WARNING: Linguaggio volgare!
Succede spesso e volentieri. Un rapinatore inesperto, una
parola di troppo, e una vedova si ritrova un bambino da crescere. Ben Parker
era un uomo giovane e in forze, è normale che abbia cercato di proteggere il
suo taxi, l’unico mezzo di sostentamento della sua famiglia. Il poliziotto non
pare troppo sorpreso o
dispiaciuto mentre comunica la notizia alla vedova. Va così il mondo, i buoni
perdono, i cattivi vincono e gli eroi fanno sempre una brutta fine. Peter lo
ascolta in silenzio, dietro la porta socchiusa del salotto. Ha visto lo zio
uscire di casa solo poche ore prima, lo ha salutato dalla finestra e quello ha
alzato una mano sopra al capo per ricambiare. Ha ancora addosso il caschetto di
Iron Man, il guanto che faceva parte del kit
giocattolo, quando la poliziotta lo prende in braccio e gli promette una bella
tazza di latte e biscotti mentre le urla rauche di zia May
riempiono la casa.
Ad oggi non c’è più una sua foto. Peter lo ricorda
vagamente, oltre quel vetro della finestra, l’unico padre di cui conosce
l’odore e le risa. Un ricordo sbiadito dal tempo e dal rumore di quel pianto
urlato.
Il signor Stark divide in due
l’ultimo pezzo di pizza e gli porge la parte più grossa. Ha il viso sporco di terra, ancora l’affanno
per aver quasi spaccato il secondo per salvarlo, e Peter si sente ancora come
quando, da bambino, rotolava sul pavimento abbracciato a zio Ben. La signorina Potts sorride mentre li osserva .
Anche se li ha sgridati entrambi quando sono rientrati reggendosi l’un con
l’altro, ha prima pulito la faccia a lui, e poi asciugato il sudore a Tony.
Sarà una mamma fantastica, pensa Peter mentre la guarda alzarsi per prendere delle bibite da
accompagnare alla pizza.
L’ultimo ricordo di Peter prima di svanire è il “No!” che
Tony sussurra contro il suo orecchio quando gli casca fra le braccia.
Non ricorda di avergli mai sentito usare un simile tono di
voce, un simile sussurro addolorato. Per questa ragione, nonostante il
parapiglia della battaglia, la prima cosa che fa è cercare di raggiungerlo e lo
sguardo che il signor Stark gli rivolge, è quello di
chi sta guardando la cosa più bella della giornata. Quell’abbraccio… E pensare che, per tutto il
tempo che ha avuto il piacere di conoscerlo, non ha desiderato altro che farsi
abbracciare a quel modo.
Peccato che fosse un addio.
Quando Pepper si alza, quando
chiede al signor Rogers, Captain
America, di aiutarla a prendere su Tony, di portarlo via dal campo di
battaglia, lui si avvicina ancora. Apre la crepa nell’armatura con le dita,
cerca di staccare il reattore strattonandolo a forza mentre il signor Rhodey gli chiede che sta facendo, e la signorina Potts, anzi, la signora Stark,
gli dice di lasciarlo fare. “A Tony farebbe piacere che lo avesse lui.” la
sente dire.
Peter non sa dire cos’è che al signor Stark
avrebbe fatto piacere, è morto ormai, e tutto quello che può fare è farlo
diventare un ricordo. Osserva in silenzio il mazzo di fiori venire deposto
sull’acqua mentre, una parte di lui, decide di non indossare più i panni di
Spider-Man. Se non ce l’ha fatta lui, che era il migliore di tutti loro, come
può anche solo sperare di poter essere un buon super eroe? Quando torna a casa,
infila la cassettina in cui è rinchiusa la Iron-Spider
sotto al letto, appallottola la sua vecchia tuta e la butta in un angolo dell’armadio.
Basta, si dice sbattendo l’anta. Basta giocare a fare
l’eroe.
Però non riesce. Quando si ritrova nel bel mezzo di una
rapina, quando vede quella ragazzina strappata dalle braccia della madre e
strattonata via come scudo umano, non riesce a star fermo. Se non fai qualcosa,
se non ti muovi, quello che di brutto succederà sarà colpa tua. Di colpo la
voce di zio Ben è chiara nella sua testa, come se l’avesse udita ieri. Da
grandi poteri, derivano grandi responsabilità, mormora da qualche parte la voce di
Steve Rogers, mentre
seduto accanto a lui osserva il mazzo di fiori affondare piano nel
laghetto davanti casa Stark.
