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Autore: Florafairy7    13/05/2019    1 recensioni
[ Sequel di "Profumo di un Fiore d'Inverno"]
Tante novità aspettano le Winx in questo nuovo anno! Dopo aver salvato per l'ennesima volta la Dimensione Magica dalla strega Yana, le sei fate possono concludere il loro percorso di studi ad Alfea. Ognuna di loro seguirà la sua strada tra dubbi e difficoltà entrando nel mondo adulto, ma resteranno divise per poco: una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica e ci sarà bisogno di loro per combatterla.
{In collaborazione con Ariel99}
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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RINASCITA DALLE MACERIE

Andarono tutti da lei, mentre dopo ciò che avevano visto le streghe e i cacciatori di fate erano fuggiti. Zvonimir si era dissolto: era diventato prima un'ombra e poi era svanito.

"Tecna!" Esclamarono le amiche all'unisono, correndo ad abbracciarla. Lei non si mosse, non disse nulla, ma pianse.

"Ragazze." Fu ciò che disse Timmy per spingerle a spostarsi, loro capirono immediatamente. Timmy la abbracciò, mentre Tecna continuava a piangere. In un altro momento non l'avrebbe mai fatto, un'altra lei non se lo sarebbe mai permesso.

"Perché?" Chiese Timmy, addolorato. Tutti erano intorno a loro, in silenzio, col cuore in gola.

"Ho calcolato le probabilità." Rispose lei. Alzò la testa e guardò Timmy. "Che fata sarei stata senza riuscire neanche a volare?"

"Avremmo trovato una soluzione e lo sai bene." Dichiarò Timmy, trattenendo le lacrime.

"No, invece. Le mie ali stavano bene, Flora stessa me le ha curate, non erano spezzate." Timmy si voltò verso la sua amica, lei annuì debolmente. "Ma non sono riuscita a volare, non potevo più."

"Ma..."

"... almeno lo abbiamo sconfitto." Affermò la giovane.

"Avremmo potuto..." Provò ancora il giovane, ma Tecna scosse la testa.

"No, avevamo perso, Timmy. E sai cosa? Ho avuto paura. Paura di perdere te, perdere le mie amiche, i miei amici, la mia famiglia. L'hai visto... lui non si fermava, e se solo fosse andato avanti per pochi istanti ti avrei perso per sempre. Ho rinunciato alla mia magia, ma so di averlo fatto per amore." Timmy la guardò negli occhi lucidi, ma non disse nulla. La baciò sulla fronte e poi la strinse a sé.

"EHM! NON LO SO, FATE QUALCOSA! IO NON SO CHE FARE!" Si voltarono tutti: tra le macerie, la rovina, quelli che purtroppo non ce l'avevano fatta, Logan correva verso di loro con Musa fra le braccia. Gli andarono incontro e lui poggiò Musa a terra. "Io... non si sveglia. Ma ci è riuscita, non è vero?" Guardò quelle facce sconvolte, gli annuirono, mentre Flora si inginocchiò accanto alla sua amica.

"È... viva." Fu una strana parola da dire. "Ha usato molta magia e... e non sappiamo cosa sia successo lì." Notò il pugno chiuso, nonostante fosse priva di conoscenza. Glielo aprì e vi trovò la Gemma. La prese e la porse ad Aisha, che la custodì, poi, con la forza che le era rimasta, usò la polvere di fata. "Profumo di un fiore d'Inverno." Chiamò. Musa fu percorsa da una scossa calma di magia, un calore che l'inondò di energia. La giovane aprì gli occhi.

"Io..."

"Sta' tranquilla, ce l'hai fatta." Le disse Flora, con un sorriso, e l'abbracciò. Musa tentennò, ma poi ricambiò quell'abbraccio. Allora si alzarono, tutti stanchi, tutti provati. Distrutti sia dentro che fuori. E quando Musa si alzò chissà come fu la prima cosa che vide.

"NO!" Esclamò con forza, correndo da lui. Sebastian era steso a terra ed aveva ancora gli occhi aperti. Musa si accasciò, singhiozzando, sul corpo esanime del giovane. "Mi dispiace, mi dispiace tanto!" Si disperò la fata.
Nessuno si sarebbe aspettato una fine del genere per quel giovane stalliere. Perché in fondo lui era buono, e del mondo non ci aveva capito neanche poi così tanto. Anzi, ci aveva capito così poco che non aveva neanche avuto il coraggio di affrontarlo e dire a quella fata della musica che tanto gli piaceva che se n'era innamorato. Musa pianse, e Flora anche, sebbene non si fece vedere da nessuno perché il suo pianto non era nobile come quello della sua amica. Helia prese Musa e la portò sulla navicella, così come Timmy condusse Tecna, che non aveva detto più una parola. Chi ce l'aveva fatta, ora si abbracciava, sentendosi sollevato, ma anche per consolarsi. Brandon cercò Flora con lo sguardo, e quando la trovò si sentì come se soltanto in quel momento fosse finito davvero tutto. Andò da lei e, senza dirle nulla, la strinse. Entrambi, stretti tra le braccia dell'altro, chiusero per un attimo gli occhi, increduli, spauriti. E poi, quando aprì gli occhi, Brandon vide suo fratello. Allontanò Flora e la guardò, incerto.

"Devo..." Lasciò cadere la frase.

"Vengo con te." Disse lei. Gli prese la mano e raggiunsero Logan che, tra quella confusione, non fu notato da nessuno.

"Avevamo un accordo." Dichiarò il giovane.

"Hai ragione. Va' e sbrigati." Replicò Brandon. Suo fratello fu prima sorpreso, poi lasciò andare un sorrisetto. Guardò prima lui, poi Flora, e fece per andare, ma Brandon disse: "Se te ne vai ora sarà finita." Logan si fermò, ma non si voltò verso suo fratello. "Non voglio più vederti." Aggiunse il maggiore. "Non voglio più saperne di te, e questa volta davvero. Se te ne vai ora esci dalla mia vita, e voglio che tu lo sappia. Non raccoglierò più i pezzi che rompi."

