Crossover
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Autore: evil 65    11/05/2019    11 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un nuovissimo capitolo! Ora che abbiamo finalmente finito gli esami, cominceremo ad aggiornare più frequentemente. Immagino che sia proprio a causa della nostra inconsistenza se il numero di recensioni per capitolo è drasticamente diminuito. Speriamo di farci perdonare.
Buona lettura!



Capitolo 17 - La scelta 


All’interno di una fabbrica abbandonata della periferia di Vale, quattro giovani ragazze si trovavano legate in mezzo ad una stanza, circondate da un totale di nove persone.
Non era stato facile catturarle, erano senza dubbio ben addestrate, e dotate di una personalità combattiva. Tuttavia, le forze combinate di Thor e Accelerator erano state sufficienti a frenare i loro tentativi di fuga.
<< Allora… che cosa dovremmo fare con loro? >> chiese Angel con un’espressione leggermente sconcertata, mentre osservava con attenzione il gruppo di sconosciute. L’imponente figura di Blue era ormai sparita da almeno un paio di minuti, dato che l’adolescente non poteva proiettarla per un periodo di tempo eccessivo.
Affianco a lui, il Dottore incrociò ambe le braccia davanti al petto, il volto adornato da uno sguardo contemplativo.
<< Per cominciare, mi piacerebbe davvero sapere chi siano queste “loro” >> borbottò, lanciando una rapida occhiata in direzione del team JEKP << Emil, Kirby… volete forse dirmi qualcosa? >>
In tutta risposta, il team di neo-cacciatori passò brevemente la testa dalla squadra RWBY fino alla figura del Signore del Tempo, cercando di mantenere sotto controllo un certo grado di nervosismo.
Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, Emil prese un respiro profondo.
<< Ehm… vi presento Ruby Rose, 
Weiss Schnee, Blake Belladonna e Yang Xiao Long. Sono il team RWBY, una squadra di cacciatrici in allenamento che frequenta Beacon >> rivelò con una punta di esitazione, mentre il Dottore si portava una mano alla fronte.
<< Quante volte vi ho detto di controllare sempre i vostri dintorni >> mormorò stizzito, prima di volgere la propria attenzione nei confronti del fauno << Vedi, è proprio per questo che ero restio a farvi entrare nelle operazioni sul campo così presto. >>
<< La prego, non si arrabbi con loro! >> esclamò Ruby all’improvviso, attirando lo sguardo dell’alieno << Non volevamo fare niente di male, li abbiamo visti allontanarsi di soppiatto e… be', eravamo solo curiose. >>
<< Eppure siete arrivate fin qui senza che nessuno lo notasse >> ribatté il Signore del Tempo, soppesandola con quegli occhi color blu elettrico << Immagina se foste state persone meno… amichevoli. >>
E, per qualche ragione, quell’ultima constatazione inviò un brivido lungo la spina dorsale della giovane cacciatrice. Poi, il Dottore si avvicinò con passo felpato al gruppo di prigioniere, che lo scrutarono con espressioni diffidenti e leggermente allarmate.
<< Ruby Rose… qualsiasi parentela con Summer Rose? >> domandò l’alieno, suscitando un allargamento degli occhi da parte di Ruby e Yang.
<< Sì, è mia madre! >> confermò la prima, inclinando leggermente la testa << La conosci? >>
<< Abbiamo avuto dei trascorsi >> rispose il vecchio, mentre girava la testa in direzione della seconda << E se tu sei la figlia di Summer… allora tu devi essere quella di Tai e Raven. >>
<< Mi hai beccata >> disse la bionda con una scrollata di spalle, per quanto le corde con cui era legata le permettessero un simile movimento.
Il Dottore fece per argomentare ma, poco prima che potesse farlo, venne prontamente interrotto da un sonoro colpo di tosse. L’alieno inarcò un sopracciglio, voltandosi verso la persona responsabile. Costei non era altri che Weiss Schnee, le palpebre assottigliate e le labbra arricciate in una smorfia infastidita.
<< Mi scusi… non so quali siano le sue intenzioni, ma esigo che liberiate me e le mie compagne immediatamente! >> sentenziò con tono indignato, suscitando un sorriso divertito da parte di un certo albino.
<< Ma quanto siamo permalosi >> commentò Accelerator, fissando intensamente l’ereditiera << Ti sono forse venute le mestruazioni, ragazza? >>
<< Tu… tu… come osi?! >> balbettò l’altra, le guance arrossate a causa della domanda completamente al di fuori dei suoi standard di cortesia.
Nel mente, il Dottore si limitò a roteare gli occhi.
<< Non badare al ragazzo, è caduto in una vasca di latte quando era piccolo >> disse con voce disinvolta, mentre l’esper gli lanciava un’occhiataccia. Incurante di questo, l’alieno volse nuovamente la propria attenzione nei confronti di Schnee.  << E per quanto riguarda la tua richiesta… mi dispiace, ma non posso farlo. Non dopo quello a cui avete assistito stasera. >>
Poi, girò la testa verso Thor e sussurrò:  << Ci servirà il verme. >>
Il dio del tuono dilatò leggermente le pupille, prima di annuire ed uscire dalla stanza. Allo stesso tempo, la dichiarazione del Signore del Tempo suscitò espressioni visibilmente allarmate da parte del team RWBY.
