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Autore: Mione Nanako    08/05/2019    0 recensioni
Nanako Snowflake come tutti i bambini e le bambine, compiuti i 10 anni inizia il suo viaggio intorno al mondo o meglio la sua regione, Sinnoh. Nata a Nevepoli dovrà prima raggiungere Sabbiafine per ottenere il suo starter anche se non è esattamente ciò che vuole... Lei desidera con tutto il cuore un'altra specie di pokèmon originario proprio da Kanto, luogo da cui proviene il suo buffo compagno di viaggio. Il suo sogno è diventare una brava coordinatrice ma ha ancora molto da imparare.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pikachu, Piplup, Prof Rowan, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Kanto rimane un sogno per chi appartiene alle altre regioni, culla di tutti quei pokémon speciali che farebbero gola a chiunque, si dice che tutto sia iniziato da lì ma nessuno ne è sicuro. Lo ammetto, un po’ invidio la mia mamma che può andarci mentre a me tocca stare qui a guardare la neve che cade; Per fortuna però ho papà che non perde occasione di darmi consigli su lotte e strategie. Temo un po’ a dirgli: “Grazie papà ma non mi interessano le lotte, io voglio partecipare alle gare” perché già so che lui storce il naso e risponde “Conquistare fiocchi non fa vincere leghe”. E per lui che è stato un partecipante alla lega di Sinnoh, ricordato da tutti come “Il glaciale Brian e il suo Mamoswine” queste cose contano molto. Credo ce l’abbia ancora con quell’allenatore che lo sconfisse alle semifinali…

***

«Keiko cara da questa parte!»

Una donna non molto alta dai corti e riccioli capelli grigi agitava un braccio verso mia madre. Keiko contenta, corse dalla sua vecchia compagna abbracciandola con un gran sorriso.

«Ayame che gioia rivederti!»

Esclamò la coetanea. Mamma venne fatta salire su una limousine confortevole color crema e durante il breve tragitto colse l’occasione per chiedere alla signora il motivo della sua richiesta.

«Il professor Rowan mi ha mandato uno Staraptor dicendomi che avevi chiesto al professor Oak il mio aiuto, che è successo?»

La donna si mise una mano sul petto.

«Dovevi vederli quei delinquenti! Hanno pensato che fosse una buona idea usare scariche su quei poveri Pidgeot messaggeri… Volevo mandarti gli auguri e il regalo di Natale per la tua famiglia ma con questo problema mi sono ritrovata nei guai! Così ti ho pagato il biglietto per venire da me. In questo modo posso approfittare di fare entrambe le cose e inoltre farti conoscere mio figlio Raflion! È tornato qualche giorno fa dal suo viaggio a Hoenn con tutte le medaglie! Che grande allenatore, mi ricorda quando conobbi Akira e il suo Electrode, che coppia esplosiva!». Ecco Ayame comportarsi come ogni mamma che elogia il proprio pargolo; a Keiko venne da ridacchiare, sapeva che con Nanako si sarebbe comportata nello stesso modo.

La villa di Ayame e il signor Akira è una tra le più grandi di Aranciopoli, la città portuale famosa per la M/N Anna e la palestra di tipo elettro del Lt. Surge. Tra i venticinque abitanti loro sono i più ricchi ma non se ne vantano; vengono infatti rispettati da tutti, in particolare molti venditori al mercato si dimostrano molto gentili con la signora offrendole a volte la frutta o la verdura più pregiate. Il loro rampollo ormai quattordicenne non è un tipo maleducato e viziato né borioso e saccente perché ha i soldi. Anzi è molto simpatico ed esuberante, accetta sempre di lottare e si allena spesso nel giardino di casa con i suoi tre pokémon di tipo elettro: Pikachu, Jolteon ed Elekid.

«Raaaaaaaf»

Urlò la donna richiamando l’attenzione del figlio proprio nel momento in cui Jolteon si stava preparando a lanciare Iperaggio.

«Come ti dicevo, Kei? Raf non perde mai occasione di tenersi in allenamento»

Per evitare ulteriori momenti di imbarazzo o altre parole da parte della madre il ragazzo si avvicinò alle donne per salutare.

«Tesoro voglio presentarti Keiko una mia vecchia conoscenza, viene da Sinnoh sai?». Raflion educatamente strinse la mano all’amica della madre.