"Vi ho aiutati a salvare l'universo." Puntualizzò Logan, rimanendo di spalle.

"È vero, ma non ti sei dimenticato di quello che mi avevi chiesto. Non ti corro più dietro, Logan, e sono stanco di essere ferito da te. Tu non sei la mia famiglia, e delle tue parole non me ne faccio più nulla. Smettila di tormentarmi una volta e per sempre."

"Come vuoi." Replicò l'altro, senza scherzare.

"No, è come vuoi tu." Disse Brandon. A quelle parole, il minore non aggiunse nulla ma, aiutato da quel putiferio, lasciò Tír na nÓg liberandosi delle sue catene. Brandon e Flora si allontanarono dai cancelli raggiungendo tutti gli altri, mano nella mano, entrambi sporchi di sangue e di polvere, stremati.

"Non dovevi venire con me, ho fatto qualcosa che non dovevo fare." Le disse lui, gettandole uno sguardo.

"Sì, è vero, ma hai preso la tua decisione. Brandon, se ci sei dentro tu ci sono dentro anche io."

"Ma tu non sei così, e non voglio che lo sia a causa mia. Ora dovrai nascondere ciò che ho fatto, mentire, e... io ho fatto questo per impedirgli di rivelare il mio segreto."

"È un segreto che ora custodiamo insieme, e sono successe troppe cose per chiedermi ora quale sia la scelta giusta. Ho perso troppo in questa guerra..."

"Sei stata coraggiosa, hai perso Jackson e tua madre..."

"... e la mia integrità." Ammise lei. Brandon la guardò, sorpreso. "Ho tradito la fiducia di una persona a cui tenevo e a cui ero legata e, anche se ti amo più della mia vita, in quel momento era una cosa sbagliata. E non ho aperto il mio cuore al perdono quando avrei potuto... l'ho guardato negli occhi e gli ho detto che non l'avrei mai fatto, ed ora Sebastian non c'è più. Ed ora... ora ho aiutato uno come Logan a scappare; lui che ha mentito, ingannato, ricattato, e quasi distrutto la Dimensione Magica con Yana. Sono stata disposta a farlo senza rimpianti." Brandon le rivolse il suo sguardo. "Ho perso tutto, ma non posso perdere anche te." La luce del tramonto li illuminava: la disfatta di Zvonimir aveva rimesso a posto il cielo. Brandon le diede un bacio sulla fronte e poi, insieme, si incamminarono salendo a bordo.

Sembrava tutto troppo inverosimile per poter tornare alla normalità, eppure il cielo era intero, il sole si vedeva di nuovo e sullo schermo del pannello di controllo arrivavano messaggi che sostenevano che le ombre si erano dileguate improvvisamente e che non c'erano minacce. La polvere di fata nera aveva intriso i pianeti, ma le comunità magiche di ognuno di essi si erano già messe all'opera per rimediare. Da Solaria, Antares fece sapere che avevano tenuto testa alle ombre e che lei stava bene. Le cose stavano davvero rimettendosi a posto. Ma Tecna rimase seduta in disparte insieme a Timmy, anche se non si dissero nulla. Musa anche rimase in silenzio, ripensando al suo amico che non ce l'aveva fatta, e chissà a cos'altro il suo cuore celava in quel momento.

Morgana andò da Roxy, con un sorriso, chiedendole se avesse bisogno di qualcosa, ed anche se le ragazze finsero di non guardare, assistettero alla reazione della fata degli animali.

"Mi dispiace, ma per me le cose non stanno a posto." Disse Roxy, seria.

"Come?" Morgana fu sorpresa.

"Abbiamo combattuto insieme perché ce n'era bisogno, e mi hai salvato la vita... ti ringrazio. Ma questo non cancella ciò che hai fatto, o almeno non per me. Non può ferire chi ami e poi con un gran rientro in scena cancellare tutto, non funziona così." Morgana non rispose, non aveva parole per replicare, e sua figlia si allontanò da lei.

"Flora, cara," Le disse Faragonda, avvicinandola, distogliendo quindi le ragazze da ciò che avevano visto. La giovane le prestò attenzione. "ho appena parlato con Brandon, mi ha raccontato quanto è successo con il principe Jackson."

"Già..." Replicò Flora, fingendosi serena mentre una lama le penetrava il cuore.

"Ovviamente vi credo e so che non avreste mai potuto fargli del male. Se entrambi eravate lì e avete assistito alla scena... beh, ci sarebbe un modo per scagionarvi da ogni accusa."

"E quale sarebbe?" Chiese la fata, speranzosa.

"Davanti al Gran Consiglio, in casi molto estremi, si può ricorrere al Pensatoio."

"Ma non è propriamente magia bianca."

"Per questo parlo di casi estremi. Stasera stessa rimanete ad Alfea con me, risolveremo tutto." Assicurò la preside.

Nulla aveva senso su quella navicella che tornava a casa. Non aveva senso la mancanza di Sebastian, né quella di Jackson. Non aveva senso il cuore di Musa, né la sua mente, perché lei non ci stava capendo nulla. E non aveva senso ciò che era successo a Tecna, nessuno poteva dare un senso a quello. La loro amica aveva rinunciato alla sua magia per salvarli tutti, per salvare l'universo. Aveva rinunciato di sua volontà ai suoi poteri, la sua magia l'aveva lasciata e se l'era trovata tra le mani, la sua essenza. Tutta la sua magia, tutto il suo essere fata, era in quella sfera incandescente. Una potenza che andava al di là della magia, di un incantesimo. Nelle vene di Tecna non scorreva più magia, in lei niente era magico, non sentiva più la polvere di fata dentro di lei, e l'aveva fatto per amore. Per amore di Timmy, dei suoi amici, e del mondo. Non poteva lasciarlo morire. Ma l'aveva fatto anche per orgoglio. Senza la sua capacità di volare, con delle ali che non significavano più nulla, delle ali dentro le quali non scorreva più linfa, non poteva sentirsi più una fata, e allora tanto valeva salvare l'universo. Chiudere in bellezza. Questo era quello che aveva pensato, questi i calcoli che aveva fatto, le probabilità di riuscita. Ma ora niente era più certo come quei calcoli. Niente aveva senso come quei calcoli che, nel bel mezzo di quella battaglia, le erano sembrati sensati. Non si pentiva di averlo fatto, ma ora dentro sentiva il vuoto.