<< Il cosa? >> domandò Ruby.
<< Aspetta, quale verme? >> si unì Yang, il cui tono di voce aveva assunto un sottofondo di preoccupazione, ben lontano dalla spavalderia che aveva mostrato fino a pochi minuti prima.
<< Il verme della memoria >> la informò il Dottore, stringendosi nelle spalle << Non farà male, ma basta un singolo tocco della sua pelle e dimenticherete ogni evento avvenuto nelle ultime quattro ore. >>
<< Aspetta…vuoi cancellarci la memoria? >> domandò Blake, che era rimasta ferma e in silenzio fino a quel momento.
L’alieno le lanciò una rapida occhiata. << Senza usare mezzi termini… sì. >>
<< Non può farlo! >> esclamò Weiss, prima di volgere lo sguardo in direzione del team JEKP << Non può farlo, vero? >>
<< Posso farlo e lo farò, cara ragazza. Niente di personale, sto solo cercando di salvaguardare i miei interessi. E poi… >> aggiunse il vecchio, con una scrollata di spalle << è sempre meglio dell’alternativa. >>
<< E quale sarebbe l’alternativa? >> chiese Ruby, con un sorriso tremante.
<< L’esecuzione >> fu la risposta fredda e impassibile del Dottore, cosa che fece drizzare di scatto il gruppo di neo-cacciatrici.
Nel mentre, Kirby si avvicinò all’uomo con un’espressione incerta. << Dottore, non pensi che sia una decisione un po’… estrema? Conosco queste ragazze personalmente, non hanno cattive intenzioni. >>
<< Il fatto che non abbiano brutte intenzioni non mi riguarda >> ribatté il Signore del Tempo << Sono estranee alla causa e, in quanto tali, la loro fedeltà risiede in ciò che ai loro occhi è considerato legale. Il che vuol dire che, come quasi ogni altra persona presente in questa galassia, sono asservite alle leggi stabilite dal Maestro. È un semplice dato di fatto. >>
Al sentire tali parole, l’espressione sul volto del rosato si fece improvvisamente cupa, come se pure il suo cervello fosse arrivato a quella conclusione inevitabile. Gli altri membri del team JEKP ebbero reazioni simili.
James era un soldato, per cui poteva comprendere la necessità di mantenere l’anonimato all’interno di un organizzazione come la Ribellione. E, per proteggere questo anonimato, spesso i leader erano costretti a compiere azioni spiacevoli. La cancellazione della memoria era un piccolo prezzo da pagare a confronto di una potenziale esecuzione sul posto, almeno per lui.
Penny, seppur di mentalità simile, non poté fare a meno di mostrare il proprio dispiacere. Dopotutto, i membri del team RWBY erano stati i primi amici che si era fatta al di fuori di Atlas.
Emil, invece, sembrava totalmente incapace di incontrare gli occhi del gruppo di ragazze, e si limitò a mantenere un’espressione impassibile.
<< Emil… >>
Questo, almeno, fino a quando la voce di Ruby non richiamò la sua attenzione, e gli occhi del fauno non si posarono su quelli argentati della neo-cacciatrice.
Il timore e il senso di tradimento che vide in quello sguardo… furono sufficienti a farlo sussultare.
<< Tu… è tutto vero? Fate parte della Ribellione? >> domandò la piccola mietitrice, con tono flebile.
Il giovane cacciatore deglutì a fatica. << Preferiamo il termine Resistenza, ma… sì. >>
<< Ma… perché?! Sono criminali! >> esclamò Weiss, visibilmente provata dall’intera situazione.
Dopotutto, la ragazza era stata cresciuta in un ambiente familiare rispettoso della società in cui vivevano e delle leggi da essa promulgate. Il semplice concetto che qualcuno volesse ribellarsi al governo che la sua famiglia aveva aiutato a far prosperare… be', era a dir poco rivoltante, completamente inconcepibile e malsano.
 << Quanto avete sentito? >> domandò una voce calma e improvvisa, in un angolo della stanza.
Weiss si voltò di scatto, fissando la persona che aveva appena parlato. Royal Noir aveva preso a fissare l’ereditiera con uno sguardo impassibile ma duro al tempo stesso, le braccia incrociate e la schiena poggiata contro una colonna.
Dopo aver registrato la domanda dell’arciere, Weiss inarcò un sopracciglio e disse: << Che cosa? >>
<< Da quanto tempo ci stavate spiando? >> riformulò il ragazzo, con un roteare degli occhi.
La neo-cacciatrice strinse ambe le palpebre. << Da quando avete iniziato. >>
<< Allora sapete bene perché lo stiamo facendo >> ribatté il nobile con tono di fatto << Il leader di questa galassia è un tiranno e un mostro, che usa la paura e il lavaggio del cervello per mantenere il suo potere. >>
<< S-sono solo le folle idee di un esaltato. Non vi è alcuna prova tangibile per una cosa del genere! >> tentò di argomentare l’albina, mentre il Dottore le volgeva un’occhiata compassionevole.
