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Autore: Sherry93    08/05/2019    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 37

Un colpo secco alla base della testa mi fece barcollare in avanti. Umiliante. Non mi capitava da anni. Mi voltai verso Banal’ras che sfoggiava un sorriso arrogante -Potete fare molto di più- disse continuando a guardarmi come se fossi un adorabile cucciolo. Passai la mano sul punto dove mi aveva colpito massaggiandomi, mi celai un’altra volta nelle ombre e passai all’attacco, senza rendermene conto mi aveva già preceduto e con un altro colpo venni buttata a terra. Non potei fare a meno di fissarlo con occhi sgranati, come faceva?

-Posso capire che sia più difficile a causa del Velo, ma il celarvi semplicemente nelle ombre non serve a nulla, se non nascondete anche il vostro spirito. È potente. Siete potente e la vostra presenza si nota ancora prima della vostra forma fisica- mi porse la mano aiutandomi ad alzarmi

-Solas mi ha raccontato che in un momento di ira verso di lui, vi siete celata perfettamente, non penso gioverebbe urlarvi contro però- scherzò.

Abbozzai un sorriso -Urlare? Chi ha detto che urlo?- fulminea replicai il colpo che aveva subito il mio lupo, agganciai un piede alla sua caviglia e tirai. Barcollò mantenendosi in piedi con difficoltà e ridacchiò -Capisco, lo tenete impegnato- si rimise dritto e divertito per quella dimostrazione

-Riproveremo domani notte, una volta che sarete in grado di farlo qui, non dovreste avere problemi- chinò leggermente il viso con un sorriso.

 

Tenni gli occhi chiusi e strofinai i piedi contro le lenzuola toccando quelli di Solas, in risposta infilò una gamba tra le mie e posò un braccio sulla mia vita.

-Com’è andata?- sussurrò dolcemente, mi sporsi meglio verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla -Poteva andare meglio e ha scoperto che quando mi arrabbio non tendo ad urlare- ridacchiò sommessamente e passò le dita tra i miei capelli accarezzandomi. Mi stava coccolando e scaldando, questo non mi aiutava a rimanere sveglia -Mi fai riaddormentare così...- mi baciò sulla tempia -È presto vhenan- con le parole mi stava dicendo di dormire, ma il suo corpo mi diceva altro. Aprii gli occhi, mi stava fissando rapito e con desiderio -L’hai fatto di nuovo...- borbottai, mi aveva tolto la camicia da notte. Mostrò un sorrisetto -Dormi ancora più profondamente se sei nella Dissolvenza, oltre a farmi vedere espressioni di ogni tipo- disse con voce profonda e senza togliermi gli occhi di dosso, affamato, aspettava soltanto il mio permesso. Decisi di tenerlo ancora un attimo sulle spine -Non so se me lo merito, non è andata così bene, forse con un incentivo imparerei più in fretta...- risalì con la gamba tra le mie fino a premere contro il mio centro strofinando con il ritmo giusto, i miei fianchi presero a muoversi da soli e gemetti più volte. Si spostò agilmente sopra di me e mi alzò le braccia tenendomele ferme, si chinò prendendo possesso della mia bocca insinuandosi con la lingua in una lunga, lenta, sensuale e rilassata esplorazione. All’improvviso si staccò lasciandomi andare e scostandosi.

Rimasi ferma di sasso, presa alla sprovvista da quella reazione. Mi dava le spalle e sembrava intenzionato ad alzarsi, mi misi velocemente seduta e lo abbracciai da dietro, aderendo con il seno alla sua schiena -Ehi… dove vai?-

-Ti ho dato l’incentivo- disse con tono divertito

-Ma…- sorrisi per poi ridacchiare, scesi con la mano verso il suo desiderio, al mio tocco gemette e continuò a spingere il bacino contro la mia mano che lo accarezzava. Bloccò il movimento prendendomi dal polso, si girò verso di me e passò il braccio intorno alla mia vita tirandomi sopra di lui. Sedendomi a cavalcioni e unendoci l’uno con l’altro, lasciammo entrambi sfuggire un lamento di piacere che accolse nella sua bocca coprendo la mia. Passai le braccia sopra le sue spalle, mise le mani sui miei fianchi per accompagnare i movimenti lenti e profondi. -Ecco- mormorai e strofinai il naso contro il suo orecchio -Così-. A quell’incoraggiamento mi strinse di più a lui, avvolgendomi i fianchi con un braccio e l’altra mano affondandola nei miei capelli alla base della nuca aumentando il ritmo. Ogni forte spinta intensificò la voglia che avevo di lui, diventando liquida. Era così bello, così bello. Mi aggrappai con urgenza al mio lupo e non vidi più nulla.

Ritornai cosciente, premette con possessività la nostra unione seguita da un ringhio profondo e lasciandosi andare dentro e contro il mio corpo. Presi tra le labbra il lobo dell’orecchio leccandolo per poi scendere subito sotto baciando con tenerezza la pelle fino all’incavo del collo, ripercorrendo poi la stessa linea di baci a ritroso gli sussurrai -Ar lath-. Dopo quel minuto di quiete mi avvolse con le braccia e si stese sul letto portandomi giù insieme a lui, rimanendo piacevolmente dentro di me. Infilai la testa nell’incavo del suo collo, iniziò ad accarezzarmi la schiena e affondò il viso nei miei capelli -È andata così male?- domandò curioso

-No, ho solo bisogno di capire come funziona, ma mi guarda come una bambina...- uscì dal mio corpo e sospirai con delusione -Ma è un comportamento stupido il mio, mi passerà… ho da imparare molto da lui-.

