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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    11/05/2019    1 recensioni
[Hint OT5][Polyship][Post-serie]
Tra le braccia di Touma, Ryo tossì violentemente ma il compagno lo trattenne, stringendolo al contempo a sé per rassicurarlo: “Va tutto bene…” mormorò Shin, accarezzandogli la fronte rovente, “Tra poco starai meglio.” disse, senza smettere di coccolarlo; con la mano libera, si allungò a prendere la pezza bagnata a mollo nella ciotola di acqua fresca.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: SHUN DI ANDROMEDA

TITOLO: Alimentare l’amore, curare le ferite

FANDOM: Yoroiden Samurai Troopers/Cinque Samurai

GENERE: Sentimentale, Hurt/Comfort, Slice of Life

PERSONAGGI: Ryo Sanada, Seiji Date, Touma Hashiba, Shin Mouri, Shu Rei Fuan

PAIRING: Hint OT5

RATING: Verde

ALIMENTARE L’AMORE, CURARE LE FERITE


“Shh, Shu sta portando un’altra coperta…”

“Touma, ho freddo…”

“Seiji, alza il riscaldamento.”

Seiji, seduto sul bracciolo del divano, annuì e, alzandosi, armeggiò col telecomando del termostato dell’appartamento.

Tra le braccia di Touma, Ryo tossì violentemente ma il compagno lo trattenne, stringendolo al contempo a sé per rassicurarlo: “Va tutto bene…” mormorò Shin, accarezzandogli la fronte rovente, “Tra poco starai meglio.” disse, senza smettere di coccolarlo; con la mano libera, si allungò a prendere la pezza bagnata a mollo nella ciotola di acqua fresca.

Con l’abilità di chi aveva compiuto quei gesti una miriade di volte, Suiko strizzò la pezza e la depositò con cura sulla pelle pallida del compagno prima di poggiare un bacio sulle sue labbra screpolate.

“Ecco la coperta.”

Shu, più dimesso del solito, aveva fatto ritorno nella stanza, tra le braccia aveva l’oggetto che gli era stato richiesto: “Era in fondo all’armadio, ci ho messo più del previsto.”

“Non importa, portala qui.”

Kongo si affrettò ad obbedire e, drappeggiata la trapunta sul corpo magro e tremante di Rekka, ne spiò i movimenti con preoccupazione e cupezza: “È una brutta influenza.” notò a voce bassa. 

Seiji annuì: “E questa febbre alta non mi piace.” aggiunse Korin.

“Ryo starà bene.” replicò Shin con dolcezza e al contempo fermezza: “Ci prenderemo noi cura di lui. Domani non andrà al lavoro, chiamo io il negozio per avvertirli che non è in condizioni di presentarsi e resterò a casa, non è necessario che esca, sarebbe stato comunque il mio giorno libero.”

“In realtà anche io domani sono di riposo.” intervenne Shu, guardando alternativamente ora Ryo, ora Shin: “Resto con voi, potresti aver bisogno di aiuto…” borbottò.

Seiji, al suo fianco, annuì: “Il dojo è chiuso fino alla settimana prossima per lavori di ristrutturazione e Matsushita-sensei ha dato vacanza a tutti, allievi compresi. Posso restare anche io.”

Gli sguardi di tutti si spostarono su Touma che, con gli occhi posati sul viso arrossato di Ryo, non diceva nulla.

“Touma… Domani devi andare al lavoro, vai a letto, ci pensiamo noi a Ryo.” disse Shin con tono gentile, sorridendo mentre poggiava la propria mano libera sul polso di Tenku: “Non preoccuparti per lui.”

Ma Hashiba scosse la testa e, voltato lo sguardo per non far vedere gli occhi lucidi, si schiarì la voce – sempre stringendo Ryo contro il proprio petto: “R-Resto anche io a casa… La libreria va a gonfie vele e non hanno bisogno di me.”.

Shu si scambiò un’occhiata con Seiji mentre Shin, chinandosi su Ryo per asciugargli il viso dal sudore, ne approfittò per avvicinare il viso a quello di Tenku, tenuto ostinatamente voltato: sembrava volerli tagliare fuori e a Suiko non piaceva quell’idea.

“Tou-chan, ehi. Cosa succede?” chiese lui: “Guarda che Ryo sta bene, dagli qualche giorno e lo sentirai lamentarsi che lo teniamo prigioniero.” cercò di stemperare la tensione con una risata gentile: tuttavia, Touma strinse Ryo ancora più forte e non rispose, preoccupando e non poco i compagni al suo fianco, incerti su come muoversi per evitare che Touma li percepisse come una minaccia per Ryo.

Non erano stupidi, conoscevano abbastanza bene il loro Tenku per non riconoscere i segni di una crisi: pur pensando di essersi lasciati alle spalle quella vita di sofferenza e privazioni, c’era sempre qualcosa che risvegliava quei ricordi sopiti, accompagnati da traumi che erano soltanto riusciti ad allontanare e mai a risolvere del tutto.

“Touma, parlami.” Seij si avvicinò impercettibilmente nel tentativo di fargli percepire la sua vicinanza ma al contempo evitando di turbarlo e agitarlo ancora.