<< Immagino tu abbia sentito abbastanza per capire che le prove esistono eccome >> disse con tono gentile, prima che l’espressione di Yang catturasse la sua attenzione << E la vostra amica sembra esserne a conoscenza… dico bene? >>
La bionda sussultò, come se fossa stata colta sul fatto, attirando gli sguardi sconcertati della cugina e del resto del team.
<< Yang… è vero? >> domandò Ruby, con tono incredulo.
La neo-cacciatrice rilasciò un sonoro sospiro. << Ruby… perché credi che i miei genitori si siano dati alla pirateria? >> disse ironicamente, suscitando un allargamento degli occhi ad opera di Weiss.
<< Aspetta, cosa?! I tuoi genitori sono criminali? >>
 << Non sono criminali! >> ribatté la bionda con rabbia, facendo incespicare all’indietro la testa dell’albina.
Rendendosi conto della sua improvvisa perdita di controllo, la neo-cacciatrice arrossì imbarazzata, prima di prendere un paio di respiri calmanti. Poi, lanciò un’occhiata sprezzante in direzione del Dottore.
 << Sei stato tu a influenzare la loro decisione, non è vero? >>
 << Ho solo spiegato loro la situazione >> rivelò il Signore del Tempo, con una scrollata di spalle << Fecero parte della Ribellione per un po’ di tempo, ma decisero di darsi alla macchia quando cominciarono a ritenere i nostri metodi troppo… addomesticati. >>
<< Fantastico >> borbottò Weiss, alzando gli occhi al soffitto della fabbrica << La mia compagna di squadra è in collaborazione con un gruppo di pirati. Questa giornata non può peggiorare. >>
Quasi come se l’universo stesso volesse contrastare quella dichiarazione, l’imponente figura di Thor rientrò nella stanza, reggendo nella mano sinistra un paio di guanti e in quella destra un barattolo di vetro, all’interno del quale ogni persona presente riuscì a intravedere una creatura dall’aspetto a dir poco bizzarro. Si trattava di un bruco grande quanto un topo, dalla carnagione variopinta, con piccoli occhi rossi e un paio di appendici acuminate per bocca.
<< O forse sì >> borbottò Weiss, con una faccia impassibile.
Thor porse al Dottore i guanti e, mentre questi li indossava, la strana creatura cominciò a contorcersi e a rilasciare striduli. Non badando al comportamento del verme, il Signore del Tempo aprì il barattolo e afferrò l’animale,  mostrandolo al team RWBY.
 << Ah, eccolo qui. Un solo tocco e perderete qualche ora di ricordi >> le informò con un sorriso soddisfatto << Se vi morde potreste perdere… decenni. >>
E, detto questo, cominciò ad avvicinarsi, mentre la squadra di ragazze indietreggiò d’istinto.
<< Stammi lontano >> piagnucolò Weiss, visibilmente spaventata.
<< Calmati, non sentirai nulla >> tentò di rassicurarla il Dottore, mentre si chinava e allungava il braccio con il quale stava reggendo il verme.
<< N-non hai alcun diritto di giocare con i nostri ricordi! >> esclamò Yang, inclinando la testa all’indietro, mentre Ruby si stringeva a lei.
In tutta risposta, l’alieno si limitò a sospirare.
<< Credimi, se ci fosse un'altra opzione la prenderei al volo. È per il vostro bene >> affermò come un dato di fatto.
Ormai, la creatura si trovava ad appena un paio di centimetri dal corpo di Weiss, e l’ereditiera sembrava sul punto di urlare. In un ultimo disperato tentativo di ribaltare la situazione, Ruby lanciò al team JEKP un’occhiata implorante.
<< Emil… >> supplicò, gli occhi bagnati dalle lacrime imminenti.
Il fauno tentò di distogliere lo sguardo… ma si ritrovò incapace di farlo. Fissò intensamente quelle pupille lucenti e argentate… e si sentì perso, come se fosse sul punto di calciare un cucciolo. Passò brevemente lo sguardo sulle figure di 
Weiss, Blake e Yang, notando che avevano le stesse espressioni impaurite.
Alla fine, quella vista si rivelò troppo da gestire… anche per lui.
<< Potrebbero unirsi a noi! >> esclamò all’improvviso, attirando l’attenzione di ogni singola persona presente nella stanza.
Anche il Dottore si voltò, lanciando al neo-cacciatore un’occhiata incredula. << Come, scusa? >>
<< Sì, insomma…se entrassero a far parte della Ribellione non avremmo più bisogno di cancellare i loro ricordi >> elaborò il fauno, con le guance leggermente arrossate.
Affianco a lui, Kirby si portò una mano alla faccia, quasi come se si aspettasse una proposta del genere da parte del compagno. Allo stesso tempo, Il Dottore rilasciò un altro sospiro.
<< Emil, non possiamo far entrare ogni povero disgraziato che ci capita a tiro, non è così che funziona una resistenza >> ammonì con tono di rimprovero.
In risposta, il fauno strinse ambe le palpebre degli occhi in segno di sfida.
<< Come possiamo salvare gli abitanti di Battleground se non abbiamo fiducia in loro? >> domandò con un ringhio, mentre il Dottore lo fissava a sua volta.
<< È proprio grazie a questa diffidenza se siamo sopravvissuti fino ad ora >> ribatté l’uomo, puntando un dito verso l’adolescente e compiendo un passo in avanti.