Stavamo rivedendo quasi completamente il mio modo di combattere e mi stava insegnando tecniche a cui non avevo mai pensato adattandole alle mie nuove abilità. Mi aveva detto che ero troppo abituata a non far uso della magia e non andava bene, la usavo con naturalezza, ma non era abbastanza, non per arrivare ad uccidere un Evanuris. Come aveva detto Andruil in quel ricordo, sono una bambina. Imparavo in fretta, ma sarebbe stato abbastanza per proteggere le persone che amavo?

Scese con entrambe le mani verso il mio sedere massaggiandolo -Solas...- avevamo appena fatto l’amore, ma se faceva così non ne avrei mai avuto abbastanza di lui. In risposta mi baciò sulla fronte -Arriva Leliana oggi?- mormorò

-Sì...-

-E intendi metterli al corrente delle tue intenzioni- affermò

-Glielo devo dopo tutti questi anni passati insieme, non posso farli combattere per una causa diversa che non sia l’Inquisizione se non vogliono-

Risaliva e scendeva con le mani calde accarezzandomi lentamente -Vhenan...- lo implorai, il mio cervello si rifiutava di collaborare! Si fermò avvolgendomi la vita con le braccia -Dubito ti negheranno il loro aiuto, ti vogliono bene-

Sorrisi -E io ne voglio a loro, ma anche le follie hanno un limite...-

-Davvero?- domandò divertito, alzai il viso e lo guardai -Non prendere in considerazione i parametri di follia che ho io con te, amore mio- ridacchiò e si girò tenendomi stretta per poi sovrastarmi. Le iride grigie brillavano emozionate e non potei fare a meno di sorridere, distolse l’attenzione spostandola alla finestra, ne seguii le sguardo -Terribilmente presto- mormorò. Il sole iniziava a malapena a rischiarare il cielo ancora coperto per buona parte di nuvole -E moriremo di umidità se non smette di piovere...- aggiunsi. Le sere erano fredde, ma di solito c’era un caldo atroce durante la giornata, l’acqua che evaporava non aiutava. -Visto? I vestiti non servono. Dormiamo ancora- risi per quella constatazione, si mise da parte a me e lo osservai, era più sereno da quando l’influenza del Lyrium rosso era diminuita, speravo sarebbe durato il più possibile.

 

Seduta sul divano stavo porgendo dei fogli che avevo già letto a Solas, ma non venivano presi. Alzai lo sguardo da quello che stavo facendo, ed era concentrato su altre pergamene. Completamente assorto su quello che stava studiando, abbassai la mano comprendendo che la mia speranza che li prendesse fosse zero. Mi sporsi cercando di sbirciare cosa lo interessasse tanto, uno schema formato da cerchi concentrici dorati che si intrinsecavano tra loro, varie annotazioni in una lingua che non riconoscevo, solo qualche carattere era familiare. -Che cos’è?- chiesi curiosa, non si mosse e non dava nessun segno di aver sentito. Sospirai, va bene, ricevuto, è roba super importante, mi stavo per eclissare al mio posto, quando mi prese la mano intrecciando le dita con le sue, portandosela alla bocca e posando un bacio, sorridendo poi lievemente -Ir abelas, sono delle informazioni che credevo ormai perdute, ma Banal’ras ha i suoi metodi e sono in nanico antico, non proprio semplice come lingua-

Nanico? -Ma quante lingue sai?- ero basita, ero sicura conoscesse bene anche il Qunlat. Ridacchiò per il mio tono di voce sconvolto -Abbastanza per conoscere ogni volta il nemico-

Rimasi affascinata da quel ragionamento -Gli elfi hanno fatto una guerra contro i nani?-

Alzò il viso fissandomi -Per un periodo, poi si è giunti a degli accordi commerciali, dopo hanno cercato di proteggere i Titani rendendosi conto per primi cosa stavamo causando. Hanno un collegamento con la pietra molto profondo, si affievolisce se ne stanno lontani per anni, ma non scomparirà mai del tutto. In cambio non possono avere nessun legame con l’Oblio, questo è sempre stata una nostra predilezione- spiegò e rimise gli occhi sullo schema

-Per questo chiami Varric figlio della pietra?-

-Pur che lui non ne gioisca rimarrà sempre un durgen’len, anche rimanendo in superficie. La stessa cosa vale per Sera, è nata come un elfo e nel corpo rimarrà sempre tale-

-Ti divertivi proprio a punzecchiarla...- insinuai

Sorrise -Cercavo di capirla meglio… poi che traessi soddisfazione dalle sue reazioni avverse, come negarlo?- rispose divertito -Quelle lucertole...- borbottò infastidito al ricordo di essersele ritrovate nel letto.

Ridacchiai e cercai di sfilare la mano, ma posò ancora le labbra morbide sulle mie dita, lo lasciai fare -Hai un buon profumo...- sussurrò, abbozzai un sorriso -Non ti piace quello che stai studiando...- in risposta mi baciò il palmo fino a scendere sul polso. Le guance si scaldarono e lanciai uno sguardo furtivo e imbarazzato verso Banal’ras che per fortuna non ci prestava attenzione essendo impegnato con Cassandra. Districai la mano dalla sua presa e sfoggiò un sorrisetto, fissai quelle pergamene, aveva evitato di darmi una risposta.