Riaccompagnarono tutti a casa, le amiche si abbracciarono strette. Aisha finalmente poté tornare su Andros, dove ritrovò tutta la sua famiglia e il suo regno. Musa li aveva riportati indietro mentre era stata a Obsidian. Zvonimir aveva rubato le loro ombre attingendo alla loro energia e potenziandosi. Ma Musa era riuscita a riprendere la Gemma, a compiere l'incantesimo trovato da Aisha e Roy nella biblioteca di Sakoma, e alla fine ce l'aveva fatta. Nex accompagnò Aisha a palazzo, anche se prima la principessa si fermò a parlare con Roy. Il giovane era tornato a casa, dove aveva trovato la sua famiglia. Gli abitanti di Andros non ricordavano nulla dopo l'attacco delle ombre ed ora stavano bene. Roy si divincolò per pochi istanti dai suoi famigliari per dedicare il suo tempo alla principessa.

"Suppongo di doverti delle spiegazioni." Disse Aisha, imbarazzata.

"In un certo senso..." Ammise lui.

"Mi dispiace." Aisha lo guardò, dispiaciuta, ma Roy le sorrise.

"Lo so, e ti ringrazio. La verità è che io, anche se ci ho provato, non sono mai riuscito a dimenticarti, Aisha."

"Avrei dovuto essere sincera con te."

"E lo sei stata, a modo tuo. Credevi davvero di tenere a me in quel modo, o almeno volevi crederci. È stato bello, comunque."

"Anche per me." Replicò lei, stringendo le labbra.

"Amici?"

"Per favore." Lui le sorrise e lei lo abbracciò. Ma Roy lo spense il suo sorriso quando la principessa, stringendolo, non poteva vederlo.

Quando arrivarono a Magix, lasciarono Saladin ed Helia, ma Brandon e Flora seguirono Faragonda come lei aveva chiesto. La preside chiese a Tecna se volesse rimanere anche lei, ma la giovane replicò che preferiva tornare a casa su Zenith.

Brandon e Flora seguirono Faragonda nel suo ufficio, ormai era notte e il collegio dormiva finalmente tranquillo, anch'esso liberato grazie all'opera delle fate.

"Flora, chiudi la porta, per favore." Disse la preside, e la keimerina obbedì, poi raggiunse Brandon che era di fronte alla scrivania, in piedi. Faragonda andò a sedersi sulla sua sedia, soddisfatta, ma con gli occhi stanchi. C'era quiete e la notte estiva trasmetteva serenità. Dalla finestra di Faragonda si potevano vedere le stelle, numerose e luminosissime.

"Come state?" Chiese la preside, rompendo il silenzio. Loro si guardarono, ma non risposero. Lei sorrise alzando un lato della bocca, come se le facessero tenerezza, e li incalzò dolcemente. "Allora?"

"Io non sono tranquilla." Ammise Flora, scuotendo la testa. "E credo di aver qualcosa di rotto." La preside annuì, poi guardò Brandon.

"Io vorrei solo che questa notte passasse, e credo di avere ferite che hanno bisogno di una medicazione prima che accada qualcosa di disgustoso e doloroso."

"Avete ragione. E voglio che vi concentriate bene su quello che state sentendo in questo momento perché non sarà l'ultima volta." Disse la preside, guardandoli con aria grave, trasmettendo loro un insegnamento.

"Perché lo sta dicendo a noi?" Chiese Brandon, confuso. "Perché non l'ha detto prima, a tutti."

"Questa è una bella domanda, caro, davvero. Beh, perché siete tutti dei difensori della Dimensione Magica, e non vincerete sempre, ricordatelo... questo oggi l'avete capito voi e anche i vostri amici senza che ve lo dicessi io. Ma una parte di me sentiva di mettervi in guardia." Faragonda si alzò, Brandon e Flora si gettarono uno sguardo. La preside si rivolse al mappamondo di Magix che aveva accanto alla libreria e poi lo aprì. "Venite." Loro si avvicinarono. L'interno di quella specie di bacinella era nebuloso, c'era una nebbia vorticosa. "Questo è un pensatoio, ogni fata abbastanza anziana come me ne possiede uno. Ora, prima che cominciamo: Brandon, hai qualcosa a che fare con la fuga di Logan?"

"Se le dicessi di no cambierebbe qualcosa?" Replicò lui, Faragonda sospirò.

"In fondo, nessuno saprà mai qual è la verità, non trovi? Oggi abbiamo già perso tanto, e io non ho intenzione di scavare nei tuoi ricordi più di quanto non debba." Gli poggiò due dita sulla tempia, si illuminarono, dunque le spostò nel pensatoio e una scia dorata le seguì. Poi fece la stessa cosa con Flora.

"State tranquilli, si sistemerà tutto." Disse la fata anziana, sperandolo con tutto il cuore e pensando a tutte le sue ragazze.