Capendo di aver attraversato la linea, il fauno distolse lo sguardo e borbottò: << Non meritano un simile destino. >>
L’alieno lo fissò impassibile. Al contempo, un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della stanza.
James, Kirby e Penny lanciarono al compagno di squadra occhiate preoccupate, seguiti rapidamente da Angel. Al contrario, Accelerator sembrava del tutto indifferente all’intera situazione, mentre Fire e Thor si limitarono ad osservare il tutto con placido silenzio.
<< Sai cosa significa comandare, ragazzo?>> domandò all’improvviso il Dottore, rompendo la quiete di quel momento << Significa che la persona che è al comando deve ascoltare i dubbi di ogni sottoposto che apre bocca. Ma se anche egli comincia ad avere dubbi… be', è la fine. Per lui e per tutti i suoi sottoposti. Per tutti >> sussurrò a bassa voce, fissando intensamente la figura del fauno.
Questi alzò lo sguardo e incontrò gli occhi dell’uomo, pur mantenendo un’espressione risoluta.
Il Signore del Tempo e il neo-cacciatore rimasero bloccati in questa prova di volontà per quello che parve un tempo interminabile. Poi, l’alieno sospirò ancora una volta, mormorando qualche imprecazione.
Fatto questo, si voltò in direzione del team RWBY.
<< Allora, che cosa ne dite? Volete entrare a far parte della nostra allegra, piccola banda? >> chiese con tono rassegnato, mentre Accelerator prese a fissarlo come se gli fosse improvvisamente cresciuta una seconda testa.
<< Aspetta, sei serio? >> domandò incredulo, mentre l’alieno annuiva.
<< Sì, è stato convincente >> disse con una scrollata di spalle.
Il Level 5 schioccò la lingua, visibilmente irritato. << Io dico che dovremmo andare avanti con il piano A. >>
<< Debitamente annotato >> borbottò il vecchio, con un roteare degli occhi.
Tornò a fissare il gruppo di studentesse, e queste cominciarono a lanciarsi occhiate incerte. Dopo circa un minuto di conversazioni silenziose, Yang rilasciò un sospiro e fissò il Dottore dritto negli occhi.
<< Sentite… io e Ruby non abbiamo amore per il Maestro, ma… entrare in una Ribellione? Siamo cacciatrici in allenamento, non soldati >> disse con voce incerta, ricevendo un piccolo cenno del capo da parte della cugina, per quanto sembrasse riluttante.
Affianco alla coppia, Blake annuì a sua volta.
<< Mi sono iscritta a Beacon per proteggere le persone, non per combatterle. Comprendo la vostra causa, ma non è la mia battaglia >> continuò con voce calma e raccolta, nonostante la situazione in cui era stata catapultata.
Il Dottore girò la testa verso Weiss e questa lo fissò con un luccichio sprezzante.
<< Mi rifiuto di associarmi ad una banda di esaltati >> sibilò a denti stretti, come se la sola idea di un simile concetto la disgustasse.
Il Signore del Tempo fece loro un cenno di comprensione, prima di lanciare una rapida occhiata in direzione di Emil.
<< Hanno fatto la loro scelta >> dichiarò freddamente, con evidente dispiacere del fauno.
Poi, l’alieno si porse in avanti una seconda volta, mentre il verme che teneva in mano cominciò a contorcersi e a stridere.
Il volto di Weiss si fece nuovamente allarmato, mentre scrutava con disgusto la creatura che presto le avrebbe cancellato la memoria.
Ormai, l’invertebrato si trovava ad appena pochi centimetri da lei. Sarebbe bastato solo un piccolo passo in avanti, e poi…
<< Aspetta. >>
Il suono della voce di Blake costrinse il Dottore a fermarsi di colpo. Girò la testa in direzione del gatto fauno, e questa restituì lo sguardo indagatore con uno determinato.
<< Il mio nome completo è Blake Belladonna… figlia di Ghira e Kali Belladona… principessa dell’isola di Menagerie >> dichiarò con voce più potente del normale, suscitando espressioni sconcertate e confuse ad opera dei membri della Ribellione, e speranzose dalle compagne.
Dopotutto, i residenti di Renmant conoscevano bene l’isola in questione. Un insediamento situato sulle coste di Mistral, creato per ospitare e garantire la sicurezza di tutte quelle razze perseguitate delle leggi razziali, che fossero fauni o altri tipi di creature non umane sparse per la galassia.
 Thor lanciò al Dottore un’occhiata d’intesa.
<< …Ah… quindi il tuo cognome non è solo una coincidenza. Maledizione >> sospirò il Signore del Tempo, alzandosi in piedi e riponendo il verme all’interno del barattolo, con grande costernazione dei presenti.
Poi, volse la propria attenzione nei confronti di Blake, il volto adornato da un’espressione rassegnata. << Quanto sai? >>
<< Abbastanza da convincere i miei genitori ad addestrarmi per situazioni come questa >> rispose freddamente la mora, spingendo il Signore del Tempo a schioccare la lingua con evidente dispiacere.
<< Vedi, è per questo che preferisco sempre mantenere le cose in piccolo >> borbottò stizzito, mentre Angel prese a fissarlo con uno sguardo incerto.