«Sinnoh? Me ne hanno parlato! È proprio la prossima regione che avevo intenzione di visitare!»

Comunicò entusiasta. Keiko diede uno sguardo al giardino e ai pokémon con cui il giovane si stava allenando e in quel momento le venne l’idea:

«Che coincidenza! Ma guarda hai un Pikachu! Mia figlia mi ha recentemente confessato di desiderarne uno… sicuramente tu sai dove posso trovarli»

Gli chiese speranzosa. Raflion rifletté un momento poi disse:

«Siamo migliori amici da anni ormai, veniva sempre a trovarmi in giardino quando ero bambino… forse la sua famiglia abita ancora in questi boschi…»

Ipotizzò il moretto. E così erano d’accordo, entrarono in casa per una ricca cena offerta dal simpatico maggiordomo Travis e una sana dormita, pronti a partire per l’esplorazione l’indomani mattina.

La colazione fu gradevole quanto la cena ed una volta terminata Keiko e il giovane Raflion si incamminarono verso il bosco vicino dimora di Pokémon selvatici. Tra i cespugli vi erano nascosti parecchi Pidgey, Caterpie e Rattata; Mamma rideva e pensava al suo villaggio ricoperto di neve dove giocavano solo Snover o Froslass... «Sta bene? Preferisce che ci fermiamo?» chiese Raf guardando la signora.

«No, caro non preoccuparti, è solo il caldo. Sai io e la mia famiglia viviamo in una città in cui fa sempre freddo»

Gli raccontò.

«Sono sempre più curioso!»

Il ragazzo ha gli occhi che brillano.

«Potresti venire con me quando parto, ammetto che mi sentirei più sicura se mia figlia cominciasse il suo viaggio con te, mi sembri un ragazzo responsabile»

Si complimentò Keiko. Raflion non credeva a quelle parole, le sue iridi brillavano di gioia

«Sarebbe magnifico! Quale miglior occasione! È deciso verrò!».

Si abbassarono in silenzio quando le guance rosse del Pikachu di Raf emisero piccole scosse, poteva significare solo che altri esemplari erano nelle vicinanze. Il sospetto divenne realtà quando dietro una siepe videro parecchi Pikachu giocare attorno ad un albero tagliato, una in particolare era piccola e con la coda a forma di cuore.

«Guardi, quella deve essere una femmina»

Sussurrò il ragazzo mentre la indicava

«Quanto è carina! È così piccola... quasi mi dispiacerebbe prenderla».

Da quel che si è sempre saputo, per catturare un pokémon bisogna lottarci, ma la mamma non voleva fare del male alle piccolina ed inoltre aveva portato con sé solo Froslass ed il pokémon ghiaccio spettro era decisamente troppo forte… Il Pikachu di Raf sembrava aver intuito il problema e battendosi una zampina sul piccolo petto esclamò:

«Pikapi!».

Scese dalla spalla del ragazzo e si avvicinò lentamente al branco. Mamma e Raflion rimasero in silenzio per non disturbare e soprattutto non farsi vedere. Quello che accade è una bella storia da raccontare: Pikachu venne accolto con una potente scossa, una di quelle che si riservano ai nemici e per scusarsi dovette usare una debole scarica per far cadere una baccamela dall’albero ed offrirla in dono al capobranco dicendo di venire in pace, di essere un amico e non un intenzionato a fare del male. Ma purtroppo c’era qualcuno che non la pensava allo stesso modo; il fracasso delle scariche elettriche aveva risvegliato un branco di Pidgey e il loro capo Pidgeotto che non perdettero tempo a fiondarsi sulla Pikachu più piccola iniziando una serie di beccate. Con un veloce attacco rapido, il Pikachu di Raf scacciò uno dei Pidgey e successivamente produsse una grande scossa da far scappare tutto lo stormo. La topolina saltellò felice accanto al suo eroe ma svenne esausta dagli attacchi precedentemente subiti; Mamma era triste, non poteva più nascondersi! Saltò fuori dal cespuglio correndo verso la piccola Pikachu e prendendola delicatamente in braccio «Non devi preoccuparti piccolina ci sono io adesso»

Le sussurrò piano accarezzandole la testolina, il Pikachu di Raf rassicurò gli amici e corse via dietro a Keiko e al suo allenatore in direzione del centro pokémon più vicino. Una volta rimessa in sesto e spaventata Pikachu scappò nel bosco per raggiungere la sua famiglia, Keiko sospirò;

«Pikachu devi inseguirla! Non possiamo lasciarcela sfuggire»

Ordinò Raflion al suo pokémon ma la mamma lo fermò:

«Lasciamola andare... è spaventata, nessuno di loro avrà sicuramente avuto contatti con esseri umani… non posso certo costringerla a venire con me, mia figlia dovrà rassegnarsi…»

Concluse amaramente la donna alzando le spalle.