Per questa ragione agisce, tirando su il cappuccio della
maglietta, nonostante le proteste di Ned e il
tentativo di MJ di afferrarlo per un braccio. Per questo motivo, quando quel
colpo di pistola non va liscio come pensava, si sente un completo coglione sì,
ma un coglione estremamente soddisfatto. Esce di corsa dal negozio, la mano al
petto, e quando casca in strada, il pensiero di stare per morire quasi gli
strappa un sorriso. Era ora, pensa confusamente. È stanco di soffrire come un
cane per la paura di veder andare via tutti quanti: Zia May,
Ned, la piccola Morgan. Tutti.
“Ehi guanciotte di miele, vedi di
non creparmi così.”
Peter apre gli occhi su una maschera rossa e nera, che pare
la copia a contrasto della sua, china su di lui. Si tira indietro, strisciando
il sedere sull’asfalto, ma viene afferrato e portato di nuovo in posizione
seduta da due grosse manone .
“Tu chi sei?” biascica a vedersi alzare la maglia fino al
collo e strizzando gli occhi in una smorfia di dolore alla pressione delle dita
sul foro del proiettile. L’uomo non
risponde, e Peter cerca di scostarlo da sé con una mano premuta sul mento “ Levati di mezzo!”
“Se tu muori, Spiderino bello, Nick Fury
mi canterà nel culo. E per quanto Samuel L. Jackson sia una leggenda vivente
del cinema, un mito che va su due gambe, Mace Fottuto
Windu, preferirei evitare l’esperienza.” Peter lo
fissa perplesso, la mano ancora premuta sul suo viso. Sta morendo o per davvero non ha senso quello
che l’altro ha appena detto?
“E’ solo una ferita superficiale,
comunque, se pensavi di crepare in maniera eroica come Stark
ti informo che…” il pugno che si abbatte
sul viso dell’estraneo fa male a Peter per riflesso per quanto è dato con
forza. Lo guarda cascare in un mucchio poco lontano da lui mentre la mano
libera viaggia al petto, alla ferita sotto l’ascella che non smette di
sanguinare.
“Per essere così piccolo ne hai di forza ricciolone bello.”
Il tipo si tira su portando una mano al volto e girando il capo con uno
schiocco di ossa “ Se fossi stato una persona normale
mi avresti ucciso.”
Peter caccia un urlo terrorizzato ed è l’ultima cosa che
ricorda prima che il collasso spenga tutto e lo faccia afflosciare di lato; di
botto come un sacco di patate.
Wade Wilson, Deadpool,
è questo il nome del tizio che Fury gli ha messo alle
calcagna.
A quanto pare, negli ultimi cinque anni ne ha combinate di
cotte e di crude, e ha scelto di scontare la detenzione lavorando per quello
che, agli addetti del mestiere, chiamano Nuovo SHIELD. Peter sente che inizierà
a vomitare verde se,
quel tipo, non smetterà di ronzargli attorno. Perché va bene
tutto, ma trovarselo
seduto sul letto uscito dal bagno ha del raccapricciante.
“Lo sai che sono minorenne?” urla stringendo l’asciugamani attorno ai
fianchi con entrambe le mani, rosso in viso da sembrare un pomodoro maturo. Wade poggia l’indice della mano sinistra su un lato del
mento e nonostante la maschera, Peter è certo che lo stia guardando da capo a
piedi “ Sono un tipo paziente e posso aspettare i
fatidici diciotto per saltarti addosso, ma non sono qui per questo, anche se
devo dire che sei la prova vivente, figliolo, che nella botte piccola c’è il
vino buono.”
Peter si sente arrossire fino alla radice dei capelli e alla
punta delle orecchie mentre continua a reggere con forza l’asciugamano attorno
alla vita. ok, tutti calmi, è solo un pazzo scatenato con un indecisione
sessuale che la metà basta e una spiccata propensione alla perversione
, non è assolutamente qualcuno da prendere sul serio.