<< Aspetta, frena i cavalli, di che diavolo state parlando? >> chiese con un sottotono di curiosità.
<< Il Signor Belladonna e sua moglie sono tra i maggiori sostenitori finanziari della Ribellione >> rivelò Thor, sorprendendo non solo il rosso, ma anche il resto dei presenti, compreso il team RWBY.
Affianco a lui, il Dottore annuì in conferma.
<< E ogni membro della Ribellione è stato addestrato per prevenire alterazioni di tipo mentale, una tecnica necessaria per impedire ogni sorta di modificazione dei ricordi, proteggendoli dalle manipolazioni del Maestro. E la cancellazione della memoria… rientra in questo settore >> continuò con un roteare degli occhi, prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Blake << Presumo che lo abbiano insegnato anche a te. >>
<< Una volta ho origliato alcune loro conversazioni con il regno di Dreamland >> ammise il gatto fauno, con una scrollata di spalle << Mi hanno scoperto e hanno deciso di raccontarmi tutto. >>
<< Mi stai dicendo… che non solo ho una compagna di squadra figlia di pirati… ma anche una che è figlia di alcuni dei maggiori sostenitori dell’organizzazione terroristica più grande di Battleground? >> domandò Weiss, il tono di voce ornato da una punta di incredulità.
<< Combattenti per la libertà >> tossì Kirby, ricevendo un’occhiataccia da parte dell’ereditiera.
<< Perché, c’è differenza? >> chiese l’albina, mentre il rosato le lanciava un sorriso imbarazzato.
Nel mentre, Royal prese a scrutare attentamente la banda di ragazze e disse: << Quindi? Questo cosa significa? >>
<< Significa che dobbiamo lasciarla andare >> ribatté il Dottore, suscitando espressioni visibilmente sorprese, miste a sollievo, ad opera delle neo cacciatrici.
In risposta a quella dichiarazione, Blake strinse ambe le palpebre degli occhi.
<< Non me ne vado senza le mie compagne. E voglio che la loro memoria rimanga intatta >> disse freddamente, mentre il Signore del Tempo le inviava un’occhiata secca.
<< Mi stai rendendo le cose difficili, gattina >> borbottò infastidito, grattandosi la folta chioma di capelli argentati.
Il gatto fauno, tuttavia, si rifiutò di fare marcia indietro e sostenne lo sguardo dell’uomo. Questi rilasciò un altro sospiro, soppesando gli occhi su ogni membro del team RWBY.
<< …Abbiamo la vostra parola che non rivelerete niente di quello che avete sentito qui, oggi? >> domandò con un tono di voce colmo d’aspettativa.
<< Le mie labbra sono sigillate >> disse rapidamente Yang, mentre Ruby annuì d’accordo:  << Croce sul cuore. >>
Allora, il Signore del Tempo lanciò una breve occhiata in direzione di Weiss.
<< Io… >> cominciò l’ereditiera girando la testa verso le sue compagne. Queste la fissarono con occhi grandi e imploranti, cosa che spinse l’albina a sospirare.
<< Ok, ok, manterrò il silenzio >> borbottò stizzita, quasi con rassegnazione.
Il Dottore rimase fermo e immobile, tentando di percepire il minimo segno di inganno o disonestà. Quando non ne trovò alcuno, annuì a soddisfatto e cominciò a slegare il gruppo di neo-cacciatrici, con evidente dispiacere di Accelerator.
<< Continuo a pensare che sia una pessima idea >> dichiarò questi.
<< E io mi associo >> commentò l’arciere, e mantenendo le braccia incrociate davanti a sé.
Per quanto il Dottore fosse d’accordo con loro, tuttavia, aveva le mani legate e si limitò a restare in silenzio.
Una volta che le ragazze furono libere, cominciarono a strofinarsi i porsi e a stiracchiare il corpo. Nel mentre, il Signore del Tempo volse lo sguardo in direzione del team JEKP.
<< Tenetele d’occhio fino a quando non riceverete nuove istruzioni >> ordinò freddamente, e il team di neo-cacciatori non osò nemmeno contestare. Dopotutto, l’intera situazione era avvenuta in gran  parte a causa della loro disattenzione e imprudenza.
Anche il team RWBY decise di mantenere la bocca chiusa, nonostante l’alieno avesse appena dichiarato apertamente che le avrebbe fatte spiare. Non volevano certo tentare la buona sorte appena ritrovata.
<< La riunione è conclusa >> borbottò l’uomo, battendo ambe le mani in un sonoro rintocco. Poi, fuoriuscì dalla stanza, seguito dalle figure di Thor, Accelerator, Angel e Fire.
Il team JEKP fu lasciato insieme alla squadra RWBY.
<< Emil… >> disse Ruby, attirando l’attenzione del suddetto fauno.
Questi le lanciò un’occhiata leggermente delusa, cosa che fece trasalire la piccola mietitrice.
<< Mi dispiace >> sussurrò la mora, abbassando la testa.
L’adolescente la fissò impassibile per circa un minuto buono. Poi, quando quel lasso di tempo giunse al suo termine, rilasciò un sospiro affranto.
