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Autore: kissenlove    12/05/2019    3 recensioni
Quando Amu, giovane ragazza sedicenne viene "costretta" a sposare un "bel tipo" - come lo definisce lei, chiamato Ikuto, tutto ciò che desidera è uscire viva da quella situazione incresciosa. Stare con uno sconosciuto le sembra paradossale, condividere la casa, il letto, la vita intera, ogni cosa.. ma nulla si dimostrerà semplice sopratutto quando capirà che..
Genere: Fluff, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Innamorata di mio “Marito” 
                                                                                                             capitolo 7





Ero in macchina con la mia futura suocera e, per tutta la durata del viaggio, non abbiamo fatto altro che parlare del suo adorabile figlio e del nostro matrimonio. Entrambi non erano i miei soggetti preferiti, e se ne accorse anche lei quando storsi il naso, voltando lo sguardo al finestrino.
Quando arrivammo all'atelier per scegliere il mio abito da sposa, dando un'occhiata alle vetrine mi resi conto di quanto fossero eleganti e i prezzi non potevano essere alla portata dei comuni mortali. Non volevo sprecare tutta la giornata lì dentro quindi m'impegnai il più possibile per trovare un abito carino. Non né volevo uno speciale perché quella giornata mi avrebbe lasciato l'amaro in bocca, finché sarei stata sposata con quel pervertito insopportabilite.
Dopo un'infinità di tempo e migliaia di abiti, che entrambe abbiamo bocciato, trovai finalmente quello adatto e decisi di indossarlo. Ayu sembrava d'accordo con la mia scelta, e quando me lo vide addosso né ebbi la conferma. Secondo lei, ero perfetta, mi calzava a pennello con quella scollatura a cuore ricoperto di piccoli diamanti, e sul fondo un lungo strascico.
Non volle sentire alcuna ragione e pagò lei, nonostante avessi rifiutato. Usciti dal negozio, Anne decise di portarmi a pranzo. Non mi ero resa conto di quanto fosse tardi, perché mio padre non si era degnato di chiamarmi?
– Ti va la proposta, cara?
Ayu mi guardò con dolcezza aspettando una mia risposta.
Avrei voluto dire no visto che mi aveva già fatto un favore per l'abito, ma il mio stomaco non sarebbe stato d'accordo, così accettai, vedendo un sorriso fare capolino sul suo viso. Che famiglia di matti...

Quando entrammo nel ristorante notai una chioma blu distinguersi fra le altre e il respiro cozzò fra i denti.
"Che ci faceva lui qui? Era una cospirazione!" stavo per indietreggiare con l'intento di non farmi vedere, ma Ayu con scatto repentino mi afferrò il braccio.
- Ho pensato avremmo trascorso bene il pranzo invitando anche Ikuto.- cinguettò felice la donna.
Ora capivo perché ogni tre per due doveva allontanarsi e rispondere al cellulare. Sicuramente Ikuto, col pessimo senso di orientamento che si ritrovava, non riusciva a trovare la strada.
– Grandioso...
Non potevo far altro che mostrare l'accenno di un sorriso, anche se l'idea di passare un po' di tempo con lui, come se non fosse già abbastanza quello da finti sposi, mi desse l'orticaria. Ikuto, d'altronde, riusciva ad entrare perfettamente nella parte di "fidanzato innamorato" davanti agli altri. Esattamente come adesso, quando si alzò dal tavolo per accoglierci.
Per tutto il pranzo Ikuto non fece altro che fingere interesse per il mio abito da sposa. Lo si poteva notare dall'alto livello di entusiasmo nella sua voce. Dopo un po' iniziò a flirtare apertamente con me e io dovetti per forza stare al gioco, dovevamo sembrare una coppia di fronte alla madre ed eravamo davvero coinvolti nella recita.
– Oh, ragazzi. Sono sicura che il vostro matrimonio sarà felice e duraturo.
–Certo.- allungò il braccio e mi prese delicatamente la mano chiudendola nelle sue. – Non è vero Amu?
– Ehm, sì...- mormorai sorridendo falsamente.
Gli tirai un calcio e lui mi lasciò la mano.
Comportarci da fidanzatini va bene, ma ostentare in questo modo una complicità che non esiste.
Dopo aver terminato il pranzo, Ayu propose una passeggiata per la città. Sia io che Ikuto inventammo delle scuse per tirarcene fuori, ma alla fine fummo costretti ad accettare. Ormai mi ero rassegnata, avrei recitato tutta la giornata il ruolo della nuora premurosa.
Mentre ci incamminavamo in direzione della macchina, Ikuto mi prese per il braccio e mi tirò verso di lui facendo scontrare le nostre labbra. Fu un piccolo bacio, durò qualche secondo, sufficiente a farmi percepire delle scariche lungo la spina dorsale e tremare impercettibilmente.
– Scusami per l'altra notte.- mi disse per poi staccarmi da sé piuttosto bruscamente. 
–E'... va tutto bene.- balbettai scioccata per l'accaduto.
Ikuto mi aveva dato un bacio e non potevo negare a me stessa che non mi era dispiaciuto. Perché non l'avevo respinto? Avrei potuto mollargli uno schiaffo, invece ero rimasta immobile come un'idiota. No, Amu... non lasciarti giocare in questo modo! Tu odi quest'uomo, lui tra qualche mese ti rovinerà la vita con un matrimonio combinato, non può piacerti.
– Come siete carini! - squittì la madre euforica, giungendo le mani.