Lo lasciai ai suoi piani e guardai la Cercatrice affilare la spada con una cote, attenta non prestava nessuna attenzione alla spia elfica che con non so quale coraggio gli si era seduto affianco e le parlava. Non si faceva nessun problema a sfidarla in continuazione. Lo vidi allungare una mano direttamente sulla lama, Cassandra seccata se la rigirò in mano per sferrare un fendente che non arrivò mai a concludersi. Il filo della spada era stato preso in pieno dal palmo aperto della mano dell’elfo che rimaneva serio e quasi indifferente, chiuse la presa sul metallo. Dopo il primo attimo di sorpresa la mia amica cercò di sfilarla, ma anche se tirò con forza non ottenne nessun risultato. L’elfo le disse qualcosa, lei lasciò l’elsa infuriata e se ne andò decisa, fino a rivoltarsi verso di lui quando disse altro. Perplessa lo fissava, percependo i miei occhi con lo sguardo mi fece capire di seguirla. Rivolsi l’attenzione alla spia che aveva piantato con un movimento sapiente la spada a terra, degli incantesimi si stavano legando al metallo. Mi alzai raggiungendo Cassandra sul balcone che restava appoggiata alla ringhiera esasperata. Sentendomi si rivolse verso di me -È… che Andraste mi aiuti!! Resterà qui ancora molto?- sospirò profondamente -È impossibile!! Anche prima è arrivato a darmi delle informazioni un altro Cercatore e si è intromesso!- avevo notato in effetti la scena, vedendo però quello che la mia amica non si era minimamente accorta in nessuno dei due uomini. Dovevo purtroppo dire che fosse negata in queste questioni. Comunque Banal’ras aveva rimesso in riga un uomo fatto e finito, che fissava la mia amica con interesse, come se fosse un ragazzino, marcando il suo possesso sulla Cercatrice che non aveva notato nulla. Mi passai una mano fra i capelli -Non posso affilare neanche la spada che ha qualcosa da ridire!- si appoggiò con la schiena alla ringhiera e incrociò le braccia -È così...- borbottò -...idiota- concluse neanche tanto convinta. Abbozzai un sorriso e le feci cenno di seguirmi all’interno. Banal’ras era sparito, in cambio la spada di Cassandra restava per magia in verticale da sola, rifletteva un’aurea particolare, non era sicuramente più del semplice metallo.

-Cosa…?- mormorò

-Bella, vero? Penso sia un regalo- le dissi

Non ottenni risposta e mi voltai, si stava guardando intorno ed era arrossita lievemente. Si avvicinò e la prese dall’elsa, sprigionando così un lieve bagliore -È… un idiota...- sussurrò commossa da quel gesto inaspettato.

-Ne convengo- rispose Banal’ras alle sue spalle, lei sobbalzò seccata per essere stata presa in flagrante e strinse le labbra tra loro. Abbassò lo sguardo verso la mano dell’elfo che gli stava porgendo il fodero anch’esso incantato -Ho sistemato anche questo, se non lo avessi fatto si sarebbe squarciato, non svolgendo la sua funzione di protezione e sostegno. Ora è adeguato ad accoglierne la lama- spiegò sicuro di sé. Non sapevo se ero io che notavo doppi sensi dove non ce n’erano e mi limitai a fissare Cassandra che rossa in viso prese il fodero -Grazie...- borbottò. Lui sorrise e si concesse il piacere di esaminare velocemente la figura della Cercatrice -È stato un onore, Cassandra Allegra Portia Calogera Filomena Pentaghast-

La mia amica si bloccò persa e anche io. Si era informato su di lei? Probabile lo stesse facendo su tutti. Cassandra mostrò una smorfia e si stava per allontanare, ma lui fece un passo in avanti fermandola da un braccio e sfilandole la spada dalle dita. Gliela posizionò di fronte e fece scorrere un dito sul piatto della lama, dove era incisa un’iscrizione che non riuscii a leggere.

La Cercatrice ne fissava sconvolta la scritta e divenne furiosa -Non ne avevi il diritto!- ringhiò. Non capii la reazione e mi feci più vicino, in parte era scritto in elfico, ma un nome era riconoscibile “Anthony Pentaghast” suo fratello. Lessi per intero e le posai una mano sul braccio per calmarla

-Guida la mia mano. Calma il mio spirito. Portami nel tuo cuore- tradussi l’omaggio. Senza volere una risposta Banal’ras gliela diede con un inchino e si diresse con passo deciso verso la finestra, cambiò forma in corvo seguito da una nuvola di fumo nero e spiccò il volo oltre la ringhiera. La mia amica strinse con forza l’impugnatura della spada e il suo fodero, per poi fissarne la scritta e rinfoderarla. Sospirò profondamente e lanciò un’occhiata al balcone -Quando torna...- aspettai una conclusione della frase, ma nulla -Cosa?- negò con la testa e abbozzò un sorriso -Niente...- disse pensierosa e confusa e se ne andò nella sua camera.

Percepii alle spalle una presenza -Il tuo amico non sta esagerando?-

-Che amico?- rispose Banal’ras

Che velocità, era già tornato, mi voltai fissandolo severa -Non pensi che sia un po’ troppo? Lasciale almeno il tempo di conoscerti!-

Sorrise -Il problema è proprio il tempo. Io ne ho all’infinito e lei limitato, ed essendo umana non posso neanche sperare che con la caduta del Velo cambi qualcosa. Ma la domanda giusta è: cosa sto facendo, giovane Mythal?- rimasi basita presa in contropiede, non sapevo cosa dire. Notai nelle iride ambrate un barlume di tristezza -Qualcosa che non avrei neanche dovuto pensare- si rispose da solo con un filo di voce e mi ignorò andandosi a sedere da parte al mio lupo.

Cosa voleva dire?

 

Arrivò la sera e con essa anche Leliana, stanca avevamo rimandato le cose serie al giorno dopo.

Ora stavo imbarcandomi in una partita a Grazia Malevola all’ultima moneta, mancava solo Josephine e sarebbe stato un evento che in pochi avrebbero mai assistito. Rimaneva in gioco Solas, Banal’ras, Leliana ed io. Cassandra si teneva a debita distanza dalla spia elfica, Dorian aspettava che anche io venissi buttata fuori, ormai con le tasche vuote, da quei mostri. Avevo arrancato non poco per arrivare fin lì, ma qualunque miraggio di vittoria era stato elegantemente massacrato.

