Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: Ino chan    09/05/2019    3 recensioni
Post Avengers: Endgame - SPOILER ENORMI NELLA TRAMA-
“ E ora, se permetti, vado a fucilarmi ai coglioni. Sono stato fin troppo tenero con te, ragazzino. Hai un fascino da corgi bisognoso di cure che mi spaventa!”
Peter scoppia a ridere fra le lacrime mentre Wade esce dalla sua finestra.
Spideypool || Linguaggio volgare
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker/Spider-Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Post Avengers: Endgame
WARNING: Linguaggio volgare!

 
 

Succede spesso e volentieri. Un rapinatore inesperto, una parola di troppo, e una vedova si ritrova un bambino da crescere. Ben Parker era un uomo giovane e in forze, è normale che abbia cercato di proteggere il suo taxi, l’unico mezzo di sostentamento della sua famiglia. Il poliziotto non pare troppo sorpreso  o dispiaciuto mentre comunica la notizia alla vedova. Va così il mondo,  i buoni perdono, i cattivi vincono e gli eroi fanno sempre una brutta fine. Peter lo ascolta in silenzio, dietro la porta socchiusa del salotto. Ha visto lo zio uscire di casa solo poche ore prima, lo ha salutato dalla finestra e quello ha alzato una mano sopra al capo per ricambiare. Ha ancora addosso il caschetto di Iron Man, il guanto che faceva parte del kit giocattolo, quando la poliziotta lo prende in braccio e gli promette una bella tazza di latte e biscotti mentre le urla rauche di zia May riempiono la casa.

Ad oggi non c’è più una sua foto. Peter lo ricorda vagamente, oltre quel vetro della finestra, l’unico padre di cui conosce l’odore e le risa. Un ricordo sbiadito dal tempo e dal rumore di quel pianto urlato.

 

Il signor Stark divide in due l’ultimo pezzo di pizza e gli porge la  parte più grossa.  Ha il viso sporco di terra, ancora l’affanno per aver quasi spaccato il secondo per salvarlo, e Peter si sente ancora come quando, da bambino, rotolava sul pavimento abbracciato a zio Ben. La signorina Potts sorride mentre li osserva . Anche se li ha sgridati entrambi quando sono rientrati reggendosi l’un con l’altro, ha prima pulito la faccia a lui, e poi asciugato il sudore a Tony. Sarà una mamma fantastica, pensa Peter mentre la guarda  alzarsi per prendere delle bibite da accompagnare alla pizza.

L’ultimo ricordo di Peter prima di svanire è il “No!” che Tony sussurra contro il suo orecchio quando gli casca fra le braccia.

Non ricorda di avergli mai sentito usare un simile tono di voce, un simile sussurro addolorato. Per questa ragione, nonostante il parapiglia della battaglia, la prima cosa che fa è cercare di raggiungerlo e lo sguardo che il signor Stark gli rivolge, è quello di chi sta guardando la cosa più bella della giornata.  Quell’abbraccio… E pensare che, per tutto il tempo che ha avuto il piacere di conoscerlo, non ha desiderato altro che farsi abbracciare a quel modo.

Peccato che fosse un addio.

Quando Pepper si alza, quando chiede al signor Rogers, Captain America, di aiutarla a prendere su Tony, di portarlo via dal campo di battaglia, lui si avvicina ancora. Apre la crepa nell’armatura con le dita, cerca di staccare il reattore strattonandolo a forza mentre il signor Rhodey gli chiede che sta facendo, e la signorina Potts, anzi, la signora Stark, gli dice di lasciarlo fare. “A Tony farebbe piacere che lo avesse lui.” la sente dire.

 

Peter non sa dire cos’è che al signor Stark avrebbe fatto piacere, è morto ormai, e tutto quello che può fare è farlo diventare un ricordo. Osserva in silenzio il mazzo di fiori venire deposto sull’acqua mentre, una parte di lui, decide di non indossare più i panni di Spider-Man. Se non ce l’ha fatta lui, che era il migliore di tutti loro, come può anche solo sperare di poter essere un buon super eroe? Quando torna a casa, infila la cassettina in cui è rinchiusa la Iron-Spider sotto al letto, appallottola la sua vecchia tuta e la butta in un angolo  dell’armadio.

