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Autore: Gloria Lovely    10/05/2019    1 recensioni
A combattere a fianco delle guerriere Sailor sarà una squadra proveniente dalla galassia Andromeda, custodi di gemme dai poteri speciali e leggendari. Ogni nemico è in cerca di vendetta, con un unico obiettivo: impadronirsi del Cristallo d'Argento e distruggere la Via Lattea e la sua alleata.
Riusciranno le Sailor Senshi, grazie all'aiuto di Sailor Y e la sua squadra, a sconfiggere il male e liberare i loro pianeti dalla distruzione?
Suddivisa in tre atti: 'The Other Galaxy', 'Verbo Cordis' e 'Daemonium Ribellium'.
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«Questa storia era nata col nome di "Fragile Guerriera", ora divenuta una saga vera e propria.»
Spero vi piaccia!
Buona lettura.
© Gloria Lovely 2017
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Inner Senshi, Nuovo personaggio, Outer Senshi | Coppie: Endymion/Serenity
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la fine, Più serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pretty Guardian Sailor Andromeda | Saga'
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Capitolo ventiquattro

• Forti sentimenti •







Victoria's POV









Sei goffa, proprio come la guerriera della luna.
E tu che ti nascondevi dietro un dito. 
Sei davvero brava a raccontare menzogne e ad illudere le persone.
Anche un androide.



«Non pensavo fossi così gelida
» sussurra con voce fioca, il respiro quasi regolare e le labbra tremanti.
Una finestra dietro di noi si spalanca improvvisamente e un alito di vento gelido ci raggiunge facendo ondeggiare i nostri capelli; la sento rabbrividire sotto di me, come se avesse paura di me. Non riesco neanche a descrivere questa strana emozione, è un miscuglio tra l'amore e l'incredulità, qualcosa di simile.
Certo che Sailor Divide è proprio una testa dura, proprio come Sailor Moon. Anche se è qui solo da qualche ora, mi sono già fatta un'idea su di lei. La verità è che la sua testardaggine ha fatto breccia nel mio cuore di ghiaccio, e così in fretta per giunta.
Devo aver esagerato poco prima, quando le ho lanciato quello strano aggeggio addosso.
«Sei proprio uguale alla tua nemesi» mormoro avvicinandomi a lei molto lentamente.
«Almeno sono intelligente e coraggiosa» sbuffa lei voltandosi di lato offesa, il labbro inferiore leggermente sporgente -  infantile ma affascinante.
Il desiderio per la guerriera della saggezza aumenta ogni giorno di più, fino a rendermi quasi impossibile starle vicina senza poterla sfiorare. Ora che sono incatenata al suo polso, non posso più fare a meno di lei.
«Davvero?» sorrido maliziosa fregandomene dei suoi segreti.
«Lo sai che ho lo stesso carattere di Sailor Moon e poi detesto essere in squadra con lei, è davvero stupido vederla scivolare sul pavimento» poi si gira verso di me incrociando il mio sguardo.
I suoi occhi sembrano confusi, le sue labbra appena aperte in una smorfia di stupore. Sicuramente non ha capito quello che voglio fare, è totalmente inconsapevole di quello che sta per accadere. La conosco come le mie tasche: il suo sguardo ha la capacità di ingannarti, di farti sentire bella e desiderata da tutti. No, non l'ha capito.
«E tu sai che giocare alla cattiva ragazza...» le nostre labbra sono quasi vicine «... è molto pericoloso?»
Sta arrossendo, e non prova neanche ad andarsene. Mi sta fissando con quei grandi occhi verde acqua brillanti, i capelli rosso fluo baciati dal vento e il sudore sulla pelle. Mi sembra evidente che abbia paura di me, ma perché dovrebbe averne? Siamo nella stessa squadra, tra l'altro.
«Sailor Minus, ecco, io...»
Non trova neanche le parole per parlare. Cerco di non farmi sfuggire un sorriso e continuo a fissarla, accarezzarla e di colpo... i miei occhi cadono sulle sue labbra. Sono così piccole e candide.
Se devo dir la verità non ho mai baciato nessuno, né un ragazzo né una ragazza, semplicemente perché sono indecisa tra l'uomo e la donna. Forse, se baciassi Sailor Divide, me ne pentirei per tutta la vita.

Non lo so, Madre. Cosa devo fare?

