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Autore: _Atlas_    07/05/2019    4 recensioni
[Spoiler per Avengers:Endgame]
Seguendo lo strano e reminiscente flusso di pensieri che gli albergava in testa quella notte, si ritrovò - non seppe come - davanti ai fornelli con l'intenzione di prepararsi un cheeseburger. E tanti saluti alla dieta.
[Post-Avengers: Endgame / What if?]
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cheeseburger first








Caos e distruzione dominavano sul campo di battaglia, una fusione di polvere e sangue che gli appesantiva i polmoni fino a renderli due blocchi di piombo inflessibili.
Il grido del Titano Pazzo riecheggeva ancora nella sua testa, come il boato di un'esplosione improvvisa e distruttiva ma che ancora lo teneva in vita, spingendolo ad avanzare a passo accorto verso di lui.
Non era certo di quale sarebbe stata la sua prossima mossa, ma l'abbraccio freddo di un portale alieno lo rivestì da capo a piedi, ricordandogli tutto ciò che negli anni gli aveva portato via e impedito di vivere fino in fondo.
Un'ondata di odio sommerse i suoi pensieri.
La sua mente diventò allora una giostra di reminiscenze passate, che si proiettavano sulle pareti della sua coscienza come tante ombre cinesi, rievocando tutte le notti insonni che aveva passato, il peso al petto che gli aveva impedito di respirare, quel fallimento straziante che lo aveva segnato per cinque anni e, infine, quell'unica opportunità che gli aveva teso la mano mantenendolo in vita e che adesso rischiava di perdere per sempre.
Qualcuno gli avrebbe dato del pazzo se solo avesse letto i suoi pensieri, ma qualcun altro gli avrebbe ricordato che quello era l'unico modo e lui, adesso, sapeva cosa avrebbe dovuto fare e soprattutto sapeva, nel suo cuore, che sarebbe stato giusto.
Un velo di lacrime gli annebbiò la vista, ma senza impedirgli di sfuggire al suo destino.

"Io sono ineluttabile."

Io sono Iron Man.

Un bagliore incandescente accecò il mondo circostante.
Poi Tony aprì gli occhi.

 
*


Si svegliò in preda alle palpitazioni, cercando di aprire i polmoni nel tentativo di incamerare più ossigeno possibile e passandosi una mano sulla fronte sudata.
Rimase immobile nel letto senza osare muovere un muscolo, temendo che anche solo il più piccolo movimento potesse rimetterlo in allarme e scatenare una valanga di emozioni ingestibili.
Dio, era da una vita che non si sentiva così.
Per molti minuti rimase steso a osservare il soffitto costellato da travi in legno, alla ricerca di qualche strana figura che potesse distrarlo dalle immagini che ancora gli scorrevano in mente. Si voltò appena per incrociare il volto di Pepper che dormiva ignara accanto a lui, dopodichè si aggrappò al suo profumo leggero e familiare per coinciliare la calma.
Per qualche minuto parve funzionare e dopo mezz'ora fu sul punto di credere di potersi riaddormentare, quando altri pensieri confusi e sgraditi lo obbligarono a sbarrare di nuovo gli occhi.
Sospirò profondamente, poi scostò le lenzuola e si convinse ad alzarsi, lottando qualche momento con la parte destra del suo corpo, ancora molto indebolita e dolorante.
Si trascinò fino in bagno, dove si sciacquò il viso con acqua gelida con la speranza di riprendersi.
Osservò il suo riflesso allo specchio, deglutendo a vuoto quando i suoi occhi incrociarono le ustioni e gli sfregi che gli segnavano parte del volto e che scendevano lungo il collo, avvolgendo il petto e arrivando sino alle dita della sua mano destra.
Poteva ritenersi fortunato.
Sapeva che a Pepper non avrebbe fatto molta differenza e che ciò che importava era che fosse vivo, e si era stupito persino della reazione di Morgan, che a parte il primo momento di incertezza non si era lasciata intimorire dal suo aspetto fisico.
E poi, si disse, avevano vinto. Il resto non contava.
Si passò una mano tra i capelli, ormai certo di non riuscire più a rimettersi a letto e optando per rimanere sveglio, conscio che comunque i suoi pensieri sarebbero rimasti tali e che non lo avrebbero più costretto a passare ore davanti a ologrammi e progetti aperti sulla protezione mondiale, nè in preda alla paura e all'inquietudine.
Quella sarebbe stata una semplice notte insonne causata da vecchi ricordi, niente di più.
Con ritrovato buon umore si diresse quindi in cucina, stuzzicato dall'idea di fare uno spuntino di mezzanotte, nonostante l'orologio alla parete che segnava ormai l'una passata e la dieta ferrea a cui lo aveva rigidamente sottoposto la dottoressa Helen Cho.


