Videogiochi > Mystic Messenger
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    13/05/2019    1 recensioni
Sei mesi dopo la morta di Rika, una ragazza chiamata Margo, con lo pseudonimo MC, entra nell'RFA tramite un hacker, scomparendo nel nulla poco prima del party.
Due anni dopo, una ragazza identica a lei entra nell'appartamento di Rika, e le sue amiche d'infanzia approcciano casualmente i membri dell'RFA.
Martha Campbell, tatuatrice eccentrica in America, torna in Corea per cercare la sorella scomparsa da due anni.
Monica Collins, giornalista idealista con più lavori che soldi, ha la carriera appesa al filo di un'intervista alla C&R.
Miriam Coppola, musicista di strada dalla testa calda, incontra per la prima volta il suo idolo.
Mindy Cooper, studentessa della Sky University dal cuore d'oro, molto più interessata alla cucina che al suo major, trova il coraggio di approcciare la sua cotta.
Megan Carson, atleta incoraggiante squalificata a causa di un imbroglio, cerca casa in Corea mentre indaga sulla scomparsa di una vecchia amica.
Mistiche coincidenze, o uno schema attentamente pianificato da un abile marionettista?
Che fine ha fatto Margo?
E riusciranno le MC ad aiutare l'RFA a trovare la pace nei loro cuori?
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Mistiche Coincidenze

Copertina

Prologo

 

La pioggia cadeva fitta bagnando l’impermeabile nero di Martha Campbell, mentre procedeva per la sua strada cercando di coprirsi al meglio e di ripararsi quando trovava un portico o un balcone sotto cui farlo.

Ma non poteva permettersi di perdere tempo.

Doveva raggiungere il quartiere giusto, e doveva farlo a piedi, per non rischiare che qualcuno la vedesse o scoprisse cosa stesse cercando di fare nell’eventualità che avessero fatto ricerche su di lei.

O almeno così le aveva detto la persona misteriosa che l’aveva contattata poco meno di un mese prima, dal suo appartamento in America.

Ora si ritrovava in Corea, quattro anni dopo averla lasciata sperando fosse per sempre, senza neanche sapere perché ci fosse ritornata.

Almeno riusciva ancora a parlare la lingua, altrimenti sarebbe stato problematico anche solo rispondere al telefono per farsi dire dove andare, anche se in fin dei conti sarebbe stato meglio, dato che in quel caso avrebbe potuto giocare la carta dell’ignoranza.

Per fortuna aveva ancora contatti con una sua vecchia compagna di orfanotrofio che lavorava lì e aveva potuto offrirle un posto dove dormire e qualcosa da mangiare.

Non che lei fosse povera, ma lo stipendio di una tatuatrice non aveva molti zeri.

Avrebbe potuto fare altro di ben più prolifico nella sua vita, ma si era ripromessa di non essere mai sfruttata in nessun modo, e di vivere come voleva e nel modo in cui le piaceva di più. Già aveva passato dei momenti che non voleva minimamente ripetere in passato, e adesso era decisa ad uscire fuori dal tunnel della Martha che era stata.

Ed era riuscita a vivere in questo modo per più di due anni, prima che un tale “Sconosciuto” l’avesse chiamata con voce inquietante obbligandola a scaricare un’applicazione e dirigersi in un appartamento al centro di Seul.

Raggiunse a fatica l’entrata, e, riparandosi sotto al portone, prese il telefono, cercando di fare in modo che non si bagnasse.

Le sue mani tremavano per il freddo quando aprì l’applicazione, che a prima vista era sembrata una semplice app di messaggi, ma che poteva connetterla solo allo sconosciuto.

 

“Sconosciuto: Sei arrivata?

Si

Cosa vuoi da me?

Sconosciuto: Entra nel palazzo

La porta d’ingresso è chiusa

 

Neanche il tempo di finire di scrivere che con un sonoro suono metallico la porta si aprì, permettendole di entrare.