«Beh, ecco... non sono pronta per... lo sai, no?»
«Pronta per cosa?»
«A combattere il nemico... voglio dire, ho scoperto di essere Sailor Divide solo qualche settimana fa, sono ancora inesperta.»
Non voglio ascoltare quelle parole. So benissimo che se le mi dovesse capitare di ascoltarle, avrei di nuovo ceduto al fascino della sua gentilezza e del suo sorriso. Mi sento così strana, come se una strana voglia mi forzasse a fare qualcosa di cui mi potrei pentire.
Sailor Divide potrebbe non esserne felice e questo lo so benissimo. Probabilmente ha numerosi ragazzi dietro, ma nulla mi vieta di poter sfiorare quelle labbra e quelle curve larghe e provocanti.
«Sailor Minus...?» china leggermente il capo di lato. Maledizione, mi sta provocando!
«Non sei inesperta e ti ho vista prima, quando mi hai salvata da Red Shadow. Sei esattamente come Sailor Moon, forse anche di più.»
Sorride imbarazzata.
«Lascia che ti protegga, principessa» appoggio la fronte sulla sua spalla «perché se tu dovessi morire, non sopravvivrei.»
Sussulta ed io la torno a fissare con il solito sguardo neutro. Sul viso della guerriera c'è un misto tra frustrazione e sorpresa. Non se lo aspettava, certo, ma non posso tenermi un peso così grande nel cuore.
«Ci proteggeremo a vicenda, Sailor Divide, ti do la mia parola.»
Le sto sfiorando un fianco, sento i miei circuiti andare fuori controllo, quasi come se il mio sistema avesse un virus letale. Che strana sensazione.
«Saremo solo io, te e la mia spada.» mormoro sulle sue labbra, appoggiando la mano libera sul suo petto, dove la sua gemma splende, per poi scontrare le mie labbra contro le sue. Non me ne pentirò, Madre, ho scegliere chi amare.
Ed io ho scelto Sailor Divide, la guerriera della saggezza, la custode dell'acquamarina. Il nostro amore andrà contro le leggi matematiche, ma non importa se una Minus e una Divide non possono stare insieme. Per me, è diverso. Per un'istante ci separiamo e ci guardiamo dritte negli occhi, poi lei chiude gli occhi e sospira silenziosamente. Gli bacio delicatamente la bocca una seconda volta, quasi solo sfiorandola.
«Adesso ti ho in pugno, ormai non puoi più scappare.» 
Da come i suoi polpastrelli accarezzano la mia pelle artificiale, sembra più che pronta ad abbandonarsi ad un momento di totale e favoloso oblio per entrambe.
Immergersi nel bacio che esaltava ogni senso per lei sembra semplice, naturale, come se per noi fosse una cosa normale. Le sue gambe sono rigide, così come il resto del suo corpo, e sono convinta che non riuscirà più a fare a meno di un'esperienza del genere. Mi lascio accarezzare il braccio ferito dal suo guanto bianco, un miscuglio di nuove emozioni che diventa un tutt'uno con le sensazioni che le attraversavano il corpo, con la desiderata tensione che mi freme l'animo.
L'avvolgo dolcemente per la schiena con un braccio, l'altro disteso accanto a noi - il polso legato al suo e le dita che si sfiorano delicatamente. Cerca di dimenarsi con l'altro braccio e le gambe, tentando di liberarsi, ma non glielo permetterò. Non adesso.
«Non ci provare nemmeno, acquamarina», stringo di più la mano che ci tiene unite, prigioniere l'una contro l'altra, incrociando poi le dita «non mi lascerò sfuggire quest'occasione.»
Percorro le sue curve attentamente, centimetro per centimetro, sempre un po' più su e un po' più...

«Non devono sfiorarsi...»  

Non devo... no!
«Ah!»
Mi viene voglia di scioglierle i capelli.
«Smettila, ti prego» ignoro i suoi piagnistei percorrendo lentamente le gambe con la punta del naso, arrivando infine all'interno coscia baciandone un lato. La sento gemere a bocca chiusa, la cosa mi piace. Seguo la scia del suo corpo arrivando proprio davanti alla sua gemma.
L'acquamarina, la gemma della saggezza. Cielo, quanto siamo distanti.
«A-aspetta...» non la lascio finire e chino la testa per baciarla e leccarle le labbra tenendo la mano sulla sua gemma luminosa.

«Tutti la chiamano la "Teoria del Cambiamento".»

Destinate a non innamorarsi.

«Due gemme consacrate da Dio che possono cambiare il presente e il futuro.»

Totalmente l'opposto.

«Ti prego, non innamorati di lei, ti faresti solo del male.»

Eravamo troppo distanti, ma adesso siamo vicine, unite.

«Sono anni che ti sto aspettando», mormoro andando sempre più in fondo, sempre più vicina alla meta. Segue un altro gemito, stringe i denti mentre si scontra contro il mio bacino appoggiando il suo braccio libero sulla mia spalla.
«Lasciati andare» sussurro dolcemente e questa volta non si oppone.