«Ma abbiamo fatto tanto… no mi arrendo così!»

E partì all’inseguimento della Pikachu senza dare il tempo a Keiko di alzare una mano e dire:

«Raf!».

Il ragazzo era via da mezz’ora ormai e Keiko seduta su un tavolino sotto ad un ombrellone sorseggiava una bibita fresca sentendosi tremendamente in colpa per aver fatto una richiesta tanto assurda. Il sole era sul punto di tramontare, l’indomani sarebbero dovuti ripartire e ancora nessun segno del ritorno del giovane Raflion… Solo all’ora di cena dai fitti alberi del giardino, Keiko vide spuntare la esile figura del ragazzo con un Pikachu sulla spalla ed un altro in braccio. Incredula la mamma guardava quella scena e il sorriso le si allargava sempre di più. Corse ad accoglierli felice e ancora a bocca aperta.

«Ma come… come sei riuscito a convincerla?»

Pikachu si grattò il capo chiudendo gli occhietti e facendo il suo versetto, Raf ridendo rispose:

«È molto persuasivo».

Ma ora la mamma sapeva una cosa: quel ragazzo si poteva dire un tipo davvero in gamba e con un gran cuore per parlare ai pokémon, lo stesso dono che Keiko sapeva esserci nascosto in sua figlia; l’aveva capito quando Nanako era entrata subito in sintonia con Buneary essendo appena una bambina, quella scintilla che aveva fatto nascere un affetto fra la piccola ed il pokémon coniglio, Kei era sicura che Nanako e Raflion sarebbero stati una coppia perfetta!

La mattina dopo Keiko e Raflion si alzarono di buon umore pronti per prendere il volo che gli avrebbe portati nella regione di Sinnoh. Ayame strinse dolcemente la sua amica, mentre al figlio riservò un abbraccio soffocante.

«Stai attento caro e mi raccomando chiamami subito appena arrivi»

Si raccomandò.

«Si mamma… potresti lasciarmi? Non respiro…»

Mugolò il ragazzo. Travis fu entusiasta di accompagnarli con la limousine e li salutò una volta che furono saliti sull’aereo. Durante il volo la piccola Pikachu dormiva tranquilla sulle ginocchia di Keiko che sussurrando disse una cosa a Raflion:

«Atterreremo direttamente a Sabbiafine dove si trova il laboratorio del professor Rowan, ti darà il nuovo pokédex e le pokéball che ti serviranno. C’è anche un centro pokémon in cui potrai rifocillarti a dovere. Mia figlia dovrebbe raggiungerti fra qualche giorno, ho ancora delle cose da dirle e soprattutto metterla in guardia... te la porterà suo padre in macchina così potrete partire da lì insieme».

Raflion annuì assimilando tutti i dettagli, sicuramente poi questo Rowan si sarebbe messo in contatto con Oak.

Ore dopo nel tardo pomeriggio l’aereo iniziò la sua lenta discesa depositando i passeggeri sul terreno di Sinnoh. Keiko fece entrare Pikachu nella pokéball in modo da avere le mani libere e stringerne una a Raflion.

«Grazie di tutto Raf, per ogni singola cosa»

Gli disse la donna

«E soprattutto buon viaggio ci rivedremo presto»

Ammiccò, il ragazzo sorrise.

«Non deve ringraziarmi, l’ho fatto con piacere. Le prometto inoltre che mi prenderò cura di sua figlia»

Keiko abbracciò il ragazzo piena di gratitudine

«Mi sento più sollevata, vieni ti accompagno al centro pokémon, mia figlia ti raggiungerà qui, buonanotte e grazie di nuovo!»

E lì davanti si separarono, Keiko salì su una macchina diretta a casa agitando il braccio verso il ragazzo e lui ricambiando entrò assieme al suo Pikachu nell’edificio.

   
 
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