Tecna era su Zenith, seduta a terra, di fronte alla grande vetrata. Voleva stare da sola, anche se aveva scioccato tutti quando aveva stretto i suoi genitori in un abbraccio. Non era che non volesse Timmy con lei, ma per quella notte, che passò insonne, aveva bisogno di stare da sola e leggersi dentro. Non vedeva nulla davanti a lei, non sapeva dove mettere il piede per il primo passo, ed ebbe paura, sebbene la guerra ormai fosse finita. Come lei, la sua amica Musa, che era rimasta su Domino insieme a Bloom ora che non poteva, non per quella notte, tornare su Sakoma, si sentiva tormentata. Aveva promesso alle sue amiche che sarebbe andato tutto bene, ma il suo cuore era cambiato e lei lo sapeva. Probabilmente, anche la sua mente era cambiata. Musa non aveva raccontato a nessuno di cosa era successo ad Obsidian dove, anche soltanto con la sua ombra, era andata e aveva affrontato tutto da sola. Si era trovata lì con il vero Zvonimir di fronte, le ombre, e tutta la desolazione. Non l'avrebbe mai raccontato a nessuno, eppure non riusciva a togliersi quelle immagini dalla mente.

Quella guerra li aveva distrutti, ed ora c'era bisogno di tempo affinché potessero risorgere dalle macerie. Quella notte però non fu infinita, passò per tutti. Si medicarono, rimettendosi a posto anche se con difficoltà, e poi quando sorse il sole si andò avanti. Flora e Brandon si presentarono davanti al Gran Consiglio, dove trascinarono il re, che invece li accusava. Grazie a ciò che aveva fatto Faragonda, tutti poterono avere le prove di ciò che il re aveva fatto. Non ci fu modo per lui di incastrarli, nemmeno di incolparli per tradimento alla corona, dato che non aveva più nessun testimone che potesse aiutarlo. Neanche suo fratello sembrò stare dalla sua parte. Hermann, infatti, scoprendo ciò che il re aveva fatto a Jackson, si allontanò da lui in ogni modo, lui che ancora piangeva sua figlia. Purtroppo, non ci fu modo di dimostrare che Elijah fosse complice del re, ma poco importava: Hermann divenne re al posto di suo fratello e privò suo nipote di ogni titolo o ricchezza. Onorò coloro che avevano combattuto durante quella guerra e depose Zaviah, la divinatrice, sostenendo che la keimerina, essendo nobile d'animo come suo padre, si sarebbe comunque presa cura di quel pianeta, sebbene non fosse obbligata a governarlo, e non si sbagliava. Chiese scusa a Flora pubblicamente e la presentò al popolo come guardiana. Ne furono entusiasti. Jackson fu onorato e la sua morte non fu vana: la politica di Sakoma cambiò, passando ad un regime pacifico e concentrato sullo sviluppo locale. Sebbene il principe fu seppellito nel cimitero reale, Flora volle occuparsi di lui, e gli creò uno spazio speciale, con fiori profumati e delicati, eleganti come lui; fiorirono amaryllis, bucaneve, calle e dalie. E poi fece fiorire delle alstroemerie intorno al luogo di riposo di Caterina, la madre di Jackson, chiedendosi quale fosse stata davvero la sua storia, ma sperando che ora suo figlio potesse riposare quel tormento che si portava dentro insieme a lei.
Per Flora fu dura affrontare tutto quello, ma anche per Musa. Fu lei che andò a casa di Sebastian per parlare con la sua famiglia. Era una casa umile, attaccata ad una fattoria e circondata da campi coltivati. Furono dei bambini che l'accolsero, non avendo idea di chi fosse ma invitandola ad entrare. Quando Musa varcò la porta, trovò in cucina la madre di Sebastian. Le due si guardarono e la donna capì immediatamente chi fosse.

"Ragazzi, andate di là." Chiese la donna, e i ragazzini lasciarono la stanza borbottando inquieti. Musa passò lo sguardo sulla donna anziana che era seduta al tavolo, pulendo della verdura. Ci fu silenzio e la madre di Sebastian, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, invitò Musa a sedersi.

"Chi è venuto qui prima di me?" Chiese la fata della musica, con un groppo in gola.

"L'esercito reale, cioè non tutto, no, solo un soldato." Rispose la donna. Musa notò l'incredibile somiglianza con suo figlio. La nonna, invece, continuò a fare ciò che stava facendo senza guardare Musa.

"Beh, io... io ero sua amica e... ho pensato che fosse giusto venire perché... perché anch'io ero lì. È stato coraggioso, non si è tirato indietro neanche quando avrebbe potuto farlo, neanche quando..." La voce le si incrinò. Prese un respiro e accennò un sorriso. "Beh, era una bella persona, e vi voleva davvero bene. Avrebbe fatto di tutto per voi."

"Anche per te." Musa si voltò verso la nonna di Sebastian, sorpresa. Lei la guardò.

"Lo... so." Disse la fata. "Lo so..."

