Film > The Big Four
Segui la storia  |       
Autore: ElfaNike    13/05/2019    0 recensioni
"A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
Venite con me...
nel mio mondo incantato per sognar..."

Uno spin off della fan fiction "Rise of the Brave Tangled Drangons". E' inverno e i nostri grandi quattro trovano un modo interessante per passare il tempo. Situato in un momento random del capitolo "Inverno"
Mettere gli avvertimenti è un po' complicato, perchè in certi momenti sono ooc, in altri no, ogni tanto è AU, ogni tanto no...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il vento fischiava e sibilava attraverso la fessura della finestra. Hiccup aveva appena finito di aggiustare quello che stava aggiustando e si era messo di traverso sulla panca del tavolo. Sdentato dormiva in un angolo.
-Mi è venuta in mente un’altra storia.- disse.
-Sempre del tuo popolo?-
-No, questa viene da Corona.- rispose lui -Me l’avevano raccontata in bottega qualche tempo fa.-
-Va bene.- Merida si stiracchiò -Ti ascoltiamo.-

C’era una volta un paese chiamato Pocapaglia, talmente in pendenza che per evitare che le uova appena fatte rotolassero giù gli abitanti mettevano dei sacchetti dietro le galline. La gente di Pocapaglia era gente pacifica, che non si arrabbiava mai, al punto che nei villaggi vicini si diceva:

Tutti sanno che a Pocapaglia,
l’asino fischia e il padrone raglia

I pocapagliesi non se la prendevano, e rispondevano solo: -Aspettate che torni Hiccup, e vedremo chi raglierà di più.-
Ma chi era questo Hiccup? Era il figlio del taglialegna del villaggio. Alla sua nascita la madre gli aveva fatto il bagno nel vino, scaldato da un ferro di cavallo bollente che suo padre aveva messo in fondo alla vasca. Il vino gli aveva conferito astuzia, e il ferro forza. Sua madre poi l’aveva messo a dormire in un guscio di noce ancora verde che, si sa, dona intelligenza.
Purtroppo Hiccup in quel periodo era partito per una guerra e non si sapeva nemmeno dove fosse, e questo lasciava i pocapagliesi nella più completa disperazione perché in quel periodo erano colpiti da un’enorme sventura: la Masca Micillina, un’orribile donna dai poteri sovrannaturali che viveva nei boschi intorno a Pocapaglia, aveva cominciato a rubare tutte le vacche e tutti i buoi del villaggio.
Arrivava dietro ai poveri contadini di ritorno dal pascolo, e con il suo alito fetido li faceva svenire fino al mattino, quando rialzandosi scoprivano tutte le loro bestie andate. Le uniche tracce che lasciava dietro di sé, erano le impronte delle sue scarpacce e delle forcine qua e là.
All’inizio avevano provato accendendo enormi falò, ma la Masca Micillina si avvicinava di soppiatto al contadino più isolato, e lo atterrava col suo soffio puzzolente. Da lì, neutralizzava anche gli altri e si prendeva le povere bestie.
Ormai i paesani non osavano più portare fuori la mucche, e le povere bestie erano smagrite così tanto che per pulirle dovevano passar loro un rastrello tra le costole.
La Masca Micillina colpiva soltanto gli abitanti di Pocapaglia. Forse, credevano tutti, perché proprio per via del loro carattere pacifico non reagivano. Si limitavano a grattarsi la testa e sbuffare.
Tuttavia, i pocapagliesi erano pacifici sì, ma a un certo punto decisero che era il caso comunque di fare qualcosa.
Decisero quindi di chiedere aiuto al Conte. Il Conte era il signorotto del luogo, che viveva in una fattoria in fondo alla valle tutta circondata di mura.
Andarono da lui una domenica mattina, con lo sguardo basso e il berretto in mano. Bussarono alla porta e i soldati li fecero entrare, lisciandosi i baffi e guardandoli torvi.
Il Conte era seduto su una poltrona rossa in fondo al cortile, e quattro servitori gli pettinavano la barba, che era lunga lunga e nera nera. Li accolse con espressione accigliata e non disse niente.
Dopo un momento, il più anziano dei contadini si fece avanti e disse: -Signor Conte, siamo spiacenti di essere venuti qui a disturbarla... Ma vede... la Masca Micillina è uscita dal bosco, adesso ci ruba tutte le bestie... non sappiamo più come fare per difenderci...-
Anche a questa notizia il Conte non fece una piega. Allora l’uomo si sentì obbligato a continuare: -Vorremmo chiederle di lasciarci una truppa dei vostri soldati... per proteggerci finché la Masca non se ne sarà andata...-
-Temo proprio che non si possa fare.- rispose finalmente il Conte.
-E perché no?-
-Se vi do la truppa, devo darvi il capitano, e se vi do il capitano, chi giocherà con me a tombola la sera?-
I contadini non sapevano che rispondere, e a un gesto del Conte i soldati spinsero via i poveri contadini con le baionette spianate.
Al loro ritorno in paese, disperati, non sapevano più che pesci pigliare, quando qualcuno esclamò: -Scriviamo a Hiccup!-
Allora tutti si trovarono d’accordo e scrissero una lunga lettera a Hiccup, in cui gli raccontavano tutte le loro sventure.
Qualche tempo dopo, finalmente Hiccup ritornò. Quanti abbracci, pacchi sulle spalle, e “come stai?” e “cosa ci racconti?”! Tutti erano contenti del suo arrivo, gli offrirono di ristorarsi, poi passarono all’argomento che non li faceva più dormire di notte.
Hiccup ascoltò attentamente, poi disse: -Adesso vi porrò tre domende, poi dormirò un po’ vicino al fuoco per riposarmi dal viaggio, poi a mezzanotte in punto andrò a prendervi la vostra Masca.-
Pose allora la prima domanda: -Barbiere, quande barbe hai raso quest’utlimo mese?-
E lui rispose:

Barbe lunghe e barbe corte,
Barbe molli e barbe storte,
Capelli ricci e capelli brutti,
Le mie forbici li han tagliati tutti.

Poi pose la seconda domanda: -E tu, ciabattino, quante scarpe hai venduto nell’ultimo mese?-
E la risposta fu:

Facevo zoccoli di legno e cuoio,
Ben ribattuti chiodo per chiodo,
Facevo scarpe di seta e serpente,
Ma ora non han soldi,
E non mi fan far più niente.

E poi pose la terza domanda: -E tu, cordaio... hai venduto tante corde questo mese?-
Ed egli rispose:

Corde ritorte, corde filate,
Corde di paglia, a strisce o intrecciate,
Corde di pozzo, di vimini e spago,
Grosse un braccio, sottili un ago,
Forti di ferro, molli di strutto,
In questo mese ho venduto di tutto.

-Va bene, grazie. Ho già capito tutto. Adesso vado a dormire. Svegliatemi a mezzanotte in punto.-
E detto ciò si sdraiò accanto al fuoco, si coprì il volto col berretto e si addormentò.
I pocapagliesi lo lasciarono riposare facendo ben attenzione a non disturbarlo, e a mezzanotte in punto lo risossero timidamente.
Lui si alzò sbadigliando, bevve un sorso di vino rosso e andò nel bosco.
Avanzò da solo nel buio, senza un luce se non quella della luna, in attesa del minimo indizio per sapere dove colpire... o dove la Masca Micillina avrebbe colpito. Camminava tra le piante grigie e immobili come spettri, nel silenzio rotto solo dai gufi e dal fruscio del vento.
Poi sentì un passo dietro di lui.