Alzai lo sguardo dalle mie carte coperte sul tavolo, fissando il mio lupo che mi elargì un sorrisetto del tutto soddisfatto e arrogante. Banal’ras e Leliana avevano discusso apertamente del mio programma di allenamento, su questo si era creata un’alleanza che mi poneva all’orizzonte giornate in cui avrei in tutti i sensi sputato sangue. Alzai un angolo delle mie carte. Capolinea. Facevano schifo e non dovevo darlo a vedere, peccato che avere davanti loro tre che avrebbero fatto tremare tutta la corte di Orlais non aiutava la mia mimica facciale.

-Tutto bene, vhenan?- chiese innocente Solas

-Lethallin su quanti fronti vuoi giocare? O non hai intenzione di lasciare questa stanza per questa notte?- mi precedette Banal’ras tranquillo, ma anche divertito nel vedere il suo allievo stuzzicarmi. Fissai la spia elfica, con un cenno del viso e di una mano lo indicai e guardai Solas, senza dire una parola. Aveva già detto tutto lui per me. In risposta il mio lupo ridacchiò e mi beai del suono di quella risata che adoravo e dei tratti del viso per una volta rilassati e non segnati dalle solite preoccupazioni che erano state accantonate almeno per il momento.

-Non lo sottovaluterei, è estremamente bravo a far infuriare sua moglie, esplosioni catastrofiche a parte- appuntò Leliana. Mi venivano rubate le parole di bocca, la indicai acconsentendo al ragionamento -Bene, non potrei essere più che d’accordo, ma vi state divertendo a tenermi sulle spine!- sapevo che stavo per essere buttata fuori, alla mia affermazione Solas sorrise di nuovo, gli altri due abbozzarono un sorriso furbo. Vennero svelate le carte. Io ero morta. Il mio lupo e Usignolo tentennarono, ma rimasero in partita senza gravi perdite. Banal’ras era estremamente pericoloso anche ad un semplice gioco.

-Devo complimentarmi con voi, avete già una vasta esperienza anche se siete così giovane- disse l’elfo puntando le iride ambrate sulla ex mano sinistra della Divina.

Sorrise -Me la cavo- si sporse verso la Cercatrice che le stava seduta affianco -Potresti andare a prendere un’altra bottiglia?- Cassandra si alzò e Leliana mi fece cenno di sedermi al suo fianco, ubbidii guardandola confusa. La nostra amica tornando si ritrovò un attimo spiazzata trovandomi al suo posto e dovendo sistemarsi al mio, contrariata essendo proprio vicino alla spia elfica. Notai in quell’istante, quello che aveva sicuramente visto dalla sua postazione Leliana, a cui io sapendolo già non facevo caso. Continuarono a giocare e Banal’ras perse parecchio in modo insolito, non sembrava più interessato o concentrato a vincere come lo era stato per tutta la serata. Tenne comunque duro e Leliana perse ritirandosi -Onorata e sbalordita dalla vostra freddezza mentale- si complimentò con un sorriso.

Banal’ras la fissò curioso -Si nota così tanto?-

-Abbastanza, ma vi viene naturale, come a Solas e Yen- spiegò calma. Tirati in causa ci fissammo e sorrisi, talmente naturale che come potevi farci caso? Ogni movimento che Solas faceva, istintivamente e senza rendermene conto io lo seguivo con gli occhi e lui faceva lo stesso con me. Banal’ras seguiva Cassandra con lo sguardo e avendogliela fatta sedere proprio di fianco, lo aveva reso nervoso oltre che impreparato.

L’elfo ridacchiò e si rivolse a Solas -Quindi lethallin, siamo rimasti noi due. Farei diventare la partita un po’ più impegnativa, dopotutto è simile a quello che giocavamo noi e che andava tanto di moda a corte- dicendo ciò tirò fuori da una tasca una bottiglietta posandola sul tavolo, la fissammo tutti confusi e attenti.

-Dove sei andato a recuperarla?- domandò il mio lupo prendendola in mano e osservando il liquido all’interno lievemente scettico

-Scorta personale- spiegò semplicemente -Ci stai?-

Solas rimase assorto a fissare il liquido, sospirò e quando alzò il viso vidi preoccupazione. Che cos’era? Volevo saperne di più e avrei voluto che si divertisse, non che anche in uno stupido gioco dovesse camminare sul filo del rasoio! Strinsi un pugno scocciata e lanciai a Banal’ras uno sguardo seccato che ignorò.

-Cosa vuoi sapere?- chiese il mio lupo con altrettanta calma

-Lo sai, da’len-

-E se vinco io?-

-Naturalmente spetterà a me berla-

Mi intromisi scocciata di tutto quel mistero -Cosa contiene?-

Solas mise l’attenzione su di me con un mezzo sorriso -È un liquore particolarmente potente, fatto con una variante di radice elfica reale che non esiste neanche più. Ne basta poco e anche un qunari come Bull abituato a bere il Maraas-lok diventerebbe ubriaco, oltre a rivelare qualunque cosa gli venga richiesto- riguardai con un lieve intento assassino la spia elfica.