"Ciao." Disse Brandon, con un sorriso dolce. "Lo so che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che sono venuto a trovarti, anzi, sono passati sei mesi, e so che sono tanti, scusami... Ma, sai, è stata dura, c'è stata una guerra e rimetterci in piedi è stato difficile un po' per tutti. Ognuno di noi ha perso qualcosa." Era la fine di febbraio, e su Eraklyon la temperatura era già diventata mite in vista della primavera pronta ad arrivare. Quel giorno c'era il sole e gli alberi, anche se ancora spogli per la maggior parte, stavano cominciando a vestirsi timidamente, dando speranza a quel mondo che stava rinascendo. Brandon assaporò quell'aria, e poi disse: "Non abbiamo trovato un modo per aiutare Tecna, ormai sui fatti non è più una fata... ma le ragazze non si sono arrese e Timmy sta facendo del suo meglio. Non riesco a non sentirmi un po' in colpa, nessuno di noi ci riesce. E Musa... lei non lo dà a vedere, ma ciò che è successo e ciò che ha dovuto fare l'hanno distrutta. Noi cerchiamo di starle vicino, ma spesso lei... beh, lei non lascia avvicinare nessuno. Flora ci rimane sempre un po' male, anche perché quell'incantesimo voleva compierlo lei. Vorrei che quel senso di colpa lo desse a me, in fondo sono io che gliel'ho impedito... ma con Miele e... e col fatto che ci siamo sposati io... io ho sentito di non poterglielo permettere. Sono un po' egoista, mamma, e credo che tu questo l'abbia capito, soprattutto perché vengo qui soltanto quando me la sento veramente. Anche perché ho abbandonato Logan e voglio convincermi che sia lui ad aver abbandonato me. È da quel giorno a Tír na nÓg che non ho notizie di lui, e in fondo è quello che gli avevo chiesto... Okay, basta brutte notizie, te ne do alcune buone: siamo riusciti a riprendere molti dei cacciatori di magia che erano scappati da Roccaluce, ed anche alcuni che lì non c'erano mai stati ma avevano combattuto con Zvonimir. Ma Barrera no, non ancora... e le streghe, abbiamo preso anche loro. Siamo riusciti a fermare la Congrega Sanguini ed ora sono tutte nella Dimensione Omega... oh, e sono stato nominato capitano. L'hanno voluto il re e Sky, e se devo dirla tutta sono riuscito a guadagnarmi il rispetto di molti di quei soldati che ho guidato durante la guerra. Alla fine il momento è arrivato, quello che credevo fosse solo un'invenzione... sai, il momento giusto per dimostrare il proprio valore. Sono felice, nonostante tutto ciò che è successo, perché mi sento amato... e non dalla gente, no, ci ho sempre provato a piacere a tutti credendo che fosse quello di cui avevo bisogno... ma no, mi sento amato davvero. Ora vivo su Linphea, ma ti prometto che verrò più spesso... credo che guardarmi dentro d'ora in poi non sarà più così spaventoso. Ehi." Disse poi, quando Flora arrivò al suo fianco. La fata poggiò delle mimose e delle azalee davanti al nome di Amelia, poi si rivolse a suo marito.

"Mi dispiace, ma credo che sia davvero ora di andare. Sei il testimone, non puoi mica farti attendere più della sposa..." Lui le sorrise, portandosi dietro la spalla la giacca che aveva in mano, le mise un braccio intorno alle spalle e s'incamminò con lei.

Fu un matrimonio da favola. Tutto quello che Bloom aveva immaginato per il suo grande giorno fu avverato per lei. Brandon firmò per Sky, Daphne per Bloom e le ragazze furono le damigelle. A quel matrimonio c'erano davvero tutti, ed Helia portò persino un più uno in amicizia; inutile precisare che Martha mantenne per tutto il giorno un colorito incredibilmente vivo. Faragonda e Saladin furono invitati, così come Hagen, ma purtroppo per Stella la sua ship affondò miseramente. Le casate reali più importanti della Dimensione Magica erano lì, ed anche la famiglia di Klaus, anche se Morgana e Roxy non avevano ancora del tutto ricucito il loro rapporto. Erano presenti anche Judy e il dottor Alexander, che avevano costruito un grande rapporto d'amicizia e rispetto. La cerimonia fu molto toccante, e a palazzo ci fu la grande festa. Ognuno aveva da dire la sua, si ballò e ci si divertì come non si faceva da molto.

"Tecna sembra stare bene." Disse Aisha alle sue amiche che erano lì con lei, mentre notavano che ballava con Timmy. La gigantesca sala era gremita, la musica era allegra, il sole filtrava dalle vetrate e si sentiva il brusio della gente che chiacchierava.

"Almeno per oggi... non credere che non stia facendo uno sforzo." Replicò Musa, sospirando. Flora strinse le labbra.

"È necessario sforzarsi un po', non può continuare ad isolarsi."

"Facile dirlo: tu sei ancora una fata." Disse Musa, e Flora non aggiunse altro. In quel momento arrivò Stella, che prese da bere riprendendo fiato.

"Allora, vi state divertendo?!" Chiese la principessa, esaltata e rossa in viso.

"Noi sì, ma anche tu non scherzi!" Rispose Aisha, ridacchiando.

"È vero, questa festa sta andando alla grande e domani ne parleranno tutti! Oh, siete fantastiche con indosso le mie creazioni, mi raccomando, cercate di farvi fotografare dai paparazzi!" Precisò Stella, con un gran sorriso.

"Non credi che qualcuno insinuerà qualcosa riguardo te e Francis?" Chiese Musa, alzando un sopracciglio.

"Ma abbiamo solo ballato insieme! Io e Francis siamo grandi amici, e lui indossa la mia linea maschile! Oh, sentite? Musica! Scusate, devo andare!" Fu così che Stella raggiunse di nuovo la pista da ballo.

"Ragazze, scusate, posso rubarvela, non è vero?" Chiese Brandon con un sorriso, loro risero e lasciarono che Flora andasse con lui. La strinse e presero a ballare.

"Finalmente ti fai vedere." Gli disse lei.

"Eh, beh, guarda che ho molte responsabilità... non riposo un attimo, io."

"Ma Sky è al sicuro?" Chiese la fata, diventando per un attimo seria.

"Sì, credo di sì. Ma non siamo mai certi, dopo i disordini che ci sono stati si è creato un vero e proprio gruppo contro di lui e la famiglia reale."

"Sky è in ottime mani." Gli assicurò lei con un sorriso. La face girare e poi la strinse di nuovo a sé.

"Toglilo, per favore." Le disse mentre ondeggiavano insieme.

"Cosa?"

"Questo cruccio. Sembri tranquilla ma il tuo sopracciglio destro ti tradisce, è sempre più alzato quando pensi a qualcosa che non va." Lei scosse la testa, ridacchiando.

"Hai ragione..." Sospirò. "È finita, ed è ora che me ne renda conto." Lui la baciò dolcemente, poi le disse:

"Ecco, appunto, pensando al futuro... fra quattro giorni è il tuo compleanno."

