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Autore: Tati Saetre    23/07/2009    11 recensioni
Bella è un affermato medico, che lavora al Western Eye Hospital di Londra. Ogni giorno affronta malati, operazioni, e casi davvero strani. Ma nel Western Eye Hospital Bella troverà anche l'amore, che cercherà di negare con tutta se stessa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo

«Preghiamo i gentili signori di allacciare le cinture».
Seguii gli ordini della Hostess, mi allaccia la cintura, misi la mascherina per la notte sugli occhi e le cuffiette dell'iPod nelle orecchie.
Proprio non amavo volare.
Ed il dottor Cullen, mi aveva anche riservato un volo in prima classe. Era un vecchio amico di mio padre, che un giorno era venuto a trovarci nella nostra piccola cittadina: Forks. Era venuto al corrente che fossi una dottoressa, e disse che ero sprecata per lavorare a Forks. Quindi mi propose un lavoro al Western Eye Hospital di Londra. Ci pensai per più di due settimane, ma alla fine accettai. Per quegli ultimi giorni ero stata sulla bocca di tutti: 'La ventenne dottoressa Swan che lascia la sua città natale'. Il dottor Cullen aveva detto che con la mia dote non potevo continuare a disinfettare ferite di bambini, ma dovevo fare qualcosa di meglio. E a Londra succedevano cose pazzesche.
Non ero più nella pelle.
Mio padre Charlie inizialmente si era opposto, poi, visto che il dottore era un suo caro amico -e vecchio cittadino di Forks- sbollì. Mia madre invece era stata entusiasta all'idea, lavorare in un famoso Ospedale a Londra. 'Isabella, sei il mio orgoglio', dise quando andai a trovarla a Phoneix. Lei vive lì, con suo marito Phil.
«Avvertiamo i gentili signori che l'areo sta per atterrare». Disse una voce.
Ero talmente persa nei miei pensieri, che le due ore di viaggio volarono in un batter d'occhio. Appena l'areo atterrò scesi, presi la mia valigia e mi diressi verso l'uscita dell'areoporto. Il dottor Cullen aveva mandato qualcuno a prendermi. Ma non sapevo chi fosse.
«Signorina Swan?» Sentii chiamarmi. Mi girai e vidi un uomo sbracciarsi, dall'altro lato dell'areoporto. Mi avvicinai.
«Sono io la signorina Swan». Dissi, avvicinandomi a quell'uomo. Era enorme. Sembrava un'armadio. Era almeno tre volte più alto di me, e più grosso. Su per giù la mia testa arrivava alla sua spalla. Aveva gli occhi verdi, e i capelli chiari. Era proprio carino.
«Sono il nipote del dottor Cullen. Mi ha chiesto di venirla a prendere». Povero. Sarà stato costretto dal dottor Cullen a venirmi a prendere.
«Mi fai sentire vecchia, dammi del tu. Più o meno abbiamo la stessa età, no?» Chiesi.
«Bè, io ho ventitre anni. Tu?» Chiese lui. Ventitre anni, sembrava più grande.
«Io venti. Comunque piacere, Bella». Dissi, anche se sicuramente già mi conosceva.
«Io sono Emmett. Emmett Cullen, il piacere è tutto mio». Disse. Emmett. Memorizzai bene il suo nome. «Dammi la valigia», così dicendo me la tolse dalle mani. Che gentiluomo. Iniziò a camminare e io lo seguii.
«Sei un dottore?» Chiesi. La sua risata invase l'areoporto, si girarono anche delle persone.
«No,  io insegno nella scuola elementare. Mia moglie è una dottoressa». Ok, era sposato. Potevo essere più fortunata, io? «Lavorerete insieme». Finì la frase. Almeno avrei conosciuto qualcuno prima del lavoro. Arrivammo davanti ad una Jeep nera, enorme. Si, quella era per forza la macchina di Emmett. «Monta dietro, davanti c'è mia moglie». Disse Emmett. Annuii con il capo. Aprii la portiera, ma l'impulso di uscire si faceva sempre più grande. Mi ritrovai davanti una dea. Io sfiguravo vicino a lei.
«Ciao!» Disse, allungandomi una mano.
«Ciao». Risposi io, porgendole la mia mano.
«Sono la dottoressa Hale, ma chiamami pure Rosalie collega». Disse sorridendo. Almeno quando avrei cominciato a lavorare, già conoscevo qualcuno.