-Lo bevo io- dissi di getto, voleva avere informazioni su di me, non avrei fatto pagare la sua curiosità al mio compagno

Banal’ras sospirò -Se lui è...-

-Non se ne parla- disse Solas deciso senza volerne discutere

-Ma...- stavo per lamentarmene e mi lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche. Lo fissai sorpresa e contrariata -Anche dopo passato il periodo di euforia, viene tenuto in circolo dall’organismo per mesi. Una donna non deve bere questo liquore-

Rimasi scioccata per quella distinzione di genere -Bene, accetto- disse al suo mentore senza aspettare una mia eventuale risposta

-Giocando su più fronti e con il fuoco con cui sai ti scotterai...- mormorò Banal’ras -… interessante- dette le carte ad entrambi lasciando tra di loro quel commento a cui il mio lupo non dette peso, come se non avesse detto nulla. Lo fissai concentrato a non lasciar trasparire nessuna espressione e sospirai rassegnata. Dubbi, sempre dubbi. Cose non dette, segreti, omissioni e le sue follie. Come faccio oltre che a odiare, ad amare questa parte di lui? Anche quando mi ferisce direttamente, sono sempre qui per lui.

-Che sia saggio?- domandò Banal’ras

-Non lo so, ma più sicuro, sì. Anche meno stressante, senza nessun dovere-

Non ho la minima idea di che stessero parlando.

-E se non verrà?-

-Si vede che dovrà andare così. Nessun obbligo o pianificazione, non su una cosa del genere-

-Stai decidendo tu-

Altre carte, e Solas era lievemente in vantaggio -In parte, pagherò al momento-

Ridacchiò -Pagherai?- mi lanciò uno sguardo fugace -Forse-

Ma di che diavolo… centravo io!? Mi alzai e andai dietro a Solas, abbassandomi e passandogli le braccia intorno al collo e posando la guancia contro la sua. Si irrigidì un attimo per poi rilassarsi.

-Lo distraete Mythal- replicò divertito

-Come state facendo voi, spero di essere più piacevole- a quelle parole il mio lupo girò il viso verso il mio e posò le labbra sulla mia pelle sussurrando -Piacevole, ma non so se corretto-

-Come tutta la scommessa- ribattei in un altrettanto sussurro

-I due colombi stanno tubando- e Dorian portò una mano al suo orologio da taschino osservandolo -Di solito probabilmente siete già al massimo delle effusioni-

Abbozzai un sorriso -Ma in effetti stavo andando in astinenza e la tua vicinanza rincarava la frustrazione amico mio- Solas ridacchiò come tutti gli altri -Eh… il mio fascino fa questo effetto- rispose Dorian stando al gioco -Mi trovi più che d’accordo- e lasciai un lieve bacio sulla guancia del mio lupo.

Banal’ras ci osservava entrambi con un sorriso che si estendeva anche a quelle iridi di falco -Lo devo dire, in un altro mondo sareste stati al centro delle attenzioni per anni e ricordandomi del Solas più giovane avreste dato parecchi grattacapi insieme, non che lui da solo non ne desse abbastanza a Mythal- a quelle parole il mio sguardo verso di lui si ammorbidì

-Volete dire che non teneva sempre quella faccia?- rimbeccò Dorian basito

Vidi gli altri sghignazzare e Solas assumere un cipiglio sconsolato -Ho avuto anche io i miei anni spensierati-

-E meno male, se no saresti veramente preoccupante- concluse il mago del Tevinter

Ridacchiai di nuovo e la spia elfica aggiunse -È passato da un estremo all’altro però, lo confermo-

-Non si può sempre avere tutto- replicò il mio mago

-Vero, e se avessi incontrato prima tua moglie, ora non so se sarebbe tale. Questi millenni ti hanno reso tutto sommato calmo-

Sorrisi divertita e strofinai la punta del naso contro la guancia di Solas -Non so Banal’ras, penso non me lo sarei lasciato comunque sfuggire… Ho avuto modo di vederlo con quella sua chioma castana ramata ed è terribilmente affascinante- percepii gli occhi dei miei amici fissarci esterrefatti e risi di gusto

-L’hai visto con i capelli?!- esclamò Dorian scioccato

-Non posso negare che sia curiosa- disse Leliana

-Castano ramati?- replicò Cassandra

-Oh sì, gli arrivavano fin sulle spalle, aveva un bel seguito a causa di quella chioma- dette il colpo di grazia Banal’ras

Continuai a ridere e Solas guardò male il suo amico -Un bel seguito?- ripeté lui

-Già, che poi fosse per il tuo aspetto o per il tuo retaggio nobile, o entrambi, i passatempi non ti mancavano-

Continuò a guardarlo male e un lieve rossore colorò la punta delle orecchie, lo trovai troppo tenero e se fossimo stati da soli, avrei ceduto all’istinto di mordicchiarne il bordo -Ora non verrai a dirmi che il fatto che Anaris mi avesse tirato quel pugno fosse lecito-

-No?-

Sospirò -Lo sai benissimo che era stato tutto un malinteso… fenedhis… Andruil non mi ha lasciato stare per almeno un secolo- borbottò scocciato

-Non faccio fatica a crederlo- dissi, la sola reazione che avevo visto in quel ricordo non ammetteva dubbi

-Altri aneddoti? Quindi Solas, ti davi da fare? Non lo avrei mai detto- disse Dorian, alquanto interessato

Il mio lupo alzò gli occhi al cielo e poi rimise l’attenzione sul gioco -Ero giovane, tu non mi sembri molto tranquillo-

-Ah… no, ma io non ho tutti gli anni che hai tu. Yen come…- alzai una mano fermandolo, capendo in anticipo dove stesse andando a parare e risi -Mi valgo della possibilità di non rispondere in questa sede- scherzai e il mio lupo mi lanciò un’occhiata perplessa, posai le labbra sul suo orecchio -Non riferirò delle tue fantastiche prestazioni a Dorian- sussurrai.

Sorrise divertito e si rivolse verso Banal’ras -Sicuro che serva questa roba? Stai già rivelando i miei segreti a tutti-

L’elfo abbozzò un sorriso -Penso che abbiamo finito- e fece scorrere sul tavolo le carte rivelandole così che le potessero vedere tutti. Dorian si lasciò andare ad un fischio -L’ho detto io che è un mostro- purtroppo erano estremante buone e sibilai in protesta.

