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Autore: Classicboy    09/05/2019    0 recensioni
[Be more chill]
Una Swap AU, cioè una storia in cui i ruoli dei personaggi sono invertiti.
La mia visione di come sarebbero le cose durante la canzone The SQUIP enters. in cui Jake prende finalmente il coraggio a due mani per chiedere di uscire a Chloe al posto del bellimbusto Michael Mell, ma qualcosa si mette in mezzo...
Quinto capitolo di una serie.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Be more swap'
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Autore: Classicboy

Titolo storia: The SQUIP enters - swap version

Rating: Verde

Genere: Commedia, Romantico, Generale

Personaggi: Swapped!Jake Dillinger, Swapped!Rich Goranski, Swapped!Chloe Valentine, Swapped!Michael Mell

Note: Swap!AU, OOC

Note autore: Salve, dopo un anno e tre mesi di pausa finalmente riesco a pubblicare il nuovo capitolo di questa raccolta. Onestamente avevo la storia pronta da tipo un anno ma non l'ho mai pubblicata per un motivo o per l'altro, e solo oggi dopo un po' di tempo libero sono riuscito a trovare il tempo di riprenderla in mano, di correggerla e di pubblicarla. Beh, spero che vi piacerà, il prossimo capitolo della serie vedrà comparire anche per la prima volta lo Swap!SQUIP, e anche per questo vi chiedo se avete eventuali suggerimenti su chi debba essere il demonio personale di Jake, perché io non ho proprio idee, e fintanto che non mi decido sul suo ruolo la serie non può andare avanti. Detto questo ci sentiamo, recensite per farmi sapere cosa ne pensate e per indicarmi i miei vari errori, e datemi suggerimenti gente, bye!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

THE SQUIP ENTERS - SWAP VERSION

 

Jake e Rich erano seduti nella sezione mensa del Menlo Park Mall. I due ragazzi osservavano la minuscola pillola grigia simile ad un tic tac appoggiata sul tavolo in mezzo a loro.

“Allora... siamo sicuri che questa... cosa sia effettivamente una sorta di computer uscito da un romanzo di fantascienza?” Domandò scettico Rich mentre stuzzicava con l'indice la pillola.

Jake la prese in mano e la guardò con fare meditabondo: “Spero proprio di sì, anche perché mi è venuto a costare ben 400 verdoni.”
“Beh, guarda il lato positivo! - Esclamò l'amico buttandosi contro lo schienale della sedia - Heere te ne aveva chiesti 600. Probabilmente cercava di fregarti in qualche modo. Visto, te lo avevo detto che non c'è da fidarsi di quel tipo.”

“Già... però sono comunque una bella somma. Quattrocento dollari...”
“Quattrocento e uno - si affrettò a correggerlo l'amico - Ricordati della Mountain Dew.”
“Oh, già è vero.” Borbottò il castano mentre tirava fuori la bottiglia piena di bibita energetica di un verde acceso. Il misterioso spacciatore al Payless lo aveva avvertito che per funzionare lo SQUIP doveva essere assunto assieme alla Mountain Dew. Chissà perché poi. C'era anche qualcos'altro che stava per aggiungere, ma erano stati interrotti da Brooke Lohst che era entrata in quel momento per comprare un paio di scarpe.

“Allora, che si fa?”

La domanda del più basso lo riportò coi piedi per terra. Jake osservò nervoso il micro computer nel suo palmo prima di chiudere di scatto la mano mormorando: “Se tutta questa storia fosse vera... la mia intera vita cambierebbe.”

E allora perché stava esitando?
Guardò verso l'amico: “Io-io credo che dovremmo dividerla. Voglio dire, hai contribuito anche tu per comprarla, no? Penso che ne dovremmo beneficiare entrambi.”
“Oh, grazie bello, ma... non penso che funzioni così purtroppo. E poi onestamente mi piace pensare che quando sarai famoso avrai un debito nei miei confronti.” Lo prese in giro il ragazzo esibendosi nella perfetta imitazione del sorriso dello Stregatto.

“E va bene. - Jake riportò la sua attenzione sulla pillola, prima di prendere un profondo respiro - O la va o la spacca.”

Con un gesto veloce si mise la simil caramella in bocca per poi prendere dei generosi sorsi dalla bottiglia.

Quando ebbe finito poggiò la Mountain Dew e prese un profondo respiro, continuando a tenere gli occhi chiusi.

“Allora? - Domandò Rich che si era sporto nella sua direzione carico di aspettative - Che sapore ha?”
Jake socchiuse una palpebra prima di schioccare la lingua contro il palato. Si raddrizzò per poi assumere un'aria meditabonda e infine dichiarare: “Sa di menta.”