<< Anche a me >> mormorò, prima di fuoriuscire dalla stanza, accompagnato dal resto dei suoi compagni. Il gruppo di giovani cacciatrici seguì subito dopo.
Fu così che, troppo presi dall’intera situazione, nessuno dei ribelli notò la piccola spia decepticon che poggiava indisturbata su uno dei muri dell’edificio.
Il Dottore era un tipo attento, e aveva piazzato vari disturbatori di frequenze attorno all’edificio, per impedire ogni tipo di registrazione audio. Tale prevenzione, tuttavia, non poteva essere applicata alle registrazioni visive, di cui, purtroppo, si poteva limitare solo la risoluzione dell’immagine.
Proprio per questo motivo, la piccola macchina era riuscita a scattare foto dell’intero incontro… e di ogni membro che vi aveva partecipato.

                                                                                                                                                            * * *

Washington - Capitale di Battleground (Terra)

Il Maestro, Signore del Tempo e sovrano di Battleground, era alla finestra del suo ufficio, a contemplare Washington. La stanza alle sue spalle avrebbe fatto inarcare parecchie sopracciglia,perché non conteneva niente. Non un letto, non un elettrodomestico, non una sola seggiola. Nemmeno un armadio.
In quel momento la città dormiva e gli edifici erano quasi tutti al buio, mentre le abitazioni erano celate nelle ombre. 
L’alieno contemplò quel complesso di grattaceli con occhi gialli e affettuosi, il fulcro del suo Impero. E allo stesso tempo, la sua mente vagò alle informazioni che aveva ricevuto da Soundwave appena pochi secondi prima. 
Il Maestro si era sempre considerato un elettricista dell’animo. In una galassia come Battleground, le scatole dei fusibili erano tutte allineate e facilmente accessibili, non c’era che da aprirle… e cominciare a fare collegamenti.
Si collegava un certo Dottore con i cavi di altre due scatole, mettiamo, per esempio, quelle di un dio caduto come Thor e di un ragazzo problematico come Accelerator. Poi, si collegavano altre persone nella stessa maniera.
A un certo punto si collaudava uno di quei favolosi collegamenti, per assicurarsi che tutto funzionasse, quindi non c’era che da mettersi comodi e spedire una scarica nei circuiti di tanto in tanto, per mantenere vivo l’interesse. Per mantenere la situazione in caldo. Ma soprattutto, ci si metteva comodi ad aspettare che tutto fosse pronto… e poi si dava corrente. Tutta la corrente. Tutta in una volta.
Era necessaria solo la capacità di comprensione della natura senziente.
<< Tutto sta procedendo come avevo previsto  >> considerò a voce alta, mentre contemplava la città addormentata.
Tutte quelle persone inconsapevoli…cuori e menti nel palmo della sua mano. La gente pensava sempre in termini di mente, e naturalmente di quelle ne aveva racimolate il più possibile, grazie alla sua piccola illusione. Erano per il Maestro come i trofei per il cacciatore, il pesce impagliato per il pescatore.
Da ogni punto di vista pratico, avevano scarso valore per lui, di questi tempi. Tuttavia, ne aveva rastrellato lo stesso più che poteva. Se non lo avesse fatto…be', non sarebbe stato al gioco. Il gioco era la cosa più importante. E vincerlo era tutto ciò che contava.
In verità, lo stimolo gli veniva soprattutto dal divertimento, non dal controllo, per quanto essere il sovrano dell’universo potesse essere appagante. Puro e semplice divertimento. Diventava l’unico scopo, dopo qualche tempo, perché quando gli anni sono lunghi si cerca svago dove si può, o almeno questo è quello che aveva concluso.
Il Maestro si staccò le mani da dietro la schiena, quelle mani che provocavano il ribrezzo in tutte le persone tanto sfortunate da provarne i crepitante contatto, e se le strinse con forza, le nocche della destra schiacciate nel palmo della sinistra.
Ridacchiò, per poi avviarsi verso la sala delle comunicazioni. Era tempo di fare altri collegamenti!
In cuor suo, sperava che Shen e Salem sarebbero stati felici di mettersi alla prova. 

                                                                                                                                                            * * * 

Gongmen - Capitale della Cina (Terra)

Il palazzo del governatore di Gongmen era immenso, ricco di stanze e composto da un labirinto di corridoi in grado di far perdere chiunque non conoscesse il luogo come le proprie tasche.
In scrupoloso silenzio e in completa solitudine, Lord Shen stava percorrendo proprio uno di essi, diretto verso una meta precisa. Procedeva con innaturale grazia e portamento, per nulla limitato dall’hakama che indossava, fuoriuscente dalla lunga seta candida del kimono, il cui orlo sfiorava le caviglie. Gli zōri d’argento, esaltanti la carnagione chiara e liscia dei piedi, quasi tintinnavano all’appoggiare alternate del peso sul terreno. 
Giunse innanzi ad una porta di metallo, stonante col marmo nel quale era montata, situata nella parete centrale al termine del corridoio. Con un gesto fluido, sciolse le mani congiunte in grembo, nascoste attraverso le larghe maniche del kimono, e slacciò il guanto di artigli in adamantio dalla mano destra.