Solas rivelò le proprie che però non tenevano il confronto anche se per poco -Mi dovrai spiegare un giorno da dove ti viene tutta questa fortuna- insinuò il mio lupo serio. Li fissai entrambi e Banal’ras non faceva una piega, mi venne però il dubbio che non giocasse correttamente.

-Vi lascio per stasera- disse Leliana alzandosi, Dorian e Cassandra seguirono il suo esempio dando la buonanotte.

Fulminea mi allungai sul tavolo prendendo la bottiglietta e schivando la mano di Solas che aveva cercato di fare lo stesso. Gli posai l’altra mano sul petto per evitare che si alzasse e gli sedetti in braccio, tenendo fuori portata quel liquido -Prova a berla e passerai più di una notte sul divano- lo sfidai decisa fissando le miei amate iride grigie in cui vedevo una strana agitazione -Basta che tu non la bevi- replicò con una durezza che poche volte avevo udito nei miei confronti, a rafforzare il concetto avvolse un braccio sulla mia vita stretto e in modo protettivo.

Banal’ras iniziò a ridere -Sì, confermo. Avreste fatto parlare di voi per parecchio, soprattutto tu dal’en, nessuna delle sue conoscenze avrebbe osato rivolgersi in questo modo al Temibile Lupo-

Le labbra di Solas si posarono sul mio collo dove poi strofinò il naso -Avrebbe potuto farlo anche durante il grande ballo ad Arlathan e non me ne sarebbe importato nulla. Se anche lo stesso Elgar’nan avesse avuto da dire qualcosa, non mi sarei tirato indietro- replicò con un tono autoritario che non usava quasi mai

-Scatenando così anche più di un duello per tutta la serata per proteggere la sfrontatezza della tua compagna-

Solas sorrise arrogante -Come se non succedesse ogni volta, anche per delle sciocchezze. Dare prova della propria potenza e convinzioni era la regola, e buon modo per intrattenere gli ospiti. Fare sfoggio del potere che lei ha su di me, avrebbe potuto essere solo causa di stupide gelosie e mettere in evidenza che mi ero legato a lei definitivamente- mi baciò di nuovo dolcemente sulla pelle -Ne sarei stato estremamente orgoglioso- concluse sfrontato e soddisfatto. Voltai il viso per osservarlo, e l’umile apostata era stato sostituito completamente dall’uomo nobile che sapeva di poter aver quello che voleva, quando voleva. Non dubitavo che in un mondo differente avrei conosciuto di più questa parte di lui che il mago che studiava gli spiriti da solo nei boschi.

-Perchè non farle vedere Arlathan, lethallin? La tua compagna è curiosa, noi avremmo potuto chiamarla casa e anche se a lei sarà completamente estraneo siamo dei somniari di tutto rispetto per far rivivere una serata- propose Banal’ras

Solas lo studiò assorto -Bene, vediamo dove vuoi andare a parare-

L’elfo ridacchiò -Il mio obiettivo è sempre quello, cambiare il campo di gioco e renderlo più interessante è un ottimo svago-

Senza ulteriori indugi venni sollevata di peso -Ehi! Ehi! La ferita!- esclamai di colpo

-La ferita sta benissimo e anche il mio umore per adesso. Ti avviserò se le cose cambiano, vhenan- rispose sicuro di sé e con tono dolce. Venni portata in camera e mi lasciò scendere da quell’abbraccio -E ora?- domandai ancora perplessa per la piega che aveva preso quella discussione.

-Ora, dormiamo, sempre che non ti voglia rilassare prima- insinuò malizioso. A quelle parole mi fermai dal togliere la giacca di pelle con noncuranza e la sfilai più decisa lanciandogliela addosso. La prese al volo con una mano divertito -Il resto dovrai togliermelo tu Temibile Lupo- si avvicinò senza farselo ripetere e gli posai le mani sul petto -Prima una cosa, c’è qualcosa che dovrei sapere o aspettarmi nel sogno?-

Rifletté un attimo -Bhe, avrò un bel seguito...-

-Quindi cercherò di non ucciderti. Chiaro- scherzai e feci scivolare le braccia intorno al suo collo tirandolo verso di me.

 

Musica, chiacchiere diversi elfi vestiti in sete di oro e argento che si aggiravano nella grande sala da ballo. I servitori che si distinguevano a causa dei Vallaslin, offrivano calici di vino e ne accettai uno per non sentirmi ancora più fuori luogo. Intanto mi detti un’occhiata: un vestito blu notte che cadeva perfettamente, lasciando intravedere con uno spacco un rivestimento in delicate decorazioni in argento che si estendevano fino alla caviglia destra, una sorta di leggera armatura in quel metallo prezioso. Stessa cosa era stata estesa anche al braccio destro che dalla spalla, dove si ricongiungeva al vestito, continuava fino al mano. Il braccio sinistro veniva coperto dalla stoffa morbida nascondendo le cicatrici, sorrisi per quell’accortezza così premurosa.