“Si può sapere per quale motivo sei qui?” gli chiede con un
tono di voce stranamente acuto mentre chiude la porta con un colpo di
natiche e si piazza di fronte per evitare che zia May
la spalanchi di botto come l’ultima volta e che, come l’ultima volta, si faccia
venire un mezzo colpo alla vista di Wade in camera
con lui. Perché, a quanto pare, il buon Deadpool, è
apparso più volte in televisione, guadagnandosi lo status di ricercato a livello
nazionale nel giro di pochi mesi.
“A mia discolpa avevo perso tutta la mia famiglia: Vanessa, Weasel, Russel, Dopinder e Al. Oltre che Domino, Colussus,
Testata Mutante Negasonica, perfino la piccola Yukio era sparita. Dio, sentivo perfino la mancanza di quel
razzista di Cable. Ero rimasto solo e ho fatto un po’ di casino.” Peter aggrotta la fronte e Wade ride “ Sì, Testata Mutante Negasonica
è un nome fighissimo.”
“E ora?” gli chiede Peter dopo averlo costretto a girarsi. Wade fa ciondolare il capo “ Sono
tornati tutti, ma sono comunque solo.”
lo guarda da sopra una spalla giocherellare con il suo modellino della
Morte Nera, quello che Ned ha rotto quando ha scoperto
la sua identità.
Peter fa schioccare l’elastico dei pantaloni contro i
fianchi quando gli si avvicina “ Vedi ragazzo, quando
vedi morire qualcuno per causa tua, anche se poi riesci a salvarlo fregando le
leggi dell’Universo, ti rimane sempre il tarlo di non essere riuscito a
proteggerlo quella volta. E così…” ha
deciso che Vanessa sarebbe stata meglio senza di lui e senza la possibilità,
concretissima, di finire ancora una volta con un proiettile in petto per causa
sua.
“Mi manca …”
Wade si gira verso di lui facendo
strofinare il sedere sulle coperte.
“Era come…Come …” un padre “ E’ morto così, anche se aveva una
bambina piccola, una moglie…” le lacrime tornano a scendere ed è costretto a
strofinare gli occhi con le mani per vederci qualcosa. Wade
sospira sotto la maschera e gli appoggia goffamente una mano sulla sommità
della testa strofinandogli il rudemente il capo.
“Ascolta, sono l’ultima persona al mondo a cui chiedere
consolazione e supporto emotivo. Io sono quello a cui chiedere una scopata per
non pensare. Quello a cui chiedere di andare a uccidere gente assieme. Non sono
bravo con le parole.” Peter alza su di lui lo sguardo lacrimoso e Wade pensa che sia ingiusto che qualcuno sia così adorabile
anche quando piange “Però ragazzino, ricorda questo. Tanta gente muore senza
aver mai concluso un cazzo nella vita. Stark è morto
bene, ha iniziato come un pezzo di merda fatto e finito ed è diventato l’eroe
che nessuno di noi meritava, ma che ha salvato tutti lo stesso. Ha dato alla sua vita uno scopo, cosa che non
tutti riescono a fare. Devi essere felice per lui.”
Peter scrolla il capo e tira su col naso. Non riesce ad
essere felice per lui. Nonostante le parole di incoraggiamento del signor Rogers, di Happy, perfino della signora Pepper,
mentre lo abbracciava forte. Perfino per la piccola Morgan, che lo ha implorato
di aspettarla perché, quando sarà abbastanza grande, combatteranno i cattivi
assieme proprio come facevano lui e Tony.
“Il singolo muore, il mondo vive, è così che gira la ruota
Pete, non si può far nulla.” Wade si alza e Peter lo segue
con lo sguardo “ E ora, se permetti, vado a fucilarmi ai coglioni. Sono stato
fin troppo tenero con te, ragazzino. Hai un fascino da corgi
bisognoso di cure che mi spaventa!”
Peter scoppia a ridere fra le lacrime mentre Wade esce dalla sua finestra.
Nonostante Peter trovi Weasel
simpatico il più delle volte, è certo che lo ucciderà se non smette di
blaterale. Lo afferra per le spalle, lo scrolla, assieme agli urli congiunti di
Domino e Cable di smetterla di sragionare e rispondere alla domanda che gli è
stata fatta. Dov’è Wade?