Allungò il palmo verso un piccolo rettangolo provvisto di schermo digitale, posizionato al posto della maniglia, e lo premette sulla sagoma al neon ricalcante l’esatta forma dell’arto. Ci furono un breve ronzio e lampeggio, dopodiché la porta si aprì con uno scatto secco: il governatore l’attraversò, riallacciandosi al polso la letale arma.
La stanza della comunicazione olografica aveva forma ottagonale, con luci artificiali disseminate su ogni ristretta parete. Poco prima del centro esatto della stanza, situato sul grigio pavimento, si trovava la nera piattaforma circolare che permetteva il contatto. L’albino si sistemò nel punto centrale della piattaforma, i cui contorni si illuminarono di una flebile luce biancastra. Rimase in attesa, le braccia nuovamente congiunte. 
Era certo di conoscere già il motivo di quella chiamata. Avrebbe dovuto fare appello a tutto il proprio autocontrollo e capacità oratoria, ne era sicuro. Un animale rabbioso era domabile solo esercitando calma e pazienza. 
Il gigantesco ologramma del busto del suo supremo signore e padrone, il Maestro, gli apparve innanzi. Gli dava le spalle: pareva quasi contemplare il muro della stanza, ma in realtà, attraverso l’ologramma, il Signore del Tempo era in grado solamente di vedere il proprio sottoposto, così come quest’ultimo poteva vedere solamente il proprio padrone.
Lord Shen piegò la schiena e si esibì in un regale e profondo inchino. Attese qualche istante, poi si azzardò a rompere personalmente il silenzio.
<< Mi avete convocato, mio Signore? >>
Il Maestro, inizialmente, non parve averlo sentito. Non si girò a guardarlo, rimase fermo ad osservare il panorama oltre la finestra della stanza, dalla propria parte. Dopo qualche minuto di silenzio, fu il suo turno di aprire bocca.
<< Ed ecco che la figlia del faraone giunse al fiume per lavarsi, e quando vide il cesto fra il fogliame, mandò una delle sue ancelle a prenderlo. E quando glielo portarono lo aprì e all'interno vide un bambino che piangeva. “Questo è uno dei bambini degli ebrei” disse, e tuttavia ne ebbe compassione. Lo adottò e lo chiamò Mosè, poiché lei l’aveva “salvato dalle acque”.  Un giorno, quando Mosè crebbe, andò tra la sua gente e ne vide l’afflizione. Vide un egizio picchiare un ebreo, un suo fratello. Si guardò intorno e, poiché non v’era nessuno, Mosè uccise l’egizio e lo nascose nella sabbia. >>
A quel punto si girò in direzione dell’uomo.
<< Io ho preso questa galassia dalle acque, Shen, salvandola dall’oblio. Eppure i suoi abitanti continuano a tradirmi, come fece Mosè. Perché, secondo te? Non mi sono forse dimostrato un sovrano benigno? >>
Il governatore dischiuse le labbra in un sorriso rassicurante e condiscendente al tempo stesso.
<< Gli esseri senzienti bramano l’asservimento, un esempio da seguire. È così per ogni specie, eppure… sono attirati dal luminoso richiamo della libertà come le mosche al miele. >> Fece una piccola pausa, congiungendo nuovamente le mani nella seta. << Sono... complicati. >>
Il Signore del Tempo inclinò la testa, quasi contemplando mentalmente quella dichiarazione.
<< Complicati... già. È questo che vedi in loro, Dottore? >> mormorò a mezza voce, più a se stesso che all’altro << È per questo che continui ad aiutarli? La loro capacità di reagire ti affascina... oppure c’è qualche altra ragione... una ragione più profonda... >> 
Trascorse qualche altro attimo di silenzio, poi il Maestro scoppiò in una risata piuttosto gioiosa e allegra per la norma, come se avesse appena ascoltato una barzelletta che l’avesse sinceramente divertito. 
Volse lo sguardo in direzione dell’albino. << Perdonami, non ti ho certo chiamato qui per annoiarti con le mie farneticazioni. >> 
<< Oh, non penso abbiate nulla da scusarvi>> disse Shen, il cui sorriso non si era incrinato di un millimetro << È sempre un piacere avere un assaggio della vostra… saggezza. E d’altronde, sono giunto qui esplicitamente per ascoltarvi. >>
La bocca del Signore del Tempo si piegò in un ghigno, gli occhi velati di soddisfazione.
<< Vedi, è questo che mi piace di te, Shen. Hai quella scintilla, quella caratteristica che rende gli umani così speciali. Non tutti ce l’hanno, sai? No, la maggior parte di loro possono essere sostituiti o eliminati, ma quelli come te... sono impossibili da copiare. >> 
Socchiuse le palpebre, per poi fissare il governatore dritto negli occhi.
<< Eppure, c’è qualcosa che mi turba, amico mio. Una domanda che mi frulla nella testa da un po’ di tempo. Vuoi sapere qual è? >>
<< Dato che mi incuriosite a tale punto... >> 
Il Maestro annuì, compiaciuto.
<< Bene, essere curiosi è un bene. Perché vedi, mi stavo giusto chiedendo... perché diavolo quel piccolo Robin Hood alato è ancora a piede libero?! >> scattò all’improvviso.