"Stai organizzando qualcosa, non è vero?" Chiese lei. "Ho notato che tu e Miele parlottate sospettosamente."

"È una sorpresa, ma sono sicuro che ti piacerà."

"Disse quello che non ama le sorprese." Puntualizzò lei, divertita. Lui la guardò, con occhi ridenti.

"Flora?" Lei fece un cenno per farlo continuare, ma non le disse nulla, la baciò.

Andava tutto bene, nonostante tutto ciò che era successo. Ognuno stava tornando alla propria normalità. Bloom ormai si preparava a diventare la futura regina di Eraklyon, non appena il trono fosse passato a Sky, mentre Stella continuava il suo periodo da reggente, affiancando suo padre ma consigliata da sua madre, anche se ormai aveva messo in chiaro che non si sarebbe sposata, o almeno non per quel momento. Antares fu per lei un'ottima amica, e nessuno poté dire se l'affetto della divinatrice avesse altri significati. Aisha, invece, continuava su Andros a partecipare alla vita politica, anche se ora Nex si era trasferito lì, avendo ottenuto da Oritel il titolo di duca, finalmente. Per quanto riguardava Musa, lei non sapeva bene cosa stava facendo esattamente. Continuò a vivere su Sakoma, anche se andò a trovare suo padre su Melody. Il loro rapporto però non diede segni di miglioramento, anche perché la fata non poteva occuparsene davvero, intenta a capire cosa accadeva dentro di lei senza farlo sapere a nessun altro. Aveva una tournée di lì a poco, ma continuava comunque ad occuparsi dei suoi animali fatati e di Polaris. Tecna, invece, era quella che più preoccupava tutti perché, a differenza di Musa che viveva i suoi tormenti nel segreto, non riusciva a nascondere ciò che provava, o ciò che non provava. Era cambiata, non usciva spesso, e si faceva vedere poco. Timmy le stava vicino, ma anche lui sembrava molto incerto. La sua fidanzata si isolava, cercava la solitudine, e quando era in compagnia parlava molto poco. La sua famiglia provò ad aiutarla con degli algoritmi che avevano inventato, ma non funzionò. Il suo rapporto con Musa si raffreddò, anche perché neanche la sua amica stava bene, ma Flora spesso andava a trovarla. Quando andava su Zenith non sempre veniva ricevuta, a volte Tecna inventava scuse per evitarla; ma quando riuscivano a vedersi, Flora non le diceva molto. Spesso rimanevano in silenzio insieme, Flora cambiava i fiori in quel vaso sul tavolo, e a volte le portava qualcosa di dolce da mangiare. Era capitato che Tecna aveva pianto, durante una di quelle visite, e la sua amica le aveva offerto la sua spalla. Helia aveva ormai terminato il suo addestramento da Bach e i poteri di Seibei sugli elementi svanirono, lasciando posto al suo successore. Il giovane però continuava la sua permanenza a Fonterossa, dove imparava da suo nonno per prendere il suo posto di lì a breve. Brandon, invece, continuava il suo lavoro su Eraklyon, proteggendo il principe ed eseguendo i suoi doveri come capitano, ma poi tornava su Linphea. Mentre Flora, ora che non doveva più preoccuparsi di essere obbligata a diventare regina di un regno, aveva finalmente fatto quel concorso ed ora insegnava al collegio di Linphea. Almeno per il momento, queste erano le loro occupazioni, ora che non c'era da salvare l'universo, ma nei loro cuori avevano dei progetti perché, a causa di ciò che avevano perso, era se come per loro quella guerra non era ancora conclusa. Le ragazze si incontravano, consultando manuali e antichi libri per trovare una soluzione per la loro amica, e Timmy passava le notti in bianco davanti ai suoi libri e ai suoi calcoli, il tutto all'insaputa di Tecna.

"Ehi, voi due, sono arrivati i nostri invitati!" Esclamò Flora, chiamando Brandon e Miele che chissà cosa stavano combinando sul ramo della quercia sul retro. "Papà, stai bene?" Chiese a Rodols, mentre prendeva il vassoio con le bevande da portare ai suoi amici.

"Sì, certo, tesoro: ero solo sovrappensiero." Le assicurò lui con un sorriso.

"È come se fosse con noi." Dichiarò lei con dolcezza, Rodols la guardò con un sorriso nostalgico.

"Lo so." La strinse a lui con un braccio e le diede un bacio sulla testa, lasciandola poi andare per ricevere i suoi amici. Avevano preparato una serata in giardino, quello davanti alla casa, dove da pochi passi si poteva accedere al Boschetto delle Fragole. Era il crepuscolo, l'aria era mite come ogni primavera su Linphea, dove l'inverno continuava a non esistere, sebbene Flora ormai vivesse lì. I suoi amici la stavano aspettando lì dove avevano preparato i tavoli e delle sedie. Miele le passò davanti correndo per salutare le ragazze, e le disse:

"Comunque stasera rimango a dormire qui."

"Miele, abitate letteralmente dall'altra parte del Boschetto." Puntualizzò Flora, perplessa.

"Lo so, ma qui posso fare tardi mentre papà è pignolo! Allora, ragazzi, come state? Siete qui per me, non è vero?" Chiese poi, gli altri risero.

"Sai che ti adoriamo," Rispose Bloom, divertita. "ma almeno diamo soddisfazione a tua sorella che è il suo compleanno!"

La squadra al completo era lì, gli amici di sempre, ed Helia si ostinava a sostenere che tra lui e Martha era soltanto amicizia, anche se lei ormai era sempre con loro. Sedettero insieme, chiacchierando e ridendo. Flora notò che non sempre Tecna prestava attenzione e il suo sguardo a volte si perdeva. Timmy non la lasciò per un secondo, e rimase per l'intera serata a tenerle la mano. Flora scartò i regali dei suoi amici e li adorò, anche se lei in fondo adorava sempre tutto ciò che le sue amiche facessero per lei.

