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Autore: Elgul1    11/05/2019    15 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se c'era una cosa che odiava più di doversi infischiare negli affari altrui era quel tanfo nauseabondo che veniva da dentro quel dannato tombino davanti a lui. 
 
Thomas imprecò una decina di volte mentre, con attenzione, si calava di sotto per la scaletta. - Ma guarda cosa mi tocca fare.- Pensò fra sè e sè facendo attenzione a non scivolare in mezzo a tutto quel viscidume sopra la scala. Non appena toccò terra prese la piccola pila che si era portato dietro e fissò il buio davanti a se con un misto di sgomento e paura. 
 Sospirò. - Sono arrivato fino a qui tanto vale andare fino in fondo.- Riflettè serio e con determinazione. Si tolse il guanto dalla mano destra per poi toccare la superfice del muro poi chiuse gli occhi e mormorò:" Recall."
La nebbia leggera lo avvolse completamente riaperti vide la figura dell assassino farsi largo, senza alcun problemi, in quella oscurita. " Inizia la caccia." Disse mentre, facendo attenzione si addentro dentro di essa.
Si toccò la fronte sudaticcia ormai era da più di dieci minuti che il recall era attivo e quel tizio non aveva fatto altro che andare sempre dritto. Mentre seguiva l'ombra del killer, attraverso quei vicoli bui, Thomas ebbe uno strano pensiero in mente. Col suo potere poteva seguire la traccia di omicidi e atti violenti e, in base all'intensita, era capace di percepirli anche  a distanza di giorni. Come poteva, quel tizio da solo, avere una traccia così potente da restare attiva per così tanto tempo? Quante vite aveva colto fino a quel momento? Quelle domande lo fecero rabbrividire e, nel contempo, lo spinserò ad accelerare il passo doveva darsi una mossa e in fretta. 

A un certo punto l'ombra si bloccò davanti a un bivio. Si chinò verso il muro di destra come se stesse lasciando qualcosa e poi proseguì nel bivio di sinistra. Thomas, vedendo la scena, bloccò la proiezione. - Che cosa aveva lasciato?- Pensò avvicinandosi circospetto verso il punto indicato dalla visione. Si abbassò e rimase di sasso.

Era un oggetto rettangolare di colore grigio quasi mimetizzato col muro con una lucina rossa che faceva su e giù ed emetteva uno strano ronzio.

 
 " E' un sensore di movimento..." Mormorò allarmato. Se avesse fatto un solo passo falso in avanti quel tipo si sarebbe accorto che lui stava passando e sarebbe stato seriamente nei guai. - Ho rischiato davvero grosso.- Pensò asciungandosi il sudore sulla fronte per l'ennesima volta. Adesso rimaneva in dubbio sul cosa fare. Se fosse andato avanti il segnale avrebbe subito avvisato il killer e lui si sarebbe trovato davanti quel mostro contro cui aveva le stesse probabilita di vincere che aveva un topo con un gatto. - Forse dovrei tornare indietro e capire in che punto va questa bivio. Potrebbe fornirmi almeno una zona da dove iniziare a vedere per bene.- Riflettè fra sè e sè addentando un pezzo di baretta energetica per il mal di testa opprimente che stava avendo per il recall.  - Per il momento informiamo Steve di questi sviluppi poi vedrò che altro posso fare.- Pensò ancora gettando la cartaccia e ritornando sui suoi passi diretto verso l'esterno. 
 
 
-
 
 
Walter guardò il cadavere sopra il tavolo di metallo dell'obitorio. All'altezza dello sterno vide l'enorme sguarcio che, da come aveva saputo, era stato provocato da un fulmine lanciato da quel deficiente di Will. 
 
Sbuffò irritato. " Avrebbe potuto anche andarci più piano..." Disse fra sè e sè mentre, con bisturi in mano, si preparava a incidere la carne per iniziare l'apertura della cassa toracica.