Martha sospirò, e facendosi forza entrò.

 

Sconosciuto: Dirigiti al quattordicesimo piano 

Chi sei?

Sconosciuto: Non fare storie

 

Martha strinse i denti, ed eseguì, entrando in ascensore e guardandosi intorno nel frattempo. Notò tre telecamere nel suo tragitto: una all’ingresso, una alle fine delle scale e una terza sul piano che raggiunse, che puntava dritta verso una porta protetta da un codice. Si rese conto che non sembravano esserci inquilini nel palazzo, che era avvolto in un grande e inquietante silenzio. La faccenda era sempre più preoccupante, ma non poteva tirarsi indietro. Aveva troppe cose in ballo.

Osservando la porta con il codice, la sua attenzione ritornò sul telefono.

 

Sono alla porta

Sconosciuto: C’è una password?

Sai bene che c’è

Tu ce l’hai?

Sconosciuto: Bene, hai capito che non devi fare scherzi con me

Ecco qui la password, immettila ed entra: ****************

E poi?

Sconosciuto: E poi gioca

Gioca?

Sconosciuto: Sono sicuro che saprai cosa fare, per questo ho scelto te

Sconosciuto: Se provi a parlare di me è game over.

Sconosciuto: E se ti rivelerai una delusione, game over

Sconosciuto: Sai cosa ho su di te.

Sconosciuto: Buona fortuna, MC

MC?

 

Martha entrò nell’appartamento, ma prima che potesse scrivere altro lo schermo venne hackerato, e lei non si trovò più nella chatroom con lo sconosciuto misterioso, ma in un’altra con cinque persone che discutevano senza accorgersi della sua presenza.

Rimase all’ingresso a fissare lo schermo sconvolta, senza neanche avere l’accortezza di togliersi l’impermeabile bagnato o di guardarsi intorno.

 

Yoosung: Ho fallito gli esami :’(

707: lololol

Jumin Han: Dovrai impegnarti di più se vuoi sperare di ottenere 

un posto non appena avrai finito l’università

Zen: Non è nepotismo questo?

Yoosung✮: L’offerta è ancora valida?

 

Dopo un paio di minuti, ancora non si erano accorti di lei, e Martha si sbloccò, e si guardò intorno cercando qualsiasi segno ostile.

Una telecamera riprendeva l’ingresso e un’altra poco lontano era puntata in modo da riprendere tutto il salotto.

Chi poteva essere così paranoico da impostare telecamere in tutta la casa?

Si sbottonò lentamente l’impermeabile, iniziando a sentire caldo, ma decise di non togliersi il cappuccio per non essere ripresa appieno, anche se i capelli dalle punte rosa che spuntavano in ciuffi mossi erano parecchio riconoscibili. 

Lanciava nel frattempo occhiate nella chatroom per controllare se si accorgevano di lei, incerta se entrare o no nella conversazione per palesare la sua presenza.

Non ci misero troppo a rendersene conto da soli.

 

707: Aspettate!

707: Gasp!!

Zen: Si può sapere che ti prende?

707: Hacker!!

707: SOS

707: SOS!

Yoosung✮: Hacker?!

Jumin Han: Di nuovo?

Zen: Martha?

Yoosung✮: Svevn!! Fa qualvoda!!!!

Zen: Attento agli errori. 

Jumin Han: Assistente Kang? Sei online?

Jaehee Kang: Non avevo motivo di entrare nella conversazione.

Abbiamo un nuovo allarme hacker, vedo. Devo riunire l’unità di intelligence?

 

Unità di intelligence? Dove diavolo era finita Martha? E poi alcuni nomi e volti, lì in mezzo, le risultavano alquanto familiari. Era finita in una trappola enorme, e non sapeva nemmeno il perché.