I pocapagliesi aspettavano tutti attorno al fuoco, con gli occhi sgranati e i respiro trattenuto.
Attesero finché il fuoco non si spense e non divenne cenere, poi sentirono un gran movimento e qualcuno che urlava e invocava pietà.
Videro quindi Hiccup uscire dal bosco, ma non era solo: trascinava per la barba il Conte, che piangeva e implorava Hiccup di lasciarlo andare.
Quando furono accanto al fuoco, il Conte si fece piccolo piccolo e Hiccup esclamò: -Ecco a voi la Masca Micillina.-
-Ma non è possibile...- riposero i contadini basiti -...che sia il signor Conte...-
-Voi non potevate essere.-spiegò Hiccup -Perché siete andati tutti dal barbiere, e non potendo permettervi delle scarpe andate tutti in giro scalzi. E non poteva essere un fantasma o uno spirito perché altrimenti non avrebbe avuto bisogno di corde perlegare le bestie.-
-E le forcine?-
-Gli servivano per acconciarsi la barba dietro la testa come fanno le donne.-
-E come faceva a far svenire gli uomini con il fiato?-
-Macchè fiato! Li colpiva dietro alla testa con un bastone avvolto negli stracci, così da non lasciare altro segno che un bel melo di testa al risveglio!-
I paesani guardavano sempre più arrabbiati il Conte, che sembrava voler sparire sottoterra.
-Allora- chiese quindi Hiccup: -Cosa volete farne?-
A quella domanda scoppiò il finimondo, tutti urlavano in preda alla collera: -Lo uccidiamo! Lo leghiamo nel bosco e lo lasciamo lì! Lo mettiamo in un sacco con sei cani e sei gatti!-
Ma Hiccup propose: -E se invece vi faceste restituire gli animali e lo metteste a lavorare nelle vostre stalle? Poi lo mandate nel bosco di notte a raccoglier fascine. Vedrete che gli passerà la voglia di rubarvi le bestie.-
Tutti furono d’accordo con la sua proposta.
Hiccup quindi riprese la strada per la guerra, e compì atti talemente coraggiosi che furono raccontati fino a Pocapaglia.

Hiccup finì il suo racconto e appoggiò un gomito sul tavolo, in attesa del verdetto.
-Questa non è sicuramente una fiaba da vichinghi.- commentò infine Jack.
-Già, è proprio una fiaba da fabbri.- rispose lui.
-Ed è l’unica che si racconta giù in città?-
-L’unica che mi sia mai rimasta impressa.-
-E perché?- domandò quindi Merida -Non mi sembra ci siano lucertoloni da addomesticare o streghe a cui tagliare la testa.- poi aggiunse -Anche se per tutta la prima parte ne sono stata convinta!-
Hiccup si grattò dietro la testa guardando Sdentato dormire pacifico: -Non lo so. Forse mi piace il modo del protagonista di risolvere la situazione senza fare cose eccessive, come fanno i cavalieri, per esempio...-
Rapunzel, che aveva tenuto tutto il tempo la testa sulla spalla di Jack, si sollevò appena: -Dev’essere bello quanto il tuo paesino ti rispetta tanto da chiederti aiuto contro le streghe, vero?- mormorò -Quando tutti gli abitanti del tuo villaggio ti rispettano così...-
-Già.- mormorò in risposta Hiccup “Dev’essere quello...”

 




Angolino dell'autrice:
Non pensavo che avrei pubblicato così tanti capitoli in così poco tempo... ho già il prossimo in cantiere. Probabilmente passare le mie serate con la testa fra le fiabe mi aiuta a scaricare un po' il periodo che, sicuramente, è un po' teso per tutti.
Mi sto rendendo conto che è sempre più difficile trovare personaggi dei film originali da sostituire ai personaggi delle fiabe. Diciamocelo, se in Pinocchio non era difficile immaginarsi Nord come l'orco pacioso Mangiafuoco, qui l'unico personaggio con la barba temuto e rispettato da tutti poteva essere solo Stoik. Ma neanche con tutta la buona volontà potrei immaginarmi Stoik travestito da Masca che se ne va in giro ad accopare la gente. Per cui ci siamo tenuti il conte pocapagliese e pace.
Questa fiaba è originaria del Piemonte, in particolare, credo, del Monferrato, dove la Masca Micillina sembra essere esistita veramente. Secondo i siti in cui ho letto io dovrebbe essere un fanciulla dai capelli rossi sposata ad un uomo più vecchio che non l'amava. Probabilmente schiva, per via di carattere e aspetto viene accolta con diffidenza, una voce tira l'altra... e possiamo immaginare come sia finita.
Le Masche, se ho ben capito, non sono propriamente streghe: la loro sovrannaturalità passa perlopiù da conoscenze esclusive della natura, per cui sono brave a curare come a lanciare il malocchio etc etc.
Un argomento davvero interessante che almeno io continuerò ad approfondire.
A presto
Nike

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: ElfaNike