Seguendo lo strano e reminiscente flusso di pensieri che gli albergava in testa quella notte, si ritrovò - non seppe come - davanti ai fornelli con l'intenzione di prepararsi un cheeseburger. E tanti saluti alla dieta.
Si era quindi ipnotizzato davanti a una padella, riponendo fiducia nei suoi miglioramenti degli ultimi cinque anni nell'arte culinaria, e riuscendo a cuocere un hamburger e due pezzi di pane senza causare troppi danni.
Il primo intoppo, però, si presentò proprio in quel momento.

"Papà?"

Tony si voltò di scatto, senza preoccuparsi di nascondere lo sgomento e trovandosi davanti al viso colpevole e disorientato di sua figlia.
"Che ci fai qui, signorina?" la interrogò con sguardo severo, mantenendo un tono di voce basso.
La bambina tirò su le spalle e si stropicciò gli occhi in un'espressione sofferente, avvicinandosi a lui con passo incerto. "Non riesco a dormire" borbottò.
"Ma davvero? E quale dramma ti affligge, sentiamo" indagò l'uomo, ricacciando in un angolo del suo inconscio il terrore che sua figlia avesse ereditato la sua spiccata familiarità con le notti insonni.
D'altra parte, Morgan decise che la spiegazione più esauriente che potesse fornirgli fosse quella di aggrapparsi affettuosamente alla sua gamba, senza apparente intenzione di voler desistere.
"Uh, tutto chiaro, allora" commentò Tony, riconducendo il gesto a qualche improvvisa mancanza d'affetto notturna e lasciandole una carezza sui capelli. Poi spense il gas e allontanò la padella, prima che riuscisse a bruciare e a mandare a monte il suo spuntino notturno. Ammesso sempre che fosse riuscito a mangiarlo.
"Forza, torniamo a letto" si rivolse quindi a Morgan, districandosi dalla sua stretta e prendendola in braccio.
"No, papà..." si lamentò lei, contorcendosi tra le sue braccia per ostacolare in tutti i modi il percorso che portava alla sua cameretta.
"Sì, invece" replicò Tony, fermandosi per guardarla,"Devi dormire, obbligatoriamente. Oppure preferisci che faccia quella cosa bruttissima ai tuoi giocattoli, mmh?"
"Ma anche tu sei sveglio" obiettò la bambina, guardandolo imbronciata e con gli occhi appena lucidi.
Tony si ritrovò a sospirare, perfettamente conscio che se avesse provato a metterla a letto in quel momento non sarebbe mai riuscito a farla addormentare. Si prese un secondo in più per riflettere sul da farsi, prontamente interrotto da Morgan che decise subito di approfittarsi del suo silenzio.
"Cosa stai facendo?" gli chiese lanciando occhiate curiose verso i fornelli, su cui si intravedeva la sagoma del suo desiderato spuntino notturno.
"Ehm, armeggio" rispose Tony di riflesso, cercando di allontanarla dalla cucina prima che fosse troppo tardi.
"È un cheeseburger!" realizzò però lei in tempo, con un sorriso che le illuminò il volto.
Tony si affrettò a tapparle la bocca, prima che riuscisse a svegliare Pepper e mandare definitivamente a monte la sua prima notte insonne senza pensieri inquieti.
"Shh, non gridare. E sì, è un cheeseburger, ma tu adesso vai dritta a letto. Intesi?" tentò ancora, ricordandosi che dopotutto lui era Iron Man e che, se era riuscito a sconfiggere un Titano con turbe mentali, sarebbe stato anche capace di riportare a letto sua figlia e di farla addormentare.