È successo davvero? Sono proprio su di lei, l'ho baciata e non è accaduto nulla. Questo significa che il Quinto Emendamento era un imbroglio? No, è impossibile, gli emendamenti non sono falsi.
«S-sei pesante...»
«Peso cinquanta chili e mezzo.»
«Vorrai dire cinquanta tonnellate» vedo che fa fatica a respirare. Decido di spostarmi alla sua destra e senza volerlo, le mani incatenate si scontrano contro la mia spalla. Sailor Divide geme dal dolore e mi guarda male.
«Ma di cosa sei fatta, di metalli pesanti?»
«Ho le ossa robuste, per di più sono anche a dieta.»
Che stupidaggine.
«Non è vero.»
«Vuoi stare zitta per qualche minuto?»
Improvvisamente avverto una strana presenza anzi, più di una. Le aure sono intense, per non parlare del rumore dell'elettricità che scorre dentro piccoli fili. Non so a chi appartenga questa strana aura, non voglio neanche saperlo. Si stanno avvicinando, minuto dopo minuto.
Vedo Sailor Divide avvicinarsi nuovamente al mio addome, questa volta con la testa leggermente chinata verso il basso. Non devo scontrare il mio petto con il suo, ne va della nostra galassia.
«Non devono sfiorarsi...»

Sto arrivando al punto di non resistere e toccarla finché non mi stanco, se potessi la priverei della sua sailor fuku ma non posso farlo. Devo resistere.