Con calma tracciò una lunga linea verticale che arrivo fino all'inguine del corpo. Avevano varie teorie su quella modifica che fosse inalata oppure ingerita ma, fino a quel momento, tutte si erano rivelate infruttuose. Cominciò a togliere gli organi tagliando i collegamenti uno a uno per poi metterli via per analizzarli più avanti e vedere se ci fosse qualcosa. Arrivato allo stomaco tagliò un'altra curva ancora più grande per riuscire  a vederne il contenuto ma trovandolo stranamente vuoto.

 - Questo tipo non ha mangiato niente?- Riflettè fra sè e sè confuso. Solitamente c'erano rimasugli di cibi non digeriti o feci negli intestini ma, in quel caso, non aveva trovato niente. Emise un lungo sospiro di rassegnazione.
" Un altro buco nell'acqua." Disse con rammarico preparandosi a chiudere tutto quando, un qualcosa, attirò la sua attenzione. Prese le pinze stando attento a non danneggiare tessuti e prese quel minuscolo pezzetto blu che si trovava all'interno dell'intestino.

 " E tu che cosa sei?" Domandò a quel piccolo agglomerato azzurrino dalla strana forma ovale. Era la prima volta che ne trovavano di simili. Un lampo gli attraversò il cervello. Veloce si diresse verso le celle frigorifere degli altri quattro cadaveri doveva verificare subito quella cosa.
 
 
-
 
 
Erika parcheggiò l'auto poco distante dal punto di guardia del carcere.               
" Posso chiederti perché mi volevi con te oggi?" Gli chiese all'improvviso Shoan scendendo dal posto del passeggero. Gli sembrava strano che, proprio lei, volesse compagnia sopratutto per una cosa simile.
 " Mi scocciava venire fin qui da sola e  poi, in due, forse riusciremo a cogliere maggiori dettagli da questa visita alla prigione." Rispose brevemente lei mentre, il controllo di sicurezza, gli faceva passare al di la del cancello. 
" Però ne sono stati fatti di danni eh..." Ammise piuttosto stupefatto Shoan alla vista dei vari edifici semi carbonizzati e delle tracce di devastazione qua e la nel cortile che, squadre di muratori, avevano iniziato a sistemare per rendere di nuovo efficienti al meglio.
 
 " Già, l'hai detto." Replicò Erika con falso interesse e con gli occhi puntati davanti a se. La sola cosa, che gli importava, era scovare possibili errori fatti da quel pazzo omicida la loro indagine, fino ad ora, stava brancolando sempre nel buio nonostante i punti che avevano scoperto mancavano ancora troppi tasseli al mosaico che avevano davanti a loro. 
" Grazie di essere venuti così presto." Disse un uomo alto in divisa blu dai corti capelli bianchi brizzolati e all'indietro di fronte all'ingresso dell'edificio principale un grande casermone di cemento armato su tre piani.
 