"No, papà, ti prego!" si impuntò comunque lei, alzando di nuovo il tono della voce e venendo prontamente fulminata da un'occhiataccia che avrebbe tanto voluto essere severa, e che invece si rivelò quasi disperata.
Tony sbuffò, desiderando di avere anche solo un quarto dell'autorità che riusciva a dimostrare Pepper in quel tipo di situazioni e comunque sollevato dal fatto che Morgan non avesse ereditato solo da lui quella cocciuta ostinazione, ma che era evidentemente colpa – o merito – di entrambi i genitori.
La osservò scuotendo la testa, cedendo infine a quello sguardo - ignorando volutamente da chi lo avesse preso - e tornò sui suoi passi, afferrando il cheeseburger e sedendosi a tavola con Morgan in braccio, adesso non più tanto sicuro di chi l'avrebbe mangiato.
"Me lo fai assaggiare?" chiese infatti la bambina con aria sognante, già contenta di non essere stata infine trascinata a letto.
"Tesoro, è l'una di notte. Se mi vede tua madre sono finito" cercò si spiegarle Tony, sentendosi comunque un mostro nel dare un morso al panino proprio davanti ai suoi occhi.
"Ma la mamma dorme" replicò lei, per nulla intimorita da quella possibilità e guardandolo speranzosa.
Tony riuscì a stento soffocare una risata, già sapendo che da lì a poco avrebbe definitivamente fallito nel suo ruolo di ipotetico genitore modello, a cui ogni tanto cercava ancora di aspirare.
"E va bene, piccola istigatrice. Ma solo un morso" patteggiò guardandola segretamente compiaciuto mentre addentava il panino. "Buono?"
Morgan annuì soddisfatta, sporgendosi verso di lui per dargli un breve abbraccio pieno di gratitudine.
Tony le arruffò i capelli in risposta, dopodichè lei si aggrappò inavvertitamente al suo braccio ferito, strappandogli un piccolo sussulto.
"Scusa" gli disse rendendosi conto dell'errore e guardandolo dispiaciuta.
"Non fa niente" le rispose lui con tono mite, facendole intendere che fosse tutto a posto.
La vide puntare lo sguardo sulle lesioni intorno alla mano e al braccio, scrutandole con interesse e forse, pensò, alla ricerca di un modo per renderle più familiari e naturali.
Dopotutto, durante i suoi tre mesi di convalescenza non aveva avuto modo di abituarsi ad esse completamente, così lasciò che sfiorasse con le dita una delle cicatrici più in vista, osservandola con confusione e perplessità, ma per nulla spaventata, almeno all'apparenza.
"Ti fa male?" gli chiese poi con una punta di preoccupazione.
"Solo qualche volta" le assicurò subito posandole un bacio sulla guancia, come a voler chiudere quella breve conversazione.
"Ne vuoi ancora?" le chiese poi, porgendole il cheeseburger e vedendo ricomparire sul suo volto un sorriso raggiante.
Morgan diede un generoso morso al panino e lo assaporò con gusto, dopodiché si voltò verso il padre e si portò una mano accanto alle labbra, come per rivelargli qualcosa di molto importante e molto segreto.
"Non lo diciamo alla mamma, va bene?" gli disse a bassa voce, facendolo ridere.
Tony le arruffò di nuovo i capelli e la strinse brevemente a sè.
"E va bene, signorina Stark" le garantí, "Inauguriamo questa cospirazione con l'ultimo morso al cheeseburger" sentenziò prima di dividerne con lei l'ultimo pezzo.
Fu in quel momento che il secondo intoppo della serata si presentò.
Era in pigiama, con le mani incrociate sul petto e con un'espressione decisamente seccata a scurirle il volto.