Basta, si dice sbattendo l’anta. Basta giocare a fare l’eroe.

Però non riesce. Quando si ritrova nel bel mezzo di una rapina, quando vede quella ragazzina strappata dalle braccia della madre e strattonata via come scudo umano, non riesce a star fermo. Se non fai qualcosa, se non ti muovi, quello che di brutto succederà sarà colpa tua. Di colpo la voce di zio Ben è chiara nella sua testa, come se l’avesse udita ieri. Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità,  mormora da qualche parte la voce di Steve Rogers, mentre  seduto accanto a lui osserva il mazzo di fiori affondare piano nel laghetto davanti casa Stark.

Per questa ragione agisce, tirando su il cappuccio della maglietta, nonostante le proteste di Ned e il tentativo di MJ di afferrarlo per un braccio. Per questo motivo, quando quel colpo di pistola non va liscio come pensava, si sente un completo coglione sì, ma un coglione estremamente soddisfatto. Esce di corsa dal negozio, la mano al petto, e quando casca in strada, il pensiero di stare per morire quasi gli strappa un sorriso. Era ora, pensa confusamente. È stanco di soffrire come un cane per la paura di veder andare via tutti quanti: Zia May, Ned, la piccola Morgan. Tutti.

“Ehi guanciotte di miele, vedi di non creparmi così.”

Peter apre gli occhi su una maschera rossa e nera, che pare la copia a contrasto della sua, china su di lui. Si tira indietro, strisciando il sedere sull’asfalto, ma viene afferrato e portato di nuovo in posizione seduta da due grosse manone .

“Tu chi sei?” biascica a vedersi alzare la maglia fino al collo e strizzando gli occhi in una smorfia di dolore alla pressione delle dita sul foro del proiettile.  L’uomo non risponde, e Peter cerca di scostarlo da sé con una mano premuta sul mento “ Levati di mezzo!”

“Se tu muori, Spiderino bello, Nick Fury mi canterà nel culo. E per quanto Samuel L. Jackson sia una leggenda vivente del cinema, un mito che va su due gambe, Mace Fottuto Windu, preferirei evitare l’esperienza.” Peter lo fissa perplesso, la mano ancora premuta sul suo viso.  Sta morendo o per davvero non ha senso quello che l’altro ha appena detto?

E’ solo una ferita superficiale, comunque, se pensavi di crepare in maniera eroica come Stark ti informo che…”  il pugno che si abbatte sul viso dell’estraneo fa male a Peter per riflesso per quanto è dato con forza. Lo guarda cascare in un mucchio poco lontano da lui mentre la mano libera viaggia al petto, alla ferita sotto l’ascella che non smette di sanguinare.

“Per essere così piccolo ne hai di forza ricciolone bello.” Il tipo si tira su portando una mano al volto e girando il capo con uno schiocco di ossa “ Se fossi stato una persona normale mi avresti ucciso.”

Peter caccia un urlo terrorizzato ed è l’ultima cosa che ricorda prima che il collasso spenga tutto e lo faccia afflosciare di lato; di botto come un sacco di patate.

 

Wade Wilson, Deadpool, è questo il nome del tizio che Fury gli ha messo alle calcagna.

A quanto pare, negli ultimi cinque anni ne ha combinate di cotte e di crude, e ha scelto di scontare la detenzione lavorando per quello che, agli addetti del mestiere, chiamano Nuovo SHIELD. Peter sente che inizierà a vomitare verde se,  quel tipo, non smetterà di ronzargli attorno. Perché va bene tutto, ma trovarselo  seduto sul letto uscito dal bagno ha del raccapricciante.

“Lo sai che sono minorenne?” urla  stringendo l’asciugamani attorno ai fianchi con entrambe le mani, rosso in viso da sembrare un pomodoro maturo. Wade poggia l’indice della mano sinistra su un lato del mento e nonostante la maschera, Peter è certo che lo stia guardando da capo a piedi “ Sono un tipo paziente e posso aspettare i fatidici diciotto per saltarti addosso, ma non sono qui per questo, anche se devo dire che sei la prova vivente, figliolo, che nella botte piccola c’è il vino buono.”