Testardamente, questi scosse la testa: “V-Va tutto bene… Solo… Voglio stare a casa con voi.” disse il ragazzo con un filo di voce.

“E nessuno vuole impedirtelo, ma se c’è qualcosa che non va, puoi parlarcene.” sorrise Suiko al suo fianco mentre passava una mano fresca sulla guancia bollente di Ryo, dalle cui labbra uscì un lamento, basso, ma udibilissimo.

Tenku ebbe un piccolo sobbalzo ma non interruppe il contatto con il corpo di Rekka: “T-Touma, che succede?” domandò questi con un filo di voce; cercò di muoversi nella stretta del compagno ma questi scosse con fermezza il capo, aumentando la stretta.

Gli altri tre si scambiarono un’occhiata preoccupata ma, prima che potessero reagire di conseguenza, Ryo riuscì a girarsi nell’abbraccio di Tenku e a poggiare la schiena non più contro il petto di Hashiba ma contro il suo avambraccio, così da poterlo guardare in viso; malgrado la debolezza, Sanada gli regalò un sorriso sereno e lo fissò con i suoi grandi occhi scuri e lucidi: “Touma… So che sei preoccupato… Ma starò bene, t-te lo prometto. N-Non ti lascio solo, è solo influenza.”

Ancora emotivamente troppo fragile per aprire bocca senza lasciare libero spazio alla tempesta emotiva che gli stava squassando la mente, Tenku si guardò attorno con espressione smarrita e fu in quel momento che Seiji ne approfittò per prendergli delicatamente il mento tra le dita e avvicinarlo al proprio viso per posargli un bacio leggero sulle labbra: “So che Ryo non si ammala mai ed è difficile vederlo così, ma non è da solo a badare a sé stesso come eri tu. Ci siamo noi con lui, siamo in una grande città con medicine a disposizione e cure mediche adeguate al bisogno. Non siamo più in battaglia, Ryo ha tutto l’aiuto di cui necessita a portata di mano. Hai capito, Touma? Va tutto bene.”

Al fianco di Korin, Suiko e Kongo annuirono: “Tou-chan, so che è difficile per te, ma ricordati che neppure tu sei da solo.” iniziò Shin a voce bassa prima di allungare la mano ad accarezzare i lunghi e spettinati capelli del compagno mentre l’altra mano era prigioniera di quella di Shu, “Non affronterai neppure un raffreddore da solo.” confermò quest’ultimo con un pizzico del solito ottimismo che lo contraddistingueva e che, in quel momento, sembrava esser stato travolto dalla sensazione di inutilità.

Seiji annuì senza spostare lo sguardo da quello di Touma: “Visto? Non c’è niente di cui preoccuparsi. Ora però dobbiamo portare Ryo a letto e farlo riposare. Se vuoi, puoi restare con lui, nessuno te lo impedirà.”

“E voi?”

Poco abituati a vedere Tenku così fragile, gli altri tre, all’inizio, non sapevano cosa rispondere.

Fu tuttavia Ryo a risolvere la situazione; accoccolandosi contro il corpo caldo del compagno che lo sorreggeva, Rekka si strinse a lui, visibilmente esausto ma volenteroso: “N-non mi dispiacerebbe un po’ di compagnia sotto le coperte. S-Se ci stringiamo, ci stiamo tutti sul letto di Seiji.”

“Perché sempre il mio letto?”

“Perché è quello più grosso di tutti.”

“Dovremmo cambiare anche gli altri, così da avere più opzioni.”

“Perché, Shin-chan? È più divertente infastidire Seiji e rubargli le coperte durante la notte.”

“Shu, non scherzare col fuoco.”

Seppur tormentato dalla febbre, a Ryo sfuggì una debole risata – mentre un paio di lacrime scivolavano non viste dagli occhi – prima di abbandonarsi del tutto tra le braccia di Touma: “Mentre loro discutono…”

Anticipando la sua richiesta, Touma si alzò in piedi seppur goffamente e portò su con sé Ryo: “Ti porto di là.” disse soltanto, tenendolo tra le braccia.

Sentendosi più protetto che mai, Rekka sorrise e chiuse gli occhi, rilassandosi.

Era al sicuro, i suoi compagni si sarebbero presi cura di lui; e una volta guarito, avrebbe ricambiato la loro gentilezza; loro forse avrebbero protestato, dicendogli che non gli era pesato, che l’avevano fatto volentieri, sottintendendo che per lui avrebbero fatto questo e altro, che avrebbero perfino sacrificato le loro vite per rendere la sua il meno difficile possibile.

E a questo pensiero, il cuore di Ryo si gonfiò di un amore così impossibilmente enorme da non riuscire a descriverlo.

Ma proprio in virtù di quel legame che univa tutti e cinque, lui avrebbe alimentato quell’amore che gli fioriva nel petto, e lo avrebbe fatto con gli stessi gesti che i suoi compagni, i quattro frammenti che componevano la sua anima, avevano riservato a lui.

Lo promise a sé stesso con un sussurro a fior di labbra mentre, a poco a poco, il sonno lo avvolgeva, caldo, come l’abbraccio protettivo di Touma attorno alle proprie spalle.

   
 
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