Decise però di cercare di parlare prima che la venissero ad arrestare. Se avevano a portata di mano un’intelligence, sicuramente l’avrebbero rintracciata e arrestata in pochi minuti, senza che lei potesse scappare.

E non poteva permetterlo.

 

Jumin Han: Luciel, stai rintracciando questa Martha? Dobbiamo 

essere sicuri non sia come due anni fa prima di procedere.

707: Cisrolavoramdomenyresvrivo!

Yoosung✮: Attento agli errori, fai presto.

Jumin Han: Dovremmo anche avvertire V.

Zen: Magari qualcuno ha installato la app due volte. 

Jaehee Kang: Seven, se questo è uno scherzo non è divertente.

707: Npnsvherzo!!

Jumin Han: Nickname Martha, palesati!

Ehm… ciao a tutti?

Yoosung✮: AHHHHHH! HA PATLATO!!!

Zen: Yoosung calmati.

Il mio nome è Martha, voi chi siete?

Jumin Han: Questa domanda dovremmo farla noi a te. 

Come sei entrata in questa chatroom?

 

Domanda difficile, senza ombra di dubbio. E a quanto pareva già due anni prima avevano avuto problemi di hacker. Probabilmente doveva giocare la carta dell’ignoranza, e non era difficile visto che aveva davvero pochissime informazioni.

 

L’ho scaricata, e poi uno sconosciuto mi ha detto di 

venire qui perché gli serviva aiuto e quindi sono 

venuta qui. Cos’è questo posto? Cosa fate qui? 

E perché tanta segretezza?

 

Forse aveva fatto troppe domande, ma era davvero nel panico

 

Jaehee Kang: Qui le domande le dovremmo fare noi. Dov’è “qui”?

Ehm… non lo so

707: ÈNELLAPPARTAMENTODIRIKA!!!!

Zen: Potresti scrivere in modo comprensibile?

Yoosung✮: NELL’APPARTAMENTO DI RIKA?!

Zen: COSA?!

Jumin Han: Beh, c’è già un cambiamento rispetto all’ultima volta. Adesso sappiamo dov’è e possiamo indagare meglio 

Indagare? Sentite, io non voglio creare problemi. 

Chi è Rika? Posso parlarle. Magari è stata lei a mandarmi qui

Yoosung✮: …

Jumin Han: Dici che ti ha mandato Rika, e a fare cosa?

Non ho detto che mi ha mandato Rika, ma se 

è questo il suo appartamento…

Jaehee Kang: E non sei qui per nessun motivo in particolare?

No, dovrei esserlo? Io non so nulla.

Zen: Io le credo, sembra diverso dall’altra volta.

Jumin Han: Di certo è più ignorante sull’argomento.

707: Puoi togliere il cappuccio?

Yoosung✮: ?

707: La sto guardando dalle telecamere di sicurezza. Togliti il cappuccio per favore.

 

Martha non era convinta di farlo, ma non aveva altra scelta. Prese un profondo respiro, e guardò fisso verso la telecamera, mentre si toglieva lentamente l’impermeabile nero, mostrando due vispi occhi viola coperti da occhiali spessi e una cascata di capelli neri con punte rosa legati in una mezza coda scomposta.

Dall’altra parte dello schermo, e della città, Seven osservò sorpreso i tratti somatici della ragazza, che conosceva fin troppo bene, o almeno credeva di conoscere.

Le dita premettero sui tasti del cellulare senza neanche rendersene conto.

 

707: Margo?!

 

Il messaggio provocò un vomito di risposte sorprese e spaventate da parte dei membri, ma Martha rimase completamente ghiacciata.

Nuove domande di Jumin e Jaehee non ottennero risposta, così come non ottenne nessun credito il tentativo di Zen di far smettere Jumin di fare domande indiscrete perché era chiaro che la stava spaventando.

Yoosung stava avendo un attacco di panico e Seven rimase zitto.

Ma quando Martha rispose, rispose a lui, come se avesse letto solo ed esclusivamente l’ultima parola che aveva scritto.