“Si è fatto portare via da Fury, a
quanto pare ha infranto i termini dell’accordo.” Peter sente il sangue gelare nelle vene
mentre lascia la presa su Weasel e si tira indietro
di un passo. Sicuramente Fury lo avrà portato al Fridge, la super prigione per criminali. E soprattutto si
sarà premunito di infilargli al collo un collare inibitore per renderlo inerme.
Nonostante la super-prigione non sia più così temibile come un tempo, se Wade arriva a passare le sue porte, è la fine, non lo
rivedranno mai più.
Domino sembra voler prendere in mano la situazione, chiedere
aiuto a Colossus e Testata Mutante, andare a pescare
anche CopyCat, Vanessa, la ex ragazza di Wade. “Quello stronzo non può permettersi di sparire così.”
La sente ringhiare Peter mentre spalanca la porta con una manata.
Possono farlo, possono intercettare il camion, deve essere
però un azione calcolata al secondo.
Peter la insegue in strada e la fa voltare verso di sé
afferrandola per un gomito “Voglio aiutarti.”
Quando il portellone del camion salta e Peter può salire sul
cassone, Wade è privo di conoscenza. Accasciato su un
fianco, il respiro superficiale nel petto, le labbra socchiuse. Peter pensa
distrattamente che è la prima volta che lo vede senza maschera mentre lo fa
alzare per portare le mani dietro alla nuca così da aprire il collare che
blocca i suoi poteri di guarigione.
“Pete?” lo sente farfugliare contro il collo “ Sei venuto a salvarmi?”
“Si può sapere che diavolo hai fatto? Perché Fury ha revocato l’ordine?” Wade
ride mentre gli spiega di essere stato semplicemente sé stesso. Non è un eroe,
non aspira nemmeno a diventarlo. Anche se alcune cose
storte che vede in giro gli fanno venire voglia di raddrizzarle, questo non
vuol dire che, un bel giorno, diventerà l’idolo dei bambini come Robert Downey
Jr.
“Chi?” gli chiede Peter confuso, ma un conato di bile gli
riempie la bocca e Peter è costretto a togliersi la maschera per pulirlo.
Il collare casca di botto e Wade
riprende un po’ di colorito. Inspira ed espira profondamente, prima di far
scattare le mani in avanti e tirare Peter avanti, verso di sé, con talmente
tanta forza da fargli sbattere le ginocchia contro le sue. Inutile dire che si
rende subito conto che c’è qualcosa che non va. Il ragazzino è fin troppo
impacciato per essere semplicemente sorpreso del suo bacio. Si tira indietro
leggermente per guardarlo in faccia e lo trova con gli occhi e il naso
arricciati, e le guanciotte così rosse da sembrare
sul punto di prendere fuoco.
“Figliolo, scherzi, era il tuo primo bacio?” gli chiede
stupefatto lasciandolo andare “ E che diavolo ci fai
con le ragazze?”
“E chi cavolo ha tempo per le ragazze!” Peter si strofina la bocca con entrambe le
mani “ Sono impegnato io!”
“A diventare cieco a forza di seghe? “
l’urlo di Wade sorprende Domino e Cable in
avvicinamento al camioncino sfondato, si affacciano tutti e due alle porte
rotte dall’arrivo di Peter ed entrambi arrotondano le sopracciglia perplessi
alla vista di Wade
appiccicato al muro da diversi giri di ragnatele e Peter che marcia
verso di loro livido di rabbia.
“Ma che diavolo gli hai combinato?” chiede Cable intanto che
Peter gli poggia una mano sulla spalla, una su quella di Domino e li scosta
entrambi per poter
passare.
Wade si dibatte per cercare di
liberarsi, tamburellando la parete a cui Peter l’ha appeso coi calcagni “Non è
colpa mia se l’autrice di questa storia ha il kink
del verginello!” strilla.
FINE
Per quanto sia certa di non saper scrivere di questa coppia,
ho voluto provarci lo stesso. Se vi fa piacere, fatemi sapere che ve ne pare :D
Fridge: Era una sorta di prigione
di massima sicurezza dello SHIELD, svuotata durante la rivolta dell’HYDRA per mano
di John Garrett
Vanessa: Nei fumetti, Vanessa è Copycat un ex membro della X-Force