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Autore: Luke White    13/05/2019    2 recensioni
"Il sole sta calando, illuminando alcune zone di luce arancione, rendendone altre oscure e pericolose. Anche una sola ombra permette la Loro sopravvivenza. Entrare in un luogo chiuso è sempre un rischio in più di essere attaccati."
In un mondo ormai devastato, i pochi sopravvissuti vivono giorno per giorno consapevoli che potrebbe essere l'ultimo.
Storia scritta nel 2015 ma che ho voluto revisionare e riproporre su questo sito.
Genere: Horror, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Non appena lo vede, gli pianta una pallottola in testa. Non c'è tempo per parlare, i giorni del dialogo sono passati da fin troppo tempo. L'altro cade a terra, un terzo occhio nella maschera a forma di teschio che indossa. Non ha neanche bisogno di toglierla per sapere che è un ragazzino: solo loro credono che mascherarsi serva a qualcosa, loro nati in quest'età che ancora non hanno capito come funziona il nuovo mondo. Non c'è più alcuna identità da nascondere, banalità come quelle non servono più nulla. Sopravvivere è ciò che importa. Ma i giovani sono idealisti. L'idealismo, di questi tempi, non ti fa tornare a casa.

DEATH AGE

Estrae il caricatore e conta i proiettili. Ancora nove. Ricarica e scarrella per mettere il colpo in canna. Ne ha abbastanza per un paio di giorni, se non incontra un branco.
Scavalca il corpo e va avanti.
La casa è in un quartiere residenziale di Boston. Non si aspetta chissà cosa, ma magari, con un po' di fortuna, potrebbe trovare un po' di cibo dimenticato nella fretta. Rimane deluso: la cucina è già stata saccheggiata. Sospira, sconsolato, e torna verso il corpo del giovane. Lo gira e comincia a esaminarne le tasche. Trova un paio di cartucce per fucile vuote e un dollaro legato con un pezzetto di spago. Lascia tutto dov'è ed esce dalla piccola villetta rossa con i muri anneriti dalla muffa e coperti dall'edera.
Il sole sta calando, illuminando alcune zone di luce arancione, rendendone altre oscure e pericolose. Anche una sola ombra permette la Loro sopravvivenza. Entrare in un luogo chiuso è sempre un rischio in più di essere attaccati.
Comincia a camminare, a passo lento e con la mano accanto alla nove millimetri. Il suo rifugio si trova a pochi isolati di distanza, in una casa color crema dalla vernice scrostata e con alcuni mattoni divelti. Entra, chiude la porta e riabbassa la sbarra di metallo. Scende le scale fino alla cantina e attraversa la porta di metallo, richiudendosela alle spalle. Non sa chi fossero i precedenti proprietari, ma ringrazia la paranoia americana che li ha spinti a fornirsi di un ampio rifugio sotterraneo. Non sa neanche se fosse legale costruirsi qualcosa di tanto spazioso sotto una zona abitata, ma meglio per lui.
Pareti di metallo e rifornimenti. Era stato la sua salvezza e gli aveva concesso un mese di piena tranquillità. Tuttavia, il cibo era terminato fin troppo presto e aveva dovuto ricominciare a cacciare. A breve, tutto il cibo nella zona sarà finito e lui avrà bisogno di cercare un'altra base. Pensa di andare a vivere nei boschi, sempre che gli animali non siano già estinti. È da così tanto che non ne vede uno. Uno sano, almeno.
Entra nel sacco a pelo dopo aver mangiucchiato un pacchetto di patatine stantie che sanno di carta. Si addormenta dopo qualche minuto. Non c'è neanche bisogno di spegnere la luce: le centrali elettriche sono ferme da tempo.

*


Sfondano la porta d'ingresso. Li sente ringhiare. Decine di esseri hanno fatto breccia nelle sue difese. Distruggono tutto, la casa viene fatta a pezzi, come tutto ciò che incrociano durante la Loro avanzata. Sente che lo cercano, attirati dall'odore. Alcuni sibilano, altri schioccano le mandibole, altri ancora emettono suoni gutturali che risuonano come una lingua strana e sconosciuta. Passa poco tempo prima che comincino a grattare sulla porta. Si prepara, in un angolo, puntando la pistola. Si fa il segno della croce. Non è mai stato un tipo religioso, ma ne aveva bisogno. Accanto a sé tiene un winchester con soli tre colpi.
Un braccio sfonda la porta. Lo vede ritirarsi. Un altro spacca il metallo, più in basso, ma quello non è più un braccio, è mutato in una lama di carne e ossa. La porta viene, infine, fatta a pezzi. Entra il primo. Uno sparo. Cade a terra, con il sangue che sgorga da un foro nella testa, gli occhi bianchi e ciechi fissi su di lui. Ne entra un altro che subito cade a terra. Entra un terzo, quello con il braccio deforme. È più veloce: il colpo che gli sfonda il cranio è quasi a bruciapelo. BANG. BANG. BANG. BANG. Sette colpi, sette di Loro morti. Gli restano due colpi. Ne entra un altro. Dalla testa, due protuberanze simili a corna ricurve lo rendono più imponente, le due braccia sono sottili e affilate come la lama di uno stocco. È rapido. Schiva il primo colpo e lo trafigge, passando il ventre da parte a parte. Sta per finirlo ma gli ficca la pistola in bocca e preme il grilletto. Morto.
Si tiene il ventre sanguinante e si trascina verso l'uscita. Ha abbandonato la pistola e tiene il fucile. Sale le scale, scansando i Loro cadaveri putridi. Il terreno trema e l'ultimo gli si presenta di fronte. Aveva sperato non ci fosse. È insolito trovare un capobranco con così poche creature sotto il suo comando. Ma si è solo illuso. L'essere gli è davanti, l'avambraccio destro mutato in quella che la mente di un essere umano interpreta come un'ascia bipenne. È acefalo e il suo corpo è grande il doppio dell'uomo. Lui alza il fucile, l'Altro alza l'ascia. L'Altro è più rapido. Il braccio gli viene mozzato di netto e l'arma cade a terra con un tonfo. La disperazione non gli lascia sentire il dolore.
"Merda", pensa con semplicità. La mente va al ragazzo che ha ucciso poco prima. Si chiede se lo rincontrerà insieme a tutti coloro che sono morti solo per farlo arrivare fin lì. L'Altro abbassa per la seconda volta l'ascia. Per un breve istante, il mondo è nero con delle sfumature cremisi.

*


«Lara, sei tu?».




Il racconto è ispirato ai videogiochi "The Last of Us" e "Resident Evil", nonché al film "Io Sono Leggenda".
   
 
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