 " Era nostro dovere e, inoltre, stiamo dando la caccia a questo criminale e vogliamo scoprire il più possibile." Rispose Erika rapidamente evitando qualsiasi perdita di tempo legata a convenevoli.  Lui annuì per poi fare loro cenno di seguirlo dentro. " Abbiamo alcune cose da farvi vedere che, sicuramente, troverete interessanti..." Ammise mentre entravano nell'ascensore. 
" Che tipo di cose?" Domandò Shoan curioso.
 " Lo vedrete non appena saremmo nel mio ufficio." Rispose lui mentre le porte si chiudevano. " Devo dirvelo quel tizio ha minato il mio orgoglio e così anche di tutti quanti quelli che lavorano qui..." Disse all'improvviso mentre si trovavano nell'ascensore. " Non era mai riuscito a evadere nessuno e quel tipo in cinque minuti ha tirato giù una baraonda disumana." Commentò ancora colpendo la parete. 
" Comprendiamo la sua frustrazione mi creda." Replicò Erika. Anche per lei, così come per tutti gli altri agenti, era snervante vedere un solo uomo riuscire in simili imprese.
 Arrivati all'ufficio notarono, sopra la scrivania in plastica scura, un oggetto quadrangolare.
 " Questo lo hanno trovato alcuni dei miei uomini fuori dal carcere." Disse mostrando la piccola scatola grigia con vari bottoni e una specie di timer sopra il display.
 " Cosa sarebbe?" Domandò curioso Shoan guardandola confuso. 
" Da quello che ci hanno detto gli specialisti arrivati ieri dalla capitale è un generatore EMP. Serve a disturbare e a interrompere flussi elettrici e simili per un tot tempo. E' un mezzo molto datato comunque." Spiegò brevemente ripetendo quello che gli avevano detto il giorno prima.
 " Perché datato? Infondo si è rivelato molto utile in questa situazione." Replicò Erika seria.
 Quello annuì in modo grave. " Si ma, ora come ora, tramite un super si è in grado di creare maggiore scompiglio. Sono anche molto difficili da trovare questi oggetti essendo di un'epoca bellica un'po vecchia." Mormorò lui di rimando. Erika annuì. Il loro uomo aveva già dato prova di usare vecchi mezzi per le sue operazioni e questo ne confermava la presenza domenica.
 - Ci dev'essere un modo per capire dove si procura questa roba.- Rimuginò la donna fra sè e sè. Contatti col mercato nero erano sparsi per la città nei posti più disparati ma dove si riforniva? 
" Avete delle registrazioni per caso?" Chiese Shoan bloccando così i suoi pensieri.
 " Si, per vostra fortuna, le telecamere nei piani più bassi funzionano anche senza corrente  avendo un dispositivo di sicurezza che si avvia quando manca la luce generale. Se potete aspettare qui cinque minuti vi farò vedere subito le riprese." Gli annunciò lui mentre usciva di corsa per prendere le registrazioni.
 
" Fino ad ora cosa ne pensi?" Chiese il più giovane voltandosi verso di lei visto che erano soli. 
" Al nostro amico piacciono i vecchi sistemi. In città ci sono pochi rivenditori non autorizzati che vendono questa roba o che possono procurargliela..." Rispose pensierosa. - Se riuscissimo a torchiarne qualcuno forse ci sarà modo di avere qualche informazione.- Pensò fra sè e sè. 
" Forse Steve potrebbe indicare qualcuno di questi tizi." Propose Shoan anticipando la risposta della collega.  
" Si, può darsi, quando ci rivedremo gli diremo della cosa appena scoperta." Disse di rimando lasciando di stucco il più giovane. Qualche giorno fa avrebbe imprecato e maledetto Steve che diavolo gli era preso? Stava per chiederlo quando la porta si spalancò mostrando il direttore con un computer portatile e alcuni dischi. 
 
" Purtroppo ci sono solo immagini ma niente audio." Gli avvisò lui mentre posizionava tutto sulla scrivania e accendeva il computer.
Il video partì poco prima del black out mostrando i vari agenti al piano eseguire i soliti controlli di routine. A un certo punto dall'ascensore uscì una guardia che si mise da una parte come in attesa. Una volta che la corrente fu staccata il tizio si avventò sul capo del gurppo per poi colpire a morte ogni agente della stanza riuscendo anche a sconfiggere il super senza alcun problema. 
" E' assolutamente il nostro uomo." Bisbigliò a bassa voce Shoan mentre continuava a guardare il killer avvicinarsi a una cella per poi aprirla e tirare fuori a forza una donna che, piangendo si accascio al suolo per poi, dopo pochi minuti, mettersi in piedi e massacrare la squadra speciale giunta per fermare l'evasione. I due si fissarono per qualche istante e lei, infine,lo seguì. 
 