“E... come ti senti?”

“Come... come un idiota!” Esclamò esasperato buttandosi contro il tavolino, le braccia completamente tese in avanti.

“Niente? Sul serio? - Domandò Rich incredulo e forse un po' deluso - Su dai prova... prova a dire qualcosa di figo, forza! Cosa stai pensando?”

“Sto pensando che ho appena buttato al vento quattrocento dollari per un tic tac al gusto menta.” Fu la risposta asciutta del ragazzo che alzò lo sguardo per fissarlo con un'espressione seccata.

“Già... Per niente figo.” Decretò il biondo incrociando le braccia di fronte alla felpa con la zip rossa.

“Per favore lasciami a soffocare il mio dolore in un piatto di patatine fritte.” Mormorò con voce soffocata il più alto mentre tornava a rivolgere il viso verso il tavolo.

“E va bene. Cinque minuti.” Acconsentì l'altro prima di alzarsi.

Jake lo guardò confuso: “Dove stai andando, bello?”
Rich si voltò a guardarlo con un sorriso colmo di aspettativa: “C'è un ragazzo che conosco che lavora da Spencer's Gift che ha promesso di mettermi da parte una cassa piena di Crystal Pepsi.”
“Una cassa di che?”
“Crystal Pepsi. È come la Pepsi normale, solo più chiara!” Rivelò con un grande sorriso il ragazzo.

“Ma... Non è stata messa fuori produzione negli anni '90?”
“Ed è proprio questo che la rende così figa!”

Jake non poté che sorridere un po' di fronte all'allegria contagiosa dell'amico, ricordandosi la sua passione di collezionare qualunque cosa fosse nata negli anni '90, bibite incluse. Sospirò: “E va bene. Ma cinque minuti mi raccomando, e poi torna qui. Sennò chi mi riaccompagna a casa?”
“Vado e torno, Jakey D, tu aspettami qui.” E il ragazzo se ne andò canticchiando qualcosa in direzione del negozio.

Jake rimase fermo per qualche minuto seduto al tavolino, mentre dentro di sé imprecava contro la sua sfortuna, il destino che sembrava volerlo far restare a tutti i costi un perdente, e contro Jeremy Heere. Doveva aspettarsi che in realtà si trattava tutto di uno scherzo del bullo per sfilargli dei soldi. Beh, almeno si poteva levare la soddisfazione di non darglieli, no?

Stava quasi per andare ad ordinare le sue patatine fritte quando vide una cosa che gli gelò il sangue nelle vene. Di fronte a lui, intenti a chiacchierare animatamente tra loro mentre si avvicinavano sempre di più, c'erano Michael e Chloe.

Il ragazzo le sorrideva con uno di quei sorrisi rilassati e pieni di charme, mentre la castana rispondeva garbatamente e nel frattempo si tormentava con fare nervoso una ciocca di capelli.

Senza neanche pensarci due volte Jake scattò in piedi e si avvicinò quatto quatto, per poi nascondersi dietro un tabellone pubblicitario e mettersi ad origliare i due.

Fece appena in tempo a prendere posizione che sentì Chloe domandare con voce timida e un po' nervosa: “Sei stato molto gentile ad invitarmi, Michael, ma non dovremmo aspettare anche gli altri del gruppo di teatro? Voglio dire... non dovremmo informarli dove siamo?”
A sentire quelle parole il ragazzo si esibì in un teatrale e decisamente poco credibile pacca sulla fronte, come se si fosse ricordato una cosa importante solo ora: “Oh già, a questo proposito. - Si fermarono e Michael le sorrise con fare accattivante - Non ci incontreremo col resto del cast. Ho pensato, beh ecco, che potevamo provare a conoscerci meglio. Noi due. Da soli.”
“Oh!” Rispose la giovane colpita da quell'affermazione, un leggero rossore che si spandeva sulle guance. Si capiva che dentro di sé era lusingata dal sapere che il popolarissimo Michael Mell volesse passare del tempo con lei.

“Sei una tipa curiosa, intrigante. Voglio sapere qualcosa di più su di te... E voglio che tu sappia anche qualcosa di più su di me! Qualcosa che non siano le cose che tutti sanno a scuola.”
Jake non sapeva se fingere di vomitare o alzare gli occhi esasperato di fronte a quello scadente tentativo di rimorchio da parte dell'altro, ma Chloe non sembrava rendersi conto di quali erano le vere intenzioni dell'atleta. E forse fu proprio questo a spingerlo ad agire quando sentì Michael esclamare: “Ed è per questo che ti ho portato nel mio posto preferito nell'intero universo: Sbarro's...!”
“Ehi, Chloe!” Esclamò Jake di botto prendendo il coraggio a due mani e spuntando fuori da dietro il tabellone che fino a qualche secondo prima era stata il suo rifugio.