"Okay, ora è il mio turno!" Esclamò Brandon alzandosi, i suoi amici lo presero un po' in giro. "Ehi, ehi, silenzio, per favore." Loro, ridacchiando, zittirono per lasciarlo parlare. "So che magari avrei potuto darti questo regalo quando fossimo stati da soli," Lei sorrise, notando la sua espressione e chiedendosi dove volesse arrivare. Le lanterne facevano luce e gli insetti del bosco intonavano una loro personale melodia. "ma a me piacciono le cose plateali, anche perché, insomma, qui è tutto un bel vedere..." Flora alzò gli occhi al cielo e i suoi amici gli fecero il verso. "... non dar retta a ciò che diranno gli invidiosi, anche perché credo che ora, con questo mio fantastico regalo, li metterò anche un po' in ridicolo." Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un cofanetto, Flora si coprì la bocca con le mani, sorpresa. Le ragazze trasalirono. "Io lo so che già abbiamo detto i nostri sì, ed anche se è stato tutto fantastico, ho sempre sentito che mancasse qualcosa, quindi ho pensato di approfittare del tuo compleanno per regalartelo." Aprì il cofanetto davanti a lei per mostrarle l'anello. Flora sorrise incredula. Lui le porse la mano e lei gliela offrì, la invitò ad alzarsi e glielo infilò al dito. Lei lo strinse con un braccio intorno al collo, sorridendo.

"Tu sei..."

"... fantastico?"

"... sì." Lo baciò, i loro amici li presero un po' in giro.

"Invidiosi che non siete altro! Dovevo pur mettervi un po' in difficoltà!" Li rimbeccò lui, con un sorriso.

"Brandon ha ragione..." Puntualizzò Bloom.

"Ti ho letteralmente organizzato il matrimonio del secolo meno di una settimana fa, lo sai, vero?" Le chiese Sky, divertito, ma piuttosto perplesso.

Sì, fu una bella serata. Flora scattò una foto e sarebbe stata di quelle di cui avrebbe raccontato nel suo diario: assolutamente perfetta. Ma non lo fu, o almeno non fu esattamente da cartolina. Si alzò un leggero vento, anche se era più di questo e Flora e Brandon, che appartenevano in ogni senso a quel pianeta, se ne accorsero. Si gettarono solo un'occhiata, intendendosi, ma non dissero nulla a nessuno e fecero finta di niente. Martha però non poté fare a meno di darlo a vedere.

"Martha, stai bene?" Chiese Helia, notando che la giovane si era estraniata dalle risate e sembrava sofferente.

"Io... improvvisamente mi fa male la testa." Rispose lei, tenendosi le tempie. Flora andò da lei.

"Hai bisogno di qualcosa? Posso...?"

"No... tranquilla." Replicò la melissa, stavolta però con il dolore nella voce.

"Martha... è Lei, vero?" La giovane guardò Flora negli occhi, mentre si teneva ad Helia per sorreggersi, e annuì. Nessuno disse nulla, nessuno sapeva come aiutare la ragazza. Brandon era agitato, era un qualcosa che non veniva da lui, e si chiedeva cosa diavolo stesse per accadere. La terra tremò, ma leggermente, infatti se ne accorsero perché notarono il movimento dell'acqua nella brocca.

"Okay, che diavolo sta succedendo?!" Esclamò Stella, irritata.

"Dopo un lungo tempo nascerà ancora,ritornato dall'esilio abiterà la sua dimora." Martha pronunciò queste parole, ma era come se non riuscisse a fermarsi, come se ne sentisse il bisogno. "Un giuramento infranto gli darà la vita, ma soltanto tormento gli darà la sua nemica. Dopo un lungo lamento la pace troverà e Linphea il suo Inverno di nuovo conoscerà." Nel vento dei sibili pronunciarono con Martha quelle parole, poi la melissa perse conoscenza per un attimo ed Helia la prese al volo.

"Martha! Ehi, Martha!" Chiamò il Bach, la ragazza si riscosse, aprendo gli occhi.

"Cosa...?" Intorno a lei tutti erano sconvolti, la guardarono come se fosse stata neve in piena estate.

"Santo Cielo." Borbottò Flora, sconvolta, passandosi una mano fra i capelli.

"Era una profezia." Disse Miele, scioccata. "Fichissimo!" Esclamò poi, con un gran sorriso, ma fu l'unica. I ragazzi tra loro si guardarono perplessi: sapevano che una profezia che includeva un lungo lamento non avrebbe portato a nulla di buono. Nessuno seppe cosa dire, ci fu silenzio.

"Ragazzi," Esordì quindi Rodols, schiarendosi la voce. "state calmi, non è detto che questa profezia riguardi voi. Martha è la melissa, è la voce della Natura, e il caso ha voluto che si trovasse qui stasera quando ha pronunciato la profezia."

"È vero." Confermò la melissa, notando l'espressione poco convinta dei suoi amici. "Ho pronunciato una profezia per Vymarna, ma questo non vuol dire che dovrà avverarsi adesso... insomma, Linphea è perfetta così senza inverno... magari fra qualche centinaio d'anni la profezia si compirà e noi non ci saremo nemmeno!" Sorrise, cercando di incoraggiare gli altri. Brandon e Flora si gettarono uno sguardo, poi lui disse:

"E poi non vedo perché occuparcene proprio adesso, non trovate? Magari poi ne riparleremo, o magari no." Non furono troppo convinti, ma per non appesantire la serata decisero lasciar perdere l'argomento. Eppure, Martha non riuscì a smettere di pensarci, anche perché quella era stata la sua prima profezia da parte di Vymarna. Si fece un po' tardi e gli amici decisero di andare. Le ragazze si lasciarono sapendo che il giorno dopo si sarebbero comunque sentite.