Peter si sente arrossire fino alla radice dei capelli e alla punta delle orecchie mentre continua a reggere con forza l’asciugamano attorno alla vita. ok, tutti calmi, è solo un pazzo scatenato con un indecisione sessuale che la metà basta e una spiccata propensione alla perversione , non è assolutamente qualcuno da prendere sul serio.

“Si può sapere per quale motivo sei qui?” gli chiede con un tono di voce stranamente acuto mentre  chiude la porta con un colpo di natiche e si piazza di fronte per evitare che zia May la spalanchi di botto come l’ultima volta e che, come l’ultima volta, si faccia venire un mezzo colpo alla vista di Wade in camera con lui. Perché, a quanto pare, il buon Deadpool, è apparso più volte in televisione, guadagnandosi  lo status di ricercato a livello nazionale nel giro di pochi mesi.

“A mia discolpa avevo perso tutta la mia famiglia: Vanessa, Weasel, Russel, Dopinder e Al. Oltre che Domino,  Colussus, Testata Mutante Negasonica, perfino la piccola Yukio era sparita. Dio, sentivo perfino la mancanza di quel razzista di Cable. Ero rimasto solo e ho fatto un po’ di casino.”  Peter aggrotta la fronte e Wade ride “ Sì, Testata  Mutante Negasonica è un nome fighissimo.”

“E ora?” gli chiede Peter dopo averlo costretto a girarsi. Wade fa ciondolare il capo “ Sono tornati tutti, ma sono comunque solo.”  lo guarda da sopra una spalla giocherellare con il suo modellino della Morte Nera, quello che Ned ha rotto quando ha scoperto la sua identità.

Peter fa schioccare l’elastico dei pantaloni contro i fianchi quando gli si avvicina “ Vedi ragazzo, quando vedi morire qualcuno per causa tua, anche se poi riesci a salvarlo fregando le leggi dell’Universo, ti rimane sempre il tarlo di non essere riuscito a proteggerlo quella volta. E così…”  ha deciso che Vanessa sarebbe stata meglio senza di lui e senza la possibilità, concretissima, di finire ancora una volta con un proiettile in petto per causa sua.

 

“Mi manca …”

Wade si gira verso di lui facendo strofinare il sedere sulle coperte.

“Era come…Come …” un padre  E’ morto così, anche se aveva una bambina piccola, una moglie…” le lacrime tornano a scendere ed è costretto a strofinare gli occhi con le mani per vederci qualcosa. Wade sospira sotto la maschera e gli appoggia goffamente una mano sulla sommità della testa strofinandogli il rudemente il capo.

“Ascolta, sono l’ultima persona al mondo a cui chiedere consolazione e supporto emotivo. Io sono quello a cui chiedere una scopata per non pensare. Quello a cui chiedere di andare a uccidere gente assieme. Non sono bravo con le parole.” Peter alza su di lui lo sguardo lacrimoso e Wade pensa che sia ingiusto che qualcuno sia così adorabile anche quando piange “Però ragazzino, ricorda questo. Tanta gente muore senza aver mai concluso un cazzo nella vita. Stark è morto bene, ha iniziato come un pezzo di merda fatto e finito ed è diventato l’eroe che nessuno di noi meritava, ma che ha salvato tutti lo stesso.  Ha dato alla sua vita uno scopo, cosa che non tutti riescono a fare. Devi essere felice per lui.”

Peter scrolla il capo e tira su col naso. Non riesce ad essere felice per lui. Nonostante le parole di incoraggiamento del signor Rogers, di Happy, perfino della signora Pepper, mentre lo abbracciava forte. Perfino per la piccola Morgan, che lo ha implorato di aspettarla perché, quando sarà abbastanza grande, combatteranno i cattivi assieme proprio come facevano lui e Tony.

“Il singolo muore, il mondo vive, è così che gira la ruota Pete, non si può far nulla.” Wade si alza  e Peter lo segue con lo sguardo “ E ora, se permetti, vado a fucilarmi ai coglioni. Sono stato fin troppo tenero con te, ragazzino. Hai un fascino da corgi bisognoso di cure che mi spaventa!”

Peter scoppia a ridere fra le lacrime mentre Wade esce dalla sua finestra.

 

Nonostante Peter trovi Weasel simpatico il più delle volte, è certo che lo ucciderà se non smette di blaterale. Lo afferra per le spalle, lo scrolla, assieme agli urli congiunti di Domino e Cable di smetterla di sragionare e rispondere alla domanda che gli è stata fatta. Dov’è Wade?

