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Autore: Naoko_chan    09/05/2019    1 recensioni
Oggi si è vestita di rosso e io avrei voluto dirle che l’amo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Incanto.

 
 
Oggi si è vestita di rosso. Lo fa sempre, ormai. Da qualche mese. Mette le scarpe basse bordate di cuoio, quelle col cinturino e la voglia di violino ridente contro la fibbia lucida.
Oggi si è vestita di rosso e io avrei voluto dirle che l’amo. Da sempre, come si fa con un bel sogno, di quelli i cui rimasugli restano a cullarti al mattino, taciti brandelli irrorati da un tepore puro quanto evanescente. Da sempre, perché il mio sempre l’ho conosciuto con lei.
Avrei voluto dirle che l’amo. Tenta, mi avrebbero esortato gli altri, tutti quegli altri che godono del privilegio di un terreno costruito senza falle. Buttati, no? Che, non sai vivere?
No, non so vivere. E forse ignoro anche come si faccia ad amare, ad amare davvero qualcuno, ad amarlo fino a farsi gonfiare il cuore. Per questo la lascio andare, per questo la lascio crogiolarsi tra le spire del fantasma di un sentimento eroso dal tempo.
Ed era bella, lei, sai? Bella come il grido di gioia bruciante in gola l’attimo prima che sbocci, bella come quelle note basse, vibranti, che si trascinano morbide nello spazio conteso tra carne e spirito, in incastri di dita e si bemolle, dolciastre, profonde, che si insinuano nell’anima e ne annusano il profumo, bella come la carezza in sospeso tra capo e collo, quella a ridosso dell’orecchio, coi brividi che soffiano sulla pelle e l’emozione che inchiostra il petto. Bella come l’odore nostalgico che permane dopo una tempesta, strascico stanco di ciò che si è consumato, di ciò che è stato, spiraglio del domani. Anche se fa male, quel domani.
E mentre io mi sfibro e mi riscopro, e mi cerco negli altri e nella luna, nella bocca contratta di mia madre e nelle tue mani calde, sane, robuste, da adulto tutto d'un pezzo, senza rimorsi che gli gridano nella pelle e che invece si cerca nel giorno e nei miei occhi freddi, mentre ci morsichiamo con lo sguardo e ci sanguina il cuore, mentre facciamo finta di odiarci, quel maledetto domani sfuma tra le parole non dette e lo assorbiamo come veleno. E allora io rifuggo quel domani e resto a ieri, dove lei ancora è presenza. Lei, con le sue labbra di velluto e i suoi occhi di cristallo, falci di luna flebile, tremolante, smarrita dietro tutto quel rosso che la rivela e l’annienta. È immensa, eppure anche talmente piccola da stare in un abbraccio. Il tuo.
  
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