"Non pensarci troppo, sta' tranquilla." Disse Helia a Flora quando la salutò, lei gli sorrise. Miele ormai aveva deciso che sarebbe rimasta lì, e Flora salutò suo padre, promettendogli che il giorno seguente sarebbe andata da lui per aiutarlo con la serra e assicurandogli che la sua sorellina lì non era affatto un problema. Quando andarono tutti via, Flora, Brandon, e Miele rientrarono. La maggiore mandò sua sorella al piano di sopra, mentre lei e Brandon sistemavano il divano per farlo dormire.

"E tu così mi ripaghi, eh?" Scherzò lui, accennando all'anello che lei portava al dito.

"Non riesco a dirle di no." Replicò lei, divertita. Stettero per un attimo in silenzio, poi Flora lo guardò e chiese: "Ti va del tè?"

"Non si può discutere di una profezia senza una tazza di tè." Rispose lui, stringendo le labbra in un sorriso.

La casa era silenziosa, Miele, che aveva insistito per rimanere alzata fino a tardi, probabilmente dormiva o avrebbe già fatto irruzione. Le luci della casa erano spente, tranne quella della cucina. I due sedettero al tavolo di legno, con davanti due tazze fumanti.

"Secondo te è un problema con i compleanni quello che abbiamo? Dovremmo smettere di festeggiarli?" Chiese Brandon.

"Forse sì, ma smettere di festeggiarli no, sarebbe triste." Replicò lei.

"Credi che ci riguardi?"

"Non può riguardare noi... Brandon, so che stai pensando a quel verso e che..." La keimerina sospirò. "... ma non possiamo essere noi a rompere quel giuramento." Lui annuì debolmente, poi strinse le labbra.

"Beh, allora stimo quello che fra qualche centinaio d'anni darà del filo da torcere a quella vecchia quercia." Flora strinse le labbra, un po' amareggiata. "Chiudiamo questa storia?"

"Sì." Rispose la fata. "È stato un gran bel compleanno, non voglio rovinarlo." Flora si alzò, posando le tazze nel lavandino, poi si avvicinò a lui e lo guardò. "Brandon?"

"Sì." Lui le fece cenno di continuare.

"Sono felice." Dichiarò Flora, accennando un sorriso e sciogliendo quel cipiglio. Lo guardò negli occhi, trovando tutto quello che desiderava. Brandon la strinse a sé, ponendole una mano dietro la schiena. La guardò e fu costretto a sorridere e, con occhi ridenti, replicò:

"Anch'io sono felice."

Fine



Ehilà! Rieccomi dopo una sfilza di capitoli che però dopo mesi di attesa meritavate, per questo ho deciso di non annoiarvi con le mie chiacchiere. Eccoci alla fine di questo viaggio che, anche se con qualche turbolenza, sia nel mondo reale sia in quello fittizio, spero abbiate apprezzato e durante il quale vi siate divertiti( ovviamente nei punti in cui non moriva nessuno... lo so, ho fatto una strage...).
Dunque, prima di ogni altra cosa voglio ringraziarvi perché se ora state leggendo vuol dire che nonostante tutto avete letto i miei capitoli ed io ve ne sono immensamente grata. 
Passando i capitoli, beh, ne sono successe di cose, e sono certa che qualcuno di voi abbia recensito su ogni capitolo prima di arrivare a questo, quindi non mi dilungo perché risponderò lì, ma ci tengo a parlarvi un po' di Jackson, che era in fondo una bella persona, di Sebastian, che quella fine certo non si meritava e mai avrebbe voluto far del male a qualcuno, di Antares, che ha amaramente ingoiato i propri sentimenti, di Musa, che ha oscurato il suo cuore, di Tecna, che ormai non è più una fata, di Martha, che ormai adoriamo, di Helia, che è stato grande nella battaglia, ammettiamolo, e di Flora e di Brandon, che alla fine ce l'hanno fatta.
Spero la battaglia vi sia piaciuta (chi ha visto Endgame avrà riconosciuto la citazione di Thanos, non potevo esimermi) spero vi abbia emozionato, che la storia vi abbia emozionato! Vorrei tanto saperlo, vorrei conoscere tutte le vostre impressioni, mi farebbe davvero piacere!

Beh, siamo arrivati alla fine di quest'avventura durata due anni, anche troppo, a causa mia, ma è stata fenomenale. Questa storia mi ha aiutata, voi mi avete aiutato perché, un po' come Tecna, anche io ho perso delle cose importanti e poi è sembrato come se niente funzionasse. E poi sembrava di sì, ma ci sono stati ancora momenti bui. È dura, ma ho chiesto aiuto e spero di farcela. Scrivere questa storia mi ha portata in questo mondo magico ed è stata una boccata d'aria fresca e vi ringrazio perché voi siete rimasti. Siete i lettori più meravigliosi del mondo! Grazie!!!😭❤
Se per caso qualcuno di voi sta avendo problemi, vi sentite soli, incompresi e sembra che nulla vi riempia, sembra che le cose vadano sempre male e state iniziando ad aver paura, sappiate che quei pensieri che vi dicono che non ce la farete ad uscirne vi mentono. Siete forti, unici e speciali, potete farcela. Dovete farcela perché ci sono persone che vi amano e tengono a voi. Chiedete aiuto. Nessuno pretende che ce la facciate da soli.
Se volete, se ne sentite il bisogno, scrivetemi ❤


Vi adoro alla follia,
anzi, vi strAmo,
xoxo Florafairy7

P.S. E adesso? Beh, adesso sappiate che pubblicherò una oneshot FloraxHelia, tanto per cominciare, e poi... beh, sono un po' indecisa se dare un seguito a questa o iniziare una storia completamente nuova... voi che ne dite?

P.p.s. Risponderò presto alle recensioni e ai messaggi lasciati non letti durante questi mesi, grazie per la pazienza!! Baci!!



 

   
 
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