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Autore: electrical_storm    09/05/2019    1 recensioni
[vicende ambientate dopo la 8x04]
Come avrebbe mai potuto l’uomo più desiderabile dei Sette Regni innamorarsi di una donna che lui stesso aveva nominato “Cavaliere”? Era tutto fin troppo chiaro. Come aveva potuto non rendersene conto prima? Ora le restava solo quel cuscino umido delle sue stesse lacrime. Ma lei era Brienne di Tarth, cavaliere dei Sette Regni, e i cavalieri non piangono mai.
Non sapeva se avrebbe mai potuto far ritorno a Grande Inverno, tuttavia una cosa era chiara: avrebbe fatto ciò che andava fatto, dopo tanto tempo, e forse finalmente tutti avrebbero smesso per sempre di considerarlo un uomo senza onore, avrebbero smesso di vedere in lui unicamente lo ‘Sterminatore di re’. Forse anche Brienne avrebbe capito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un cuscino umido che profumava della notte appena passata, era questo che le restava. Ogni tentativo di fermare Jaime, di non permettergli di iniziare un’altra impresa e di attraversare i Sette Regni per tornare lì, al sud, dove la sua vita era andata avanti per anni accanto alla donna che era stata, per lungo tempo, l’unica che avesse mai contato nella sua vita, era stato invano.  Era soltanto trascorsa qualche ora da quando il cavallo di Jaime si era allontanato da Grande Inverno, diretto ad Approdo del Re. Jaime stava tornando da Cersei, dall’unica donna che avesse mai veramente amato, dalla sua sorella gemella che, era ormai risaputo da Grande Inverno a Dorne, gli aveva donato tre sfortunatissimi figli. E allora cosa era stata per lui quella notte? Perché avrebbe dovuto seguirla nella sua stanza dopo una imbarazzante ma veritiera considerazione di Tyrion sulla verginità di lei? Perché avrebbe poi iniziato a spogliarsi, a spogliarla, togliendosi un indumento alla volta davanti al fuoco acceso, come in ogni stanza del castello, in una notte gelida non meno di tutte le altre? Perché si sarebbe dovuto abbandonare alla passione, in una notte lunga eppure così maledettamente breve, una notte con un’alba nemica più degli Estranei? Per puro divertimento, era così semplice capirlo. Come avrebbe mai potuto l’uomo più desiderabile dei Sette Regni innamorarsi di una donna che lui stesso aveva nominato “Cavaliere”? Era tutto fin troppo chiaro. Come aveva potuto non rendersene conto prima? Ora le restava solo quel cuscino umido delle sue stesse lacrime. Ma lei era Brienne di Tarth, cavaliere dei Sette Regni, e i cavalieri non piangono mai.  
 
 
Grande Inverno si allontanava sempre di più, il freddo gelido della Lunga Notte ormai conclusa lasciava via via posto ad un’aria sempre più mite, ad un calore familiare eppure così estraneo. Il ‘fottuto’ nord si allontanava sempre di più, ad ogni passo di cavallo. Jaime si sentiva stranamente un estraneo, nonostante ad ogni passo il suo mondo di sempre si riavvicinasse. Era stata bellissima quella notte con Brienne. Aveva immaginato di non poter amare altra donna al mondo che Cersei, sin dalle sue notti adolescenziali, le notti insonni ad attendere che la porta della sua stanza si spalancasse per iniziare, ogni volta, qualcosa di troppo poco giusto perché non si consumasse nel buio e nel silenzio straziante di Castel Granito. E invece era successo: si era innamorato ancora. Se pensava alla notte trascorsa con Brienne, alla luce di un focolare di Grande Inverno, dopo la battaglia più dura che avesse mai combattuto in vita sua, Jaime Lannister non poteva far altro che sorridere. Non era spregevole, non voleva affatto correre dalla donna spregevole che aveva avvelenato a piccoli sorsi la sua esistenza, al contrario, era intenzionato a salvarsi una volta per tutte. Tutto il veleno che aveva avuto in corpo era ormai scomparso: sulla sua pelle non restava altro che il profumo dolce di una donna-cavaliere, la persona che stimava più di qualunque altra, la donna finalmente capace di fronteggiarlo, nella vita come sul campo di battaglia, la donna che lo aveva amato, puramente ed incondizionatamente, in tutti quegli anni in cui per gli altri non era stato altro che un cavaliere fallito senza la mano destra. 
 
 
L’unico uomo che avesse mai veramente desiderato era stato suo, anche se soltanto per una notte. Le dita di Jaime erano scese lentamente sui suoi seni, le avevano accarezzato i biondi capelli corti e disordinati. Lei aveva continuato a spogliarlo, a toccare con mano delicata le sue ferite sul petto tentando di rimarginarle; lei aveva dimostrato di non essere poi così inesperta, nonostante la sua inesperienza, semplicemente per il fatto che con Jaime tutto era stato naturale: più naturale di brandire una spada, più naturale di indossare un’armatura. Lui si era adagiato dolcemente sul suo corpo, facendole provare dei brividi che nemmeno pensava potessero esistere. La sua pelle pura era quella di una bambina, e le uniche dita che l’avessero mai sfiorata in quel modo, quelle cinque dita che da sole bastavano a creare la magia, erano quelle dell’uomo che amava. I loro due corpi, abituati a rimanere chiusi dentro due armature, logorati dal peso delle armi, consumati dalle ferite, si erano uniti diventando uno solo, trovando finalmente un sollievo capace di lenire anche le ferite più profonde. Le mancava Jaime, tremendamente, eppure lo odiava adesso. Il suo cuore era spezzato e poteva sentire le ferite riaprirsi una ad una, ed il freddo gelido di Grande Inverno attraversarle la pelle, più doloroso della lama di una spada. Rindossare l’armatura e andare avanti era tutto quello che poteva fare. Questa volta, però, sembrava insolitamente strano togliere la sottoveste, morbida e calda come il letto che l’aveva ospitata, per infilarsi nel ghiaccio della rigida armatura. Qualcosa era cambiato per sempre dopo la notte d’amore con Jaime. 
 
 
Approdo del Re era sempre più vicina, Cersei era sempre più vicina. A Jaime era chiaro ciò che andava fatto. Ripensava alla volta in cui aveva salvato Brienne dalla fossa degli orsi, e a tutte le volte che a vicenda si erano protetti nel corso degli anni. Ripensava alle volte che avevano combattuto fianco a fianco. Ripensava alla notte in cui, finalmente, era riuscito a trovare il coraggio di rendere manifesto il suo desiderio. Amava profondamente Brienne e questa era una delle poche certezze che lo accompagnavano in quell’angosciante viaggio di ritorno verso Approdo del Re. Non sapeva se avrebbe mai potuto far ritorno a Grande Inverno, tuttavia una cosa era chiara: avrebbe fatto ciò che andava fatto, dopo tanto tempo, e forse finalmente tutti avrebbero smesso per sempre di considerarlo un uomo senza onore, avrebbero smesso di vedere in lui unicamente lo ‘Sterminatore di re’. Forse anche Brienne avrebbe capito: si sarebbe resa conto che l’uomo dalla mano d’oro aveva solo indossato una maschera definendosi spregevole, quando egli stesso ripudiava la persona che era stata un tempo; forse si sarebbe disperata ma avrebbe alla fine compreso che tutto era stato fatto per salvarla, ancora, come dalla fossa dell’orso. Questa volta Jaime avrebbe salvato tutti, avrebbe chiuso un’altra battaglia da vincitore, qualunque fosse stato il prezzo da pagare. 
   
 
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