Perché in quell’unico nome, che non sentiva da due anni e temeva non avrebbe mai più sentito, ogni domanda sembrò trovare risposta, e ogni pericolo venne alla luce. Capì molto meglio la situazione e anche il modo migliore in cui affrontarla. 

Non poteva permettersi passi falsi.

 

Come conoscete il nome di mia sorella?

 

Lo sconosciuto aveva ragione, era un gioco, e lei doveva assolutamente giocare.

***

 

Si era ormai fatta notte non appena Martha ebbe finito di rispondere ad ogni domanda, ed iniziava anche ad avere un certo sonno.

E a quanto pareva sarebbe dovuta rimanere lì per un po’, era diventata parte integrante dell’associazione e avrebbero fatto dei controlli su di lei perché il grande capo V pensava che potesse esserci Rika o Margo dietro tutto e volessero organizzare un party come era consuetudine nell’RFA.

Sembrava che sua sorella due anni prima fosse venuta, con il nome di Rika morta da poco tra le labbra proprio per quello stesso motivo, e che fosse poi sparita nel nulla, forse proprio a causa dell’hacker che l’aveva portata lì.

Martha non sapeva proprio cosa dire, sembrava tutto così assurdo e inverosimile, ma probabilmente era meglio adattarsi alla situazione e magari poi indagare dall’interno.

Anche se sarebbe stato abbastanza difficile dato che era stata messa in quarantena chiusa in quell’appartamento dove non poteva aprire determinati cassetti e che aveva in totale, come Martha aveva appurato girandolo mentre chattava, sei telecamere, tra il salotto, la cucina, la camera da letto e il corridoio, e un microfono nascosto in bagno.

Non si fidavano di lei, soprattutto perché non sembrava sapere nulla di Margo, ma non aveva intenzione di dire più del necessario, e Zen si era battuto molto per non insistere, dato che erano problemi familiari e non dovevano immischiarsi.

Martha aveva già deciso che l’attore era il suo preferito per il momento, e poi si era accorta di conoscerlo. Una sua, amica, anche se non era certa di poterla definire tale, lo adorava alla follia ed era una sua enorme fan.

Conosceva anche Jumin Han, ma più di nome che per vero e proprio interesse. Le multinazionali coreane le interessavano davvero poco, però sentiva che era un nome che le era stato detto spesso, anche se non si ricordava l’occasione.

Anche Jaehee Kang, in realtà, le risultava già sentito, ma forse solo perché era abbastanza comune come nome.

V l’aveva chiamata per farle qualche domanda e spiegazione, e lo stesso aveva fatto Seven pochi minuti dopo, poi la ragazza aveva deciso di mettere in carica il telefono con il caricatore che per fortuna portava sempre in tasca insieme al portafogli e a degli snack di emergenza, e di controllare il frigo.

Non rimase sorpresa nel constatare che nel frigorifero della casa di una ragazza morta da più di due anni non ci fosse nulla ad eccezione di qualcosa scaduto da parecchio tempo in un angolo nascosto.

Anche la dispensa era vuota, e nell’armadio che poteva per fortuna aprire c’erano solo abiti vecchi che non le sarebbero mai entrati neanche in un solo braccio.

Non che lei fosse grassa, ma aveva forme sicuramente molto più marcate rispetto a quelle di Rika, a giudicare dal suo guardaroba.

Mentre si sedeva sul letto chiedendosi se chiamare o no Seven per chiedergli se poteva andare almeno al supermercato a comprare qualcosa da mangiare, le arrivò un messaggio.

 

Sconosciuto: Da ora in poi sarà tutto molto più divertente

Se hai fatto qualcosa a mia sorella non ti divertirai, stanne certo!

 

Martha decise di prendere uno snack e dormire, ne aveva proprio bisogno.

Il giorno successivo avrebbe fatto il punto della situazione e fatto tutte le domande giuste.