Dopo un quarto d'ora Ayu parcheggiò nel giardino di villa Tsukiyomi.
Appena scesi potei constatare con i miei occhi il motivo per cui la nonna aveva stabilito questo matrimonio. Ikuto poteva essere pure un essere insopportabile e narcisista, ma aveva una posizione altolocata che avrebbe giovato all'economia della mia famiglia - in particolare a quell'acida di mia nonna.
La villa era posta su più piani ed era enorme, circondata da un immenso giardino. Non riuscivo a capire come facessero a vivere in un posto come quello, non sembrava molto accogliente.
Ad aspettarci nel salone c'era la sorella di Ikuto, Utau, con cui avevo stretto fin da subito un buon rapporto e che felice di vedermi venne ad abbracciarmi.
Dopo un po' decidemmo di vedere, sotto richiesta di Ikuto, Love Actually.
– Ma non è ancora Natale!- protestai come una bambina piccola.
– Sta zitta, confettino, a me piace.- rispose, colpendomi con l'astuccio. 
– Come osi chiamarmi in questo modo?!
– Perché mi piace quando ti arrabbi.
– Ti piacerà meno quando saremo sposati.
– Ragazzi, fate silenzio che il film sta per cominciare.- ci riprese Ayu. 
Ci sedemmo sul divano mentre partivano i titoli di testa. Io ero seduta tra Ikuto e Utau mentre Ayu sulla poltrona. Ikuto non faceva altro che punzecchiarmi.
Durante il film sentii il suo braccio scivolare intorno alle mie spalle. Nessuno faceva caso ai suoi gesti, né sua sorella né la madre, che continuavano imperterrite a guardare lo schermo, mentre io inghiottivo saliva nel sentire i nostri corpi attaccati a causa del poco spazio che c'era.

Che strano... quando ero entrata da quella porta non mi sarei mai immaginata uno scenario di questo genere: una serata tranquilla davanti a un film invernale con Ikuto e gli altri.

Una volta finito il film, la padrona di casa ordinò ai camerieri di preparare la cena, che ci venne servita nella lussuosa sala da pranzo. Mi sentii perfino a disagio nel ricevere tutte queste attenzioni, dato che a casa mia l'unico che si improvvisava chef era mio padre. Parlammo tutto il tempo, scherzando un po'. Ayu stava diventando sempre di più la figura materna che non avevo e con Utau non potevo chiedere niente di meglio... perfino Ikuto sembrava più piacevole con loro nei paraggi.
Dopo cena restammo seduti a tavola, ma guardando l'ora mi resi conto che sarei dovuta tornata a casa al più presto, e Ikuto si offrì di accompagnarmi.
Non riuscivo a capire cosa passasse nella testa di questo ragazzo, si stava spingendo troppo nel profondo con questa recita. 
Mi alzai per prendere le mie cose, ma Ayu mi bloccò.
– Aspetta un secondo, cara. Non andartene.
– Vorrei tanto rimanere un altro po', ma finirei per far preoccupare mio padre.
– Lo so, ma è tardi. Rimani a dormire qui per stanotte.- si voltò verso il figlio. – Ovviamente nella camera degli ospiti. Non siete ancora sposati.
Il figlio scrollò le spalle, in risposta. – Chi ti dice che non l'abbiamo già fatto?
–Cosa?- esclamammo io e la madre. Io, sopratutto, ero sul punto di soffocare.
– Stavo scherzando.

– Calma i tuoi bollenti spiriti, figliolo. Tienili a bada fino al matrimonio."
Ikuto non parlò. Si mise le mani nei pantaloni e uscì dalla sala.
Ayu mi mostrò la camera in cui avrei dormito - una delle tante - molto spaziosa, tanto che facevo fatica a credere fosse una stanza per gli ospiti, che usavano di rado.
Non avevo un pigiama quindi Ayu mi diede una t-shirt e un paio di boxer di Ikuto.
– Sei la sua fidanzata, quindi non importa. E' solo per una notte.- disse ridendo del rossore che mi era esploso sul viso.
Era un po' bizzarro dormire nei vestiti di Ikuto ma non avevo altra scelta, se non dormire completamente nuda e rischiare di beccarmi un raffreddore. E io che mi ero ripromessa non una, ma mille volte, di non lasciarmi coinvolgere da questa situazione assurda. La sua maglietta odorava di lui, del suo profumo inconfondibile e portandola più vicino al viso mi resi conto che era la stessa che aveva indossato quel giorno, quando mezza ubriaca mi portò a casa sua, sperando che non fosse lo stesso per i boxer.
Mi stesi nel letto e spensi l'abat-jour. Stavo per prendere sonno quando lo squillo del cellulare anticipò l'arrivo di un messaggio.
Fa' che non sia lui..
Presi il cellulare da sopra il comodino e puntai lo schermo contro il mio volto.

Scommetto che vorresti essere nel mio letto, vero confettino?
Perché non vieni qui? Ho tanto freddo e avrei bisogno del tuo calore...


E' una persecuzione al quadrato! Perché mi deve infastidire nel bel mezzo della notte?

Nei tuoi sogni, pervertito.

Posai il cellulare, tirandomi a sedere con le braccia incrociate. Ormai il sonno si era andato a far benedire. Sicuro che da sposati non gli avrei permesso di farmi compagnia una sola notte in più.

Pochi secondi dopo arrivò un nuovo messaggio. Sbuffai, aprendo nuovamente la chat.

Nei miei sogni facciamo molto più che dormire...

Ma che maniaco!

Dopo lo squallore che aveva lasciato trasparire nell'ultimo messaggio decisi di non rispondere. Ora ero sicura di non essere per niente attratta da lui.
   
 
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