Mi osservai in giro, ma non notai Solas, né Banal’ras, anche se quest’ultimo dubito l’avrei visto se non avesse voluto, si celava perfettamente quando non cercava neanche di farlo, figurati in mezzo a tutte queste persone. Decisi di avviarmi in mezzo alle gente che si era divisa in gruppi più o meno numerosi, non facendo caso agli occhi che più o meno sfacciati mi fissavano, cercai il mio lupo, finché delle risate non mi attirarono verso un tavolo gremito di gente. Aguzzando la vista e l’udito ci girai attorno in cerca della mia preda, notando infine una chioma di capelli castano ramati e il mio viso affilato che rideva insieme ad altri nobili, e come mi aveva avvisato con un bel seguito. Diverse elfe stavano al suo fianco cercando di attirarne l’attenzione che lui non ricambiava, per mia gioia. Avevo gli occhi e ci vedevo bene, non avrei mai potuto negare che non fossero delle belle ragazze, con abiti molto costosi che le donne orlesiane avrebbero sicuramente invidiato anche se lo stile era del tutto diverso. Per quel che mi riguardava io non avevo mai dato molto peso a quel genere di cose e in quel momento, anche se tutto un sogno, l’abito migliore e più bello lo indossavo io, visto che l’aveva scelto proprio lui per me. Restai in disparte a fissarlo, non volevo mischiarmi con le altre e mi stavo godendo la vista del suo modo di fare simile, ma molto più marcato di quanto l’avevo visto al Palazzo d’Inverno, dove si era limitato ad osservare e bere. Ora rideva, parlava e giocava a carte, gli altri in sua vece non si comportavano come suoi pari, ed era tutto sommato evidente che lui fosse un Evanuris, c’era sempre una sorta di riverenza nei suoi confronti. Lui era vestito di nero e con dei fili d’argento a scriverne diverse decorazioni su quel tessuto, con la pelliccia di lupo a coprirgli la spalla. Decisamente spensierato e tranquillo alzò lo sguardo verso la folla che si stava aprendo per lasciar passare Andruil, che si chinò verso di lui chiedendogli qualcosa. In risposta negò e la salutò con un cenno. A quel rifiuto calò un silenzio piuttosto teso che scemò quando alquanto offesa la Dea della caccia aveva tolto il disturbo, in compenso vidi brillare di nuova speranza le ragazze che gli stavano attorno. Ridacchiai per quei giochetti -Mi concedete questo ballo?- arrivò alle mie spalle la voce della spia elfica, sorrisi e mi voltai. Anche lui vestito elegantemente, ma senza nulla di particolare che ne attirasse l’attenzione -Stai lavorando?-

Annuì con un cenno del capo -A questi eventi io lavoravo sempre, dal’en. Non sapete come approcciarvi?- domandò curioso. Mi voltai a riguardare Solas -È un sogno, non mi preoccupano più di tanto le mie azioni, vederne le conseguenze sarà però interessante- risposi divertita e mi avvicinai a lui senza urtare nessun elfo, o pretendendo che si spostassero in modo scenografico come aveva fatto Andruil, mi avrebbero visto a cose fatte. Scivolai alle spalle di un elfa tutta intenta a mangiarselo con gli occhi e gli sedetti in braccio. Si levò un altro silenzio di tomba, quando qualcuno alzandosi in piedi al di là del mio campo visivo urlò -Questo è inaccettabile!-

Solas senza dargli peso e alquanto divertito avvolse un braccio sulla mia vita e girando il viso verso il suo si impossessò della mia bocca. Quel brusio che era nato, cadde di nuovo in un assoluto silenzio sconvolto. Staccandoci per riprendere fiato, mi accostai al suo orecchio -Mi hai piacevolmente distrutta, vhenan- infatti ero caduta in un sonno molto soddisfatto. Ridacchiò e alzò una mano verso la folla -Signori, calma, è la mia compagna, passeremo la notte qua nelle mie camere- non so bene cose intendesse a parte che avrei condiviso il letto, ma erano tutti turbati dalla piega che aveva preso la serata, alle nostre spalle qualcuna delle ragazze iniziò a piangere per poi scappare.

-Vi presento Yen Lavellan. Mythal non ha ancora diffuso la notizia per mia richiesta affinché potesse sistemarsi tranquillamente a Tarasyl’an, senza avere subito le responsabilità nel divenire mia moglie ufficialmente- spiegò sereno

-Gli anelli del legame lo confermano- rispose un elfo con degli occhi di ghiaccio -Mi sembrava però che avessimo accordi diversi- più di una persona brontolò qualcosa di simile.

-Accordi signori? Non ho mai detto che avrei sposato qualcuna delle vostre figlie, anche se sono state entusiaste della mia compagnia- che adorabile bastardo, mi limitai a guardarlo con un “ah sì?” si scatenò un putiferio, alcuni risero, altri se ne andarono piccati per quell’offesa.

Banal’ras si sedette in uno dei posti lasciati liberi -Questa se la sarebbero ricordata per secoli lethallin, ma non l’hai mai fatto vero? Che peccato...- disse alquanto deluso

-Suppongo che sia vero però...- dissi fissando il mio lupo che mi mostrò un sorriso sfrontato -In poche parole saltavi da una ragazza all’altra...- venni zittita da un suo dito sulle labbra -Non proprio, come avrai visto avevo una bella folla qua alle mie spalle, io non facevo nessun accordo, ma mi bastava scegliere. Se si aspettavano qualcosa in cambio, avevano sbagliato persona e poi non avevo relazioni serie, mai avute dopo Andruil-

Lo guardai scettica -Bhe, non oso lamentarmi della tua esperienza a letto, visto che va tutta a mio beneficio- dissi, ma non avevo voglia di approfondire quel discorso e cambiai argomento -Sulla storia della camera… è stato come se avessi lanciato un fulmine su qualche ospite...-

Ridacchiò di nuovo e posò le labbra sul mio collo leccando. Un brivido di piacere nacque e scese lungo la mia schiena -Certo, siamo nel castello reale ad Arlathan, una delle regole era che se volevi giacere con qualcuno dovevi esserci sposato, se no potevi andartene a casa. Ed essendo Fen’harel avevo delle bellissime camere che non ho mai sfruttato-