«Io sono Isabella, ma chiamami Bella». Sicuramente anche lei già mi conosceva. Annui con il capo, e si girò verso il suo finestrino. La sua splendida chioma bionda risaltava sotto i raggi solari di Londra. Anche se era seduta potevo vedere il suo corpo perfetto, le sue labbra rosse e carnose ed i suoi occhi marroni. Era perfetta. Forse per hobby faceva anche la modella. Emmett poteva ritenersi fortunato.
«Bella, ti portiamo in Albergo. Domani con mio zio andrete a cercare casa». Annuii. Per la prima volta in vita mia avrei vissuto da sola, senza nessuno. A Forks era sempre sola, mio padre lavorava sempre. Ma almeno sapevo che c'era. Ora invece ero proprio sola. Col tempo ci avrei fatto l'abitudine.
«Arrivati!» Disse Emmett. Guardai fuori dal finestrino, era il St Martins Lane Hotel. Hotel a cinque stelle. Sicuramente avrei restituito tutti i soldi al dottor Cullen.
«Salgo con te», disse Rosalie.
«Ok! Ciao Emmett». Salutai e scesci dalla macchina, con la mia valigia. Mi diressi con Rose dentro l'Hotel, mentre lei parlava con una receptionist. Forse la conosceva?
«Vieni Bella, saliamo». Prendemmo l'ascensore, dirette verso la camera 455 al quarto piano. Arrivate Rose aprì la porta, e se la richiuse dietro. Era una bellissima stanza, un salone, una cucina, due camere. Cosa ci dovevo fare io con due camere? Sperai che i soldi per quella stanza gli avesse dati mio padre al dottor Cullen. «Allora, prima di andare via devo dirti alcune cose: domani verso le quattro del pomeriggio passo a prenderti, andiamo all'ospedale. Non ti preoccupare, non devi lavorare. Ti ambienterai un pò e conoscerai tutta la squadra. Sai, siamo tutti molto uniti». Erano tutti molto uniti, quindi io avrei scombussalato la loro vita quotidiana. Rose continuò, «Siamo otto dottori: tu, io e mio fratello Jasper, il dottor Carlisle Cullen con suo figlio Edward Cullen, la dottoressa Weber con la sua specializzanda Jessica Stanley. Poi ovviamente c'è il capo: l'insopportabile dottor Denali con sua figlia, la sciacquetta Tanya». Risi, forse non erano così uniti in fondo...
«Non la sopporti?» Chiesi. Rosalie sbuffò.
«No, proprio non la sopporto. Però Bella, devi stare molto attenta. Per tutto il tempo che lavorerai al Western Eye Hospital avrai concorrenza con il dottor Edward Cullen. Anche lui è un chirurgo, e molto bravo» Mi avvertì Rose. Concorrenza... Perchè in ogni luogo che andavo non potevo avere pace?
«Mai quanto me!» Mi vantai, mentre Rose scoppiò in una lunga risata.
«Lo so che sei brava Bella. Sennò il dottor Cullen non avrebbe mai insistito con il dottor Denali, per farti entrare nella nostra squadra ma... Vedi Edward ottiene tutto quello che vuole. E' senza scrupoli, ed è bellissimo. Quindi stai attenta, e tieni gli occhi aperti». Annuii con il capo. Figlio del fisioterapista dottor Carlisle Cullen, Edward doveva essere proprio viziato. «Ora vado, Emmett mi sta aspettando. Riposati, hai l'aria di una che non ha dormito molto. Ricorda, domani alle quattro fuori all'Hotel. Ciao ciao». Così dicendo mi lasciò sola, io mi accasciai sul divano, addormentandomi.


Chiedo pietà! Lo so che ho altre due storie da seguire, ma non ne ho fatto a meno! La notte porta consiglio no? Allora ecco la nuova storia! Che ne pensate? Fa schifo? Mi devo dare all'ippica (Rispetto per tutti le persone che praticano Equitazione ^^) A me piace quest'idea! E poi sono tutti umani! Chiedò pietà soprattutto alla mia Beta, nemmeno sa che sono qui... Mi ucciderà! Scusaaaaaaaaaa... Vabbè ora vado! Lasciate tanti commentini! Un bacio a tutti :*


Le mie FanFiction:
In corso:
Come What May (Twilight)
Western Eye Hospital (Twilight)
La vita, in un soffio. (Twilight)
Concluse:
Isabella. (Twilight)
La Controfigura (Kristen Stewart, Robert Pattinson)
   
 
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