" Come mai ha avuto un cambio così repentino quella donna?" Chiese abbastanza stupito Shoan. " Cioè sembrava quasi non voler andarsene dalla prigione all'inizio."Aggiunse.
 Il direttore sospirò ansioso. " Bhe ecco, la detenuta Katrin Hoffman è un soggetto molto particolare..." Cominciò a spiegare. " Lei è affetta da un grave disturbo della personalita. In casi di forte stress la sua alter ego esce allo scoperto." Disse ancora mentre metteva sul tavolo la cartella clinica della donna che, subito, Erika prese tra le mani. Aveva sentito da Walter solo alcuni stralci di quella pazza e voleva capirci di più.
 " Una tipa piuttosto problematica..." Ammise Erika scorrendo veloce le informazioni. 
" Già infatti faticavamo a gestirla. Come Katrin i suoi poteri le fanno modificare composti chimici con cui entra in contatto ma, come Knife, è in grado di manipolare il metallo con grande facilità." Replicò lui. 
" Sa cosa potrebbe volere il nostro assassino da una come lei?" Mormorò ancora abbastanza allibita Erika. Aveva sentito del caso di Knife quando era entrata in polizia. Una super di classe II senza alcuna regola capace di uccidere chiunque le capitasse a tiro nel tentativo di bloccarla avevano perso la vita vari agenti super. 
Lui alzò le braccia a mo di diniego. " Mi spiace, purtroppo non ne ho alcuna idea." Ammise con rammarico. 
" Sa se, qualcuno, potrebbe darci maggiori informazioni su di lei?" Domandò Shoan che aveva appena finito di leggere il dossier. 
" Purtroppo è orfana di entrambi i genitori sono morti quando lei aveva due anni ma, da quando era entrata qui, aveva fatto richiesta per avere uno psichiatra per poter imparare a gestire i suoi problemi di stress." Rispose lui a Shoan. " Potrebbe darci il nome del medico?" Chiese subito lui porgendogli un foglio. Forse sarebbe servito a poco ma, in un caso simile, anche solo avere qualche informazione sulla nuova amichetta del loro bersaglio avrebbe potuto fare la differenza. 
" Si chiama Derek Woliwiz..." Disse iniziando a scrivere sul foglio nome e indirizzo. " Lo troverete qui a questo indirizzo. Solitamente riceve solo a certi orari ma, presumo, che a sapere della fuga di Katrin sarà ben lieto di darvi una mano." Concluse con un sorriso mesto.
 " Grazie per le informazioni, prendiamo anche il generatore." Mormorò Erika alzandosi in piedi e dirigendosi verso l'uscita tallonata da Shoan con, tra le mani, il piccolo oggetto.  
" Direi che è stata una giornata proficua." Dichiarò Shoan mentre montavano di nuovo in auto. 
La donna annuì di rimando mentre metteva in moto la macchina. " Già. Dobbiamo seguire la pista del generatore. Sicuramente lo avrà preso in città e, anche la pista di Knife. Avere un modo per poter sfruttare un suo eventuale punto debole ci potrebbe tornare utile." Mormorò lei seria in volto. Il più giovane annuì. " Speriamo che anche gli altri abbiano trovato qualcosa." Disse lui fiducioso. Erika spinse sull'acceleratore. 
" Lo spero anche io." Dichiarò convinta dirigendosi verso la città.
 
 
 
 
Walter mise con attenzione, nel piccolo congelatore portatile, la quarta pallina bluastra che aveva rinvenuto. Aveva notato una veloce erosione di quelle sferette e, subito, aveva deciso di metterle sotto ghiaccio sperando che si mantenessero almeno un'po. - Le ho ritrovate in ognuno dei quattro corpi cosa sono?- Pensò fra sè e sè. Avrebbe voluto analizzarli subito ma, in quel momento, qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto aspettare forse, nel suo laboratorio, avrebbe trovato maggiori risposte che in quel dannato obitorio. Prese con la mano il congelatore e si avviò verso l'uscita. Forse, vari punti stavano venendo a capo.
 
 
 
 









ANGOLO DELL'AUTORE: Eccomi tornato scusatemi per la pausa ma non è un momento facile con tutte queste storie in corso :) Alcuni punti sono arrivati al pettine e altri ne devono ancora arrivare.
Grazie a chi continua a leggere e a commentare siamo al capitolo 25 e non avrei mai creduto di arrivare così lontano con una long grazie e a presto.
   
 
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