Il trambusto di prima era svanito e gli elfi avevano rivolto il loro interesse agli altri falsi Dei lasciandoci tranquilli. Decisi di affrontare l’argomento per il quale ci trovavamo nella dissolvenza, ma venni anticipata

-Quell’entrata in scena dal’en è stata meravigliosa, sicuramente hai più stile di Andruil che ogni tanto ci riprovava con lui. Ma vorrei sapere meglio cosa sei-

-È così importante?- domandai

Mi guardò assolutamente serio -È importante perché i miei Vallaslin da millenni non venivano attivati. Dirthamen è morto. Ucciso da colui che nelle vostre leggende dalish veniva definito come suo fratello-

Non mi sorprese sapere che erano sbagliate -Non era suo fratello? Cosa allora?-

-Il suo amante- si intromise Solas. Di bene in meglio, alla scoperta portai alla bocca il bicchiere che tenevo ancora in mano, peccato che non mi dette nessuna soddisfazione essendo nell’oblio.

-Che sappiate Andruil ha tradito Ghillian’nain? E come se la passavano June e Sylase? Ci manca solo di scoprire che l’Impero è crollato per dei tradimenti in amore-

-Veramente sarebbe colpa...- gli coprii la bocca con la mano -Vi stavate già massacrando tra di voi, tu hai solo dato una bella spinta-

-Grazie per la consolazione- replicò un po’ risentito

Ridacchiai e lo baciai lievemente -Comunque Banal’ras, ti sei già risposto da solo, sai come funzionano i Vallaslin, no?-

All’improvviso una mano afferrò la mia e venni tirata in piedi con forza, barcollante mi scontrai con due occhi d’ossidiana e una fluente chioma nera. D’istinto cercai di liberare la presa dal polso senza successo, fissai con odio quell’individuo che non batteva ciglio, finché non abbozzò un sorriso e lasciandomi andare schivò un mio pugno diretto sul quel bel viso.

-Ti piacciono aggressive, vero Fen’harel?- disse ignorandomi di punto in bianco, un braccio da dietro mi passò sulla vita e appoggiai la schiena al petto di Solas -Dirthamen, prova ancora a toccarla in quel modo e ti uccido- rispose lapidario

Venni osservata di nuovo con interesse da capo a piedi -I miei complimenti, bellissima e con carattere… è già al corrente dei tuoi intenti?- replicò calmo e sicuro di sé, da quando era arrivato un’aurea quieta e fredda aveva invaso quello spazio.

-Certo, ne faceva parte-

Abbozzò un sorriso -Mmm… se fosse rimasta tale, sarebbe stato uno spreco in effetti. Sicuramente è speciale, non avrei mai creduto che ti saresti legato a qualcuno, ma a una donna che hai liberato dalle catene di sangue ti si addice- guardò Banal’ras e con un cenno ci salutò andandosene, la spia elfica lo seguì subito.

-Ma che diavolo!- sbottai irritata per come ero stata trattata. Solas avvolse entrambe le braccia sulla mia vita e posò il viso sulla mia spalla -Era più simpatico in privato, non amava questi eventi, ma era costretto a parteciparvi-

Non replicai -Ma com’è che ci sono tutti questi spiriti e al nostro primo bacio ad Haven era deserto?-

Ridacchiò -Non avevo abbastanza potere, visto che l’ho usato per condurti da me. Volevi un pubblico?-

-No! No! Mi ci mancava solo quello, ero già completamente fusa di mio dopo quel gesto avventato- rise e sorrisi per poi strofinarmi il braccio sinistro all’altezza delle cicatrici, un lieve bruciore iniziava a farsi sentire. Solas notò il gesto -L’Ancora?- annuii con un cenno del viso -Allora è tempo di svegliarsi-

 

A quell’ultima parola ripresi coscienza, tenevo gli occhi chiusi e su tutto il corpo avevo un bel macigno. Li aprii nel momento in cui il respiro di Solas cambiò -Sei pesante, amore mio- mormorai, mi faceva piacere averlo così vicino, ma non completamente a peso morto. Si puntò sui gomiti alzandosi -Meglio?- ci eravamo decisamente impegnati, per infine crollare. Si stava scostando quando parte delle coperte vennero tirate verso il basso e un tonfo piuttosto forte si levò nel buio, non vedevo nulla -Vhenan!?- domandai un po’ preoccupata, con un pizzico di magia accesi una candela e una volta abituata a quel chiarore lo ritrovai che mi guardava dal pavimento. Non riuscii a trattenermi, risi e notai che non eravamo al centro del letto ma su un lato, continuai a ridere -Che passo falso- lo presi in giro. Mi elargì un sorrisetto e gli porsi una mano a cui si aggrappò, mi tirò con forza verso di lui, resistetti a malapena aggrappandomi con la mano libera alle lenzuola -No! No! È freddo il pavimento!-

Ridacchiò e si rimise in piedi -Sicura di essere stata cresciuta dai Dalish?-

Sospirai divertita -Sono Dalish e non amo accamparmi. Lo sai-

Ritornò a letto -Già solo da quando avevo scoperto questo, avrei dovuto farmi mille dubbi, non possono stare quei due concetti nella stessa frase!-

 

Maraas-lok: bevanda che si beve con Bull dopo aver ucciso il primo drago e ubriaca il nostro inquisitore
Tarasyl’an: il luogo che custodisce il cielo, Skyhold


Ciao a tutti! Che sta bollendo in pentola?XD 

Banal'ras ha detto una strana frase riguado a quello che sta combinando con Cassandra...

Durante la partita a Grazia Malevola Solas e la spia elfica hanno avuto una discussione un po' contorta, idee di che stessero parlando?

Spero vi sia piaciuto anche il ricordo di una serata ad Arlathan, con la brevissima comparsa di Dirthamen! Al prossimo capitolo!

   
 
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