Allo stesso tempo, un immagine ben distinta si materializzo come dal nulla affianco alla figura del Signore del Tempo. Un immagine raffigurante un gruppo di persone ben distinte. 
Shen aveva previsto lo scoppio di rabbia. Non l’esatto momento in cui sarebbe avvenuto, ma sapeva che prima o poi sarebbe arrivato. Il Maestro era così: la calma e la benevolenza ostentate erano la quiete prima della tempesta. Una tempesta che non concedeva resa, balbettii, scuse o tentennamenti. 
Ciò che non aveva previsto… era il motivo di tale collera. E dopo aver visto l’immagine, anche solo per un secondo, il sorriso sul volto del governatore divenne una smorfia grottesca. Perché l’immagine non raffigurava altri che il Dottore, leader della Ribellione, affiancato dalla figura della persona che il sovrano odiava più di chiunque altro: Royal Noir. 
<< Le mie truppe sono alle sue calcagna, mio signore >> replicò prontamente Shen, senza scomporsi, nonostante la sua mente stesse correndo a mille.
Royal era entrato a far parte della Ribellione? Da quanto tempo? O forse lo era sempre stato? Tante domande che necessitavano una risposta.
<< Date loro il tempo di svolgere il proprio dovere. Royal Noir sa nascondersi bene, ma non può farlo per sempre. >>
Gli occhi del Signore del Tempo si infervorarono all’istante.
<< Tempo... vuoi parlarmi di tempo?! >> sibilò << IO sono il tempo! Ho camminato per universi in cui le leggi della fisica erano solo il folle delirio della mente di un pazzo! Ho visto l’universo finire e creazioni bruciare e conosco cose, segreti che vanno celati, conoscenze che non devono essere nominate, conoscenze che ridurrebbero in poltiglia il cervello della vostra piccola, misera specie! >>
Persino da un semplice ologramma, l’albino riuscì a percepire l’aura amplificata di supremazia e potenza smisurata emanata da quell’individuo. Per un istante rischiò di vacillare, ma si forzò a restare impassibile e a sostenere quello sguardo fiammeggiante. 
<< Non parlare di tempo con me, Shen >> continuò il Maestro, implacabile << Voglio che quell’aspirante ribelle venga trovato! E già che siamo in argomento, ti darò un limite di tempo. Voglio che venga trovato… e lo voglio ORA! >>
Shen si morse il labbro, sentendo lo sdegno incendiargli le vene. Odiava essere causa di cruccio e furia per il proprio signore, al quale era fedele con tutto se stesso, odiava essere causa della perdita della sua pazienza e odiava che il motivo primario di tale condizione fosse Royal Noir.
<< Lo prenderò >> ringhiò in risposta, quasi senza accorgersene, sollevando una mano e stringendola in un pugno tanto forte da provocare lo sfregamento del metallo << Lo prenderò, dovesse essere l’ultima cosa che faccio, Maestro, e quando l’avrò fatto, la sua testa decorerà la picca più alta della piazza della mia capitale! >>
<< Il tuo entusiasmo è ammirevole, te lo concedo, ma mi hai fatto questa stessa promessa già molte volte. Mi chiedo se i tuoi sentimenti per questa faccenda siano chiari, Shen. >>
Il Maestro assottigliò lo sguardo nella sua direzione, e il governatore quasi poté percepirlo, il tentativo dell’animale rabbioso di fiutare la sua paura, di cogliere le sue debolezze al fine di divorarlo.
Sciolse il pugno e raddrizzò la schiena, sollevando il mento con fierezza e dignità. << Sono chiari quanto la mia assoluta fedeltà a voi, mio Signore >>. 
<< … Bene. >>.
 Il Signore del Tempo parve placarsi e rassicurarsi dopo una dichiarazione tanto solenne. Ma il suo sguardo era ancora socchiuso. 
<< Non dimenticare, amico mio: l’orgoglio precede la caduta. E l’ultima cosa che voglio è che una cosa stupida e volubile come l’orgoglio sia il motivo per cui uno dei miei seguaci più competenti si ritrovi incapace di catturare un ragazzino che ha passato troppo tempo a guardare spettacoli di supereroi. >> 
Aveva toccato un nervo scoperto, ma non c’era modo di sapere se l’avesse fatto inconsapevolmente, o l’avesse messo alla prova. L’animale rabbioso non demordeva, nonostante la preda si fosse mostrata più resistente di quanto avesse previsto. 
<< Comprendo le vostre preoccupazioni. Dopotutto sono pur sempre un essere imperfetto. >> 
Shen chinò umilmente il capo, assumendo un’espressione contrita, quasi avesse appena ammesso di aver compiuto un peccato gravissimo. Poi risollevò lo sguardo e sfoderò un sorriso deciso.
<< Tuttavia, finora non vi ho mai davvero deluso. E non intendo certo iniziare ora. >>
<< Allora fa’ in modo di mantenere quella promessa >> intimò il Signore del Tempo, in un esplicito ordine << Questa foto è stata scattata su Renmant appena tre ore fa, usala come punto di partenza. Contattami non appena sarai portatore di buone notizie. Altrimenti... sarò io a doverti contattare, e posso assicurarti che non sarò portatore di buoni auspici. >>
L’ologramma si dissolse in un breve ronzio.




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