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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    09/05/2019    1 recensioni
[MacGyver 2016][Missing moment S02E04]
"Abbiamo identificato la vostra posizione, signora. Un'ambulanza è già in viaggio, potrebbe descrivermi meglio la persona? Ha un documento addosso? Qualcosa che possa aiutare a identificarlo."
"Deve avere sui vent'anni, capelli biondi, pallido… Niente documenti ma ha un buco… sull'avambraccio, potrebbe essere un tossico."
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: MacGyver (2016)
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Mac, Jack Dalton
Tipologia:
One-shot
Genere:
Hurt/Comfort, Generale, Drammatico
Avvertimenti: Missing moment (S02E04)
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note: Dedicata a Mairasophia.

"WAKEY WAKEY ANGUS."

"911, qual è l'emergenza?"

"Un ragazzo è uscito da un tombino ed è svenuto sul marciapiede. Sembra malconcio, delira e non riesce a stare in piedi."

 "Abbiamo identificato la vostra posizione, signora. Un'ambulanza è già in viaggio, potrebbe descrivermi meglio la persona? Ha un documento addosso? Qualcosa che possa aiutare a identificarlo."

"Deve avere sui vent'anni, capelli biondi, pallido… Niente documenti ma ha un buco… sull'avambraccio, potrebbe essere un tossico."

"Altro?"

"Continua a mormorare un nome, Jack… Forse è la persona che l'ha ridotto così."

Riley digitava velocemente sul proprio portatile nel salotto di Mac e Boz mentre Matty, accanto a lei, fissava lo schermo preoccupata: "La segnalazione viene da un telefono cellulare, Matty, la sto localizzando. Intanto…"

"Chiamo Jack al volo, tu non staccare gli occhi da quel computer." La donna tirò il cellulare fuori dalla tasca e fece partire la telefonata diretta al numero di Dalton, il quale rispose dopo mezzo squillo: "Jack, zitto e ascoltami. Riley ha intercettato una chiamata al 911, una donna dice di aver trovato un ragazzo biondo uscito da un tombino. Sì, pensiamo sia lui, altrimenti c'è un gemello di Mac in giro per Los Angeles che chiama il tuo nome mentre è mezzo svenuto. Sì, Riley sta inviando le coordinate al tuo cellulare. Sì, un'ambulanza pare essere già in viaggio," Matty si girò verso Riley, che le rivolse un segno affermativo con le dita, "Il mezzo del 911 è stato annullato, quello della Fondazione è a poca distanza dal punto. Andate laggiù e non chiamate se non avete buone notizie. Ci vediamo alla Fondazione." tagliò corto lei, chiudendo la comunicazione.

Con un sospiro profondo, Riley smise di battere sulla tastiera prima di lanciarle uno sguardo sollevato: "Non so come abbia fatto ma è riuscito a togliersi dai guai." disse la ragazza con voce strozzata.

Matty annuì: "E Murdoc la pagherà cara."

§§§

La macchina di Jack si fermò con gran stridore di freni a pochi centimetri dal retro dell'ambulanza che portava le insegne della Fondazione e non si preoccupò neppure di tirare il freno a mano prima di precipitarsi fuori, armi in pugno e pronto a sparare a qualunque cosa avesse anche solo una vaga rassomiglianza con Murdoc.

La strada era una bolgia infernale, le macchine che rallentavano per far osservare ai passeggeri la scena, bloccando di fatto la circolazione nella zona, e le persone che si assiepavano sul marciapiede, creando un muro che sembrava volesse tenere Jack lontano da Mac.

Tutti si parlavano gli uni sopra gli altri, nessuna voce sembrava avere senso e più Jack cercava di sgomitare tra la folla per aprirsi una strada, più i passanti lo ostacolavano, incuranti della sua presenza.

Tallonato da Cage e Bozer, l'agente assestò qualche colpo ben piazzato a chi gli stava davanti; alcuni caddero a terra con grida infastidite, altri gli rivolsero epiteti poco gentili e decisamente coloriti, ma a Jack non importava: quello che voleva era farsi strada per raggiungere Mac e assicurarsi che stesse bene, doveva capire cosa gli avesse fatto Murdoc e portarlo al sicuro.

Quando finalmente si fece largo tra le persone assiepate, riconobbe la squadra medica in servizio e tirò un sospiro di sollievo: era la A, quella che solitamente veniva inviata per Mac e il resto della squadra, facce familiari di cui poteva fidarsi.

Quando lui e gli altri due si avvicinarono, il caposquadra rivolse loro un cenno di saluto e li scortò fino al marciapiede: "Vi aspettavamo, l'agente M non è nelle condizioni migliori ma se la caverà." li rassicurò subito prima di far loro spazio accanto al corpo buttato a terra di Mac, che respirava affannosamente con gli occhi chiusi e il braccio destro stretto al petto.