Sperava solo che delle chatroom non venissero aperte ad orari improbabili.

Forse sarebbe stato il caso di mettere il telefono in modalità silenziosa.

***

 

Martha: Se hai fatto qualcosa a mia sorella non ti divertirai, stanne certo!

 

Una figura con una giacca di pelle e un tatuaggio con un occhio e complicati ghirigori che le attraversavano tutto il braccio osservò divertita il messaggio.

-Abbiamo scelto bene, sicuramente questa volta il party si farà, è il momento giusto- si voltò verso una cella e ci si sedette davanti.

-Non fare quella faccia, grazie al tuo contributo tutti andranno in paradiso- gli sorrise maleficamente, con esaltazione.

-Ti prego, non farlo. Posso aiutarti, puoi ricongiungerti con…- la persona intrappolata cercò di far ragionare la figura nell’ombra, che gli mise un dito sulle labbra per zittirla.

-Shhhhh, non stancare la voce, ne avrai bisogno. Hai ancora un importante ruolo da giocare- comunicò in un tono che non prometteva nulla di buono, prima di osservare nuovamente il messaggio.

-Che ragazza sciocca. Pensa di salvare sua sorella, e non sa che lei è già salva e in questo modo porterà lei e tutte le altre MC in paradiso, insieme ai membri dell’RFA- commentò, con una grossa risata divertita.

 

 

2 anni prima

 

Margo aveva vissuto parecchi momenti molto preoccupanti nella sua vita, tra cui parecchie relazioni finite male e problemi familiari ai quali preferiva non pensare, ma non aveva mai immaginato che in un qualsiasi momento della sua vita si sarebbe ritrovata con una benda sugli occhi, in un’auto lussuosa e diretta in un luogo sconosciuto e sperduto tra le montagne per testare un gioco di simulatore di appuntamenti in modo da aiutare uno sconosciuto che l’aveva contattata dal nulla, probabilmente hackerandole il telefono.

A pensarci, effettivamente, poteva risultare la situazione più preoccupante che avesse mai vissuto, ed era convinta che qualsiasi persona sana di mente non avrebbe mai accettato un ruolo del genere.

Lei, però, era immensamente ottimista, e nonostante la sofferenza che si portava dietro da quando era piccola aveva deciso di vedere il lato buono delle cose e di fidarsi del prossimo, tanto che aveva fatto dell’aiutare gli altri un vero scopo di vita.

Anche perché il suo istinto di conservazione era parecchio difettoso, perciò tendeva a buttarsi nel pericolo senza pensare alle conseguenze che avrebbe riscontato, e in ogni caso era convinta che se la sarebbe cavata, come faceva sempre, anche quando avrebbe preferito abbandonarsi ad un eventuale destino infausto.

Pensando alla sua vita, alle sue scelte, e a tutto ciò che l’aveva portata lì, oltre che al fatto che probabilmente per un po’ non avrebbe potuto dare un passaggio ad una sua amica in motocicletta, prima che se ne rendesse conto la macchina si fermò, e l’autista le comunicò che erano arrivati, scendendo dall’auto per aprire la portiera.

Obbediente, Margo non mosse un dito, neanche per togliersi la benda, e aspettò nuovi ordini.

-Oh, eccoti finalmente. Ti stavo aspettando, sono felicissimo di vederti!- l’accolse una voce eccitata, che la fece sorridere.

-Ray, giusto? È un piacere essere qui- si voltò verso di lui nonostante la benda, iniziando ad uscire, e riconoscendo la voce che aveva già udito al telefono.

-Mi hai riconosciuto nonostante mi abbia sentito solo una volta. È davvero incredibile. Aspetta, ti aiuto a uscire, come è andato il viaggio?- Ray le porse le mano, che Margo accettò di buon grado, anche se se la sarebbe potuta cavare perfettamente anche da sola.