“Si è fatto portare via da Fury, a quanto pare ha infranto i termini dell’accordo.”  Peter sente il sangue gelare nelle vene mentre lascia la presa su Weasel e si tira indietro di un passo. Sicuramente Fury lo avrà portato al Fridge, la super prigione per criminali. E soprattutto si sarà premunito di infilargli al collo un collare inibitore per renderlo inerme. Nonostante la super-prigione non sia più così temibile come un tempo, se Wade arriva a passare le sue porte, è la fine, non lo rivedranno mai più.

Domino sembra voler prendere in mano la situazione, chiedere aiuto a Colossus e Testata Mutante, andare a pescare anche CopyCat, Vanessa, la ex ragazza di Wade. “Quello stronzo non può permettersi di sparire così.” La sente ringhiare Peter mentre spalanca la porta con una manata.

Possono farlo, possono intercettare il camion, deve essere però un azione calcolata al secondo.

Peter la insegue in strada e la fa voltare verso di sé afferrandola per un gomito “Voglio aiutarti.”

 

Quando il portellone del camion salta e Peter può salire sul cassone, Wade è privo di conoscenza. Accasciato su un fianco, il respiro superficiale nel petto, le labbra socchiuse. Peter pensa distrattamente che è la prima volta che lo vede senza maschera mentre lo fa alzare per portare le mani dietro alla nuca così da aprire il collare che blocca i suoi poteri di guarigione.

“Pete?” lo sente farfugliare contro il collo “ Sei venuto a salvarmi?”

“Si può sapere che diavolo hai fatto? Perché Fury ha revocato l’ordine?” Wade ride mentre gli spiega di essere stato semplicemente sé stesso. Non è un eroe, non aspira nemmeno a diventarlo. Anche se alcune cose storte che vede in giro gli fanno venire voglia di raddrizzarle, questo non vuol dire che, un bel giorno, diventerà l’idolo dei bambini come Robert Downey Jr.

“Chi?” gli chiede Peter confuso, ma un conato di bile gli riempie la bocca e Peter è costretto a togliersi la maschera per pulirlo.

Il collare casca di botto e Wade riprende un po’ di colorito. Inspira ed espira profondamente, prima di far scattare le mani in avanti e tirare Peter avanti, verso di sé, con talmente tanta forza da fargli sbattere le ginocchia contro le sue. Inutile dire che si rende subito conto che c’è qualcosa che non va. Il ragazzino è fin troppo impacciato per essere semplicemente sorpreso del suo bacio. Si tira indietro leggermente per guardarlo in faccia e lo trova con gli occhi e il naso arricciati, e le guanciotte così rosse da sembrare sul punto di prendere fuoco.

“Figliolo, scherzi, era il tuo primo bacio?” gli chiede stupefatto lasciandolo andare “ E che diavolo ci fai con le ragazze?”

“E chi cavolo ha tempo per le ragazze!” Peter  si strofina la bocca con entrambe le mani “ Sono impegnato io!”

“A diventare cieco a forza di seghe? “ l’urlo di Wade sorprende Domino e Cable in avvicinamento al camioncino sfondato, si affacciano tutti e due alle porte rotte dall’arrivo di Peter ed entrambi arrotondano le sopracciglia perplessi alla vista di Wade  appiccicato al muro da diversi giri di ragnatele e Peter che marcia verso di loro livido di rabbia.

“Ma che diavolo gli hai combinato?” chiede Cable intanto che Peter gli poggia una mano sulla spalla, una su quella di Domino e li scosta entrambi per poter  passare.

Wade si dibatte per cercare di liberarsi, tamburellando la parete a cui Peter l’ha appeso coi calcagni “Non è colpa mia se l’autrice di questa storia ha il kink del verginello!” strilla.

 

FINE

Per quanto sia certa di non saper scrivere di questa coppia, ho voluto provarci lo stesso. Se vi fa piacere, fatemi sapere che ve ne pare :D

 

Fridge: Era una sorta di prigione di massima sicurezza dello SHIELD, svuotata durante la rivolta dell’HYDRA per mano di  John Garrett

Vanessa: Nei fumetti, Vanessa è Copycat un ex membro della X-Force

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Ino chan