"Merda" si lasciò sfuggire Tony.

Pepper alzò le sopracciglia, iniziando a chiedersi se trovare suo marito che divideva un cheeseburger con sua figlia all'una e mezza di notte potesse essere considerato un trauma a livello psicologico.
"Merda" ripetè poi Morgan con ancora la bocca piena, e Pepper decise che per la sua salute psicofisica avrebbe fatto finta di non sentire. Tornò quindi a guardare Tony, che dopo l'ultima uscita di sua figlia sembrava già in procinto di fare le valigie e abbandonare il tetto coniugale.
"Allora?" si decise quindi a chiedere con una certa urgenza.
"Uhm, Pep...Senti" iniziò a dire l'uomo, "Non riuscivo a dormire, e avevo fame, così..."
"Tony," lo interruppe la donna, decisamente poco interessata a quella parte della storia, "Perchè Morgan è sveglia e sta mangiando un cheeseburger all'una e mezza di notte?" chiese quindi.
Tony arricciò le labbra e si guardò intorno, ignorando il fatto che sua figlia stesse sghignazzando divertita proprio sotto ai loro occhi.
"Perchè, uhm...non riusciva a dormire, e aveva fame, così..." ripetè incerto, per poi arrendersi di fronte allo sguardo sempre più scettico della moglie. "Va bene, hai vinto. Non ho altro da aggiungere."
Pepper sospirò rassegnata, avvicinandosi al tavolo e prendendo posto di fronte ai due, godendosi le loro espressioni vagamente intimorite dalla sua presenza.
Morgan fu la prima a rompere il silenzio e si sfogò in una risata che fece sciogliere i due genitori, dopodichè scese dalla stretta di Tony e passò a quella di Pepper, accoccolandosi contro di lei.
A sua volta la donna si strinse a lei, posandole un bacio sulla fronte, e poi tornò a guardare il compagno, rivolgendogli uno sguardo velato di preoccupazione.
"Stai bene?" gli chiese in un sussurro, consapevole dei motivi che molto stesso obbligavano l'uomo a non dormire la notte. Ma adesso c'era una luce diversa nei suoi occhi, un luccichio di spensieratezza che la fece immediatamente rilassare e dimenticare l'ansia che l'aveva costretta ad alzarsi per accertarsi che stesse bene.
Tony sembrò leggere nei suoi pensieri e annuì con un sorriso, facendole un occhiolino; poi, con uno sforzo che cercò di camuffare, si alzò e si avvicinò a entrambe, abbracciandole brevemente.
"Che ne dite di..." iniziò a proporre adocchiando la televisione, prima di essere fulminato dallo sguardo di Pepper.
"...andare a dormire" mise subito in chiaro, fiutando chissà quale proprosta nell'aria.
Tony alzò le mani in segno di resa e lanciò un'occhiata a Morgan che, adagiata sulla spalla della madre, stava quasi per cedere al sonno.
"E va bene, madame, come desidera" le concesse, avvicinandosi poi al suo viso.
"Mi farò comunque perdonare per il cheeseburger" le disse con un ghigno malizioso.
Pepper scoppiò a ridere e glielo cancellò con un bacio.








NdA
E sempre per la serie "Fottesega del finale di Endgame", ecco qui un'altra piccola fix-it che ha come protagonista sua maestà il Cheeseburger :D
Ovviamente è una ripresa della scena sul finale tra Morgan e Happy, ma con una piccola, insignificante, variante: Tony è vivo, vegeto e molto affamato. E sta superando gli incubi, più o meno.
Spero che abbiate apprezzato questa piccola pazzia, anche se ci tengo a scusarmi per gli eventuali strafalcioni nella conversazione tra Tony e Morgan, è in assoluto la prima volta che scrivo cose del genere :)

Ringrazio chi passerà e vorrà fermarsi da queste parti.
Alla prossima,

_Atlas_
   
 
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