Quelle due misteriose presenze hanno fatto la sua apparsa davanti al tavolo gigante di cemento davanti a noi, riconosco le scarpe azzurre con il nastro bianco, le ballerine verdi e gli stivali rossi della guerriera della luna. Grazie a Dio sono loro, almeno spero.
«Secondo il mio radar, devono trovarsi proprio qui» dice una. Non riesco a riconoscere quella voce, il microchip dei suoni, dopo lo schianto contro quella dannatissima cella subatomica, deve essersi danneggiato durante l'impatto. Sento, ma con fatica.
«Tu credi?» chiede un'altra.
«Qui non c'è niente, Sailor Plus.»
Jackie è qui? Non deve vedermi abbracciata a Sailor Divide, non farei bella figura.
Cerco di mettermi seduta sul pavimento sporco della stanza, ma non riesco a staccarmi da quella ragazza. Piego lentamente le gambe e le sue braccia stringono i miei fianchi. A quanto pare, non vuole proprio staccarsi dalla mia corazza. Oh, Madre, e ora che faccio?
«Perché non guardiamo dietro questo tavolo?» riconosco la voce di Sailor Moon. Allora, il microchip non è del tutto danneggiato.
«Sei impazzita? Non ci vado lì dietro, potrebbero esserci scarafaggi, ragni, pantegane... ugh!» soltanto una come Sailor Y si ritirerebbe dal cercare dietro qualche mobile, soprattutto abbandonato e impolverato.
«Pantegane? Ma per favore!»
«Sono topi giganti, denti affilati e sporchi, puzzolenti.» piagnucola.
«Lo so come sono, ma così ti metti in ridicolo!»
«Vedi qualche pantegana in giro?» il tono irritato della voce di Jackie è spaventoso, deve aver preso questo particolare proprio da me. A volte mi stupisce.
«No, ma...»
«Allora vai lì dietro!»
Sbuffa.
«Pff, e va bene - caspita, sei tale e quale a tua sorella.»
Mi guardo intorno e non vedo altro che luci fioche e giallastre, macchie di petrolio e alcune che sembrano acqua colorata. La sento avvicinarsi sempre di più, mentre la guerriera della saggezza avvicina il suo busto al mio scontrando le sue gambe contro le mie.
«Finiscila di strusciarti su di me» mormoro cercando di non farmi sentire dalle intruse dentro la stanza.
«Chi c'è qui dentro?» chiede con voce molto bassa.
«Sono le nostre compagne, non dobbiamo farci trovare insieme o ci guarderanno male.»
«Perché dovrebbero?»
Il tempo stringe, sento il rumore dei tacchi farsi sempre più intenso.
«Togliti di dosso!» sibilo e dopo qualche istante, si sposta di lato sedendosi con le ginocchia in gola. Finalmente mi sono tolta un peso, anche se avrei voluto rimanere con lei ancora un po'. Un paio di tacchi azzurri appaiono sotto i nostri occhi, non potrei essere più felice.
«Le ho trovate!» esclama attirando l'attenzione delle altre due guerriere. Come immaginavo, sono Sailor Moon e Sailor Plus - deve aver capito come funziona il radar, cosa che non era mai riuscita a fare finora.
«Per fortuna, state bene» non so perché, ma la voce di Sailor Moon mi rassicura.
«Piuttosto, cerchiamo di liberarle da quelle manette.»
«E come? Non posso usare il mio Scettro Lunare per una stupidaggine del genere!»
«Cielo, quanto sei scontrosa!»
Rimango zitta, almeno per evitare litigi di qualsiasi genere. Non appena Sailor Y fa un passo avanti, un tonfo ci fa sobbalzare. Le tre guerriere voltano il loro sguardo verso la porta e sussultano, qualcuno deve averci rinchiuse dentro. È sicuramente opera delle gemelle Ombra. Nessuna di loro osa avvicinarsi alla porta di ferro e rame arrugginita, né tantomeno a noi prigioniere.
«Alzatevi, voi due», ci ordina la guerriera azzurra «dobbiamo andare via da qui.»
Mi tende la mano ed io l'afferro rialzandomi da terra, così anche la guerriera della saggezza. Siamo ancora costrette a tenere i polsi ammanettati, almeno finché non troviamo un modo per spezzare la catena. Noto la finestra spalancata e stranamente non sento freddo; certo, mi mancano solo due dei cinque sensi - l'olfatto e il gusto, gli altri tre sono regolati dai miei circuiti.
È davvero ingiusto non godersi appieno il proprio corpo, eppure riesco a vedere i colori, ascoltare i suoni e toccare qualunque cosa. Non sono una ragazza completa e mai lo sarò, finché vivrò in questa corazza.
«Sbrighiamoci, qui fa freddo» si lamenta la guerriera della luna.
«Anziché lamentarti, cerca di aprire la porta!» replica Sailor Y scocciata.
«Come faccio? Non si apre!» cerca di tirare la maniglia d'emergenza della porta, ma non si muove di un millimetro.
«Deve essere chiusa da fuori» dico.
«Genio! Adesso ti diamo anche la medaglia!» replica Sailor Divide sarcastica.
«Non mi serve, grazie» rispondo con il suo stesso tono.
«Smettetela di litigare, così non concluderete nulla.» interviene Sailor Plus. Ora che la guardo meglio, la sua forma è diversa; come ha fatto a trasformarsi in Sailor Mecha? Credevo le fosse stata eliminata.
Non posso avvicinarmi a lei più di tanto, la manetta me lo impedisce. Se solo non fossi incatenata a... a quella stupida acquamarina!  È colpa sua se siamo incastrate l'una con l'altra.
«A questo punto, non c'è un altro modo per aprire la porta; dovrò usare la gemma.»
«Sailor Y, è troppo rischioso!» esclama Sailor Moon.
«Una stupida catena di nebbia non potrà resistere al mio Raggio Gamma.»
Poteva liberarci prima, ma non ci ha pensato. Mi sembra inutile chiederglielo. Mentre la sua gemma s'illumina, un secondo tonfo ci spaventa.
«Cos'è stato, un topo?»
«Sei sempre la solita fifona, zaffiro» risponde Sailor Plus facendo roteare gli occhi.
«Forse sì, forse no.»
Quella voce... è ancora viva?
«Green Shadow» sibila Sailor Divide.
«Proprio io» ghigna «vi ho teso una trappola e ci siete cascate come boccaloni.»
Chissà dov'è finita la sua gemella.

«Finalmente le tre gemme sacre e il Cristallo d'argento leggendario sono davanti a me, e se non volete che una di voi perda tragicamente la vita...» punta verso Sailor Plus, catturandola con le catene di nebbia «... consegnatemi le vostre gemme o per lei sarà la fine.»
Sailor Plus stringe i denti e gli occhi cercando di resistere al dolore delle catene che, poco a poco, diventano insopportabili. Lo percepisco, è come se mi succedesse la stessa cosa.
«Non fatelo, ragazze» grida «non lasciate che abbia la meglio!»
Ci fissiamo a vicenda, non sappiamo cosa fare, se arrenderci e consegnare i nostri poteri o lasciare che Green Shadow uccida una nostra compagna; per giunta mia sorella.
Cosa devo fare, adesso? Madre, aiutami tu.

«Non aspetterò ancora per molto, guerriere Sailor» dice poi «vi conviene darvi una mossa.»
Stringo forte i pugni, rendendomi conto del guaio che io e Sailor Divide abbiamo causato. Avremmo dovuto distruggere quelle catene fin dall'inizio, prima che ci imprigionassero in questa stanza sporca e polverosa. Se solo avessi dato ascolto alle parole di nostro padre...
«Quando il tuo occhio bionico avverte un pericolo, affrontalo senza aver paura di sbagliare.»

Ora mi sento potente, non sbaglierò questa volta.






   
 
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