La castana lo vide e il suo volto si aprì in un sorriso gentile che sciolse il cuore del ragazzo: “Oh, Jake, che bello vederti! Non ti avevo visto.”

“Già, bello, non ti avevamo proprio notato. Beh, sei uno che passa abbastanza inosservato.” Mormorò Michael a denti stretti mentre il viso era atteggiato in una brutta smorfia, frutto di un tentativo di unire un sorriso cordiale e un'espressione minacciosa.

Tuttavia si riprese in fretta, convinto più che mai a fare finta che Jake non li avesse mai interrotti. Si voltò col suo solito sorriso verso la ragazza e continuò da dove si era fermato mentre trascinava Chloe lontana: “E la parte più bella è che puoi ordinare tutto quello che vuoi...!”

“Aspetta!”

Jake non sapeva da dove gli arrivava tutto quel coraggio. Forse era la delusione di aver appena speso quattrocento dollari per una tic tac, forse era la consapevolezza che la sua vita si stava avvicinando sempre di più ad essere quella di un fallito come il padre, o forse era stato il vedere Michael e Chloe così vicini, il capire che se non si dava un mossa in fretta l'altro ragazzo gliela avrebbe portata definitivamente via senza che lui si potesse opporre in alcun modo.

Prese un respiro profondo ed esclamò: “Chloe, c'è una cosa che ti vorrei dire.”

“Ora?”

Michael lo stava letteralmente fulminando con occhi e non cercava più di essere sottile nei suoi messaggi. Nella sua voce e nelle sue parole c'erano soltanto ostilità e antipatia nei suoi confronti.

Ma Jake non si lasciò intimidire. Puntò gli occhi su Chloe e balbettò: “Chloe, io... io...!”

In quel momento il giovane si bloccò mentre un dolore improvviso gli attraversava la testa da parte a parte.

“Ahia!” Esclamò prendendosi la fronte. Una fredda voce metallica proclamò: “Obbiettivo femminile: inaccessibile.

“Ma che diavolo?!” Urlò mentre con le mani si tappava le orecchie e chiudeva gli occhi. Il mal di testa stava diventando via via più doloroso, era come se qualcuno gli stesse forando il cranio dall'interno.

Nella confusione del dolore riuscì a sentire Chloe che domandava preoccupata e spaventata: “Jake, tutto bene?”

Ormai il castano era piegato in due dal dolore e stava lacrimando dal dolore.

La voce meccanica riprese: “Taratura in corso. Ci scusiamo per il lieve disagio.

“Lieve?!” Esclamò incredulo il ragazzo spalancando gli occhi e emettendo vari versi gutturali di dolore.

Oramai nella voce di Chloe c'era solo terrore: “Santo cielo Jake, stai bene!? Hai bisogno di un medico!?”

In sottofondo al ragazzo parve sentire Michael che esclamava più divertito che altro: “Bello, lo sfigato sta finalmente dando fuori di testa!”
Jake era ormai certo di essere diventato l'attrazione principale dell'intero centro commerciale.

In quel momento la voce disse: “Taratura completata. Procedura d'accesso iniziata.

Jake si rizzò in piedi di scatto, la mente all'improvviso chiara e il dolore praticamente scomparso.

“Sto bene, sto bene. - Si affrettò a rassicurare Chloe che ancora lo guardava preoccupata - È stato solo...”

Il livello di disagio potrebbe aumentare.

Il dolore riprese, più acuto di prima, e questa volta nulla riuscì a trattenere l'urlo che gli uscì dalla bocca.

Confuso dal dolore si buttò a terra, la testa tra le mani, il corpo scosso da tremiti incontrollabili. In tutto questo la voce lo raggiungeva chiara, come se qualcuno gliela stesse urlando nell'orecchio: “Accesso: memoria neurale. Accesso: memoria muscolare. Procedura d'accesso: completata.

Il dolore man mano prese a scemare e una nuova voce emerse, una voce maschile e in parte familiare, che esclamò imperiosa: “Jacob Dillinger...”

Jake, stremato, alzò la testa e davanti ai suoi occhi vide comparire tra le lacrime la sagoma azzurra di una figura maschile che mormorò con voce suadente: “Benvenuto al tuo Supercomputer Quantico con Unità a Interfaccia Psichica... il tuo SQUIP.”

   
 
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