandar giù tu, appena ti svegliavi”.

“Dall’odore, fa schifo”.

“Serve ad attenuare il dolore”.

Il re obbedì, riluttante. Fece una smorfia, disgustato.

“Perdonami. Ti ho chiamata di nuovo Sophia” sospirò poi, tornando ad appoggiarsi sul cuscino.

“Puoi chiamarmi come preferisci. I nomi sono solo lettere, cambiano nel tempo…”.

“Sì, ma…”.

“Sciocco. Sciocco fratello che ancora non capisce” rise Leonore e Lucifero si chiese se per caso stava impazzendo.

“Che cosa non capisco?”.

“Non capisci proprio? Oppure la sai, la verità. Secondo me lo sai. Tu sai… sai chi sono. Sai chi siamo. Eppure a volte la tua mente non ha dubbi”.

“A volte…”.

“Sempre. Io sono qui e ci sarò sempre, amor mio. Gli angeli non muoiono. Gli angeli ritornano. Ed io sono qui, per te. Avevo timore, timore che Dio potesse portarti via. Ma ora ho capito che non c’è nulla che possa fare. Io sono nata per te, io sono stata creata per te ed assieme a te. E tu sei nato per me, creato assieme a me. Lucifero, fratello mio…”.

“Tu… tu sei veramente Sophia?! Ma come…?!”.

“All’inizio non lo sapevo. Ma durante la gravidanza ho acquisito lentamente sempre più coscienza. E quel fulmine mi ha risvegliata definitivamente”.

Il re aprì la bocca, come a voler dire qualcosa, senza trovare le parole.

“Mi prendi in giro?” disse poi “Sto sognando?”.

“No. Per questo dico che Dio ti ama molto. Perché sei qui. Ti ha riportato da me. Il tuo posto è qui, accanto a me. Assieme a nostro figlio”.

“Sei tu sei qui, sei veramente qui, allora Dio dev’essere davvero molto geloso. Ecco il motivo del fulmine nel petto. Spera forse di distruggere il mio cuore. Ma il mio cuore… non mi appartiene più”.

Leonore dedicò un bacio al re, sfiorando le ferite con le dita. Questo donò un immediato sollievo a Lucifero, che ricambiò il bacio.

“Questo, allora, appartiene a te…” commentò il sovrano, infilando l’anello di Sophia al dito di Leonore “Che tu sia davvero la mia amata sorella tornata in vita, o un’umana divenuta demone per generare mio figlio, vorrei che lo indossassi”.

“Io sono entrambe le cose, mio signore!” sorrise lei, con una scintilla dorata negli occhi.

 

Preparatevi a qualche altro piccolo cambiamento! Ringrazio per tutte le recensioni ai capitoli precedenti. Purtroppo ho qualche problema con le risposte (il sito non mi carica le risposte dal cel). Cercherò di risolvere presto. Grazie a tutti :3 A presto!!

   
 
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