In realtà, nonostante la benda, aveva perfetta cognizione di dove fosse e cosa stesse accadendo intorno a lei. Era convinta, infatti, di trovarsi nei pressi di una grande casa nel bel mezzo di una montagna, anche se era indecisa tra due località, entrambe provviste della fauna che udiva nel bosco.

Ad accoglierla, oltre a Ray e all’autista, Margo aveva sentito i passi e i respiri di altri tre uomini, forse una scorta, a giudicare dall’odore di polvere da sparo nell’aria.

Tutto, in quel posto, gridava “pericolo”, dalle cose più ovvie a quelle più semplici, come l’alito di Ray, che odorava di prodotti chimici che sarebbe stato molto meglio non assumere tutti insieme.

Ma Margo mantenne la calma, la tranquillità, e la convinzione che tutto sarebbe andato bene.

-Grazie mille, Ray. Il viaggio è andato bene, anche se mi è dispiaciuto non poter vedere il panorama dal finestrino. Mi dirai tu quando togliere la benda, giusto?- chiese, tenendogli la mano mentre lui iniziava a camminare verso l’interno dell’edificio.

-Mi dispiace tantissimo, ma sono le nostre misure di sicurezza. Forse avrei dovuto oscurare il vetro e darti qualcosa da vedere nell’attesa. Cercherò di fare di meglio- si buttò giù Ray, rammaricato.

Quel commento fu il primo segnale d’allarme per Margo, o almeno il primo che decise di afferrare.

-Non preoccuparti, è stato comunque piacevole, mi sono riposata- cercò di rassicurarlo, in tono mite.

-Oh, g_grazie… cioè, ne sono felice… ehm, per quanto riguarda la benda, ti dirò io quando toglierla. Ti sto portando in camera tua, dove starai per tutta la durata della beta. Puoi andare ovunque il quel piano, ma non andare da nessun’altra parte, va bene?- si fece promettere, incerto.

Margo annuì.

-Va bene. Ho una camera tutta per me? È fantastico, Ray, grazie mille- lo incoraggiò, sorridendo caldamente, e sentendolo riscaldarsi.

-Ma certo. Non hai idea di quanto il tuo contributo sia prezioso per il nostro progetto. Ci ho lavorato tantissimo, spero davvero che ti piacerà- continuò a fare conversazione, accompagnandola.

-Sono sicura di sì. Spero solo di esserne in grado- 

-Ma sicuramente, sei la migliore che potessimo trovare. Oh, siamo arrivati, puoi togliere la benda- dopo averla fatta entrare in una stanza, Ray incoraggiò la ragazza a scoprirsi gli occhi, e una volta fatto Margo si ritrovò incantata alla vista di una stanza che sembrava presa da una fiaba, e un ragazzo pieno di aspettativa che sembrava tener conto di ogni singolo gesto con i suoi occhi color menta.

La reazione di Margo non lo deluse neanche un po’, perché lei allargò il sorriso e iniziò a girare intorno, incantata.

-Wow, è una stanza bellissima, sembra quella di una principessa. Ed è tutta per me?- chiese, incredula.

Ray sorrise sollevato, e annuì con vigore.

-Certo, l’ho preparata io. Ho scelto con cura ogni mobile. Sono davvero felice che ti piaccia, voglio che ti trovi bene qui. Potresti darmi il tuo telefono mentre installo l’applicazione?- chiese sollevando la mano.

Margo gli porse il telefono senza esitazioni, continuando poi a guardarsi intorno mentre lui armeggiava.

Era troppo in alto per poter eventualmente scappare, anche se con una corda di coperte avrebbe potuto farlo comunque. Il letto era pesante, avrebbe retto il peso, anche se le coperte non erano abbastanza da scendere fino a terra, ma era abbastanza agile da cadere comunque senza farsi un graffio.