Senza aspettare, Jack si inginocchiò accanto a Mac e gli passò una mano tra i capelli sporchi e sudati, con un sorriso a increspargli le labbra: "Ehi, amico, sono qui. Mi senti, Mac?" sussurrò l'agente più anziano mentre l'altra mano andava a sollevargli il mento per permettergli di guardarlo meglio in viso: "Ti abbiamo cercato ovunque, eravamo preoccupati. Matty ti prenderà a calci da qui a Timbuctu."

A Jack piaceva pensare che fosse stata la sua voce a fargli sollevare le palpebre e non il cocktail di farmaci nella flebo che i soccorritori avevano approntato perché fu in quel momento che Mac, avvicinatosi con la testa alla sua mano, si lasciò andare a un gemito sofferente prima di sollevare appena una palpebra.

Vederlo così arrendevole e confuso, istintivamente bisognoso di vicinanza nella semi-incoscienza, fece ribollire il sangue di Jack, che si tolse la giacca per drappeggiargliela addosso e scaldarlo: "Bravo, Mac, apri quegli occhioni blu, dammi un segno che mi senti." mormorò mentre gli sfregava le braccia con forza; dopo qualche minuto, finalmente, l'agente più giovane ebbe un sussulto e, con uno sforzo incredibile di volontà, sollevò ancora un po' le palpebre, mostrando le pupille dilatate e velate ma innegabilmente vive.

"Bravo, genio. Non addormentarti di nuovo, siamo intesi?" con tono affettuoso, Jack mormorava parole di conforto e rassicurazione per il suo partner mentre Bozer e Cage, alle loro spalle, osservavano la scena col cuore in gola e gli occhi lucidi.

Cero, Mac era il migliore amico di Wilt e quello che lo conosceva da più tempo ma lo stesso aveva imparato a capire che il rapporto che legava i due partner era qualcosa di più, qualcosa di diverso nella sua fiamma inestinguibile, nel modo in cui Jack cercava sempre di coprire le spalle di Mac in modo quasi ossessivo.

Ma gli andava bene.

Tutto pur di vedere il suo amico protetto nel modo più adeguato.

"J-Jack, quando sei arrivato…?" chiese Mac con un filo di voce, aggrappandosi con la mano libera all'avambraccio del partner più anziano; questi smise di accarezzargli i capelli e gli cinse le spalle con il braccio, sollevandolo dall'asfalto e stringendoselo al petto: "Proprio adesso, cos'è, pensavi che non ti stessi cercando?" sorrise Jack, pur se con un paio di lacrime ad affollargli gli angoli degli occhi, "Murdoc ne avrà da pagare. Riesci ad alzarti? Dobbiamo portarti all'ospedale della Fondazione."

Mac scosse la testa, chiudendo gli occhi: "N-Non so cosa mi abbia dato ma non riesco a muovermi." ammise con uno sbuffo frustrato.

Dalton annuì e, dopo avergli sistemato meglio la giacca addosso, lo sollevò tra le braccia come se non avesse avuto peso e lo portò personalmente fino all'ambulanza prima di salire a bordo e depositarlo sulla barella ancora alloggiata nel retro: "Allora? Andiamo!" gridò l'ex Delta, schioccando le dita, "Mac ha bisogno di cure mediche!"

Il caposquadra sospirò prima di ordinare ai propri uomini di raccogliere l'attrezzatura e ritornare al mezzo: "Agente Dalton," disse poi, voltandosi verso Jack che lo osservava con aria impaziente, "Lei resti accanto a lui, lo terrà tranquillo."

"Amico, non ho intenzione di muovermi da questo scomodo seggiolino neppure se ne andasse della mia vita. Bozer, Cage, ci vediamo direttamente all'ospedale.".

Gli altri due agenti, che si erano avvicinati al mezzo seguendo il loro superiore, annuirono ma prima di allontanarsi Wilt osservò il volto pallido di Mac per qualche secondo: "Jack, non lasciarlo solo." disse soltanto lui prima di seguire la collega alla macchina.

Meno di un minuto dopo, la strada era di nuovo sgombra e l'ambulanza correva a sirene spiegate verso la propria destinazione.

Nel retro, Mac strinse debolmente la mano di Jack, che si era aggrappato alle sue dita come a un salvagente in mezzo alla tempesta: "Grazie di essere venuto a prendermi… Io… Non volevo…"

Dalton scosse la testa e gli massaggiò il cuoio capelluto con movimenti circolari e rilassanti: "Non importa. Puoi anche insultarmi e farmi incazzare per una settimana di fila ma verrò sempre in tuo aiuto se avrai bisogno di me. Non dubitarlo mai. Ricordi? Salti tu, salto io."

A Mac scappò una debole risata: "La vicenda del virus… Dovevi andartene."

"E lasciarti solo a disinnescare una bomba? In Afghanistan, senza di me, ti usavano come bersaglio fisso per il tiro a segno."

"E senza di me saresti saltato per aria con la tua jeep dopo una settimana."

"Touchè. Ora però non parlare e risparmia le energie."

"Tu resti qui?"

"E dove vuoi che vada?"

"Grazie, Jack."

"Di niente, Mac."

   
 
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