Non c’erano telecamere, anche se doveva controllare eventuali microfoni. La porta in fondo alla stanza conduceva ad un bagno parecchio largo e l’armadio era pieno di vestiti della sua taglia.

La vista dalla finestra le diede conferma della montagna dove si trovavano, e vagamente la zona, anche se non con assoluta certezza.

Ma non aveva la minima intenzione di scappare.

Perché era esattamente nel posto dove voleva essere, nella situazione dove voleva trovarsi e pronta ad aiutare l’ennesima anima in pena che sembrava gridare aiuto.

Sorrise nuovamente a Ray quando le restituì il telefono e iniziò a spiegarle il gioco e le regole del posto.

Era positivamente certa che non le sarebbe successo nulla.

E in ogni caso, non aveva molti altri posti dove andare, ora che aveva litigato con sua sorella e tagliato ogni ponte con la donna che per molti anni aveva considerato come una madre.

Stare lì poteva essere la sua unica salvezza.

Non immaginava che si sarebbe potuta rivelare la sua rovina definitiva.

Ma lei era Margo Campbell, dopotutto, se la cavava in qualsiasi situazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Non dovrei scrivere questa storia.

So di non doverlo fare.

Per svariati motivi: 

1) Non se la leggerà nessuno e finirò ancora una volta a deprimermi in un angolo nella convinzione di non saper scrivere decentemente quando a tutti gli effetti è il fandom ad essere deserto (e potrei non saper scrivere decentemente ma cerco di lasciarmi il beneficio del dubbio)

2) Ho almeno altre dieci storie in corso che dovrei effettivamente finire

3) Non ho il tempo di scrivere molto questo periodo perciò è probabile che anch’essa finirà tra le dimenticate in un paio di mesi di totale assenza di visualizzazioni.

Allora perché l’ho pubblicata?

Semplice, perché questa storia è nella mia mente da più di due anni, e non se n’è andata. Mi sono affezionata talmente tanto ai personaggi da me creati per essa, che volevo farci un dating sim a sé stante, e ho scritto, in totale, tra capitoli veri e propri, AU e one shot che si svolgono prima o dopo la storia, più di 500 pagine.

E dato che è un’idea così arpionata nella mia mente, ho capito che dovevo assolutamente buttarla fuori.

Anche perché ho scritto tutto fino al giorno 4.

Ma passando alla storia…

Ci sono 6 MC in tutto, Martha, Margo (scomparsa) e altre 4 che verranno introdotte nel prossimo capitolo.

Pensavo di fare che ad ogni capitolo viene ripercorso un giorno, ma dato che il capitolo 4 sono già 70 pagine e non l’ho finito completamente credo che ogni giorno potrebbe essere diviso in due o più capitoli, che per il momento penso che pubblicherò settimanalmente la domenica.

La storia seguirà non del tutto fedelmente le route di tutti i personaggi, ciascuno con una MC come anima gemella, ma non si limiteranno a stare solo con l’amore della loro vita. 

Martha è l’unica ad essere infiltrata nel messenger (oltre a Margo) e le altre incontreranno i membri dell’RFA in modi più o meno casuali, con parecchie mistiche coincidenze.

Ogni capitolo avrà un paragrafo finale che racconterà brevemente sprazzi di vita di Margo al Mint Eye, fino a capire cosa le è successo esattamente, anche se chi ha giocato Another Story potrebbe perfettamente intuirlo, anche se nessuna route sarà del tutto fedele, dato che le mie MC sono parecchio imprevedibili.

Spero davvero che la storia vi piaccia, e se vi andasse di lasciarmi una recensione, anche la più breve, o la più critica, sappiate che sarebbe una manna dal cielo per me, e un grande incoraggiamento a continuare, o ad abbandonare la storia per sempre.

Mi basta davvero poco per la prima cosa.

Anche perché ci ho messo l’anima in questa storia, informandomi e riflettendo su ogni cosa.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mystic Messenger / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini